
Correva il 1998, frequentavo la quinta elementare, e la maestra Adriana ci fece imparare a memoria un lungo estratto de "La pioggia del pineto" di D'Annunzio, presentandoci l'autore e permettendomi di restare abbagliata dal suo essere controcorrente, eclettico, sovversivo per quei tempi.
Qualche anno dopo, mi sarei ritrovata a comporre le mie prime poesie, riconoscendomi molto nello stile asciutto ma eloquente di Gabriele, e prendendolo spesso come esempio.