mercoledì 11 marzo 2020

Coronavirus: scuole chiuse. Come fanno le mamme lavoratrici?

Ormai da diversi giorni le scuole sono chiuse, in Italia, per contenere il contagio da coronavirus, e resteranno tali almeno fino al 3 aprile, per un totale di un mese.
Mi è capitato di leggere lo sconforto di molte mamme lavoratrici che, prese alla sprovvista, non sanno davvero che pesci prendere.
Va detto, infatti, che non tutte hanno i nonni o una baby-sitter a disposizione.
E non venitemi a dire che le scuole non sono parcheggi (come hanno sentenziato in tanti sui social), perché logisticamente tutti i genitori si organizzano col lavoro in virtù degli orari scolastici.

Non a caso, infatti, molte mamme portano a scuola i propri figli anche visibilmente ammalati, causando inevitabili contagi nel resto della classe. Sono irresponsabili? Sicuramente, ma non sempre il loro datore di lavoro gli permette di prendere ferie o permessi senza nemmeno un congruo preavviso.
Insomma, non me la sento di puntare il dito contro queste donne che sono costrette a lavorare per far quadrare i conti, in un Paese che non tutela minimamente il loro ruolo di genitrici.
Perché, detto francamente, guadagnare dieci euro e darne otto alla baby-sitter o alla ludoteca (nella migliore delle ipotesi) non ha molto senso.
Ma in tante non hanno davvero alternativa.

Sarà per questo che, nella capitale, sono nati dei gruppi di "auto-aiuto" tra mamme.
Per non perdere giornate di lavoro, infatti, alcune donne si sono accordate per creare dei piccoli gruppi di bambini da accudire a turni nella propria abitazione, permettendo alle amiche di lavorare.
L'idea pare sia nata da Mary, mamma single e straniera, che non sapeva a chi affidare il proprio figlio di sei anni.
Dunque ecco immediato l'appoggio di altre mamme e la gestione su turni dei bimbi.

Ancora una volta, dove non arriva lo Stato giunge la solidarietà.
Vorrei segnalare, anche, che in un gruppo di offerte di lavoro che gestisco su Facebook, diverse nonne si sono offerte di accudire gratuitamente dei "nipotini", nel caso in cui ci fossero state delle madri in difficoltà.
Si tratta di iniziative che regalano un minimo di speranza a tante donne sole o mogli in affanno.
Io sono davvero fortunata a poter accudire mio figlio autonomamente, ma cosa avrei fatto se fossi stata costretta a lavorare fuori casa?
Chissà. Non voglio davvero pensarci...

26 commenti:

  1. Ci pensavo qualche giorno fa a questa situazione, immaginando una soluzione simile: le "mamme di condominio", casalinghe che tengono con loro i figli delle mamme lavoratrici della loro palazzina.

    Davvero si mandano a scuola i figli anche ammalati perché non ci si può sottrarre dal lavoro? 😨
    Non riesco proprio a entrare in questa ottica: la famiglia, specie i minori, deve avere priorità assoluta, e i genitori di figli ammalati dovrebbero potere usufruire di giorni liberi per occuparsi di loro! Come si fa a essere produttivi sul lavoro se sai che tuo figlio è in una classe con 38 di febbre? Le mamme lavoratrici andrebbero tutelate, invece sono discriminate proprio perché mamme o potenzialmente tali... Ci vorrebbe un 8 marzo al giorno qua...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E cosa ce ne facciamo dell'8 marzo se le donne (mamme o meno) contano zero persino quel giorno?
      I bambini con la febbre non possono essere ammessi a scuola, quindi in quel caso si va alla caccia di nonni, baby-sitter o amici generosi.
      Però, ogni giorno, vedo bambini con tosse, raffreddore e simili.
      Io, ovviamente, non mando Lorenzo all'asilo neppure se ha il nasino che cola appena appena.
      Ma perché, ripeto, "me lo posso permettere". 😔

      Elimina
  2. Idea rischiosa perché non si dovrebbero fare neanche mini assembramenti di bambini che oltre a potersi infettare sono soprattutto in grado di infettare il prossimo con molta facilità. Capisco il disagio ma se continua così mi sa che intanto nessuno andrà più a lavorare e quindi non ci sarà più il problema. So peraltro che il governo sta emanando un DPCM nel quale prevede voucher ed altre misure per poter far stare a casa uno dei due genitori lavorativi ovviamente non perdendo lo stipendio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Il governo sta emanando".
      Lo sai che i bambini e ragazzi sono a casa già da sette giorni, vero?
      E cosa avrebbero dovuto fare per tutto questo tempo le mamme?

      Elimina
    2. Io lavoro come artigiana, non ho figli ma conosco tante mamme che hanno piccoli negozi. Se dovessero chiudere per un intero mese l'attività, con che soldi pagherebbero le spese del negozio che in quel mese saranno ugualmente da pagare, oltre le spese domestiche?
      Qualunque cosa "il governo sta emanando" non aiuterà a sufficienza i piccoli imprenditori quindi sono d'accordo con l'atto di solidarietà delle mamme. In fondo non si tratta di avere 10 bambini tutti insieme in casa. Inoltre esistono famiglie formate da 6 o 7 membri.. cosa possono fare questi poverini? Cercano di stare attenti come possono per tutelarsi a vicenda, non possono certo barricarsi in stanze separate.

      Elimina
    3. Hai perfettamente ragione.
      Se avessi cinque figli dovrei tenerne solo due e "regalare" gli altri a qualche amico o parente? 😉
      Ironia a parte, i sussidi per le piccole e medie imprese sono un altro tasto dolentissimo nel nostro Paese.
      Purtroppo il colpo che subiranno i possessori di partita IVA sarà, ahimé, devastante.
      E non venitemi a dire che la salute viene prima dei soldi perché, quando tutto questo sarà passato (E CREDIMI, PASSERA'), cosa faranno le migliaia di imprenditori che avranno accumulato debiti su debiti per il mancato incasso di almeno un mese??
      Poi non meravigliamoci quando alcuni di questi si suicidano. 😔

      Elimina
    4. Infatti già si tira avanti a fatica.. ora bar, ristoranti e pizzerie sono veramente a rischio.

      In qualunque caso, se avessi un figlio preferirei farlo giocare o studiare con un suo amichetto da una mamma amica che conosco e so essere responsabile, piuttosto che lasciarlo con una baby sitter che bò dove è stata e con quali altri bambini ha avuto contatti! :p

      Elimina
    5. E che al momento, considerata l'emergenza, si fa pagare a peso d'oro...

      Elimina
  3. Sai cosa?
    Il problema non credo si ponga per le grandi aziende che, bene o male, riescono anche a concedere il lavoro da casa.
    Pensa, piuttosto, alle bariste, commesse, cameriere, postine, o qualunque altra mansione che debba essere svolta necessariamente fuori casa.
    E di sicuro, quando sei dipendente e non titolare, non puoi portarti tuo figlio in negozio...

    RispondiElimina
  4. Cara Claudia, sto pensando, vorrei dirti tanto, ma credo che non serva, dico solo, pazienza.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
  5. E' un problema che vivo da vicino.
    Questa per noi è la terza settimana di scuole chiuse.
    I mie tre grandi se la cavano a casa da soli, per fortuna, e ringrazio il cielo che il piccolo non va al nido ma dalla tata che, virus permettendo, non chiude mai!
    Ho amiche però nei casini perché, con nidi e asili chiusi, nonni non a portata di mano o ancora lavoratori, capi che non sono empatici per nulla, stanno spendendo lo stipendio in babysitter ( NB: la retta del nido viene comunque prelevata dal conto!).
    Il discorso si ribalta anche sui papà: male comune e gaudio di nessuno!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo che si ribalta sui papà, ma anche loro, nella maggior parte dei casi, si sognano il congedo parentale...

      Elimina
  6. Per fortuna il mio ente ha avuto la previdenza di dotarsi di PC portatili, che usiamo collegati a monitor normali e lucchettati. Se qualcuno va in missione o telelavoro o smart working, si fa abilitare a extranet, lo sblocca e se lo porta via. Ora siamo tutti delocalizzati a casa fino al 20 o nuovo ordine. E ieri ho dovuto comprare di corsa un portatile a mio figlio che oggi iniziava la didattica a distanza, perché il mio è così vecchio che Google rifiutava di aprirsi sul browser.
    Compiango i lavoratori autonomi...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non solo i lavoratori autonomi.
      Pensa ai loro dipendenti che stanno fermi a casa e che si vedranno detrarre in busta paga le ferie e i permessi vari, ma non per loro scelta.
      Purtroppo, se chiediamo anche ai piccoli imprenditori di pagare lo stipendio ai loro dipendenti senza che i negozi siano aperti, è davvero la fine.

      Elimina
  7. E' una situazione difficile per tutti, bisogna ingegnarsi e trovare da soli una soluzione purtroppo.

    RispondiElimina
  8. Mah, pare che i genitori con queste difficoltà riceveranno un rimborso baby sitter, ma comunque la scuola non ha solo una funzione didattica, ma anche una educativa ed una terza sociale. A me questo sembra scontato...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Pare".
      Il problema sta tutto qui, nel dubbio.
      E ammesso e non concesso che questi rimborsi esistano, siamo certi che vadano a coprire la reale spesa che le famiglie dovranno affrontare?
      Sono pronta a scommettere di no.

      Elimina
  9. Appunto , mi chiedevo , e le Mamme che lavorano ? Sono veramente
    problemi per loro .
    Mia figlia , il mese scorso , aveva laringite con placche e febbre alta ,
    doveva stare a letto , lui andare a lavorare e con Nora da portare e
    prendere all'asilo è stato un gran problema ."Mamma , ci fossi tu" mi
    diceva al telefono....
    Speriamo che con il caldo il virus crepi , in modo da tornare tutti alla
    normalità .Ne abbiamo bisogno , in tutti i sensi .
    Abbraccio . Laura

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo spero anch'io.
      In ogni caso va detto che tua figlia vive in una Nazione in cui i genitori hanno molti più diritti rispetto all'Italia.
      Infatti, mi raccontavi che tuo genero poteva lasciare il lavoro per portare la piccola a scuola e rientrare subito dopo. Idem all'uscita.
      Una cosa che credo non esista affatto in Italia.
      Abbraccio virtuale e non contagioso. ;)

      Elimina
  10. E' vero Claudia , ma non è detto che sia così per tutti .
    Comunque , visto che anche in Germania c'è la decrescita natale , chi fa'
    figli viene molto aiutato dallo Stato . Se pensi che ogni mese mia
    figlia riceve un assegno fino al compimento di 18 anni di Nora.......
    Ricambio l'abbraccio . L.A.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beata lei.
      Qui ti danno un assegno (ridicolo) di 80 euro e solo per i primi 3 anni del bambino.
      Ovviamente quella cifra non basta nemmeno per comprare i pannolini...

      Elimina
  11. In questi giorni l'ho detto spesso, perdonatemi, linciatemi, fate quel che volete. Ma il mio pensiero tante volte è stato questo: per fortuna non ho figli. Perché senza nessuno non avrei saputo dove sbattere la testa. Per inciso, io sto ancora lavorando e spero di non dover interrompere mai nonostante le problematiche.
    Baci.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti capisco benissimo, altro che linciarti.
      Se avessi avuto un figlio avresti dovuto dividerti in otto e non sarebbe neppure bastato a far quadrare gli impegni.
      Sei coraggiosa, Sara, a non lasciarti influenzare dalla società e non desiderare figli.
      Hai tutta la mia stima.
      Ti abbraccio.

      Elimina
    2. Al momento non me la sento.
      Forse quando me la sentirò sarà troppo tardi, ma capisci bene che non è in funzione di questo che si può generare un essere vivente.
      Ti ringrazio per aver compreso. Un abbraccio a te.

      Elimina

Per colpa di chi ne ha abusato, minando l'atmosfera familiare che si respira su questo blog, sono vietati i commenti anonimi, così come quelli polemici e offensivi.
Se non prendi la vita con filosofia e ami mettere zizzania, sei nel posto sbagliato.