La storia vera di Giorgia S. |
Avrei voluto tornare in Calabria, dalla mia famiglia, ma la quarantena mi impediva di partire.
Dunque fui costretta a rimanere a Milano, col peso della solitudine e della paura nel cuore.
Con le università chiuse e il divieto assoluto di uscire, non mi restava che chiudermi in casa a studiare.
Quella mattina, però, sentii bussare alla mia porta.
Mi parve strano che chiunque fosse non utilizzasse il campanello, quindi raggiunsi l'uscio con un misto tra ansia e preoccupazione.
Dallo spioncino, però, non vidi nessuno. Aprii di colpo e trovai una rosa rossa con un biglietto.
"Volevo dirtelo da mesi, ma mi mancava il coraggio. Sei bellissima".
Non avevo la più pallida idea di chi potesse essere il mittente di quelle poche parole che mi inondarono di una gioia immensa. Lasciai per qualche istante la porta aperta, sperando che mi si palesasse qualcuno, ma nelle scale tuonava il silenzio assoluto.
La mattina seguente, appena sveglia, mi precipitai sull'uscio col desiderio di trovare un nuovo messaggio da parte del mio ammiratore segreto, e difatti sullo zerbino vidi un sacchetto con all'interno dei biscotti al cioccolato e un post-it con su scritto: "Non saranno quelli che prendi ogni giorno dal bar di Fausto, ma gli assomigliano. Spero ti piacciano. Li ho preparati con le mie mani".
Telefonai subito a mia madre per raccontarle tutto, tentando così di alleggerire la sua tensione dovuta al fatto di non potermi rivedere a causa della pandemia.
Mi ammonì sostenendo che non dovrei accettare fiori e cibo da uno sconosciuto, a maggior ragione in un momento così delicato, ma sono certa che, in cuor suo, fosse felice di sapermi coccolata, seppur da chissà chi.
L'appuntamento con i regali alla porta divenne giornaliero. Ogni mattina mi svegliavo sempre più presto, sperando di cogliere il mio romantico corteggiatore sul fatto, ma i suoi pacchetti erano sempre già lì.
Chiesi alla mia vicina se avesse notato qualche faccia nuova nel palazzo, in particolare davanti alla mia porta, ma mi rispose di no e che, anzi, da settimane mancavano persino gli abitudinari.
Solo in quel momento mi resi conto di non conoscere nessuno nel condominio, a parte Anna.
Eppure, su nove piani, di gente ce n'era tantissima ma, sbadata com'ero, non mi soffermavo mai su nessuno.
Cominciai anch'io a lasciare dei biglietti sulla porta, chiedendogli di svelarmi la sua identità, ma lui rispondeva che non era ancora il momento.
La cosa non mi piaceva affatto, tanto che pian piano il mio desiderio di dare un volto a quei regali e a quelle parole si affievolì, lasciando spazio alla rabbia di non essere riuscita a risolvere un mistero così elementare.
Ero sempre stata particolarmente impulsiva e l'idea di perdere tempo inseguendo qualcosa di indefinito, mi infastidiva, soprattutto perché per la prima volta non avevo il controllo di quello che mi stava accadendo.
Allora decisi di scrivergli una lettera di addio, che affissi sulla mia porta e pubblicai sul mio profilo Facebook, intitolata: "A te, corteggiatore di altri tempi, per cui però non sono stata abbastanza".
Evidentemente fui un po' troppo incisiva, perché la sera stessa il campanello suonò e dietro quella porta scorsi due occhi timidi, nascosti per metà sotto una grande mascherina scura.
"Sono io", mi disse.
Senza fargli aggiungere un'unica sillaba, lo invitai ad entrare e dieci minuti dopo eravamo in salotto, a sorseggiare la mia tisana preferita, parlando come se ci conoscessimo da sempre.
Raffaele, di origini siciliane, si sarebbe laureato pochi mesi più tardi, se il Covid-19 non avesse paralizzato l'Italia.
Mi raccontò di avermi notata sin dal mio arrivo in quella casa, avvolta nei miei sciarponi scuri, e di non aver mai smesso di osservarmi e di dedicarmi pensieri sparsi e disegni.
Scoprii, infatti, il suo enorme talento come ritrattista, attraverso le foto che mi mostrò sul suo smartphone.
Non ero mai stata fotogenica, ma in quei dipinti mi vedevo bella, felice.
Da quella sera prendemmo ad incontrarci e a sentirci sempre più spesso.
Paradossalmente, il mondo fuori era bloccato, ma noi avevamo tutto quello che serviva per sentirci felici.
Di lì a poco, infatti, l'amore e la passione presero il sopravvento.
L'armonia dei nostri corpi che si univano fu solo il completamento di due anime che si toccavano dal primo istante, seppur, cinica come sono, non avrei mai immaginato di potermi innamorare tanto intensamente di un perfetto sconosciuto, inserito nella mia vita dal destino, come l'ultimo tassello di un puzzle da duemila pezzi.
Quella sera mi chiese di salire da lui e ne rimasi stranita, visto che sino ad allora ci eravamo sempre visti a casa mia.
Suonai, nonostante la porta fosse socchiusa, e Lele mi invitò ad accomodarmi.
All'ingresso dell'appartamento una serie di candele profumate, mi indicava la strada da seguire.
Giunta in sala da pranzo, vidi la tavola apparecchiata per due, con fiori in ogni dove e musica romantica in sottofondo.
Ancora una volta era riuscito a farmi una sorpresa in grande stile, dimostrandomi che avevo fatto bene ad aprirgli la porta del cuore.
Mangiammo ogni genere di prelibatezza, fino a dividere un tortino al cioccolato, col quale si sporcò tutta la bocca.
Ancora mi chiedo se l'incidente sia stato voluto o meno ma, presa dall'atmosfera, decisi di ripulirlo a suon di baci, e il resto venne da sè.
Appena gli spostamenti tra regioni furono consentiti, sia io che Raffaele tornammo a casa, ma con l'amarezza di doverci separare per la prima volta.
Solo qualche settimana dopo, quando la situazione si fece più tranquilla, organizzammo assieme un tour tra la Calabria e la Sicilia, per presentarci le rispettive famiglie, e gli amici più cari.
Sapevo che i miei si sarebbero completamente innamorati di lui, mentre Lele temeva l'opposizione di suo padre, che non aveva mai appoggiato le sue inclinazioni artistiche, né le relazioni amorose, poiché a suo dire servivano solo a distoglierlo dagli studi.
Il fatto che lui diventasse un valido avvocato come il papà, infatti, era scritto nel suo destino sin da piccolissimo, perchè Michele non gli avrebbe concesso nessuna alternativa.
Così, solo lasciando la Sicilia, a patto però di laurearsi in giurisprudenza nei tempi, Raffaele aveva potuto continuare a disegnare alla totale insaputa dei suoi genitori.
Oggi conviviamo e progettiamo un futuro insieme, sempre più prossimo.
Al rientro dalle vacanze, Raffaele ha lasciato il suo appartamentino all'ottavo piano, per trasferirsi da me al secondo, così riusciamo anche a contenere le spese e a mettere qualcosa da parte.
L'unica condizione che gli ho posto è che continui a prepararmi quei biscotti al cioccolato che sono notevolmente più buoni rispetto a quelli di Fausto, sebbene non glielo abbia ancora confessato, per paura che si monti troppo la testa, e magari anche qualche tortino.
Sto tentando di convincerlo ad organizzare una mostra con tutti i suoi disegni, anche se me ne vergogno un po', considerando che la maggior parte di quei dipinti mi rappresenta.
Vorrei, però, che lui non abbandonasse del tutto la sua passione per l'arte, a causa dell'ombra paterna.
In realtà ho un buon rapporto con Michele, ma non accetto che chieda a suo figlio di mettere da parte un talento così palese, per concentrarsi solo sul lavoro. Spero, quindi, di riuscire a fargli cambiare idea.
Dal canto mio, invece, studio architettura e mi mancano ancora due anni alla laurea.
Non sappiamo se il nostro futuro sarà qui a Milano, in questa meravigliosa città che ci ha fatti incontrare, o se torneremo a vivere sulle nostre spiagge, dove ogni granello di sabbia ci parla d'amore.
Quel che è certo è che saremo insieme, perché se neppure una pandemia è riuscita a dividerci, anzi, se è stata proprio la peggiore delle tragedie mai vissute ad unirci, allora nulla potrà separarci. Per sempre. Proprio come abbiamo fatto incidere nelle nostre fedine.
L'amore ai tempi del coronavirus. ❤️
RispondiEliminaBel racconto, soprattutto la parte misteriosa iniziale. 😷
Quando Giorgia mi ha raccontato questa storia mi sono appassionata subito.
EliminaAl giornale per cui lavoro, però, non è piaciuta, in quanto il tema del coronavirus è troppo inflazionato e preferiscono trattare tematiche diverse, un po' come dicevamo ieri.
Cavoli, fossero tutte così le storie a tema coronavirus! Non vedo statistiche da panico, polemiche inutili, quanto piuttosto ottimismo e speranza.
EliminaPerfettamente d'accordo con Gas . L.A.
EliminaGrazie tesoro. 😘
EliminaViva l'amore al tempo del Covid ❤ e romanticissima l'idea della 🌹 con quella dichiarazione così semplice, ma profonda: sei bellissima.
RispondiEliminaE la timidezza di chi non riusciva a dire quelle due parole, quanta bellezza ulteriore :)
L'amore fa fare grandi cose.
EliminaAnche a chi è timidissimo. 😉
che bello Claudia, la una delle poche volte che ho apprezzato il lungo leggere
RispondiEliminaGrazie
Grazie Andrea.
EliminaI racconti mi piacciono molto, ma ne pubblico pochi proprio perché ne riconosco i limiti della lettura.
Sono felice che tu abbia apprezzato questa storia.
Buona giornata.
Perché sei una romanticona.
RispondiEliminaLe storie a lieto fine fanno bene alla salute e, per fortuna, questa lo ha avuto.
Bacione.
Peccato, meritava invece la pubblicazione. Poco male, l'hai cmq regalata a tutti noi attraverso il tuo blog. PS: grazie a quel tuo post sulla "serenata" di quel vecchietto adorabile a sua moglie in ospedale per il covid, avevo scritto una poesia ispirata dal tuo post, poesia che trovi da me oggi, ovviamente con la doverosa citazione del tuo post a cui va il merito di avermi ispirato.
RispondiEliminaMa grazie!
EliminaChe bello che tu l'abbia pubblicata anche sul tuo blog.
Credimi, è una della mie preferite di tutte quelle che ho letto finora.
P.S. Spesso le esigenze redazionali non collimano col gusto dei lettori. Il mio blog nasce anche per questo. Per potermi esprimere liberamente, senza sottostare alle disposizioni altrui.
Forse sono le redazioni che non collimano con il gusto dei lettori .
RispondiEliminaE' una bella storia , ben scritta e a lieto fine . Cosa vogliono di più ?
Umarmun Laura ***
PS . Cercati la traduzione .Hahahah
Se ci metti la G finale, significa abbraccio. L'ho trovato. 🤣🤣😜❤️
EliminaAch so , ich habe G vergessen . Entuschuldigung .
EliminaFortuna che esiste Google Traduttore (per me).
EliminaTu non ne hai bisogno! 😘
Ti confesso che , se sono indecisa di COME si scrive una parola ,
Eliminaguardo il vocabolario . Ti voglio "IMPARARE" il tedesco .
In casa , tutti compresi , ho 9 vocabolari .
Una bella storia d'amore, che fa piacere leggere.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Grazie Vincenzo.
EliminaBuona serata.
Ritengo che entrambi abbiano avuto una fortuna sfacciata a trovarsi nello stesso palazzo, piacersi a prima vista e scoprirsi compatibili. Come storia forse è troppo piana per una redazione, ma qua ci sta benissimo. Auguri e spero che Lele non trascuri il suo talento.
RispondiEliminaBeh, i colpi di fulmine sono più frequenti di quanto non si creda.
EliminaTutto sta adesso nel sperare che questo amore nato praticamente per caso, rimanga forte anche dopo la fase del super innamoramento iniziale.
Non avevo ancora letto un tuo racconto, è poco tempo che frequento questo blog. Dico che mi è piaciuto come scrivi, e la storia è senz'altro bella e ben raccontata.
RispondiEliminaMafi
Grazie Mafi.
EliminaSe ti interessa leggerne un altro, ne trovi diversi nella sezione "Racconti".
Non ricordo se hai letto il mio preferito, quello dedicato a mio padre. S'intitola "Dicembre, dalla cenere al sole".
Una storia vera e molto romantica !! Difficile se non impossibile, trovare ragazzi come Raffaele, che ti lasciano biscotti al cioccolato , davanti alla porta di casa !! Mi hafatto piacere leggerla. Ciao Claudia.
RispondiEliminaI ragazzi d'altri tempi sono quelli che apprezzo di più.
EliminaNon mi ha stupito il fatto che lui avesse origini siciliane.
Per fortuna i corteggiamenti alla vecchia maniera qui esistono ancora. Ma sono rari, eh? 😅
Bello ..molto scorrevole ..ben scritto ..mi e piaciuto tanto ..
RispondiEliminaBrava !❤
Grazie ❤️
EliminaChe bella storia :) scalda il cuore.
RispondiEliminaGrazie Sara.
EliminaL'ho scritta con molto entusiasmo, avendola apprezzata sin da un primo racconto molto approssimativo.
Sono stata attirata subito, vedendo tutte le anteprime dei tuoi post dalla parola "Calabria" e ho letto tutto d'un fiato questa storia molto romantica :)
RispondiEliminaDavvero dolcissimo lui, anche se ammetto che io non avrei mai preso sul serio questi bigliettini sulla porta, forse mi avrebbero anche un po' spaventata. Infatti fino all'ultimo credevo ci sarebbe stato un risvolto cupo (si, sono da curare ahah).
Bello invece tutto <3
Tanta fortuna a loro due :)
Ahahaha
EliminaAvresti temuto che si trattasse di un serial killer?
Io, invece, avrei sperato in un principe azzurro, ma l'avrei fatto entrare solo dopo averlo lasciato tribolare sul pianerottolo più e più volte. :))
P.S. Lo sai che la tua Calabria mi sta molto a cuore, perché mi parla di papà. Quindi, quando Giorgia mi ha contattata per raccontarmi la sua storia, sono stata felicissima di conoscere le sue origini. :*
Un cuore per il tuo papà che è legato alla mia regione ❤️
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