Moon: un panda per amico, contro la solitudine

 

Nonostante la terribile cervicalgia che mi affligge da giovedì scorso, ieri ho accompagnato Lorenzo al cinema per vedere il nuovo "Moon - Il panda", diretto da Gilles De Maistre.

Dopo i successi di "Mia e il leone bianco", "Emma e il giaguaro nero" e "Il lupo e il leone", il regista francese è tornato sul prezioso rapporto tra animali e bambini, raccontandoci la storia della speciale amicizia tra Tian e un cucciolo di panda.

Ho accettato con molto piacere di guardare questa pellicola perché, per me, il panda rappresenta il peluche per antonomasia, la tenerezza.

Da bambina, infatti, avevo vari pupazzi con le sue sembianze, e adoravo coccolarli.

Uno lo possiedo ancora oggi, e avrà sicuramente spento più di trenta candeline.

Eccolo qua. Non è adorabile?

Quindi, potete ben immaginare la mia enorme gioia nell'assistere alla proiezione.

Veniamo, ora, alla trama.

Tian ha dodici anni e non ama molto la scuola, infatti è l'ultimo della classe.

Suo padre non la prende affatto bene, e decide di fargli trascorrere l'estate sulle montagne della Cina, in compagnia della sorella, a casa di sua nonna.

Qui riuscirà ad abbandonare la dipendenza da computer e videogames per lasciare spazio alla passione per la foresta, dove conoscerà un piccolo amico peloso, il panda Moon.

I due diventeranno inseparabili, e il bambino comincerà ad approfondire lo studio della vita del mammifero, attraverso libri ed internet.

Presto, però, Tian dovrà fare ritorno a casa e separarsi dal suo peluche vivente, tornando a scontrarsi con la totale assenza di amici e con le beghe familiari che vedranno i suoi genitori più lontani che mai e prossimi al divorzio.

Riuscirà il protagonista ad andare avanti senza il piccolo Moon?

E cosa ne sarà della sua famiglia ridotta ormai allo sfascio?

Ad essere onesta, tra i film succitati del regista, questo è quello che mi è piaciuto meno.

Probabilmente perché, trattandosi di una specie vulnerabile, non è stato possibile girare troppe scene in cui il panda e il bambino fossero direttamente a contatto tra loro.

Mi è mancata, infatti, l'emozione dei giochi, degli abbracci, dei sentimenti ridotti all'osso.

Ciononostante, sia io che Lorenzo abbiamo molto apprezzato il film e la sua trama, in cui è semplice immedesimarsi se si hanno dei figli adolescenti, o se non ci si sente compresi dai propri genitori.

Pertanto, non potrei comunque dargli meno di 8.

Per concludere, vi lascio come sempre il trailer in italiano del film, sperando che, qualora non fossero bastate le mie parole, vi inviti ad andare al cinema.