La storia vera di Alessia G. |
Io e Filippo, dopo dieci anni di fidanzamento, ci saremmo sposati il 15 gennaio, in occasione del nostro anniversario.
La sera della vigilia di Natale, però, mi crollò letteralmente il mondo addosso.
Eravamo tutti a casa dei miei per il cenone. Zii, cugini, nonni. All'appello mancava solo Fil, che ci avrebbe raggiunti intorno alle 22, subito dopo il lavoro.
A mezzanotte, però, di lui non c'era ancora traccia, e il suo cellulare squillava a vuoto.
Preoccupata, chiesi a mio padre di accompagnarmi nella casa in cui convivevamo, poiché non avevo mai preso la patente, e non potevo andarci da sola. Zia Mara si offrì di venire con noi.
Volevamo capire se Filippo fosse lì.
Una volta dentro, però, lo trovammo addormentato, nel mio letto, con la sua migliore amica.
Non so se a dilaniarmi fu più il dolore per il mio cuore infranto, o l'umiliazione di dover condividere il momento con tutta la mia famiglia.
Papà mi chiese di lasciarlo dormire e di non fare scenate. Quindi, tornammo a casa e mi chiusi in camera, sprofondando in un silenzio assoluto, rotto solo dal fragore delle lacrime.
Il giorno dopo, chiesi a Filippo di lasciare la casa, e di non farsi mai più vedere.
Era la mattina di Natale, ed io inviavo messaggi ed email per annullare il matrimonio, anziché felici parole di auguri.
La voce si diffuse presto in paese, e come il gioco del telefono senza filo, ciascuno raccontava l'accaduto aggiungendo i dettagli più assurdi e fantasiosi. Secondo una delle versioni, lui mi avrebbe rincorsa in mutande per le scale, implorandomi di perdonarlo.
La verità è che non era successo nulla di teatrale, ma non sarebbe mai più stato Natale per me, poiché ogni anno avrei ripensato a quella notte, alla delusione negli occhi di mio padre, ai pettegolezzi di quelli che reputavo amici sinceri, alla mia totale disfatta.
Negli anni che seguirono, infatti, disertai le cene di famiglia e, per tutto il mese di dicembre, presi a spegnere il telefono e ad uscire da casa solo per recarmi in ufficio.
Quella volta, però, decisi di fare una follia.
Così, la mattina della vigilia, mi recai in stazione e presi il primo treno disponibile, con in spalla uno zainetto e pochi abiti. Non sapevo dove mi avrebbe condotta il destino, ma avevo bisogno di cambiare aria e di azzerare la mente.
Mi ritrovai a Milano, nel primo pomeriggio. Dopo aver camminato a lungo senza meta, attraversai un corso con un mercatino artigianale e rimasi colpita da una bancarella gestita da un bellissimo ragazzo.
Mentre tenevo tra le mani una sfera di Babbo Natale, lui mi disse: "Se esprimi un desiderio e la agiti con tutta la tua forza, questo si avvererà prima che l'ultimo fiocco di neve possa depositarsi sul fondo".
Sorrisi, spiegando che l'unica cosa che desideravo davvero era un posto in cui trascorrere la notte, visto che ero partita senza programmare nulla.
Allora Tony mi invitò nuovamente a scuotere la sfera, dopodiché mi consegnò il biglietto da visita con l'indirizzo dell'albergo gestito da suo padre e aggiunse che, anche stavolta, il potere del Natale aveva risolto tutto.
"Perdonami, ma non festeggio questa ricorrenza da molti anni, ormai, e sono scappata da casa proprio per non pensarci", gli dissi.
Così, chiedendo ad un suo collega di sostituirlo, mi invitò al bar lì accanto, per bere una cioccolata calda.
Senza che ce ne rendessimo conto, trascorse più di un'ora.
Il suo sorriso buono e la sua voce rassicurante cancellarono dalla mia mente ogni traccia di rancore, paura, cupezza.
Mi sembrava di sognare. Non avevo mai più parlato di me con nessuno, dopo quella notte orribile.
Tony mi confessò di aver divorziato due anni prima, per via di un tradimento subìto. Sarà per questo che riusciva a capirmi così bene, perché in fondo si immedesimava nel mio narrare.
Decisi, quindi, di accettare la sua proposta e di prenotare una stanza nell'hotel di famiglia.
La mattina seguente, il 25 dicembre, mi svegliai di soprassalto perché qualcuno mi bussò alla porta.
Era il servizio in camera.
Sul vassoio, oltre ad una colazione ricca e golosa, un pacco regalo con un biglietto.
All'interno, la sfera di Babbo Natale e l'invito a provare a scuoterla ancora.
Lo feci, con l'emozione nel cuore di un'adolescente, e dopo pochi istanti sentii bussare nuovamente.
Stavolta mi ritrovai davanti il largo sorriso di Tony, che mi spiazzò con "dimmi che ha funzionato. Hai chiesto di rivedermi, vero?".
Ebbene sì, avevo tanto desiderato di incontrarlo, perché quella chiacchierata mi aveva scaldato il cuore molto più della cioccolata bollente e di quanto nessuno avesse mai fatto negli ultimi tempi.
Non gli risposi, però, per paura di sembrare troppo sfacciata, e mi limitai ad annuire, sorridendo.
Fu allora che mi baciò. Così, all'improvviso, senza che nemmeno avessi il tempo di capacitarmene.
Poco dopo, eravamo a letto stretti l'uno nell'altra, a fare l'amore come se lo desiderassimo da sempre. Non potevo credere a quello che stava accadendo.
Non mi era mai capitato di concedermi così presto ad un uomo. Anzi, ad onor del vero, non avevo mai condiviso le lenzuola con qualcuno che non fosse Filippo.
Ma, in quel momento, fui certa di aver fatto la cosa giusta.
Non smettemmo un solo istante di guardarci negli occhi con gioia, e di accarezzarci i capelli, le guance, le spalle, la schiena.
Il profumo della sua pelle mi inebriò l'anima.
Ci rivestimmo, mangiammo qualcosa, e scendemmo a visitare la città.
Nel pomeriggio, ci sarebbe stato ancora il mercatino, e Tony mi chiese di tenergli compagnia dietro al suo banco.
Non avevo più toccato una decorazione natalizia da quella volta, né credevo che lo avrei più fatto, ma accettai felice.
Così, con i canti di Natale in filodiffusione e il berretto rosso che mi invitò ad indossare, cominciai a vendere palle, nastrini e fiocchetti, come se quella fosse la mia vera vocazione.
Oggi, io e Tony stiamo insieme da sei anni, e abbiamo un bambino di pochi mesi che è tutta la nostra vita.
Abbiamo deciso di non sposarci, perché il nostro sentimento è più grande di qualsiasi giuramento scritto.
Ogni anno, per Natale, organizziamo una grande festa in hotel, a cui invitiamo tutti i nostri amici più cari.
Il momento che preferisco è quello del gioco delle sfere di Babbo Natale.
Ciascuno di noi scuote la sua con forza e speranza, e pare che molti desideri si avverino sul serio.
A chi non crede alla magia del rito, invece, raccontiamo il nostro primo incontro, precisando che non abbiamo più bisogno di usarle, perché il nostro sogno si chiama Francesco, come i nostri padri che, per caso o per fortuna, condividono il nome.
Ringrazio il fato ogni giorno, per avermi convinta a salire sul treno dell'amore, e me stessa per aver avuto il coraggio di arrendermi ad un sentimento che, già dal primo sguardo, aveva il sapore dell'infinito.
Non auguro a nessuna donna di vedere la propria vita sentimentale e familiare distrutta in una notte, a poche settimane dal fatidico sì.
Tornare ad amare, però, è possibile, perché i miracoli accadono a tutti. E non solo a Natale.
Racconto pubblicato sul numero 52
della rivista “Confidenze”
il 21.12.2021
Srvdi capita in persone sbagliate una volta non si deve rinunciare alla felicità per sempre
RispondiEliminaSe si incappa errata corrige
EliminaEsatto.
EliminaPerò non è facile abbandonarsi di nuovo all'amore, dopo essere stati dilaniati dal dolore e dall'umiliazione.
Questa storia sembra una favola di Natale!Buona giornata.
RispondiEliminaVerissimo.
EliminaInfatti l'ho raccolta e pubblicata proprio nel periodo di Natale che, per Alessia e Tony, è il più speciale dell'anno.
Che bastardo Filippo... 😠
RispondiEliminaStoria come sempre narrata come sai fare tu. 😘
Grazie Gaspare.
EliminaTra le tante storie che scrivo, quelle d'amore sono sicuramente le mie preferite. :*
Anche a me piacciono le storie romantiche, anche se, nonostante il lieto fine, non avrei voluto essere nei panni di Alessia.
RispondiEliminaLa sua sofferenza è stata devastante.
E' una storia bellissima, potrebbero farne un film di Natale di quelli che mi piace guardare nel mese di dicembre.
RispondiEliminaAuguri a questa meravigliosa coppia e al loro bimbo.
Un abbraccio a te.
Sai che ho detto la stessa cosa ad Alessia quando l'ho intervistata?
EliminaAllora lei, per gioco, mi ha risposto che avrebbe inviato il mio racconto a qualche regista, per vedere se ne sarebbe rimasto affascinato. ;)
Dai su! se ci son ancora palle di natale in giro ..scuotiamole ed esprimiamo un desiderio ..magari si avvera!!
RispondiEliminaOps...già messo via tutto🤨.
La solita s fortuna!!🤣🤣🤣🤣
Ahahhaha
EliminaE che desiderio potresti mai esprimere?
A parte la salute, ovviamente. 😉
🤣🤣🤣🤣👍
Eliminauna storia bellissima, letta tutta d’un fiato
RispondiEliminaGrazie.
EliminaL'ho pubblicata qui in ritardo, ma è bello pensare ancora ai miracoli che solo il Natale può compiere.
Certo , per Alessia deve essere stato uno shock trovare un'altra sul
RispondiEliminasuo letto alla vigilia delle nozze .
Tutto è bene quel che finisce bene , ha trovato l'Amore a Natale e ora
continuerà a festeggiarlo per sempre .
Tanti auguri a loro e al piccolo Francesco .
Bacioni a te . Laura
Un super shock.
EliminaHa avuto una forza enorme per non sprofondare nell'abisso della depressione.
Però la vita l'ha ricompensata alla grande.
Bacio.
A volte, da un grande dolore scaturisce una grande gioia. Se Alessia non avesse sorpreso il fidanzato a tradirla, l'avrebbe sposato e sarebbe stata tradita e infelice per sempre. E' un po' il discorso di un tuo post precedente sulla felicità. Si è più felici quando si supera un grande dolore e si ricomincia a vivere con la persona giusta. Bella storia!
RispondiEliminaEsatto.
EliminaResto convinta che un traditore resterà per sempre infedele.
Quindi Alessia, nella tragedia, è stata fortunata a non sposarlo.