L'ossessione del preferito

Mi chiedo spesso perché viviamo in una società ossessionata dal superlativo assoluto e, quindi, dal concetto di preferito.

Se ci fate caso, ci viene spesso chiesto quale sia il nostro libro preferito, così come la canzone, il film, il colore, il piatto.

A me queste domande danno un po' d'ansia, e finisce che faccio la figura dell'ebete, perché non ho mai una risposta immediata.

Al massimo me la cavo con "una delle mie canzoni preferite è", citando quella che mi viene in mente in quel preciso istante.

Non riesco a capire perché dovrei sceglierne una su tutte se, in ogni fase della mia vita, ne apprezzo qualcuna in particolare.

Lo stesso accade a tavola.

Adoro le lasagne, le tagliatelle ai funghi porcini, le polpette, il roast beef e mille altre prelibatezze.

Sulla base di quale criterio logico dovrei chiedere alle mie papille gustative di comunicarmi quale di queste ricette le faccia godere di più?

Mah. Probabilmente sarò io ad essere un po' tonta (non l'ho mai escluso), ma questa corsa al superlativo non mi piace.

Lo stesso accade con le relazioni.

Spesso ho attribuito il titolo di "migliore amica" alla persona sbagliata, per forzature esterne.

Anni fa, Annamaria mi prendeva in giro chiedendomi che numero avesse nella scala delle mie amicizie, visto che Ant. pretendeva il primato assoluto ed era molto gelosa di lei.

Allora, giocosamente la chiamavo "amica numero due".

Dopo aver chiuso ogni rapporto con l'amica del primato, però, smisi di pensare ai numeri anche lì, sebbene mi capiti spesso di aggiungere la qualifica di "migliore amica" riferendomi ad una persona speciale con cui da un paio d'anni condivido le giornate.

Insomma, di qualsiasi tipologia si tratti, l'aggettivo "preferito" sul mio dizionario non esiste.

Mi piacciono mille canzoni, libri auto, fogli di giornale e non intendo classificarli.

Voi, invece, avete dei primati indiscussi per ogni categoria?