giovedì 30 giugno 2022

Sono bastate due parole

Stefano era il mio migliore amico da tutta la vita.
Ci eravamo conosciuti all'asilo, e sin da subito eravamo diventati inseparabili.
Da adolescenti, un paio di volte, mi aveva confessato di essere innamorato di me, ma non avevo mai dato peso alla cosa.
Pensavo semplicemente che fosse confuso, dopo essere stato rifiutato dalla sua fiamma di turno. Diciamo che era sempre invaghito di qualcuno, e i suoi proclami non apparivano così solenni.

Chi ci conosceva bene, però, sosteneva che le sue tante scappatelle servissero solo a dimenticarmi o, addirittura, a farmi ingelosire.
Ma non lo avevo mai guardato con occhi diversi, poiché lo consideravo un fratello.

Quando conobbi Fausto, però, il nostro rapporto si raffreddò.
Stefano non riusciva proprio ad accettare questa relazione.
Detestava il modo in cui lui si prendeva gioco di me, trattandomi quasi come un oggetto, con quella superiorità che, però, tanto mi attraeva.
La verità è che gli amori facili non mi erano mai piaciuti, né interessati, e da sempre mi lasciavo coinvolgere in relazioni pericolose.
Sarà che non avevo mai vissuto l'armonia di coppia, essendo figlia di una ragazza madre, ma proprio non riuscivo a desiderare un partner dolce e presente, complice e innamorato. Mi annoiava tremendamente pensarci.
Come recita quella vecchia canzone "prendi una donna, trattala male, e allora sì vedrai che ti amerà". 
Ecco, sembrava proprio scritta per me.

Fausto era più grande di dieci anni, e aveva un divorzio alle spalle. La sua ex moglie lo aveva lasciato a causa dei frequenti tradimenti subiti e dei suoi modi non esattamente romantici.
Io, invece, avevo perso la testa per lui proprio in virtù di quelli.
Dopo sei anni di alti e bassi, in cui ci eravamo lasciati e ripresi più volte, e anch'io avevo ricevuto una buona dose di corna, però, mi spiazzò chiedendomi di sposarlo.
Avendo ormai trentotto anni, mi sembrò quasi inevitabile accettare la sua proposta, anche se della passione che ci legava un tempo era rimasto ben poco, e complice l'avanzare dell'età, cominciavo ad avvertire più la necessità di avere accanto una persona che mi amasse e rispettasse, senza tanti ostacoli. Diciamo che le coccole e le attenzioni che avevo sempre schivato, adesso mi mancavano, e non poco.

L'organizzazione del matrimonio si rivelò un incubo.
La freddezza di Fausto si trasformò in vera e propria insofferenza, nei miei riguardi e persino in quelli del mondo intero.
Non voleva sentir parlare di fiori, torta, menu. Non mi aiutò nemmeno con la lista degli invitati, costringendomi a richiedere l’intervento di mia suocera, quantomeno per capire quali parenti coinvolgere. Si rifiutò persino di dire la sua in merito alla data o alla location.
Quando gli domandavo se non fosse il caso di lasciar perdere, mi rispondeva che le donne sono tutte uguali, pesanti, che le farfalle nello stomaco erano morte da tempo, e l'amore eterno e florido esisteva solo nei film.
Mi accusava di essere una sognatrice, e di non voler realizzare nulla di concreto nella vita. Lui, al contrario, desiderava un figlio, e non voleva più perdere tempo.

Così mi convinsi che avesse ragione e sorvolai sul clima di tensione che si era instaurato tra noi.
Non avevo mai pianto prima di allora, perché in fondo me l’ero cercata, ma spesso di notte mi sentivo sola e i dubbi mi attanagliavano feroci.
Trovai conforto in Stefano, che nemmeno in quel caso mi voltò le spalle, nonostante avesse più volte provato a dissuadermi dall'idea di sposarmi.
Avrei dovuto ascoltarlo, lo so. Ma forse il disegno del mio destino non era quello.
Quindi, la sera del ventisette maggio, gli chiesi di venirmi a prendere per accompagnarmi alla sala ricevimenti in cui io e Fausto ci saremmo sposati con rito civile, e farmi da testimone.
Lungo il percorso, però, gli confessai un segreto che mi logorava.

Due giorni prima, sul telefono del mio sposo, avevo trovato dei messaggi inequivocabili scambiati con una sua giovane amante. Foto intime che mi avevano fatto venire il voltastomaco.
Forse, se avesse avuto vent’anni sarebbe stato più comprensibile, ma davvero alla soglia dei cinquanta e ad un passo dalle seconde nozze, si può ancora fare sesso occasionale con ragazze che potrebbero esserti figlie, e inviare loro squallide fotografie erotiche?
Che vergogna!
Fausto non aveva perso il vizio di tradire, e questo mi faceva credere che non sarebbe cambiato neppure dopo il nostro grande giorno. Anzi, l’idea che avrebbe continuato a frequentare le sue amichette indisturbato, mi faceva ribrezzo e, al tempo stesso, paura.
Perché non avevo il coraggio di mandare tutto a monte, a due giorni dal ricevimento. Non volevo deludere mia madre, che per la prima volta in tanti anni aveva creduto in una favola, senza conoscerne il lato oscuro. Gli amici, i colleghi di lavoro che mi avevano sempre stimata.
Cosa sarei diventata agli occhi di tutti? Una povera vittima, o soltanto una stupida, capace di farsi prendere in giro da chi poco dopo le avrebbe giurato amore eterno?
E sì, lo so che la sua ex me l'aveva detto milioni di volte, e che Stefano aveva provato in ogni modo a mettermi in guardia, ma io proprio non volevo dargli retta.
Scoppiai a piangere, in un misto tra paura, delusione e semplice tensione del momento.

Lui mi asciugò gli occhi alla meglio, sussurrandomi che avremmo trovato una soluzione, e mi consigliò di specchiarmi per sistemare il trucco.
Abbassando il pannello dell'auto, ebbi un colpo al cuore.
Su quel pezzo di vetro, con un pennarello indelebile, Stefano aveva scritto "Sei bellissima".
Immaginava che sarei stata nervosa nel giorno delle mie nozze, o che magari avrei pensato di non essere abbastanza bella, di avere i capelli fuori posto, il make-up imperfetto.
E lui, come al solito, con due semplici parole, mi avrebbe regalato la serenità che mi mancava, rassicurandomi. La sua delicatezza mi avvolse vigorosa, penetrandomi nell’anima.
Non ricordo cosa pensai in quell'istante, ma un momento dopo ci stavamo baciando e avevamo invertito la rotta per tornare di corsa a casa sua.

Facemmo l'amore con ancora l'abito bianco addosso, e i miei fermagli che ci pungevano la schiena, cadendo in ogni dove.
La giarrettiera che si muoveva su e giù sulla coscia destra, solleticandomi. Il velo che si incastrava nelle pieghe dei nostri corpi e in quelle del desiderio.
La passione veniva rotta da improvvise risate, quasi come se ci sembrasse assurdo ritrovarci lì, l’uno nell’altra, dopo una vita intera in cui avremmo potuto amarci indisturbati, ma senza mai nemmeno pensare di provarci.
Poi, però, riprendeva il sopravvento e i baci scorrevano copiosi, facendosi strada tra le mani audaci e incontrollabili, tra le pulsioni roventi e frenetiche.
Morsi, carezze, labbra assetate d’amore, tripudio di energia e di cupidigia.
Solo dopo alcune ore presi in mano il telefono e trovai un centinaio di chiamate perse. Ma decisi che non avrei risposto mai più.

La storia vera di Maddalena G.
Raccolta da Claudia Turchiarulo
Pubblicata sul numero 22 della rivista “Confidenze”
il 31/05/2022

16 commenti:

  1. Anche mia madre mi ha sempre detto che se il mio matrimonio non avesse funzionato per qualsiasi ragione, avrei potuto tornare a casa senza problemi. Lo stesso dirò a Lorenzo, un domani.
    Un buon genitore si vede soprattutto nei momenti di necessità.
    La tua amica è stata fortunata a fuggire prima che fosse troppo tardi, anche se forse avrebbe potuto attendere più a lungo, per sposare il collega.
    Dopo una delusione di quella portata, infatti, è meglio conoscersi in maniera più approfondita.
    Però son felice che lei abbia avuto il suo lieto fine.

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  2. Esatto.
    Avrei evitato anch'io. Ma l'amore e la ragione non sempre vanno a braccetto.

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  3. Che storia eccezionale, e tu l'hai raccontata in modo così accattivante che non sono riuscita a staccarmi fino alla fine. Complimenti ❤️. Mi dispiace tantissimo che Maddalena sia quasi arrivata a sposarsi solo perché sentiva il peso dei giudizi e delle pressioni della società. Fortunatamente Stefano ha scritto quelle due parole e tutto si è risolto nel modo migliore ❤️

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    1. Ma grazie!
      E benvenuta sul mio blog.
      Quando mi contattano per raccontarmi la loro storia, sono sempre molto emozionata, perché in un certo senso è come se una persona estranea mi stesse donando le chiavi della sua anima.
      Dunque, cerco di non deludere le aspettative del protagonista di turno.
      Sono felice che tu abbia apprezzato questo racconto.
      Un abbraccio.

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    2. Grazie del benvenuto! Storia scritta benissimo, posso solo immaginare le emozioni che hai provato quando Maddalena ti ha contattata ❤️

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    3. Diciamo che questa storia è abbastanza comune, per quanto possa apparire non convenzionale.
      Le mie preferite sono quelle che riguardano la rinascita personale dopo una brutta malattia o un divorzio difficile, ad esempio. E mi capita molto spesso di scriverne.

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  4. Uomini come Stefano meritano un lieto fine così.
    Ci è voluto coraggio a starle accanto per così tanti anni, amandola.

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    1. Per fortuna l'amore eterno, a volte, esiste.
      E sì, Maddalena è stata molto fortunata a poter contare sempre su un uomo così speciale.

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  5. Come si può amare un essere così spregevole ? Corna a vita , e lo
    sapeva....Poi sapendo che la sua ex si era separata proprio per questo...
    E' andata bene , alla fine si è accorta di Stefano . Amore grande .
    Non dici come è andata a finire . Convivono ? Si sono sposati ???
    Auguro loro una buona vita .
    Buona giornata . Laura ***

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    1. Convivono e progettano di sposarsi. Anche se lei non impazzisce all'idea di riorganizzare un matrimonio. 😅

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  6. Una storia che fa riflettere tanto, raccontata in maniera fantastica e piacevole.
    Sereno pomeriggio.

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  7. Una buona storia
    .che fa riflettere..in amore e normalmente ..manteniamo dei rapporti che non ci convincono..per quieto vivere..per a volte stanchezza ..invece di svoltare e scappare ..stiamo li .con il malcontento..ma li fermi ..stagni ..chissà poi perché?..
    Questa donna ci ha messo un po .
    Ma alla fine ha fatto la scelta giusta ..
    Ecco io più che 2 parole ..direi 1 ..SCAPPA!!

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    1. Ahahahaha
      La tua parola è sicuramente più diretta ed efficace. 😉

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  8. Nonostante il lieto fine, queste storie mi disturbano sempre... Perché ci devono essere donne che preferiscono dei bastardi facendo soffrire chi li ama sinceramente? Sarà perché ci sono passato, nel ruolo dell'innamorato rifiutato per un poco di buono prepotente e violento, proveniente da famiglia di pregiudicati...
    Poi lei, che intanto ha sposato un altro perché l'aveva messa incinta, mi chiede l'amicizia su Facebook... E no, a tuo fratello sì, ma tu torna pure dal tuo caro bastardo che faceva il geloso soltanto quando il pretendente ero io!

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    1. Beh, ma in questo caso Stefano non aveva mai fatto una seria dichiarazione d'amore a Maddalena. Dunque lei non aveva preso sul serio la questione. Non possiamo dire, quindi, che lo abbia rifiutato per scegliere il bullo. Lo considerava semplicemente un amico.

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