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lunedì 18 novembre 2019

No alla recita di Natale: discriminazione al contrario?

Lo scorso weekend leggevo che in un asilo di Ancona, per evitare di offendere i bambini di altre religioni, le maestre hanno deciso di annullare la classica recita di Natale, sostituendola con una festa in cui Babbo Natale distribuisce doni a ritmo di musica.
La notizia ha destato non poca indignazione tra i genitori dei cattolici, però, che si sono sentiti discriminati. E' pur vero che l'integrazione è importante, infatti, ma perché impedire agli Italiani di rispettare le proprie tradizioni?

Io che sono atea, ma ho sempre avuto rispetto per quasi tutte le religioni, me lo sono già chiesto qualche anno fa, quando si diffuse l'abitudine di togliere il crocifisso dalle scuole.
Posto che il nostro sia un paese laico, continuo a non capire che fastidio possa dare il simbolo di Gesù ad un musulmano.
La cosa peggiore è, poi, che ogni occasione diventa pretestuosa per parlare di razzismo e di mancanza di integrazione quando invece, a mio modesto avviso, un bambino non fa nemmeno caso ai simboli religiosi esposti a scuola, né si lamenta se nella recita di Natale viene rappresentata la natività del figlio del suo Dio piuttosto che di un altro.

Proprio l'altro giorno discutevo con una mia amica di un argomento simile.
Lei si è stupita, infatti, di apprendere che ogni anno, il 7 dicembre, preparo un presepe molto grande ed un albero festoso.
Mi ha chiesto che senso avesse per me, e le ho risposto che non ha un significato particolare né, però, mi dispiace. Quindi continuo a farlo per rendere felice mio figlio o, semplicemente, per respirare in casa un po' di aria di festa.
Non nascondo, quindi, che non attribuisco a quelle statuine alcun valore religioso. Non so se riesco a spiegarmi. Sono consapevole che corro il rischio di apparire frivola o superficiale, ma non è questo il punto.

Se non credo in Dio, non è detto che le sue raffigurazioni debbano infastidirmi. Mi sono del tutto indifferenti. Anzi, nel caso del presepe, mi piacciono quasi come si trattasse del set di un film. Perciò, la mia creatività trova soddisfazione nell'allestire ogni volta un presepio diverso.
Allo stesso modo, mi chiedo quindi se i genitori dei bimbi fedeli ad altre divinità possano davvero sentirsi offesi da una recita, piuttosto che da un quadretto.
Penso proprio di no.

Quindi, lunga vita alla rappresentazione della natività nelle scuole italiane, così come alle feste con Babbo Natale, agli altarini per Buddha e a qualsiasi altra credenza.
Siamo un Paese libero? Che ci sia posto per tutti.
Ma anche per noi.

34 commenti:

  1. Non è da una recita che si fa integrazione, bensì dal rispetto quotidiano di chi è differente, per cultura o potenzialità fisico-intellettuali. I bambini ci arrivano più facilmente di noi adulti all'integrazione, all'accettazione: non lo dico io ma studi pedagogici sull'inclusione. Dovrebbero scegliere loro come vivere il Natale nella comunità scolastica, e smettere noi adulti di omologarli in "bianchi" e "neri".

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    1. Infatti sono certa che si divertirebbero molto nel cantare i ritornelli di altre religioni e nel scimmiottare le loro danze.
      Il problema è che noi adulti tendiamo sempre a complicarci la vita...

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  2. Cara Claudia, questo post fa iniziare bene la settimana, si parla sempre spesso di questa integrazione, ma credo che tutti noi dovremmo imparare dai bambini, loro ci insegnano!!!
    Ciao e buona settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Hai ragione Tomaso.
      I bambini sanno molte più cose di noi, perché ascoltano e parlano col cuore.
      Buon inizio di settimana a te.
      Un bacio.

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  3. Siamo alle solite, queste maestre che vogliono visibilità si fanno già avanti.Ormai è merce non di grido.
    Rivangare le stesse cose ogni Natale mi sembra ormai di chi non ha più nulla da dire. Claudia non pubbliciziamo più queste scelte così sorpassate. La corrente ormai si è diretta verso altre voci più deterrenti l'attenzione della collettività. La povertà di tanti bambini in Itala., il permessivismo dilagante....

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    1. Secondo me le maestre si fasciano la testa ben prima di rompersela e, anzi, sono certa che non se la sarebbero mai rotta.
      Non credo, infatti, che i genitori dei bambini stranieri avrebbero avuto alcuna pretesa sulla recita natalizia.
      L'inclusione (quella vera), come dice Gas, è tutt'altra cosa.

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  4. La recita natalizia dovrebbe essere vista da chi è ateo o praticante di un altro credo religioso come una manifestazione legata ad una "tradizione" o cmq un qualcosa a cui, partecipando, non offenderebbe certo il proprio credo religioso o il fatto di non credere per niente. Credo che questi problemi ce li si ponga più per i genitori che per i bambini che, come giustamente osservavi anche tu, questi problemi non se li fanno per niente. Al limite se qualche genitore fosse contrario potrebbe sempre, secondo me scioccamente, non far partecipare suo figlio alla recita. Diverso secondo me il senso del crocifisso a scuola che si dovrebbe togliere non per il timore assurdo di offendere un altro bambino di fede differente, ma perché la scuola è laica come lo Stato (o quantomeno come lo Stato dovrebbe essere) e quindi un simbolo come quello sembra invece sottolineare una influenza cattolica sull'impronta degli studi a scuola.

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    1. Finché saranno validi i Patti Lateranensi, la Chiesa avrà sempre un controllo più o meno palese sulla scuola, e non solo.

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    2. Di sicuro, come dice Gaspare, il peso che la Chiesa ha sullo Stato è abbastanza considerevole, ma onestamente non mi sento rappresentata o condizionata da un crocifisso, né dalla rappresentazione di un presepe.
      Sarà, però, che per carattere sono sempre stata una di larghe vedute...

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  5. Si fa polemica per tutto, ormai.
    Io, al di là delle religioni, penso che sia preferibile occuparsi di didattica e non di recitelle.
    Sarò impopolare ma è così che la penso. Le varie prove tolgono tempo ad attività più importanti.
    Un bacione.

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    1. Beh no.
      In questo caso si parla di una scuola materna, dove non si insegna a leggere né a scrivere.
      Quindi il momento della recita è importante anche ai fini dello sviluppo delle capacità dei bambini, poiché gli permette di imparare a rispettare i tempi, a memorizzare canzoni, ecc.
      Di sicuro, però, non è un buon pretesto per creare casi di stato.

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  6. Di recite natalizie ne ho viste parecchie!
    Me ne ricordo una dell'asilo, quando i miei erano piccini.
    Il sipario si apre e in scena c'è la capanna con Maria, Giuseppe e i pastori.
    Parte la musica e Giuseppe inizia a vomitare a nastro.
    Il sipario si chiude.
    Dopo una decina di minuti la recita riprende; nella capanna, oltre al bue e all'asinello, faceva capolino anche un bel secchio.
    Il bimbo non ha voluto lasciare il posto: ci teneva troppo alla sua parte!

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    1. Ahahah
      Se non altro sarà stata una recita memorabile... 😅

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  7. Cara Claudia, secondo me con queste scelte si trasmettono i messaggi sbagliati
    Facendo oltretutto aumentare le distanze tra le religioni, integrazione ed inclusione dovrebbe essere "aggiungere elementi nuovi NON togliere cose che ci sono già ! "

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    1. Bravissimo.
      Aggiungere alle nostre belle recite di Natale dei momenti dedicati alle tradizioni degli altri Paesi.

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  8. Il crocifisso e la recita natalizia non li metterei sullo stesso piano. Il primo è un retaggio del fascismo che poi è rimasto anche dopo la sua caduta. Io penso che nella scuola pubblica non ci dovrebbe stare, non per rispetto verso altre religioni e culture, ma per rispetto della laicità. Sapete chi fu il primo a togliere il crocifisso dalle aule scolastiche? Don Lorenzo Milani. Don Milani fu colui che inventò le scuole serali. Nella seconda metà degli anni '40, terminata la guerra e con un paese devastato, ebbe l'idea di mettere a disposizione alcuni locali della sua parrocchia per corsi scolastici serali, riservati ai contadini e agli operai analfabeti del suo paese e di quelli limitrofi, nella zona del pistoiese. Da lì nacquero le scuole serali, che conosciamo ancora oggi. La prima cosa che fece fu togliere i crocifissi da quelle aule, perché quella scuole erano per tutti: credenti e non credenti, e il rispetto di ogni sensibilità, e della laicità, stava secondo lui nel non esporre alcun simbolo religioso. Ci furono delle rimostranze, ovviamente, alle quali lui controbatté affermando che non sono i simboli che fanno il cristiano, è il suo esempio, il suo modo di vivere. "Da queste cose vi riconosceranno" disse, non da un crocifisso appeso a una parete.

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    1. Che bello questo commento.
      Non conoscevo il ruolo di don Milani nella vicenda e ti ringrazio per averne parlato.
      Mi domando, però, se di stato laico vogliamo parlare, perché a scuola si studi la religione cattolica e non tutte le altre.

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    2. Nelle scuole pubbliche abbiamo l'ora di religione (facoltativa) come conseguenza del famoso/famigerato Concordato che Mussolini stipulò con la Chiesa nel '29, mi pare, Concordato confermato con poche variazioni da Craxi nel 1984. Stato e Chiesa in teoria separati ma, in realtà, sempre andati a braccetto. Amen.

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    3. Facoltativa il cavolo, consentimi!
      Le scuole italiane non sono attrezzate per coloro che non vogliono seguire l'ora di religione.
      Finisce che li piazzino al tavolo con la bidella, o in una classe ics dove potranno ascoltare una lezione ypsilon in compagnia di alunni pseudo sconosciuti. Ti sembra giusto? A me no.
      In alternativa i loro genitori possono venirli a prendere alle 11 e di riaccompagnarli alle dodici.
      Ridicolo.

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  9. Per quanto riguarda il discorso delle recita natalizie, sono d'accordo con quanti hanno già detto che ai bambini non frega assolutamente niente, e neppure a tantissimi genitori. Ho un certo numero di colleghi di lavoro di religione musulmana, i figli di questi miei colleghi vanno a scuola come tutti gli altri e partecipano senza problemi a recite natalizie e iniziative varie. Addirittura, alcuni di essi addobbano i loro appartamenti con albero e luminarie varie, in perfetto clima natalizio. Siamo noi adulti ad avere certi muri nella testa, non certo i bambini.

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  10. Siamo un Paese laico , cristiano e a maggioranza cattolica .
    Il rispetto del proprio credo religioso deve essere per tutti ,
    cristiani , mussulmani , ebrei , buddisti ecc...
    Non credo che a quei bimbi dell'asilo dispiaccia x la recita del
    Natale , semmai si divertono . Se i genitori hanno qualcosa in
    contrario , che se li tengano a casa .
    Se noi andassimo in un Paese musulmano , forse dovremmo metterci
    il velo o il burka ,non farebbero certo sparire immagini di Maometto
    o astenersi dal Ramadam . (Che poi si ingozzano dal tramonto all'alba)....
    Sperando di uscire vivi dal Paese , visto che siamo infedeli!!!
    Una mia amica Srilankese , buddista , il figlio è nato in Italia e l'ha
    allevato come tutti i bambini italiani :Battesimo , comunione , cresima,
    matrimonio in chiesa .
    Un'amica ebrea invece , ha circonciso i suoi 2 neonati allevandoli come
    ebrei religiosamenta . Da adulti si sono sempre sentiti a disagio e ,
    secondo me , sono diventati atei .
    Buona serata . Kisses Laura

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    1. Di sicuro in un Paese musulmano non si preoccuperebbero tanto di farci sentire integrati o a nostro agio.
      Mi pare che questi problemi esistano solo in Italia.....

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  11. Sinceramente penso che l'integrazione passi per il rispetto reciproco e per rispettarsi è importante conoscersi. Non credo che nascondere le nostre tradizioni o annullarci sia d'aiuto.
    Che poi, se il Natale può offendere chi non crede, bisognerebbe essere coerenti ed evitarlo del tutto, Babbo Natale, regali e vacanze natalizie incluse.

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    1. Giusto.
      Non vedo perché Babbo Natale debba essere più simpatico del Bambin Gesù.. 😉

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  12. Integrazione sì, ma poi perché? Se questi nei loro paesi non permettono cose al di fuori del loro "credo"? Comunque al di là ciò, che male fa una recita di Natale quando in tv, ovunque e nel mondo si festeggia lo stesso e senza problemi? Questa globalizzazione forse non è poi così tanto rispettosa...

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    1. Effettivamente è assurdo che chi non si discosta affatto dal proprio credo si aspetti di ottenere altrove trattamenti speciali.
      Resta, però, che queste polemiche vengono sempre innalzate dagli Italiani, che magari si fanno solo troppi problemi.

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  13. Questo è il classico cavallo di battaglia solo ed esclusivamente a uso e consumo delle ideologie politiche: tradizioni e religione sono baluardi della destra, libertà dalle convenzioni e laicismo sono i punti forti della sinistra. Il rispetto per lo straniero immigrato lo si deve in altre forme e lì non esiste destra o sinistra, pensarli diversi da noi è mancargli di rispetto, non “imporgli” la nostra tradizione natalizia, che esiste da sempre o qualsiasi altra cosa che appartenga alla nostra cultura. L’integrazione non è un fenomeno unilaterale.
    Per superare queste inutili questioni, che si ripetono ogni anno, ci vuole l’intelligenza di chi, come te, sa vedere oltre il proprio ateismo o la propria visione della vita.

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    1. Uh grazie.
      Credevo avresti pensato che son tonta, solo perché non impongo le mie vedute al resto della famiglia... 😉
      Scherzi a parte, è triste pensare che anche la difesa della religione sia fortemente politica.
      Chissà se esiste ancora qualcosa che non lo è...

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  14. Alla fine tanti stranieri che vivono in Italia vogliono integrarsi, a prescindere dal fatto che siano credenti o meno in un determinato culto.
    Allo stesso tempo inutile dire che anche noi dobbiamo accettare di vivere con persone che abbiano diversi usi e costumi.
    Ciò che conta è il rispetto della legge.
    Ma alla fine son sempre cose che finiscono per essere strumentalizzate dalla politica.
    Ai bambini della scuola non interessa fare questo o quel tipo di recita. Ai bambini interessa vivere un momento diverso dallo studio sui banchi. Quello che si fa deve essere un momento di socializzazione. Il mondo non perde credenti perché non c'è il crocifisso in aula o la recita con Gesù, ma per altri motivi, molti dei quali non dipendono neppure dal clero.

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  15. Quindi, lunga vita alla rappresentazione della natività nelle scuole italiane, così come alle feste con Babbo Natale, agli altarini per Buddha e a qualsiasi altra credenza.
    Siamo un Paese libero? Che ci sia posto per tutti.
    Ma anche per noi.

    Concordo con te!!
    Buon pomeriggio.

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