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mercoledì 15 gennaio 2020

Fa più male l'odio o l'indifferenza?

Da un paio di settimane sto seguendo un corso professionalizzante in contabilità aziendale.
Siamo solo in otto a frequentarlo, scelti da una graduatoria regionale.
Al banco dietro al mio si siede la mia ex migliore amica che vive in una città differente dalla mia ma che, per caso o per fortuna, ha scelto lo stesso corso.
Il primo giorno di lezione sono arrivata in ritardo per motivi familiari.
Quando mi ha vista entrare (mentre erano tutti seduti in aula) ha sussultato e, svoltando gli occhi al cielo, non ha fatto a meno di sbuffare.
Conoscendola, avrebbe abbandonato quella classe seduta stante pur di non vedermi.
Io, invece, ho salutato tutti con un largo sorriso e mi sono accomodata al mio posto.
La verità è che mi è del tutto indifferente, e non lo dico per cattiveria ma per mera onestà.

Premetto che il motivo della fine della nostra amicizia è stato piuttosto banale (parliamo di sette anni fa) e che quindi non avrei ragione per odiarla.
La premessa è doverosa perché capiate la ragione della mia totale assenza di disagio nel trovarmi con lei chiusa nella stessa stanza per cinque ore ogni mattina.
Eppure, mi sono soffermata a riflettere e ne ho discusso a tavola con mio marito.
Esistono alcune persone che hanno fatto molto del male a me o alla mia famiglia, ma nonostante ciò non provo alcun disagio nel vederle. Anzi, "mi vendico" a mio modo, trattandole con supponenza, "umiliandole".
Qualche mese fa, mentre cercavo casa a Fasano, un agente immobiliare mi ha invitata a fare un sopralluogo in un appartamento molto grazioso sito nel palazzo di un uomo che mio padre odiava profondamente per ragioni molto serie.
Non ho escluso la possibilità di acquistarlo solo perché alle riunioni di condominio o in ascensore avrei potuto incontrare lo stronzo questa persona.
Mia madre, invece, che a mia differenza è una donna sana di mente (leggetela con ironia) mi ha pregata di non farlo, poiché di sicuro non sarebbe mai venuta a trovarmi per paura di incrociarlo.

Ora.
Resto del'avviso che finché ho la coscienza pulita, possa permettermi di camminare a testa alta in qualsiasi luogo e davanti a chiunque.
Credo che tra me e lui a provare disagio non dovrei essere di certo io. In fondo, a sbagliare è stato lui e chissà se si è mai perdonato per il fatto che non ha avuto il tempo di scusarsi in Turco con mio padre.

Mio marito non capisce come riesca ad essere indifferente anche in casi, appunto, gravi.
La verità è che, per carattere, non serbo rancore per nessuno e mi limito a cancellare dalla mia vita coloro che mi intossicano.
Quelli che, invece, mi fanno del male otterranno al più il mio disprezzo, ma nulla di più.
L'odio è qualcosa che non mi appartiene, sebbene sia consapevole del fatto che l'indifferenza possa fare persino più male.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Come vi comportereste se, ad esempio, il vostro capo assumesse il vostro "peggior nemico"? Fareste di tutto per farlo licenziare e/o trasferire, o vi limitereste ad ignorarlo? Io propendo per la seconda.

33 commenti:

  1. Ammazza, sei tosta di carattere! Riesco a essere indifferente se la vicinanza con una persona che ha fatto male a me o ai miei cari, è limitata nel tempo. Quindi sì nella saletta d'attesa dal medico, sì per condividere una stanza di lezione per un breve corso, ma assolutamente no a vivere in un posto già "colonizzato" da quella persona, no a lavorare gomito a gomito con lui/lei per anni. Purtroppo la vita ci allontana le persone buone e fa di tutto per metterci vicino quelle cattive.
    Come "le persone che potresti conoscere" su Facebook. Se voglio un contatto, lo cerco.

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    1. Quindi non accade solo a me che le persone che "potrei conoscere" in realtà le conosco benissimo e mi stanno pure sui cosiddetti?
      Sì comunque, sono tosta (almeno così dicono). 😉

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  2. Mi trovi d'accordo con te. In passato mi è capitato inizialmente di odiare persone che mi hanno ferito, però l'odio è molto faticoso, alla fine fa più male a chi lo prova, e quindi sono giunta alla conclusione che sia migliore l'indifferenza. Non solo: la mia missione è dimostrare a quelli che mi hanno voluto male che sono serena e mi godo la vita pienamente. Credo che questa sia la forma di "vendetta" definitiva ^__^

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    1. Con l'avvento dei social sai quanti fegati ho visto ingrossarsi per la gelosia ed il fastidio a causa di un ex oggi felicissimo o un vecchio perfido datore di lavoro che ha chiuso per fallimento? 😉

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  3. l'odio si prova (ci vuole anche un certo impegno, credo). l'indifferenza la si sperimenta, fluisce. qual è il meglio tra i due... non so, nessuno, credo. entrambi in qualche modo lesivi, ma l'indifferenza è certamente più genuina.

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    1. Certamente il perdono sarebbe più auspicabile, ma sfido chiunque a riuscire a perdonare chi ci ha fatto del male.
      Io non sono cattolica, quindi non ho questa velleitá, sebbene la mia assenza di rancore sia forse già un mezzo perdono... O no?

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  4. Cara Claudia, hai ragione, l'odio no conosce per niente, cosa è amore!!!
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
     Tomaso

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  5. Carissima Claudia, il silenzio uccide.
    Il mio abbraccio
    Maurizio

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  6. Difficile rispondere, se il male è stato forte e serio nei miei confronti ma soprattutto verso chi amo, non avrei imbarazzo ad avere accanto questa persona ma il mio sguardo non sarebbe di indifferenza ma di profondo disgusto e disprezzo e cmq non la vorrei troppo intorno. Poi col tempo altre situazioni possono calare di intensità ed allora magari ci sono circostanze dove i fatti che hanno causato un allontanamento non sono stati così gravi ed allora verso quella persona diventa più facile provare semplice indifferenza.

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    1. Effettivamente, nei casi gravi, il fastidio nell'incontrare quello sguardo permane, ma non provoca un'ulcera.
      In caso di litigi banali, invece, l'indifferenza è quasi automatica.

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  7. Non ho nemici e nessuno a mai fatto del male a me direttamente o indirettamente. Non saprei come mi comporterei

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  8. Ho nel mio libro nero solo 2 persone a cui ho addirittura tolto il saluto e che mi spingono a scantonare per non incrociarle per la strada; ma me l'hanno combinata davvero GROSSA, e le evito per evitare di ammazzarle; per il resto, nel libro grigio, quello dei nemici generici, ho un mucchio di persone che lascio semplicemente cuocere nel loro brodo; diciamo che non duro la pena a salutarle se non sono loro a farlo, ma per il resto mi lasciano indifferente. Da più giovane mi rodevo il fegato molto di più, va detto.

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    1. Bello il libro "grigio".
      Io, invece, non amo le mezze misure e possiedo solo quello nero che è pienissimo di nomi, ma senza conseguenze. 😉

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  9. Ogni situazione è a sé stante, inoltre in fasi differenti della vita, noi stessi potremmo reagire in maniera diversa.
    Come te, io tendo a cancellare la persona smettendo anche di pensarci, come se ad un tratto non esistesse più. Non covo odio, non serbo rancori e non mi vendico. Mi allontano e stop.

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    1. Ecco.
      Sicuramente anni fa non riuscivo a trattare le relazioni con la stessa disinvoltura con cui lo faccio oggi, ma ero più "acerba" e sanguigna.

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  10. Negli anni , ho avuto due amiche che si sono comportate malissimo con me .
    Ho sofferto . Ho scritto chiarendo il motivo della fine della nostra amicizia.
    Una non ha capito , l'altra mi ha affrontata , negando ma , io ero sicura.
    Non porto odio nè rancore ma ,quando ci penso , la ferita è ancora aperta .
    Non sò se riuscirei a sopportare la vicinanza di una di loro.
    Evito che accada .
    Abbraccio . Laura

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    1. Beh, laddove posso evitare lo faccio anch'io, mica sono così masochista.
      Però esistono luoghi e situazioni più grandi di noi, quindi tanto vale farsi scivolare tutto...

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  11. Io intimamente odio con tutta me stessa,esteriormente invece ostento l'indifferenza più totale.
    Per non "dare soddisfazione" alla controparte...!

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    1. Ahah
      Io al massimo intimamente (nei casi gravi) covo qualche vignetta omicida in stile Ally Mc Beal.
      Te la ricordi? Mi faceva morire dal ridere quando sognava di picchiare il suo interlocutore, ad esempio. 😅

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  12. Sì,ricordo!
    Anni fa tenevo un taccuino dove annotavo tutte le cattiverie che mi venivano dette e le angherie subite,con tanto di nome e cognome e relative date. Se capitava poi che qualcuno di tale elenco faceva o diceva qualcosa di bello,io andavo a rileggere i precedenti nel librettino...
    Per non dimenticare come odiare,per farlo meglio,per farlo da professionista.

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    1. Esticazzi!
      Uh che maleducata che sono...
      Non ti ho nemmeno dato il benvenuto sul mio blog. Fa come se fossi a casa tua, mi raccomando.
      Vuoi qualcosa di fresco da bere?
      (Non si sa mai... Meglio tenerti buona...).
      Ahah
      Scherzo ovviamente. 😅

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  13. Ci tenevo a dare la mia opinione in questo post perché sono la persona più rancorosa che potresti mai conoscere, probabilmente xD
    Io sono una di quelle per la quale non esiste essere superiore, bisogna ripagare con la stessa moneta, anzi, applico il detto molto in voga nel mio paese "con gli infami bisogna essere ancora più infami".
    Io appena subisco un torto (specialmente grave) comincio ad odiare profondamente la persona in questione e non faccio nulla per nasconderlo.
    C'è una persona all'interno della mia famiglia, quindi una persona piuttosto vicina (ma non una delle mie sorelle, né i miei genitori o nipotini ahah) con cui ho avuto una discussione più o meno due anni fa ormai. A distanza di due anni io ancora non solo non le rivolgo la parola ma spesso le nego anche il saluto. Cioè è assolutamente successo che lei entrasse in casa, mi salutasse, ed io non ricambiassi. Le uniche volte in cui gli ho rivolto la parola era perché strettamente necessario e comunque l'ho sempre fatto con sufficienza. Non riesco a provare empatia nemmeno sapendo alcune cose sicuramente spiacevoli. Non auguro il male a nessuno, assolutamente, ma non sono nemmeno dell'idea che la gente con cui non ho più piacere ad avere un rapporto si meriti la mia compassione se e capitano cose non belle. Per quanto preferirei stessero bene, per carità, non so se mi sono spiegata.
    Con il tempo riesco magari a placare l'odio ma non arrivo quasi mai all'indifferenza, cioè a poter dire "ok, questa persona non la sopporto più, facciamo finta che non esiste più o salutiamola per educazione e simili". Assolutamente no xD
    Io non dimentico e soprattutto non perdono!

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    1. Hai capito Paola!
      Hai tutto il temperamento calabrese.
      In realtà non mi aspettavo questo tuo modo di reagire alle angherie subite.
      Comunque il saluto di circostanza non lo do a nessuno. Se una persona mi diventa indifferente è come se mi fosse del tutto sconosciuta, quindi perché dovrei salutarla?
      Ma non credo che riuscirei a vivere covando tutto questo risentimento.
      Non ti toglie il sonno?

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    2. Mi toglie di più il sonno pensare al torto ed alla cattiveria che ci hanno messo.
      Comunque anche io ho fatto torti gravi a persone che mi vogliono bene, sono consapevole io per prima che l'essere umano è fallibile e commette errori, però è più forte di me...non pretendo, di conseguenza, che io sia perdonata a mia volta eh.
      La coerenza prima di tutto :D

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    3. Beh certamente.
      Sarebbe stupido se tu usassi due pesi e due misure.

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  14. Indifferenza, sempre e comunque. Come te, l'odio non mi appartiene, non so coltivarlo, non fa parte di me. Ma se mi indisponi, se mi hai fatto un torto, se in qualche modo hai minato la mia fiducia, se mi hai intimorito, io ti chiudo seduta stante la porta: sempre e per sempre. Salvo il successivo tentativo di mettermi in discussione, di mettermi nei panni dell'altro per comprendere fino in fondo dove io non ho saputo comprendere (fosse anche la cattiveria), in linea di massima, vado per la mia strada, ignoro e continuo a sentirmi me stessa.

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    1. Nessun tentativo successivo per quel che mi riguarda.
      Chiusura drastica e totale.
      Reset.

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