martedì 28 ottobre 2025

L'Alzheimer precoce di Edoardo Leo al cinema: cosa resta di noi

 
Domenica pomeriggio sono stata al cinema con Dida, per assistere alla proiezione di "Per te" con Edoardo Leo.
Sapevo che questo film avrebbe riaperto ferite mai chiuse, e che avrei pianto lacrime amare, ma volevo vederlo, certa che si sarebbe trattato di un capolavoro.
Infatti, non mi sono pentita di averlo scelto.

Il film è ispirato alla storia vera di Paolo Piccoli e della sua famiglia, già raccontata nel libro "Un tempo piccolo" di Serenella Antoniazzi.

Dopo una lunga serie di esami, a Paolo viene diagnosticato l'Alzheimer precoce, a 43 anni.
La notizia non può che turbare l'equilibrio familiare, andando a rimettere in discussione tutto.
Il protagonista, infatti, è costretto a lasciare il lavoro e a seguire una terapia che non potrà purtroppo guarirlo, ma che lo vedrà spesso irascibile e confuso.
Il fulcro della pellicola ruota attorno al dovere di comunicare la notizia a Mattia, figlio undicenne di Paolo e Michela.
Il bambino, infatti, non si spiegherà come mai suo padre voglia all'improvviso trascorrere tanto tempo insieme, con un atteggiamento più accondiscendente che mai.
Inoltre, rifiuterà di dover imparare a guidare così presto, a farsi la barba, senza un'apparente ragione.
Quindi, Paolo non avrà altra scelta che confessargli la sua malattia, facendogli provare una paura nuova e maestosa, che li renderà uniti indissolubilmente.

Il film racconta, quindi, la vita prima e dopo di una famiglia normale che si ritrova costretta a combattere contro un mostro invincibile.
Mattia, nel 2021, è stato proclamato Alfiere della Repubblica dal presidente Mattarella, "per l’amore e la cura con cui segue quotidianamente la malattia del padre e lo aiuta a contrastarla".
Michela, invece, lotta perché lo Stato conceda più dignità alla figura del caregiver, invece di abbandonare coloro che devono andare avanti in un lungo tunnel buio, senza via d'uscita.

Non voglio soffermarmi sulla storia di Paolo, però, considerando che potrete trovarla su qualsiasi testata giornalistica, ma mantenere il focus sul film.
Non è sicuramente facile portare sul grande schermo una vicenda così triste, senza correre il rischio di risultare pesanti.
Ma Alessandro Aronadio e il suo cast eccellente sono riusciti nell'impresa.

La pellicola non annoia mai. Anzi, a tratti regala persino fragorose risate, in un perfetto ossimoro.
Lo spettatore si identifica appieno nelle emozioni di Paolo, Mattia e Michela, sentendosi coinvolto.

Come detto, si piange.
Io l'ho fatto a lungo, anche se non esattamente a causa della trama del film.
Avendo perso mio padre molto prematuramente, infatti, ho rivissuto sulla mia pelle la mancanza di un genitore che dovrebbe insegnarti un mondo, prima di andare via.
Ho ripensato al fatto che papà non ha potuto spiegare a mio fratello come farsi la barba, il nodo alla cravatta, come gestire una frizione. Manu aveva solo 15 anni quando ha dovuto dirgli addio. Io 24, ma sono pochissimi, credetemi. La perdita troppo prematura di un genitore ti segna per sempre.

Quindi, ho pianto pensando a Mattia e a suo fratello che, pur potendo abbracciare ancora loro padre, restano ugualmente dei figli interrotti. Come me, Manu, e milioni di altri.

Il film è meraviglioso. Guardatelo!
Vi farà un po' male al cuore anche se non avete ferite aperte in famiglia, ma uscirete dal cinema con una consapevolezza in più.
Chi rimane non dovrebbe mai essere lasciato solo. Però, così avviene. In Italia e oltre.

E' difficile dare un voto a questa pellicola, escludendo tutti i condizionamenti personali che mi spingono ad amarla, ma voglio provarci.
Gli darò 9 e non 10 per il semplice fatto che alcuni passi del film mi sono sembrati un po' troppo romanzati.
Fatico a credere, infatti, che si possa ridere, ballare sotto la pioggia e ubriacarsi, con una spada di Damocle così vicina alla testa.
Oltretutto, ricordiamo che chi assume farmaci non dovrebbe assolutamente arrendersi ai fumi dell'alcol. Ma questo è un disclaimer molto politically correct che avrei tranquillamente potuto evitare, perché chi vede la sua vita affievolirsi alla velocità della luce, può fare dei suoi ultimi istanti di felicità esattamente quello che vuole, per ciò che mi riguarda.

Spero che non vi perderete questo film.
Vi lascio, come sempre, il trailer e la foto di rito al cinema.
A presto.

2 commenti:

  1. 24 sono pochissimi per perdere un genitore...assolutamente sì ❤ Comunque Mattia è davvero un grande! Brava per aver dato visibilità a questo bel film e alla storia di questa famiglia

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  2. Ciao Claudia.
    Io non ho ancora visto il film, sapevo già di cosa tratta, e devo dire che ho un pochino di "paura" di andarlo a vedere. Perché so che mi farà piangere, perché mi farà pensare a qualcuno molto vicino...
    Se vincerò questa paure, spero, andrò a vederlo anche io.
    Un abbraccio.
    Mafi

    RispondiElimina

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