Tassare le bibite gassate: necessità o eresia?

In questi giorni si discute molto circa la tassazione delle bibite gassate e zuccherate, come la Coca Cola, proposta dal Governo.

Lo prevede un emendamento M5s-Lega alla Manovra, approvato in commissione Finanze, e che dovrà ora essere esaminato dalla commissione Bilancio.

La proposta porta il nome di Carla Ruocco (M5s).

La cosa sta destando non poca preoccupazione tra gli imprenditori del settore, che s'interrogano sulla possibilità che i consumatori siano o meno disposti a pagare di più per degustare le loro bibite preferite.

Non si esclude, infatti, che un calo delle vendite porterà ad una riduzione del personale, con conseguente crisi del lavoro.

Eppure, la sugar-tax è già in vigore, da tempo, in altri Paesi europei.

Per prima ci pensò la Danimarca, al fine di ridurre l'obesità della popolazione, in particolare quella infantile.

In seguito, in Francia, fu il governo Sarkozy, nel 2012, ad introdurla.

Dal 6 aprile di quest'anno, invece, la tassa è giunta anche in Gran Bretagna.

In Italia, invece, già dal 2012, il governo Monti focalizzò l'attenzione sul junk food, includendo anche le bibite zuccherate, sebbene la misura non andò in porto.

Lo scopo era di portare gli Italiani ad un consumo più ragionevole di questi prodotti,spingendo l'industria alimentare ad abbassare il contenuto di zucchero dei prodotti.

Cosa ne pensate?

Intanto, nelle ultime ore, la Manovra sta facendo grande scalpore in Europa, quindi non è escluso che sarà riformulata completamente.