Ho conosciuto Matteo Bussola. Mi sento più ricca.

Eccoci qui, cari amici.

Come vi avevo promesso, vi racconto brevemente com'è andata la presentazione di ieri con Matteo Bussola.

Lo sapevate che anche lui ha iniziato scrivendo su un blog? Ma ho dimenticato di chiedergli come si intitolava. Vabbè, lo sapete che sono smemorata.

Veniamo a ieri, però.

Dirvi che è stato bellissimo, sarebbe riduttivo.

Matteo non ha deluso le mie aspettative, al contrario di quanto è accaduto con altri personaggi famosi che ho intervistato nella mia "carriera".

Proprio come pensavo, infatti, è un uomo semplice, umile, VERO.

Sì, perché come ho detto durante la conferenza, quello che ho subito amato di lui è l'autenticità della sua penna, con cui racconta episodi di vita propri alla maggior parte di noi.

Perché possiate rendervi conto dell'immensa sensibilità di quest'uomo, eccovi un brevissimo aneddoto, prima della carrellata di foto e video.

Dovete sapere che, diversi anni fa, Matteo lavorava come architetto per una circoscrizione del comune di Verona.

Un architetto, però, "romantico".

Pensate che, progettando una banalissima piazzetta, studiava i momenti di luce e ombra durante la giornata, per tener conto del sole che avrebbe illuminato quell'albero che, a sua volta, avrebbe fatto ombra su quella panchina su cui, un giorno, si sarebbe seduta la signora Maria dopo la messa.

Chi è Maria? Nessuno. Soltanto un pensiero che gli balenava per la mente nell'istante in cui chiacchieravamo, e un modo per dimostrarmi che le sue storie nascono semplicemente così, dall'osservazione del mondo con occhi diversi.

Perché, "La vita fino a te" non è un romanzo d'amore, e non solo perché gli mancano le caratteristiche tecniche per appartenere al genere, ma perché è il diario di un uomo che ama osservare ed assaporare l'esistenza senza preconcetti, né bigottismo.

"La vita fino a te" è razzismo, omofobia, bullismo, visti con gli occhi di chi non ci sta, e ci regala ogni giorno brevi scorci di sé su Facebook, e non solo, per entrare nelle nostre case e nei nostri cuori, portandoci a riflettere.

Insomma, non basterebbero dieci pagine per spiegarvi quello che ho provato nel toccare con mano la poesia di quest'uomo e di questo libro.

Ci siamo anche divertiti un sacco, tranquilli. Non avrei mica potuto gestire un dibattito troppo serioso e ingessato.

Adesso, quindi, godetevi queste immagini e date una chance al diario di Matteo.

Sono certa che mi ringrazierete.

Un bacio.

La definizione del video è pessima,

ma Blogger non mi permetteva di caricarne la versione più pesante.