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mercoledì 9 maggio 2018

Quarant'anni fa moriva Aldo Moro: la sua ultima lettera alla moglie


Il 9 maggio del 1978, all’interno di una Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani, a Roma, la polizia ritrovò il corpo senza vita di Aldo Moro.
Il Presidente della Democrazia Cristiana era stato rapito 55 giorni prima, in via Fani, dalle Brigate Rosse, durante un attentato nel corso del quale persero la vita cinque agenti della sua scorta.
Tanto si è detto e si è scritto per ricordare l'uomo, il politico, il padre, il marito.
Io, che sono una romantica, vorrei condividere con voi l'ultima lettera scritta per Noretta, la sua amata moglie, quando ormai era conscio della triste sorte che lo aspettava.
In fondo, quale modo migliore per spiegare il ruolo dello Stato, della Chiesa e del popolo nella vicenda, se non utilizzare le stesse parole del protagonista...

"Mia dolcissima Noretta,
dopo un momento di esilissimo ottimismo, dovuto forse ad un mio equivoco circa quel che mi si veniva dicendo, siamo ormai, credo, al momento conclusivo. Non mi pare il caso di discutere della cosa in se' e dell'incredibilità di una sanzione che cade sulla mia mitezza e la mia moderazione. Certo ho sbagliato, a fin di bene, nel definire l'indirizzo della mia vita. Ma ormai non si può cambiare. Resta solo di riconoscere che tu avevi ragione. Si può solo dire che forse saremmo stati in altro modo puniti, noi e i nostri piccoli. Vorrei restasse ben chiara la piena responsabilità della D.C. con il suo assurdo ed incredibile comportamento. Essa va detto con fermezza così come si deve rifiutare eventuale medaglia che si suole dare in questo caso. E' poi vero che moltissimi amici (ma non ne so i nomi) o ingannati dall'idea che il parlare mi danneggiasse o preoccupati delle loro personali posizioni, non si sono mossi come avrebbero dovuto. Cento sole firme raccolte avrebbero costretto a trattare. E questo e' tutto per il passato. Per il futuro c'e' in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di ciascuno, un amore grande grande carico di ricordi apparentemente insignificanti e in realtà preziosi. Uniti nel mio ricordo vivete insieme. Mi parra' di essere tra voi. Per carità, vivete in una unica casa, anche Emma se e' possibile e fate ricorso ai buoni e cari amici, che ringrazierai tanto, per le vostre esigenze. Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. Sono le vie del Signore. Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. Amore mio, sentimi sempre con te e tienimi stretto. Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto tanto Luca) Anna Mario il piccolo non nato, Agnese Giovanni. Sono tanto grato per quello che hanno fatto. Tutto e' inutile, quando non si vuole aprire la porta. Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo".

2 commenti:

  1. "L'uccisione di Moro è avvenuta per mano delle Brigate Rosse, ma anche e soprattutto per il volere di Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e del sottosegretario Nicola Lettieri". Ferdinando Imposimato, al tempo giudice istruttore della vicenda del sequestro e dell'uccisione di Moro, era intervenuto sul Caso Moro. Vale la pena leggere le sue parole.
    Se non mi fossero stati nascosti alcuni documenti - aveva detto - li avrei incriminati per concorso in associazione per il fatto. I servizi segreti avevano scoperto dove le Br lo nascondevano, così come i carabinieri. Il generale Dalla Chiesa avrebbe voluto intervenire con i suoi uomini e la Polizia per liberarlo in tutta sicurezza, ma due giorni prima dell'uccisione ricevettero l'ordine di abbandonare il luogo attiguo a quello della prigionia".
    "Quei politici - continuava Imposimato - sono responsabili anche delle stragi: da Piazza Fontana a quelle di Via D'Amelio.
    Lo specchietto per le allodole si chiama Gladio. A Falcone e Borsellino rimprovero soltanto di non aver detto quanto sapevano, perché avevano capito e intuito tutto, tacendo per rispetto delle istituzioni. Per ucciderli Cosa Nostra ha eseguito il volere della Falange Armata, una frangia dei servizi segreti".

    https://www.huffingtonpost.it/2013/07/10/ferdinando-imposimato-aldo-moro-ucciso-br-giulio-andreotti-e-francesco-cossiga_n_3571509.html

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    1. Diciamo che le responsabilità dell'attentato sono chiare anche nelle sue parole a Noretta. Per questo le ho condivise, assieme anche ad un forte ascendente emozionale.

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