Anna Lisa e Barbara |
Alle superiori ero abbastanza spavalda e, per questo, non venivo molto apprezzata dalle mie coetanee, poiché tendevano a provare invidia nei miei confronti, o semplice antipatia.
Infatti, quando la classe di Anna Lisa si trasferì a Taranto per frequentare il quarto anno del professionale turistico, dopo il triennio svolto a Martina Franca, capitò spesso che ci incrociassimo nei corridoi, ma senza mai rivolgerci la parola.
Lei aveva una pessima considerazione di me e non lo nascondeva, ma io non avevo mai desiderato farle cambiare idea, considerando che neppure la sua reputazione era così placida.
Insomma, eravamo due dure, poco inclini alla socievolezza.
Durante l'estate, però, partimmo per uno stage organizzato dalla nostra scuola alla reception di un importante villaggio turistico a Marina d'Ugento.
Il caso volle che condividessimo lo stesso appartamento, assieme a due rispettive compagne di classe.
Quindi, il fatto di avere entrambe un punto di riferimento in casa, ci dissuase dall'idea di approfondire la nostra conoscenza.
Presto, però, complici i primi amori verso il bel collega di turno e qualche delusione, il ghiaccio si ruppe e Anna Lisa poté ricredersi sul mio conto.
Scoprì, infatti, che non ero assolutamente cinica o cattiva come potevo apparire, ma che quella era solo una corazza che preferivo indossare per non mostrare la mia sensibilità e rischiare di essere vulnerabile.
In sostanza, a fine stagione non eravamo più due semplici conoscenti o compagne di scuola, bensì complici e amiche.
Stiamo parlando, però, della fine degli anni Ottanta, quando non esistevano cellulari né chat, e il telefono fisso veniva utilizzato lo stretto indispensabile. Pertanto, diventava molto difficile mantenere i rapporti tra adolescenti.
Oltretutto, dopo la scuola, Anna Lisa rientrava a Martina Franca ed era lì che intratteneva le sue relazioni sociali, mentre io uscivo a Taranto con compagnie diverse.
Perciò la nostra amicizia si raffreddò parecchio.
Fu solo dopo il diploma che ci riscoprimmo nuovamente unite.
Io cominciai a lavorare nell'ambito delle agenzie viaggi, mentre lei continuò a fare la receptionist nei villaggi turistici.
Ogni anno, quindi, per le vacanze, io e Pasquale prenotavamo una camera nella struttura in cui lei lavorava. Allo stesso modo, quando lei era in ferie, passava lunghi periodi a casa nostra.
Mi stupivo del fatto che fossimo così compatibili pur avendo stili di vita diametralmente opposti.
Io, infatti, avevo sposato lo stesso ragazzo con cui ero fidanzata alle superiori. Lei, invece, di metter su famiglia non avvertiva proprio l'esigenza.
Era più uno spirito libero.
Eppure, quando nacque il mio primo figlio, Andrea, fu così felice che spesso, durante i nostri periodi di convivenza, mi aiutava nelle notti insonni, e si prendeva cura del piccolo, come se fosse un nipotino di sangue.
Tendenzialmente, la maternità, se non condivisa, allontana le giovani amiche, mentre noi eravamo complici forse persino più di prima.
Ad unirci sono sempre state le grasse risate, come quella volta in cui in montagna, a Canazei, avevamo cenato tutti assieme nella baita in cui lei lavorava e, dopo aver mangiato e bevuto tantissimo, avremmo dovuto raggiungere la valle con lo slittino e il solo ausilio di una torcia sulla testa. Parliamo ancora di tempi in cui la tecnologia era pressoché assente nelle nostre vite.
Ancora oggi mi chiedo come sia possibile che abbiamo raggiunto l'albergo vive, considerando che siamo cadute più e più volte, rotolando sempre più giù, rialzandoci ogni volta e ridendo come matte.
Quando nacque Gianluca, la scelta che fosse Anna Lisa a battezzarlo fu inevitabile, sebbene da lì in poi cominciammo a vederci meno, perché si stabilì ad Albano Laziale, dove conobbe il suo attuale marito, e i viaggi in solitaria, zaino in spalla, cessarono.
Eppure, nonostante la distanza, riuscivamo ancora a sentirci vicine.
Ricordo, come se fosse ieri, le lunghissime telefonate col cordless fermo tra l'orecchio e la spalla, mentre stiravamo. Le confidenze che non avremmo potuto affidare a nessun altro.
Anche quando scoprii di essere in attesa di Alessandro, fu la prima persona a cui lo comunicai.
Ero preoccupatissima, perché poco tempo prima avevo avuto dei problemi di salute e i medici mi avevano sconsigliato di avere altri figli. Ma la vita spesso decide da sé, e così una nuova luce avrebbe colorato le mie giornate, nonostante la paura che qualcosa potesse andare storto mi tormentava.
Anna Lisa, però, seppe toccare le corde giuste per rassicurarmi e non farmi mai sentire sola.
Il caso volle, poi, che, pochi mesi dopo la nascita di Ale, fu il suo test ad essere positivo.
Pregai a lungo che aspettasse una femminuccia, perché dopo tre maschi, nella nostra grande famiglia potesse arrivare una bambina, e così fu.
Quando presi in braccio Diletta per la prima volta, pensai che non mi sarei separata mai più da quegli occhioni espressivi, ma non potevo immaginare che avrei avuto un motivo validissimo per non farlo.
Da subito, infatti, nacque una profonda sintonia tra lei e Alessandro.
Sebbene fossero piccolissimi, si dicevano innamorati l'uno dell'altra, e mio figlio sosteneva che da grande l'avrebbe sposata.
Ovviamente, a noi adulti, sembrava trattarsi solo di un amore platonico tra bimbi, che sarebbe durato al più qualche mese.
Ancora adesso, ripensiamo divertendoci a quella volta in cui, alla festa per il primo compleanno di Diletta, Ale fece una scenata di gelosia ad un bimbo che voleva soltanto abbracciare la festeggiata per farle gli auguri.
L'anno successivo, i bambini portarono le fedi ad Anna Lisa e David, e si emozionarono tantissimo all'idea che si stessero sposando loro due, anziché i genitori di Diletta.
Difatti, vederli giungere all'altare mano nella mano e in abiti elegantissimi, rendeva il momento perfetto per la consacrazione della loro unione.
Oggi, sognano ancora di unirsi in matrimonio, sebbene abbiano ormai diciassette e diciotto anni.
Sono inseparabili e uniti da un grande amore.
Anch'io e Anna Lisa non ci siamo più perse.
Nonostante la distanza, troviamo sempre modi per condividere tempo ed esperienze, e per trascorrere qualche giorno tutti insieme.
Ironizzando, mi dice spesso che per essere certo che non potessimo mai liberarci l'una dell'altra, il destino ci ha rese addirittura consuocere.
Sono sempre stata molto fatalista, infatti. Amo seminare tanto, ma poi lasciar fare alla sorte.
Ad esempio, ho cambiato mille volte lavoro, look, abitudini.
Mi reinvento continuamente, come donna e professionista, ma senza mai mettere in discussione i miei capisaldi: amore e amicizia.
Chissà se davvero Alessandro e Diletta coroneranno il loro sogno. Io glielo auguro.
Quel che è certo, però, è che se l'amore eterno esiste, l'amicizia che dura per tutta la vita non è da meno.
Quindi so che Anna Lisa farà sempre parte di me, come io di lei e che continueremo a condividere milioni di avventure.
Non abbiamo mai fatto un viaggio da sole che non fosse di lavoro, però.
Magari prima o poi ci concederemo una fuga alla Thelma e Louise, come spesso ci capita di fantasticare.
Con un finale ben diverso, ovviamente, ma unite in un'avventura speciale, a coronare un'amicizia che dura da più di trent'anni.
La storia vera di Barbara Marini
Raccolta da Claudia Turchiarulo
Racconto pubblicato sul numero 7
della rivista “Confidenze”
del 15/02/2022
Storia più unica che rara... Sarà che le amicizie lunghe devono iniziare "male" per durare decenni?
RispondiEliminaDici?
EliminaLe mie non sono mai durate troppo a lungo (con le donne), a prescindere che partissero in quinta o in retromarcia. 😅
Concordo con te ..amicizia tra donne la vedo dura e non capisco perché...??? Boh..ho lavorato con donne ,uomini..beh tra donne invece di star unite c'e sempre una strana voglia di competizione / primeggiare.. boh ..
RispondiEliminaUomini fanno squadra.
E anche l'amicizia..c è spesso questa voglia di prima donna ..devo esser meglio di lei ..che non è male ,ma è male se è prevaricare....
E sì, purtroppo noi donne difficilmente tendiamo a fraternizzare senza inutili gelosie.
EliminaNon saprei spiegarti perché, ma è nella nostra natura. :(
Una bella storia.Buona giornata.
RispondiEliminaBuona giornata anche a te.
EliminaStorie di vita vissuta, le vere emozioni di un essere umano. Una bella storia.
RispondiEliminaUna storia, purtroppo, non comune, in una società in cui valori come l'amicizia e la lealtà vengono sempre più spesso meno.
EliminaChe bello che tu sappia che sarete amiche fino alla morte.
RispondiEliminaSperando che questa avvenga fra moltissimi anni. ❤️
All'inizio pensavo parlassi di te stessa ma ,Pasquale chi era ?
RispondiEliminaForse un primo marito tenuto nascosto , visto che il tuo si chiama Leo .
Poi ho capito .
Malgrado tutti i miei spostamenti sono rimasta in contatto con alcune
amiche di scuola . Peccato che ci dividano parecchi Km. per non dire
le amiche all'estero . Ora ci sentiamo spesso al telefono .
"Finch'è morte non ci separi" .
Buona serata . Baci . Laura
Ahahah
EliminaBeh, oltre al marito segreto, c'è anche qualche figlio di troppo, visto che io ne ho solo uno. 😂😂😂
No, no.
Questa è una storia bella nella sua semplicità, e sono stata felicissima di raccontarla.
Un bacio a te.