Diario di una meravigliosa settimana trascorsa con mia madre

 

Nei giorni scorsi, a casa mia, c'è stato un insolito e fantastico caos.

Abbiamo ospitato mia madre mentre il suo appartamento veniva ristrutturato.

Erano secoli che non stavamo così vicine per più di 48 ore.

In realtà lei sperava che i lavori terminassero in tre o quattro giorni, ma noi sapevamo che non sarebbe stato possibile, e infatti si è fermata qui per una settimana.

Diceva che voleva andarsene in fretta, ossessionata dall'idea di darci fastidio.

Ma come mai potrebbe un Genitore eternamente amorevole come lei, creare disagio?

Persino mio marito era felice di averla "tra i piedi", e di sicuro non è scontato per un genero.

Nel (poco) tempo libero, abbiamo fatto lunghe passeggiate, ci siamo annusate e coccolate, le ho preparato pranzi e cene avendo cura di scegliere le sue pietanze preferite, anche per farmi perdonare del terribile minestrone offertole al suo arrivo.

Martedì abbiamo festeggiato il 40esimo compleanno di Leo al ristorante, ma con un po' di tristezza nel cuore, sapendo che l'indomani mattina sarebbe tornata a casa sua.

Lorenzo sperava che i lavori non terminassero mai, perché strapazzare la nonna per tutto il giorno è stato il suo hobby preferito.

Io, ho avuto una ragione in più per svegliarmi felice ogni mattina.

La verità è che certi legami, come quello tra genitore e figlio, sono indissolubili e preziosi, e nessuno di noi vorrebbe mai farne a meno.

Ogni volta che torno da mia madre per il fine settimana, infatti, il mio cuore è in festa. Diventa Pasqua.

E il fatto che questo amore sia stato tramandato a mio figlio e coinvolga persino mio marito, mi illumina.

Ho organizzato il lavoro e vari impegni per poter andare da mia madre in questi giorni, al mattino, col pretesto di aiutarla a rimettere tutto in ordine.

Lei non lo sa, perché brontolerebbe.

Dice che ho già tante cose a cui pensare, e che può farcela da sola.

La verità, però, è che ho così tanto bisogno di lei nella mia vita, che voglio che la cosa sia reciproca, e non la lascerei mai sola davanti alla seppur minima incombenza.

E allora stamattina ho indossato la mia tuta più comoda, le scarpe da ginnastica, e sono corsa da lei senza avvertirla, pronta e ricevere una delle sue terribili punizioni...

La penitenza col viso accoccolato tra il suo collo e la scapola, respirando l'odore più inebriante al mondo. Quello di mamma.