Gli sprechi della scuola italiana: nessuno usa le mascherine, perché puzzano

 

Pensavate che la scuola avesse toccato il fondo, in Italia, con la decisione di utilizzare i banchi con le rotelle?

Ebbene no. Per quanto fosse difficile superare l'inettitudine dell'ex ministro Azzolina e del suo staff, l'attuale dott. Patrizio Bianchi è riuscito a non essere da meno.

L'ex governo Conte, infatti, con apposito decreto e con l'aiuto del dottor Arcuri, stabilì che, ogni giorno, lo Stato avrebbe distribuito nelle scuole italiane circa 11 milioni di mascherine, per permettere agli studenti di ogni ordine e grado di frequentare le lezioni opportunamente protetti.

La cosa è andata in porto? Stranamente sì, quasi ovunque s'intende (il 54% degli studenti dichiara di non ricevere quotidianamente le mascherine a scuola o, peggio, di non averle mai ricevute).

Quindi vissero tutti felici e contenti? Purtroppo no.

Secondo un recente sondaggio effettuato da ScuolaZoo su un campione di 23 mila studenti tra i 14 e i 20 anni, infatti, le mascherine sarebbero troppo larghe (76%), vanificandone l'efficacia e, soprattutto, emanerebbero un pessimo odore (65%).

Per questi motivi, sia i docenti che gli studenti si rifiutano di utilizzarle, preferendo portarsi da casa delle Ffp2, oppure delle mascherine lavabili.

Il problema è che, di conseguenza, i magazzini delle scuole sono zeppi di scatoloni di mascherine, e i presidi sono disperati.

Nonostante, infatti, abbiano chiesto più volte al governo di interrompere la fornitura, oppure di donare i dispositivi alla Caritas, non hanno mai ricevuto risposta.

Dunque, se i sotterranei degli edifici scolastici sono pieni di inutili banchi a rotelle, adesso non si sa più dove stipare queste mascherine dalla dubbia qualità e utilità.

E il governo che fa? Dorme.

Lo faceva Conte, lo fa Draghi e, probabilmente, lo farà anche chi verrà dopo di lui.

In fondo, viviamo o no nella Repubblica delle banane?!