Che ne sanno i duemila: il boom del Cioè

Il vero simbolo degli anni Novanta, per me, è il Cioè. Quindi, quest'oggi, dedicherò una riflessione alla rivista più in voga in quel periodo, prendendo spunto dai post ricordo del buon Moz.
Non è la prima volta che mi addentro in una rubrica tipo "chenesannoiduemila".
Vediamo un po' cosa ne viene fuori...

Sono pronta a scommettere che ciascuno di voi, sia uomini che donne, cresciuto in quegli anni, abbia letto almeno una volta nella vita questo giornalino tascabile, pieno zeppo di poster ripiegati mille volte su se stessi, e di gadget quali trucchi, portachiavi, adesivi.
Nell'immagine che ho trovato in rete, ecco il top trend del momento. Gli indimenticabili Take That, i protagonisti della serie cult Beverly Hills e i miei amatissimi Raoul Bova e Brad Pitt.
Apoteosi della meraviglia.
Ma cos'altro si poteva trovare tra queste pagine?
Consigli sulla moda del momento, sul cinema, sui libri ma, soprattutto, sulla sfera sessuale.
Forse, la vera forza del Cioè, è stata proprio dar spazio ai dubbi più intimi degli adolescenti, in un'epoca in cui non esistevano i social network, i programmi-documentario, e si aveva molta vergogna nell'esternare le proprie perplessità con genitori o parenti.
E allora vai con le domande del secolo...
"E' vero che se bacio Filippo con la lingua rimango incinta?", oppure "Se faccio l'amore prima dei 18 anni, rischio il blocco della crescita?", e così via con le più disparate assurdità, frutto della mentalità bigotta dell'epoca e dei tabù sul sesso.

Eppure, il Cioè esiste ancora, ed è abbastanza letto ma, in verità, non so se le rubriche si siano evolute. Immagino di sì.
Obiettivo per domani? Andare in edicola a verificare cosa è rimasto della rivista che ha accompagnato la mia adolescenza, regalandomi emozioni e risate, paure e sorprese.