L'amore (e la paura) ai tempi del Covid-19

Ho un'amica a cui voglio molto bene che, per privacy, chiamerò Stefania.

Pochi giorni prima del lockdown, lei e Filippo (fidanzati e innamorati da ben 11 anni) avevano trovato la casa dei loro sogni e stavano pensando di acquistarla, per poi sposarsi.

La gioia e la fiducia che avevano nel futuro, però, hanno presto lasciato spazio all'ansia e alla preoccupazione.

Filippo non ha perso il lavoro, per fortuna, perché è impiegato in un supermercato.

Stefania, invece, fa la baby-sitter ma da quando le madri sono costrette a casa con lo smart working, il suo telefono non ha più squillato.

La simulazione del mutuo che hanno richiesto prevede una rata da circa 500 euro mensili.

Si può con un solo stipendio vivere dignitosamente con quel poco che rimane?

Me lo ha chiesto spesso negli ultimi giorni, e la mia risposta è sempre stata SI'.

Non perché io sia incosciente, attenzione, e neppure perché sono troppo romantica.

Semplicemente penso che una volta ci si sposava e si facevano anche otto figli con nemmeno un quarto degli agi a cui oggi siamo abituati.

I coniugi erano felici? E i bambini?

Non saprei dirvelo, poiché sono troppo giovane, ma di sicuro le unioni sembravano più solide, dato che la maggior parte delle coppie riusciva ad invecchiare insieme, lusso concesso a pochissimi negli anni Duemila.

Questi in foto sono Giorgio e Rosa, sposati da 52 anni ed entrambi ricoverati nelle scorse settimane presso l'ospedale di Cremona, per aver contratto il coronavirus.

Le foto del loro primo incontro prima delle dimissioni hanno fatto il giro del web e commosso i più.

Sicuramente, mezzo secolo fa, non guadagnavano dieci milioni di Lire al mese. Anzi, chissà se potevano contare su un decimo di quella cifra.

Eppure, si sono scelti e, ancora oggi, il loro cuore batte proprio come allora.

Non sarà questa l'unica cosa che conta???

Allora, permettetemi di dire a Stefania (anche su questo blog) che uno stipendio per cominciare potrà bastare, a maggior ragione per due ragazzi semplici come lei e Filippo, che non sono abituati a sperperare denaro.

Ciò non toglie, comunque, che rientrata l'emergenza da Covid-19 lei tornerà a lavorare, come ha sempre fatto sin dal diploma, e la rata del mutuo sembrerà ancora più irrisoria.

Ma se anche per qualche mese fossero costretti a stringere la cinghia, il pane in tavola non mancherà mai, a maggior ragione dalle nostre parti, in cui basta un chilo di farina da sessanta centesimi e qualche bicchiere di acqua corrente per impastarlo (sì, lo so che anche al nord sanno fare il pane, ma magari coloro che ci provano nelle mura domestiche non sono poi così tanti).

Insomma, l'amore vince su tutto, ne sono fermamente convinta, e i numeri non possono frenare il progetto di una vita. Né deve farlo la paura.

Domani vado a comprare un piccolo salvadanaio, così comincio a mettere qualcosa da parte per il matrimonio di Stefania e Filippo.

Perché, con o senza la mascherina, spero proprio di andarci. E presto!