BERLINO, 26 GIUGNO 1963.
Tutti i giornali parlarono della visita ufficiale di John Fitzgerald Kennedy, primo Presidente Americano a Berlino.
A tutti i lavoratori vennero concesse quattro ore di assenza dal lavoro per assistere all'evento.
Ovviamente, io ero eccitata e fui una delle prime ad arrivare nella grande piazza del RATHAUS (Municipio) occupando un'ottima posizione visiva. Arrivò un pullman e per primo scese John Kennedy, bello, affascinante e carismatico più che mai, poi Willi Brandt, amatissimo sindaco di Berlino (che incontrai in altre occasioni), la sorella Eunice e Adenauer, Presidente della Germania Federale, infine lo staff americano e tedesco.
J.F.K. salì su un palco di legno allestito per l'occasione e tenne il celeberrimo discorso di solidarietà ai Berlinesi (in inglese), davanti a 300mila persone radunate di fronte al Rathaus di Schoneberg, (quartiere centrale di Berlino Ovest).
Lo ricordo come se fosse ieri.
DUEMILA ANNI FA, IL PIU' GRANDE ORGOGLIO ERA DIRE "CIVIS ROMANUS SUM". OGGI, NEL MONDO LIBERO, IL PIU' GRANDE ORGOGLIO E' DIRE "ICH BIN EIN BERLINER".
"La libertà ha molte difficoltà e la Democrazia non è perfetta, ma il muro è la più grande dimostrazione del fallimento del sistema Comunista .
Come dice il vostro Sindaco Willi Brandt, è un'offesa alla storia e all'intera umanità, poiché divide un popolo.
Ogni uomo libero, ovunque viva, è cittadino di Berlino Ovest e dunque, essendo anch'io un uomo libero, sono orgoglioso di dire "ICH BIN EIN BERLINER" (Io sono un Berlinese)!".
A queste parole la piazza impazzì, scoppiò in applausi, urla di gioia, la gente prese ad abbracciarsi felice. Il Presidente degli Stati Uniti era uno di loro, aveva capito la loro sofferenza, le difficoltà, il vivere in una città divisa in due, nell'impossibilità di abbracciare i propri cari al di là della Cortina di ferro.
Quando lo stesso anno, venerdì 22 Novembre del 1963, Kennedy fu assassinato a Dallas, tutto il mondo rimase scioccato, ma i Berlinesi piansero davvero la sua morte. Lo avevano visto e applaudito pochi mesi prima e ora era morto.
Quel che successe poi, non si legge sui giornali dell'epoca, poiché questi non diedero risalto alla cosa e la maggior parte delle persone non ricorda o non c'è più.
Io sì, i miei occhi hanno fotografato.
A Berlino, a novembre, alle 4 p.m. è già buio. Per tre sere consecutive, in segno di cordoglio e lutto, caseggiati, condomini, palazzi del centro, avevano le stanze buie e, all'interno, centinaia e centinaia di candele erano accese. Camminavo per le vie del centro ed era uno spettacolo vedere tutte le finestre illuminate, in una città altrimenti triste e angosciata che portava ancora addosso i segni della guerra.
In questo modo, i Berlinesi, volevano ringraziare un Uomo che li aveva sostenuti moralmente ed economicamente, e scongiurato un'altra guerra con la DDR.
Insomma, posso dire che io c'ero, e che mi porterò per sempre nel cuore le immense emozioni di quegli anni, accanto al ricordo di quel discorso che riecheggia ancora nella mia mente.
Laura Andrighetto
Davvero molto interessanti i post di Laura, una storiografa con l'anima. Il massimo. Onore a te che la ospiti.
RispondiEliminaSono sempre molto felice quando mi chiede di pubblicare un suo racconto, perché so che ha avuto una vita densa di esperienze importantissime.
EliminaIl racconto di Laura è molto interessante. Io all'epoca ero troppo piccola, e non ricordo il fatto... Ricordo a malapena quando Kennedy fu ucciso, ma forse solamente come fatto marginale. Bravissima Laura, e brava Claudia a permetterle di pubblicare i suoi ricordi.
RispondiEliminaBuona giornata. Mafi
Come dicevo ieri nel post di auguri, il mio spazio è aperto a chiunque abbia qualcosa da raccontare, a maggior ragione a quelli a cui sono molto legata come Laura.
EliminaQuindi, sentiti libera di utilizzare questo blog, se hai qualcosa che vorresti condividere "col mondo". 😘
Articolo molto interessante.
RispondiEliminaQuel punto di vista della Storia che a scuola non racconta nessuno.
Aggiungerei un purtroppo.
EliminaSono certa che se la storia fosse raccontata dalle testimonianze dirette di chi l'ha vissuta, gli studenti la apprezzerebbero e approfondirebbero molto di più.
Sicuramente. Io per primo l'avrei apprezzata molto di più, invece che studiarla sempre in modo forzato e senza entusiasmo (ricavandone anche una rimandatura a settembre).
EliminaWow.
EliminaUn debito in storia?
Io ho rischiato una sola volta il debito, e la materia è piuttosto imbarazzante.
Storia dell'arte. 😂😂😂
Post molto interessante,questa è la vera storia raccontata dal cittadino.Ricordo come fosse ieri la notizia alla Tv dell'assassinio di Kennedy.Buona giornata.
RispondiEliminaIo non c'ero, e non ho mai approfondito la cosa, proprio perché come diceva Gaspare, purtroppo a scuola questi temi non si studiano.
EliminaBuona giornata anche a te.
Invito Laura a scrivere la storia della sua vita, che mi sembra molto interessante. Così a spezzoni non l'apprezzo appieno, e non merita di andare persa. Dai Laura, pensaci su :)
RispondiEliminaIo le offro la mia penna se ne ha bisogno, per quanto sappia scrivere benissimo da sola.
EliminaGrazie Livia del suggerimento , questi sono solo racconti del
Eliminamio vissuto , ma un libro ...diventerebbe una breve biografia .
Na... Un abbraccio . Laura
Post bellissimo su un personaggio di una levatura notevole. Il resto te lo dico in privato.
RispondiEliminaAttenderò il tuo messaggio, allora. 😉
EliminaNon sapevo di Kennedy a Berlino, immagino quanto sia stata forte, come esperienza.
RispondiEliminaPoi oh, era l'America del boom che arrivava in una zona che era ancora oscura per il recente passato.
Non sapevo, ovviamente, nemmeno dei tre giorni di "lutto luminoso"...
Moz-
Erano altri tempi, noi non eravamo nati.
EliminaMa è bello pensare che i Berlinesi guardassero all'America come all'idea della rinascita e della libertà.
Complimenti a Laura per questo altro racconto...davvero suggestivo l'omaggio delle tre notti consecutive di luci accese per ricordare Kennedy!
RispondiEliminaInfatti.
EliminaPer non essere una città appartenente agli Stati Uniti, l'omaggio è stato molto speciale.
Io ero piccolissima e ne ho solo un vago ricordo, ma si parlò molto di lui anche negli anni successivi lasciando intendere che fosse stato un presidente molto amato.
RispondiEliminaAnch'io ho sempre avuto la sensazione che sia stato uno dei presidenti statunitensi più amati, sebbene non abbia mai approfondito la sua vita e, di conseguenza, l'attività politica.
EliminaGrazie a Laura possiamo osservare veri e propri spaccati di una società che non c'è più, ma che tutti dovremmo in qualche modo conoscere.
RispondiEliminaBel racconto, vi ringrazio entrambe :)
Grazie a te per averlo apprezzato. 😘
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