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giovedì 29 settembre 2022

'Spatriati', tanto sesso libero per una storia tirata troppo per le lunghe

 
Quando ho appreso della vittoria di Mario Desiati al premio "Strega" 2022 con un libro intitolato "Spatriati", ho subito deciso che l'avrei letto. Perché vivo in Puglia, come i protagonisti dell'opera, e da queste parti siamo quasi tutti senza patria, emigrati in cerca di un futuro migliore. Spesso basta trasferirsi al nord per fare fortuna, mentre i più audaci volano oltremare o, addirittura, oltreoceano.

Io, però, ho scelto di restare, rinunciando al sogno di diventare una giornalista. Ma, ad essere onesta, non me ne sono mai pentita, perché il prezzo del successo, per me, non vale l'impresa di vivere lontani dai propri affetti più cari, dimenticando la mappa delle rughe dei propri genitori, il sapore dei loro abbracci, il suono della loro voce dal vivo e non per telefono.

Francesco e Claudia vivono a Martina Franca, in provincia di Taranto, e si conoscono sin dai tempi della scuola. Diventano presto inseparabili, come fratelli, sebbene Frank (come lo chiama lei) sia convinto di provare un forte sentimento d'amore nei suoi confronti.
Si tratterà, però, di un legame platonico ma che resisterà al tempo e alla distanza.
Presto, infatti, Claudia deciderà di trasferirsi prima a Milano, per l'università, poi a Berlino per lavoro.
Il provincialismo della sua cittadina, infatti, le starà da sempre troppo stretto.
Lei che non si fa problemi ad uscire da un letto per entrare in un altro, preferendo il sesso all'amore. Che non pone limiti davanti alla possibilità di fidanzarsi con una donna. Che fa di tutto per convincere Francesco a liberarsi delle sue catene e delle paure che gli impediscono di essere completamente se stesso.
Lui, infatti, non ha mai lasciato Martina Franca e, dopo un bacio fugace con un prete, non ha neppure pensato di dare un nome al suo orientamento sessuale. Si è trincerato dietro l'amore platonico per Claudia, convincendo gli altri e forse persino se stesso di non desiderare null'altro.
Sarà quando Frank deciderà di raggiungere la sua anima gemella a Berlino che gli si aprirà davanti un mondo nuovo. Finalmente, avrà il coraggio di innamorarsi davvero, e a fargli battere il cuore sarà Andria, un clandestino georgiano.
Mario Desiati

Cosa ho apprezzato di questo libro?
Ad onor del vero, soltanto l'ambientazione. Vivendo a pochi chilometri da Martina Franca, infatti, ho trascorso lì moltissime serate con la comitiva che avevo ai tempi del liceo. Tuttora ci capito relativamente spesso. Quindi, ho riconosciuto i luoghi descritti e sono tornata con la mente agli anni della mia adolescenza.
Anche il senso di insoddisfazione e di smarrimento che abbiamo noi giovani del sud non mi è nuovo, per ovvie ragioni, sebbene non credo di averne mai sofferto.
Infine, il fatto che la protagonista portasse il mio nome ha contribuito a farmi proseguire nella lettura fino alla fine, nonostante le molte riserve.

Come già accaduto per "Niente di vero", anche questo libro mi è sembrato troppo volgare. Perché se è di sesso libero che vogliamo parlare, possiamo farlo senza inserire la parola "cazzo" tre volte in un rigo, così come senza informare dettagliatamente il lettore del dolore che si prova durante un rapporto anale.
Davvero occorre scendere così nello specifico per disegnare nella mente di chi legge un amplesso sessuale? Credo che lavorando di immaginazione certi momenti possano risultare molto più gustosi.

Inoltre, mi sembra che l'autore l'abbia tirata un po' troppo per le lunghe. Ok giocare sulla suspense di scoprire se Francesco è omosessuale, e se riuscirà mai a fare l'amore con Claudia, ma più di duecento pagine per rispondere a questi interrogativi finiscono per stancare.
L'immagine di questo ragazzo che attende la sua amata nella cittadina del sud, mentre lei continua a raccontargli via mail o al telefono le sue centomila relazioni in giro per il mondo, infatti, è un po' noiosetta. Considerando che non si tratta di una storia vera, nel mezzo qualche incontro focoso poteva capitare anche a lui, eh?
Ma così non è.
Quindi il lettore deve sorbirsi Santa Maria Goretti in versione maschile e Casanova al femminile, sperando che i due estremi prima o poi s'incontrino e quaglino qualcosa.

No, non ci siamo.
Caro Mario, ti chiedo scusa se sarò drastica, ma non mi sento di promuovere il tuo libro solo per il patriottismo che mi contraddistingue.
Per me quest'opera merita un 5 e mezzo di incoraggiamento, proprio a voler essere buoni.
Firmato una potenziale spatriata che ha deciso di restare, accontentandosi della normalità.

23 commenti:

  1. Generalmente è difficile che legga qualcosa di autori attuali, anche per l'uso di termini dei quali si può fare a meno. Sicuramente mi perdo capolavori che raccontano storie di attualità, ma non posso farci niente se sono attratto maggiormente da vicende ambientate non oltre il primo Novecento. Sarà che non ho bisogno di ritrovarmi social e cellulari anche in una storia su carta...

    Poi... io ho scelto di restare perché andare via avrebbe significato farlo da solo, avrei spezzato ogni legame senza la certezza di instaurarne di nuovi, conoscendomi... L'unica opzione per certi versi praticabile sarebbe stato trasferirmi coi miei genitori in Sicilia ma verso i parenti da parte di mio padre non ho mai sviluppato particolari legami affettivi, sebbene mio zio mi avrebbe garantito dei colloqui di lavoro nel settore ingegneristico, cosa che dimostra quanto non mi conoscesse (né si fosse sforzato di farlo) dato che ho terminato l'università per dovere e non per prospettive di lavoro in tale campo!

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    1. Chissà se, col senno di poi, avresti fatto una scelta diversa.
      Adesso che i tuoi genitori non ci sono più, forse avere vicino qualche parente ti avrebbe fatto comodo. I rapporti comunque si instaurano. Basta volerli coltivare.

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    2. Ci fosse stata l'opzione di tornare a Torino dove sono nato, forse avrei appoggiato la cosa: ero tornato anche lì l'anno prima di scendere a conoscere i parenti della Sicilia, e il ricordo che ho delle due vacanze è diametrale, per ambiente respirato, opportunità di fare carriera per merito e non per conoscenze... Poi i rapporti con le amicizie torinesi i miei genitori li avevano sempre conservati, con i parenti in Sicilia si ricucì qualcosa dopo che per tutti gli anni in cui sono stato bambino, li ho sempre visti come "persone che i miei genitori evitavano", specie una zia che offese mia mamma.

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    3. Anch'io non ho rapporti con diversi parenti paterni, ma se dovessi conviverci per una ragione ics, non avrei problemi a fare buon viso a cattivo gioco.

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  2. A me 'sti premi letterari non hanno mai convinto, anzi in libreria mi basta vedere la fascetta "vincitore del premio..." o "complimenti da altro autore arcinoto" per distogliermi dal libro. Vorrei consigliartene un altro a tema Puglia, ma mi sto rendendo conto di non averne letti. Acciaio è ambientato a Piombino ma potrebbe essere assimilabile alle zone intorno all'Ilva...

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    1. Ma infatti è il secondo di fila che leggo vincitore del premio Strega e che non mi piace proprio per niente.
      Sarà una coincidenza? 😅

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    2. Per me no, i premi vengono assegnati con criteri diversissimi dai gusti del pubblico. In un blog letterario (forse quello di Gaia Conventi) anni fa lessi di come i libri venissero inflazionati con le fascette, imparando a diffidarne. Una delle insegnanti di sostegno del liceo, specializzata in inglese, mi consigliò di non comprare mai libri della Newton Compton perché le traduzioni sono pessime, e così ho fatto.

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    3. Seguirò il tuo consiglio, allora.
      Fortuna che non ho speso un solo euro per questi due libri.
      Uno l'ho preso in biblioteca e l'altro mi è stato prestato. 😅

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  3. Questo libro non fa per me , sono allergica alle volgarità
    di qualsiasi genere .
    Have a nice day . Laura ***

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    1. Anch'io, sai?
      Mi dà proprio fastidio.
      A proposito di libri, aspetto ancora il tuo. L'avranno ricevuto gli alieni? 😅

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    2. Se lo sarà portato a casa qualcuno delle Poste .
      Forse è per strada , forse ha preso il Covid , chissà .

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    3. Ahahah
      Tanto sono ancora giovane.
      Aspetterò. 😉

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  4. Immagino tu ti stessi rivolgendo a Gas (Gaspare).
    Gus è un altro blogger, e qui non è ben accetto. 😉

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  5. Personalmente, non ho alcun problema nel leggere di sesso esplicito, anzi.
    Così come mi piace leggere dettagliate descrizioni dei paesaggi, non disdegno neppure il resto. Per il me il sesso fa parte della vita come molto altro, non vedo perché lo si dovrebbe censurare, vivere dietro una tendina.
    Chiaramente sono gusti, pensieri personali.
    Baci.

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    1. Neanch'io ho problemi a leggere scene esplicite di sesso, ma la volgarità è tutt'altra cosa.
      Si può parlare di un pene, ad esempio, chiamandolo appunto pene, membro, e in mille altri modi. Perché chiamarlo necessariamente cazzo? Ma non solo. Perché abusare continuamente di parolacce quali put*ana e simili? Mi dispiace ma io non ci sto.

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    2. Perché è il linguaggio comune.
      Tu quando fai sesso li chiami pene e vagina? :D

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    3. Mai. Ma non riesco a rendere l'idea del suo stile. Se avessi ancora il libro te ne mostrerei un estratto, però l'ho restituito.
      Credimi, il sesso esplicito e la volgarità sono due argomenti ben distinti.

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  6. Ma scherzi?! Non preoccuparti.
    Ho precisato soltanto perché Gaspare capisse che il tuo commento era rivolto a lui. 😘

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  7. il sesso esplicito e la volgarità ..è molto labile il confine ognuno ha il suo..se leggendolo ti dà fastidio sei nella volgarità ..e senza far i puritani ..mi dà fastidio per me è volgare ..penso che si possa descrivere benissimo una scena di sesso e molto bene senza scrivere cazzo o fica ogni 3 parole..come se mi descrivi un paesaggio non è che mi fai lo spelling di ogni singola casa o albero ..mi dai una descrizione sommaria ed io seguendo il tuo racconto la immagino ..questa è la differenza tra leggere e veder un film..difficilmente vedo un film se ne ho letto il libro ..perchè può essere che mi deluda ..leggendo me l'ero immaginato diverso ..sono un pò uscita dal seminato (dal libro)..
    poi ok son una signora agè ..non ho detto vecchiaccia ..ma ultimamente mi sembra che ci "marcino " un pò gli autori con questo sesso esplicito a tutti i costi..che poi togli il sesso ..il libro non è la divina commedia ... a volte neanche una commedia normale ..

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    1. In realtà a me non scandalizzano le letture erotiche. Ne ho letti di libri "hard" e non ho mai avuto problemi in merito. Ripeto, il mio limite non è verso il sesso, ma verso la volgarità e l'eccessivo uso di parolacce.
      Essendo, nel mio piccolo, una scrittrice, so come descrivere minuziosamente un orgasmo senza scadere nel turpiloquio. E non è nemmeno così difficile farlo...

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    2. Vero è quello che ho detto io..la domanda è perché??non hai un lessico più fornito? Solo parolacce ??
      Certe cose si possono scrivere "elegantemente".senza volgari battute

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  8. Quest'anno alla Mostra di Venezia, quattro film italiani su cinque erano a tema gay/trans. Il Leone d'oro va a una regista lesbica. Lo Strega lo vince un libro che parla di gay... va bene l'inclusività (sacrosanta) ma adesso mi pare che sia più una moda che altro.

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    1. Dici benissimo.
      È soltanto una moda. Sembra che non esistano altri contenuti tra cinema, tv e letteratura.

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