Come ho sconfitto il Covid (con molta fatica)

La scorsa settimana, senza capire come e senza sapere perché, sono risultata positiva al Covid.

Nonostante le mie tre dosi di vaccino, i sintomi sono stati importanti, sebbene non siano stati determinanti per me.

Ho avuto la febbre molto alta per due giorni, e la tosse incessante per cinque. L'impossibilità di mangiare qualsiasi cibo, per la forte alterazione del gusto.

Di sicuro, però, a scombussolarmi è stata l'idea di dovermi rinchiudere in una stanzetta della mia casa, sentendo tutto quello che accadeva intorno a me, ma senza mai poter toccare mio figlio, farmi raccontare la sua giornata scolastica, coccolarlo.

È stato un incubo.

Ho deciso di tentare di preservare la sua negatività e quella di mio marito e, con profondo orgoglio, posso dire di avercela fatta.

Se è stato facile? Assolutamente no.

Non è mai trascorso un giorno della nostra vita, infatti, in cui io non riempissi di baci Lorenzo, non lo abbracciassi fino a togliergli il fiato e non mi nutrissi dei suoi sguardi innamorati e del suo sorriso buono.

Credetemi, e non esagero, mi è mancato fino a logorarmi l'anima.

Ho pianto lacrime che credevo di non avere più.

L'ho fatto ogni volta che sentivo i suoi bacini volanti venire da dietro la mia porta. Quando ho appreso che era triste perché a scuola i compagni lo tenevano a distanza, nonostante la sua negatività e il tampone giornaliero a cui si è sottoposto, per precauzione.

Quando mi chiedeva quanto ancora avrebbe dovuto stare lontano da me.

Avrei preferito andarmene e fare la quarantena altrove, inventandomi un viaggio di lavoro, senza appesantire le sue giovani spalle, ma non è stato possibile.

Quindi, non mi è rimasto che fare scorta di ogni tipo di disinfettante e sterilizzare ogni centimetro cubo della casa che calpestavo per raggiungere il mio bagno, e poi rinchiudermi nuovamente nel bunker.

Vicinissima a Lorenzo, ma lontana anni luce da lui.

Ho sognato il nostro primo abbraccio post tampone negativo, ogni notte. Ho immaginato di potergli fare una sorpresa, andandolo a prendere a scuola, e di vederlo correre verso di me, lasciando cadere lo zaino e saltandomi letteralmente al collo.

Ho pensato alle mille cose che avrei voluto fare con lui appena guarita.

La realtà, invece, è stata molto meno scenografica di quanto avessi sperato.

Ci siamo abbracciati forte, piangendo ancora una volta, ma di gioia.

E anche il Covid è fatta.

Lo inserisco nel mio taccuino di vita, aggiungendolo alle tante esperienze non propriamente facili che ho (già) dovuto superare.

È stata una settimana molto difficile e devastante, ma posso raccontarla e questa è l'unica cosa che conta.

E, soprattutto, potrò ancora inondare mio figlio d'amore. Da qui all'eternità.