Si torna a parlare di tampon-tax: il ciclo non è un lusso!

 

In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si è tornato a parlare della necessità di abolire la tampon-tax (tassa sugli assorbenti).

L'associazione WeWorld Onlus, infatti, dopo aver raccolto moltissime firme, ha portato in Parlamento la proposta di ridurre l'IVA sugli assorbenti dall'attuale 22% al 5%.

"Ad aderire alla campagna rappresentanti delle istituzioni, come l’On. Lia Quartapelle, l’On. Laura Boldrini, l’On. Valeria Fedeli, l’On. Valeria Valente e Diana De Marchi del Comune di Milano; scrittrici, giornaliste e attiviste, come  Giada Sundas e Maura Gancitano di Tlon, Mamma di Merda, The Period, Takoua Ben Mohamed e Nicole Di Ilio; le sportive Elisa Di Francisca e Marta Pagnini e molti personaggi dello mondo dello spettacolo come Lo Stato Sociale, Jane Alexander, Jo Squillo, Elisa D’Ospina, Fanny Cadeo, Nadia La Bella e molti altri. Una risposta trasversale che dimostra come l’abbattimento della Tampon Tax riguardi tutte e tutti.".

Difficilmente firmo petizioni, per due ragioni.

La prima è che non sopporto che i miei dati personali, già presenti ovunque, vengano usati a fini pubblicitari o di indagine. La seconda è che diffido sempre della concreta utilità di queste raccolte firme.

Stavolta, però, l'ho fatto e vi invito a fare altrettanto, per perorare la causa, compilando gli appositi campi presenti su questo link.

Una causa che, attenzione, non riguarda le sole donne, ma tutte le famiglie italiane.

Avete idea di quanto spenda mensilmente una famiglia in cui vi sono, ad esempio, due donne, per l'acquisto di assorbenti, tamponi, coppette e simili?

Quanto a quest'ultime, ad esempio, non venitemi a dire che dovremmo utilizzarle tutte, per ridurre i consumi, l'inquinamento ecc., perché molte donne non possono farlo.

Io, ad esempio, che da sempre ho problemi di ipermenorrea e dismenorrea, non posso materialmente utilizzare la coppetta. E come me, migliaia o forse milioni di donne.

In ogni caso, per il governo italiano, avere il ciclo è ancora un lusso, tant'è che tutto quel che occorre per questo periodo viene tassato al 22%.

Credetemi, cari uomini (e donne), se esistesse un qualsiasi metodo che mi permettesse di bloccare il mio ciclo mestruale, senza compromettere il mio stato di salute, lo proverei senza esitare.

Perché no, non è facile trascorrere una settimana al mese con tutti i disturbi che la condizione comporta e che non vado ad elencarvi per pietà (vostra).

Alla faccia del lusso!

"Molti Paesi sono già intervenuti aggressivamente sulle disparità di genere. L’abolizione o l’abbattimento della “tampon tax” è infatti in primo luogo un intervento di natura culturale, che riconosce l’esistenza di una condizione naturale differente, implicante esternalità economiche negative. Se a livello globale democrazie come il Canada (2015), lo Stato di New York (2016), l’India (2018) e l’Australia (2019) hanno completamente abolito la tassazione su assorbenti, tamponi, coppette e spugne mestruali, molti Paesi Europei sono intervenuti per ridurla, compatibilmente con la normativa UE. Adesso tocca all’Italia.".

E non venitemi a dire che in questo momento di pandemia vi sono problemi ben più gravi a cui pensare, perché pare proprio che, nella nostra società, la donna non sia mai abbastanza importante.

Allora, che aspettate?

Firmate la petizione!