lunedì 10 novembre 2025

Esiste l'amicizia senza invidia? Per John Niven sicuramente no

Sono spesso stata vittima di invidia, da parte di amici che reputavo fedelissimi, e che ho lasciato indietro lungo la strada, per disintossicarmi dal loro livore.
In realtà, non ho mai capito a cosa serva invidiare gli altri. Sono così occupata a badare al mio orticello, che proprio non mi interessa se l'erba del mio vicino è molto più verde. Mi basta dare acqua alla mia.
Sarà per questo che il titolo "Invidia il prossimo tuo" mi ha catturata, e ho deciso di portare a casa il libro di John Niven dagli scaffali della mia biblioteca.

Anche stavolta, il mio istinto non ha toppato, perché si tratta di un'opera scritta benissimo e dai risvolti inaspettati.

Alan è un famoso critico gastronomico di origini scozzesi.
Sposato da un ventennio con la benestante Katie, con cui ha tre figli, vive nella sua villa immensa alle porte di Londra senza mai concedersi una sbavatura. Felice.
Un giorno, uscendo dalla metropolitana, si imbatte in un senzatetto dall'aspetto familiare. Si tratta di Craig, il suo migliore amico di gioventù, diventato famoso grazie ad una band, ai tempi dell'università.
Evidentemente, però, il suo successo è stato effimero, considerando che adesso vive in strada, vestito di stracci.
Alan decide, quindi, di offrirgli una birra e di capire come abbia fatto a ridursi in quello stato. Riscoprendo immediatamente con lui il forte legame di un tempo e le tante risate che lo caratterizzavano, sceglie allora di ospitarlo a casa sua per qualche giorno, sperando di riuscire ad aiutarlo.
Grazie ad un cavillo burocratico, scoperto dai legali di Alan, infatti, presto Craig potrà rientrare in possesso di una importante somma di denaro che gli permetterà di rimettersi in piedi.
Sarà riconoscente verso il suo amico fidato, e cosa ne resterà del loro rapporto ora che entrambi saranno professionisti affermati?
Premetto che il libro mi è piaciuto anzitutto per lo stile asciutto e scorrevole che, come ben sapete, prediligo più di ogni altra cosa.
L'ho terminato in tre giorni, infatti.
A convincermi maggiormente, però, è stato il finale del tutto inaspettato.
Ero sicura, infatti, di sapere come si sarebbe conclusa la storia, ma ad un certo punto della vicenda ho completamente perso la bussola, e mi sono domandata cosa sarebbe successo, pagina dopo pagina.
L'autore, quindi, è riuscito a disorientarmi, rendendomi curiosa e affascinata.
Ho terminato il libro con una sensazione di amarezza in gola, incredula ma consapevole del fatto che quello fosse l'unico epilogo possibile.

Torniamo, però, al tema dell'invidia tra amici.
Esistono davvero i rapporti paritari in cui chi ti è accanto può solo essere felice per i tuoi successi, senza ingelosirsene?
Io li cerco e aspetto da tutta la vita ma, finora, i fatti mi hanno dimostrato che se vuoi essere un buon amico devi sembrare triste e infelice, altrimenti genererai malumori.
Di contro, però, c'è che chi mi circonda sa che può fidarsi di me, e mi racconta qualsiasi novità senza il timore di rendermi invidiosa.

Qualche mese fa, ad esempio, Giovanna, mia parrucchiera e amica, mi ha confidato di dover iniziare un percorso che l'avrebbe probabilmente portata a diventare segretaria in uno studio medico.
"Lo dico solo a te, perché so che non sei gelosa e che non mi remeresti contro".
Infatti, sono stata felicissima per questa nuova opportunità, e quando è stata poi assunta le ho mandato un lungo messaggio gioioso.
Adesso che mi ritrovo alla ricerca di una nuova occupazione, le ho chiesto di avvisarmi qualora nel suo ufficio cerchino un rinforzo al desk, ma non mi sognerei mai di pensare atrocità del tipo "perché a lei sì e a me no", o simili.
Eppure tanti lo fanno. Troppi. Ma è un loro problema.

Insomma, vi è mai capitato di subire inutili gelosie da parte di persone che reputavate molto amiche, o addirittura da parenti?
Come vi siete comportati nei loro riguardi?

Intanto, leggete questo libro per scoprire come hanno gestito la cosa Alan e Craig.

13 commenti:

  1. I rapporti privi di invidia sono quelli davvero autentici, genuini, reali.
    Tutto il resto è traffico di gente che ci si mette accanto senza che vi sia un reale sentimento.
    Io preferisco avere poche, pochissime persone intorno, ma di cui posso realmente fidare. Gli altri li tengo a distanza, contenta di farlo.

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    1. Il problema è che sono stata tradita proprio da persone che rientravano nella cerchia dei pochissimi. E quindi non dovrei più fidarmi di nessuno.
      Ma sono troppo ottimista e socievole per chiudermi al resto del mondo.

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    2. Si può essere socievolissimi anche senza aprire le porte a chicchessia.
      Purtroppo chiunque ci può tradire - e la verità è che possiamo farlo anche noi. Si fa del proprio meglio nella scelta, non sempre se ne esce vincitori.

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  2. Oh, sì. È capitato che una "cara" amica non mi abbia più rivolto la parola per una stupida gelosia, senza un vero motivo in pratica. Ho cercato di sorvolare e ricucire il rapporto che si era incrinato, ma è successo nuovamente una seconda volta. E lì ho deciso di lasciar perdere e lasciarla cuocere nel suo brodo. Cosa che mi ha lasciato un po' di sconforto, ma ora, son passati degli anni, me ne son fatta una ragione. Alcuni forse godono di questi comportamenti.
    Ciao Claudia, come va la ricerca di nuovo lavoro? Un abbraccio.
    Mafi

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    1. Continuo a mandare curriculum.
      Ho fatto un colloquio molto interessante, ma la selezione è lunga e la risposta arriverà probabilmente a gennaio.
      Incrocia le dita per me. 😘

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  3. Esistono, ma sono rari. Ho un'amica che secondo me è invidiosa di me da sempre, crede che abbia goduto di chissà quali privilegi in vita mia quando ciò non è affatto vero. Tuttavia la cosa non è mai stata di vero impedimento per la nostra frequentazione in quanto si limita a battute, non è che ha mai fatto nulla per nuocermi, anzi, mi ha anche aiutata in certe circostanze. Probabilmente è un'invidia moderata e gestibile da entrambe.

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    1. Io sono molto drastica, a tuo contrario.
      Per me l'invidia moderata non esiste. È come se parlassimo di odio commisurato.
      Entrambi sono sentimenti disturbanti e molto pericolosi.
      Quindi, se vuoi essere mio amico, devi riuscire a godere dei miei successi, anziché crucciartene.
      Che poi, come nel tuo caso, cosa ci sia di così splendido da invidiare ancora non l'ho capito. 😅

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  4. Se è vera amicizia esiste, ma fidati che c'è tanta invidia in giro.

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  5. Se qualcuno mi ha mai invidiata, non me ne sono accorta. Ai tempi del liceo ho invidiato un'amica perché aveva un fisico migliore, una bella famiglia e una bellissima casa, ma ero riuscita a non imbruttirmi e mantenere l'amicizia (che poi è sfumata negli anni, essendo troppo complicato rivedersi). Per me qualche morso d'invidia ci può stare, ma di quella che dopo un po' passa perché c'è di meglio da fare. Quelli che fanno danno agli altri sono persone irrisolte.

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    1. Per me può esistere l'invidia buona.
      Ad esempio, se vado ad un matrimonio, invidio la sposa che viene accompagnata all'altare da suo padre e mi commuovo.
      Ma non mi sognerei mai di augurarle di restare orfana soltanto perché lo sono io.
      Allo stesso modo posso invidiare mia madre che ha la taglia 40, ma sempre col sorriso.
      La gelosia, quella seria, non mi è mai appartenuta.

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  6. Interessante questo libro e quel finale mi ha proprio incuriosito ! Per quel che mi riguarda , credo (ma non ne sono certa) che non ci siano state persone invidiose di me e anch'io , magari quando ero giovane ho provato un pò di invidia per qualche amica/ compagna/conoscente che mi sembrava stare meglio di me ma la cosa è finita subito. Io ho sempre fatto i conti con ciò che ho, mi son sempre fatta bastare quel che avevo e ho cercato di usarlo al meglio . Credo che si viva malissimo, invidiando gli altri, vuol.dire non essere mai contenti di niente, essere perennemente insoddisfatti e avercela col prossimo !! Ciao cara.

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    1. Esattamente.
      Dev'essere molto triste essere insoddisfatti di se stessi al punto di guardare sempre nel piatto degli altri!

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