Jukebox: 'E penso a te' di Lucio Battisti

 

Buon inizio di settimana, amici.

Eccezionalmente, l'appuntamento col jukebox di Chi scrive non muore mai approda al lunedì mattina.

Nel weekend, infatti, non ho avuto modo di scrivere, dunque ho preferito sfruttare questo post già pronto da settimane.

Oggi tocca alla richiesta di Sara DamaBianca del blog "Pensieri scossi", che ha scelto una canzone per me fortemente rievocativa.

Si tratta di "E penso a te", di Lucio Battisti.

Come tutti i brani dell'immenso Lucio, anche questo mi fa pensare a mio padre, che ne collezionava le musicassette.

Difatti, nella mia auto non manca mai una chiavetta caricata con le sue canzoni, e quando al mattino vado a camminare, la mia playlist preferita su Spotify è proprio quella con i più grandi successi di Battisti.

Ma veniamo alla scelta di Sara.

"E penso a te" è un brano composto nel 1970 da Lucio Battisti sul testo di Mogol.

Inizialmente venne interpretato da Bruno Lauzi, e fu riproposto negli anni da moltissimi artisti quali Mina, Johnny Dorelli, Raffaella Carrà, Iva Zanicchi, Ornella Vanoni e, appunto, Battisti.

La canzone, molto malinconica, esprime la tristezza del protagonista nel ripensare ad una donna che non fa più parte della sua vita e la totale incapacità di dimenticarla, pur provando a frequentarne un'altra.

Quante volte ci sarà capitato di essere con la testa altrove, magari fossilizzati su un pensiero proibito, mentre col corpo cerchiamo di andare avanti e di ricostruire la nostra vita?

Io, come detto, continuo a pensare a papà, a dieci anni dalla sua dipartita, e non c'è amore, lavoro o viaggio meraviglioso che possano riuscire ad allontanarlo dalla mia mente per più di un paio d'ore.

E voi, avete un pensiero assiduo verso una persona che, per una ragione o per l'altra, non è più al vostro fianco?

Ringrazio Sara per avermi fatto riascoltare questa canzone così meravigliosa, anche se lascia l'amaro in bocca ad entrambe.

Adesso, però, ricordate di lasciarmi nuove richieste nei commenti.

Baci.