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martedì 10 settembre 2019

Permesso premio al killer: il dolore di Marta, figlia della vittima

Ho letto questa notizia stamattina, con un nodo in gola.
Ho deciso di scrivere due righe per esprimere la mia profonda solidarietà nei confronti di Marta Della Corte, orfana di padre a causa dell'efferato omicidio da parte di tre minorenni.
Andiamo per gradi.
Franco era una guardia giurata che il 16 marzo 2018 veniva assassinata mentre si apprestava a chiudere il cancello della metro di Piscinola, a Napoli.
Tre ragazzi lo sorprendevano alle spalle colpendolo a morte a bastonate con lo scopo di rubargli la pistola di ordinanza.

In primo grado, i tre reo confessi sono stati condannati a 16 anni e mezzo di carcere. Il 19 settembre si svolgerà il processo d'appello.
Proprio pochi giorni prima della nuova udienza, però, su Facebook sono state pubblicate delle fotografie della festa di compleanno per il diciottesimo di uno dei tre killer.
Il ragazzo ha, infatti, ottenuto un permesso premio per buona condotta, in modo da poter trascorrere la giornata con amici e parenti, da uomo libero.
Secondo il suo legale, le immagini sono state pubblicate a sua insaputa, ma questo cambia poco ai fini della vicenda.

La visione di quei festeggiamenti ha, infatti, devastato ancora una volta la moglie e la figlia di Franco.
Quest'ultima ha deciso, quindi, di scrivere una lettera indirizzata al giudice per esprimere tutto il suo dolore e la sua disapprovazione.
"A chi gli ha accordato il permesso mi permetto di ricordare che di recente ho compiuto 22 anni ma non ho spento candeline e non ho avuto torte e regali. E lo sa perché? Perché chi oggi festeggia ha ucciso mio padre, la persona più importante della mia vita".
Ma non solo.
La ragazza ha anche lanciato un appello a mezzo social, presto condiviso dagli organi di stampa locali e nazionali, per chiedere la certezza della pena.

"Non mi sono mai espressa direttamente tramite i social perché queste “persone”,che nel tempo continuano a dimostrarsi di una pochezza inaudita,non meritano la mia attenzione. Ma ogni volta è veramente dura. Ci hanno costretto a vivere con il cuore a metà. Il tempo aggiusta le cose, dicono, ma non sempre. Non importa quanto tempo passerà, mio padre non varcherà più la porta di casa, non incontreremo più i suoi occhi complici e non sentiremo più la sua voce o il suo profumo. Vedere chi ti ha portato via l’altra parte del tuo cuore a poco più di 1 anno dal fatto, così ritratto sui social, è dura e fa male. Mio padre era entusiasta della vita, profumava di vita e gli hanno tolto la possibilità di realizzare i suoi sogni. Ci auguriamo che il 19 settembre a chi crede che sia un passatempo divertente colpire alle spalle un essere umano, a chi ha la crudeltà di guardare negli occhi un uomo a terra ferito indifeso.. agonizzante e continuare a colpire, a chi riesce a vivere consapevole di aver tolto un papà a dei figli ed un marito ad una moglie senza il minimo pentimento, a queste persone ci auguriamo non venga scontato nulla, ma che quel giorno la giustizia, come dovrebbe essere sempre e per tutti gli uomini in un stato di diritto, faccia il suo corso!".

Insomma, io sto con Marta, anzitutto perché so bene cosa significa non riuscire più a festeggiare un compleanno, il Natale, persino la nascita di un figlio, perché ogni momento di gioia non fa che diventare un'occasione per ricordarti quanto pesi la mancanza di tuo padre, e quanto sia difficile andare avanti senza il suo abbraccio ed il suo sguardo buono.
Allo stesso tempo, sono con Marta perché nessun omicida dovrebbe vivere una sola emozione prima di aver scontato fino all'ultimo secondo la pena che gli viene affidata da una legge troppo spesso indulgente con chi ammazza.
Ricordiamoci che a morire, in questa storia, non è stato solo Franco, ma anche i suoi figli, sua moglie e tutti coloro che non potranno mai più stringerlo a sé.

Ciao Franco.
Forza Marta!

14 commenti:

  1. Non ho mai creduto alla sincerità della buona condotta.
    Non credo che il carcere rieduchi un assassino.
    Non approvo alcuno sconto di pena per un reato appurato, cioè che, in gergo giuridico, sussiste.

    Magari poi, quando usciranno di galera, questi bastardi saranno anche agevolati nell'inserimento in qualche azienda, per ricostruirsi una vita... E gli onesti a farsi il mazzo per cercare un lavoro precario!

    Anche io sto con Marta, così come tutti i familiari delle vittime che i giudici ammazzano una seconda volta.

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    1. Dici bene.
      I giudici li ammazzano la seconda volta.
      Ho perso la fiducia nella giustizia molti anni fa, e per fortuna non per esperienza diretta.
      Non mi sono mai sentita tutelata. Mai.

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  2. Cara Claudia, non sto qui ad aggiungere altro!!!
    Mi associo a che che dice l'amico Gas, sottoscrivo tutto!!!
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ero certa che anche tu saresti stato dalla parte di Marta e di tutte le vittime della giustizia.
      Perché sei un uomo giusto.

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  3. Sono senza parole Claudia... e ribadisco forza Marta! Ce ne vuole davvero tanta!

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  4. Semplicemente vergognoso, che poi che festeggia? 18 anni buttati?

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    1. Purtroppo lui potrà festeggiare ancora moltissime cose.
      Il povero Franco, invece, non potrà più ammirare una sola alba. E con lui un'intera famiglia sarà trafitta dal dolore per sempre.

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  5. Queste persone soffrono e devono guardare immagini del genere.
    Io quel permesso non gliel'avrei accordato e mi dispiace che qualcuno l'abbia fatto.

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    1. La vicenda per fortuna ha destato molto clamore mediatico e pare che il Governo si sia già mosso per verificare che al ragazzo non vengano più concessi permessi né attenuanti.
      Speriamo nel buon esito del processo.

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  6. Ho approfondito ulteriormente questa notizia, perché il tema lo meritava. Io credo comunque nel nostro ordinamento giudiziario e nel fine rieducativo della pena.
    Ma i permessi in questione sono più di uno e oltretutto pare che il signorino in questione non abbia dato assolutamente prova di pentimento per quanto fatto.
    Per questo mi unisco all'indignazione comune, sottolineando però anche la compostezza di Marta nel suo grido di dolore.

    Infine: hai risposto a Dama, qui sopra, dicendo: "Speriamo nel buon esito nel processo".
    Ecco, giusto. Speriamo bene.
    E spero prima o poi che il rimorso conduca al pentimento.
    Non si può uccidere una persona e vivere per sempre come se non fosse successo nulla.

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    1. Leggevo proprio oggi che uno di questi permessi gli era stato dato per sostenere un provino come calciatore.
      Cioè il massimo dello schifo.
      Anch'io ammiro la compostezza di Marta. Al suo posto avrei scritto molto di peggio, altro che.
      Quanto al pentimento dovrebbe essere il minimo, posto che sono assolutamente contraria al perdono, in questi casi.

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