Ammalarsi in tempo di pandemia

 

Riflettevo sul fatto che, da due anni a questa parte, ammalarsi non è più la stessa cosa.

Quanti malanni di stagione abbiamo sempre avuto, senza crucciarcene troppo?

Raffreddori, gastroenteriti, dolori muscolari.

Insomma, prima o poi capita a tutti di sentirsi uno straccio, ma ultimamente è diventato un incubo.

"Ho un mal di testa infernale da tre giorni e mi brucia l'orecchio. Che dici, faccio il tampone?".

"Ma questo pizzicore alla gola? Sarà normale?".

In passato, a meno che non avessi la febbre a 38, non mi sono mai preoccupata nemmeno di consultare il mio medico di famiglia.

Perché, come sapete, sono la perfetta antitesi dell'ipocondria, e se vogliamo anche un po' incosciente.

Ma ora?

Continuo a non andare nel panico, e mi rifiuto di fare il tampone ad ogni minima avvisaglia, considerando che comunque vivo lontano dal mondo esterno, a maggior ragione se non mi sento in forma, e al più potrei contagiare mio figlio e mio marito. Però, a volte il senso di colpa mi viene a bussare.

Ma davvero, dopo due anni e tre dosi di vaccino, siamo così terrorizzati all'idea di contrarre questo virus? 

Io continuo a credere che, essendo fortunatamente un soggetto sano, lo prenderei in maniera molto leggera o, addirittura, l'ho già avuto senza accorgermene minimamente.

Poi, per carità, le complicazioni esistono, e potrei morire per una banale dermatite, figuriamoci per il Covid.

Ma sono così fatalista, che preferisco lasciar fare al caso.

Voi, come state affrontando la cosa? 

Vivete con l'ansia di ammalarvi di Covid e vi sottoponete a tampone ogni volta che avete anche un leggero bruciore di stomaco, oppure lasciate correre? 

Forza, confessatemelo! 😉