La notte dei desideri - Jovanotti

Tempo fa ho svelato il mio "non amore" per una canzone molto profonda e introspettiva, "Le tasche piene di sassi", citando però altri brani di Lorenzo Jovanotti a me molto cari. Tra essi, "La Notte dei desideri". Una canzone molto "dalliana", per musica e testo, d'altro canto richiama le stelle e il cielo, elementi spesso presenti nei brani di Lucio Dalla.

"La notte dei desideri" è ambientata nella notte di San Lorenzo, che all'apparenza "è una notte come tutte le altri notti", ma in realtà ha "qualcosa di speciale": musica, gente che fa festa. Il desiderio espresso alla caduta delle stelle cadenti è il simbolo della volontà di desiderare dell'uomo, in sostanza della sua voglia di inseguire sogni e di realizzarli. Una connotazione positiva: i desideri spingono l'uomo a "raggiungere qualcosa di migliore", oltre "Le miserie dei potenti" (il malaffare che ci governa e ci circonda) e "le fredde verità della ragione", e inoltre permettono di "attraversare la terra desolata per raggiungere qualcosa di migliore". I sogni sono il motore della nostra vita e permettono appunto di affrontarla al meglio, nel tentativo di realizzarli. Nonostante le difficoltà e gli ostacoli.

Non a caso l'uomo sognatore è paragonato a Cristoforo Colombo, al navigatore che affronta quindi un'impresa all'apparenza impossibile; a un trapezista che si lancia nel vuoto. E nell'occhio del sognatore si riflette il cielo, simbolo dell'infinito, di ciò che va oltre i confini (citati in precedenza con l'immagine dei barbari). I sogni e la volontà di realizzarsi ci danno la spinta per andare oltre al "finito", a ciò che è fisso, immobile. 

Nella canzone c'è anche una donna, perchè l'amore eleva sempre la condizione umana. Molto significativo anche quel "non sento più il bisogno di soffrire", ad indicare un sentimento autolesionista innato nell'uomo, che si manifesta nel soffocare sogni e desideri, che al contrario, come detto, sono il motore della nostra vita.

Riccardo Giannini