martedì 18 febbraio 2020

Arrivano le pagelle-emoticon. Che ne pensate?

Anche la scuola cerca di stare al passo coi tempi, sebbene alcuni provvedimenti possano sembrare alquanto esagerati.
E' il caso di una recente sperimentazione avviata in due classi prime dell'istituto comprensivo "Rodari" di Modena.
I bambini, infatti, potranno cominciare ad auto-valutarsi attraverso delle semplici emoticon, che prendono il posto dei classici voti.

In questo modo, i piccoli alunni dovrebbero responsabilizzarsi ma senza incorrere nell'ansia da voto troppo negativo o discriminatorio.
Ciascuno di loro, quindi, a fine quadrimestre, sarà chiamato a compilare queste schede di autovalutazione che verranno, poi, confrontate con il parere degli insegnanti al fine di formulare un giudizio univoco e condiviso.
Se l'esperimento dovesse portare i frutti sperati, il nuovo metodo di valutazione sarà esteso al resto delle classi.

Gli ideatori strizzano l'occhio alla pedagogia ed alla modernità, sebbene i più tradizionalisti ritengano la sperimentazione del tutto inutile.
Non sarà vero che per responsabilizzare i bambini sia giusto metterli davanti ad un brutto voto sin da piccoli, o al tempo stesso insegnargli a migliorare il proprio rendimento?

"Si stava meglio quando si stava peggio", si dice, e purtroppo la penso proprio così.
Ma forse sono solo bigotta.
Che ne pensate voi che, sicuramente, siete più aperti di vedute?

48 commenti:

  1. Sono anch'io tradizionalista. Faccine come voti? Ma anche no! Questo è DISeducativo, ma di brutto. Non c'è per i genitori un'iconina "pollice verso" da appioppare a questo sistema di voti postmoderno? Insomma, non hanno modo di bocciarlo senza opzione?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'unica via sarebbe quella di ritirare in massa i figli da scuola, come si fa talvolta quando scoppiano scandali nelle mense scolastiche o un insegnante abusa del proprio ruolo...

      Elimina
    2. Non lo so, onestamente, ma spero che terranno conto delle lamentele dei genitori classici come noi. 😅

      Elimina
  2. Provengo da una generazione e da una zona dove la promozione alle elementari era pressoché garantita (con l'auspicio di un miglioramento nell'anno seguente puntualmente disatteso), e dove non ho mai visto prendere un 10 (come se fosse un premio per l'impegno che avrebbe dato alla testa).
    Pertanto do al voto un valore relativo, per me non conta tanto il "numero" ma la gratifica per un risultato conseguito. Nel fac simile comunque, emoticon tristi o che piangono non ne vedo, quindi dubito che l'obiettivo sperato di responsabilizzazione sarà raggiunto: se un'attività didattica mi mette ansia o difficoltà, come lo comunico?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sai che invece ai miei tempi bocciavano anche alle elementari?
      Dieci anni dopo, però, quando mio fratello iniziò la scuola, mi resi conto che gli standard erano già ampiamente diminuiti. Difatti persino l'esame di licenza elementare non esisteva più.
      Insomma, preferivo l'istruzione rigida dei miei tempi.

      Elimina
    2. Quindi a me era una realtà locale, un farsi favore nel paesello perché ci si conosceva tutti... Questo ha fatto approdare alle scuole medie ragazzi e ragazze prive di basi, e che magari oggi riceverebbero degli ausili legittimi come i dislessici; invece promozione assicurata, appiattimento dei meriti (perché dare il massimo se più di 8 non lo prendo mentre quello che è "ciuccio" - linguaggio di quegli anni - prenderà 6 senza nemmeno saper leggere fluente e stare al passo di un dettato?) che vanno a rafforzare la mia convinzione che avrei fatto migliore cosa a creare giochi e racconti a casa.

      Elimina
    3. Lo sai che anche da un circolo all'altro il livello di istruzione e il metodo utilizzato possono variare totalmente?
      Io fui fortunatissima a capitare nella sezione migliore del primo circolo, e posso dirti che in quinta elementare studiai la vita e le opere di Pascoli, Ungaretti, Leopardi e moltissimi altri.
      Ricordo ancora quei versi, imparati con gioia.
      Ecco, in prima media scoprii che i miei compagni provenienti da altre scuole elementari non avevano mai fatto nulla di tutto ciò, ed erano indietro persino sulle tabelline...

      Elimina
  3. Concordo anch'io sia con te che con Dum, i voti sempre e solo i voti di queste faccine ne faccio a meno.

    RispondiElimina
  4. A me non piace questa valutazione in faccine, sembra un presa per i fondelli.
    La scuola, l'istruzione, anche per i più piccini, è una cosa seria e loro devono capire che certi impegni non sono un gioco con cui te la puoi cavare con la faccina triste.
    La scuola è il "lavoro dei bambini", se lo prendono alla leggera, figurati cosa diventerà per loro l'educazione e il lavoro dei grandi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bravissima.
      Una volta per responsabilizzare gli studenti (di tutte le età) di faceva appunto il confronto col lavoro.
      Adesso sembra quasi che frequentare la scuola sia un giocoso passatempo.

      Elimina
  5. come sono belle le novità?!?!
    ricordo quando si passò dalle vecchie medie col latino e le professionali alla scuola unica...tutti applaudirono e po...
    I ben Pensanti pensando di diluire la cultura pensarono che saremmo stati meno ignoranti...
    Pensiamo che in Germania 800 mila giovani sim iscrivono alle scuolo professionali da noi 20mila, ma 500 mila a scuole culturalmente avanzate...meditiamo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gli Italiani sono molto istruiti, anche e soprattutto considerando l'obbligo statale di frequenza scolastica.
      Una volta, se ci pensi, già avere la licenzia media era considerato un lusso, mentre adesso se non hai il diploma (o addirittura la laurea) non sei nessuno.
      Il problema è, però, che questi titoli non vanno di pari passo col mondo del lavoro, ma questo è un altro discorso.

      Elimina
  6. Mi sembra di capire che questo è un sistema per l'autovalutazione dei bambini e che non elimina la valutazione classica degli insegnanti. Se è così perché no,mi sembra molto utile soprattutto per capire la percezione dei bambini rispetto alla loro preparazione e alle loro sensazioni rispetto le discipline. Voglio dire, se dal confronto bambino e insegnante sono sulla stessa lunghezza d'onda va tutto bene, ma se il bambino si ritiene meglio o peggio della realtà credo sia uno spunto da cui partire. Anzi, ti dirò che vista la consegna delle pagelle prevista per oggi farò fare al mio grande un'autovalutazione di se stesso prima, abbiamo delle difficoltà con lui in questo periodo e credo che questa cosa possa essere utile a noi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'autovalutazione è fondamentale, infatti, ma l'idea di associarla a degli emoticon, per me la depaupera.
      Se i bambini non sono ancora pronti per capire il senso di una valutazione numerica, si potrebbe fornirgli una scala con "bravo, bravissimo, super, ecc", come si faceva ai miei tempi, quando (alle elementari) prendevo A, B, C, D ed E, e capivamo perfettamente il senso e l'importanza di quelle lettere.

      Elimina
  7. mahh...
    non sò onestamente che dire ,ok con le faccine i bambini capiscono subito ..spero
    ma quando si educa un pò di rigidità ci vuole ..l'insegnate ,il genitore non è tuo amico ..è uno che ti sta dando degli input ..o anche delle "dritte" per vivere ..alcune magari non piacciono ma servono .per poi districarsi nel futuro...
    insomma c'è bisogno di un pò di rigidità ..stiamo imparando non giocando ..
    faccio un corso laboratorio creativo età 4/12 anni .a settimane alterne
    quando ci sono io e altro ragazzo ..un casino.. ops confusione ;) !
    i decibel sonori e creatività alle stelle e non solo letteralmente ;))
    altro turno stessi partecipanti ..silenzio di tomba son passata un giorno che non ero di turno ..impressionante ! ..ah le altre insegnanti maestre nella vita . noi scultori /creativi per diletto ..
    ad una riunione le atre insegnanti ci han un po bacchettato perchè con noi i bambini prendono brutta piega ;(((
    risposta mia : a scuola rigidità serve non eccessiva ,ma serve ..quà c'è scritto su manifesto : LABORATORIO LUDICO ..siamo quà per divertirci ..la scuola è un'altra cosa ..
    poi per carità con le maestre tutte cose perfette ,han fatto San Valentino dei cuori superperfetti !
    noi dipinto foglie (vere)..creato mix nuovi colori e molto altro ..quando finito stiamo lì mezz'ora a pulire ..loro già tutto in ordine appena finito ;O !

    dunque non sarei una brava insegnante ..

    ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah
      Saresti una pessima insegnante, ma qualcosa mi dice che i tuoi alunni sarebbero mooooolto felici! ;)
      Però, scherzi a parte, nei laboratori ludici è bene divertirsi, ma magari insegnandogli a moderare i decibel. :))

      Elimina
  8. Se le inventano tutte! La scuola ha una responsabilità: non si può demandare a un bambino il compito di autogestire il proprio rendimento.
    Per me è 👎🏻

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bravissima.
      Altrimenti tanto vale dargli dei libri e farlo studiare in autonomia.

      Elimina
  9. Cara Claudia, non so dove arriveranno con questi nuovi sistemi, spero chi i bambini piaccia.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
     Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so quanto possano essere consapevoli a quell'età.
      Buona giornata a te.

      Elimina
  10. Premesso che non sono una pedagogista e di psicologia infantile non capisco quasi nulla; il pensiero che mi è venuto è che forse i bambini più piccoli comprendono meglio una valutazione fatta con le emoticon piuttosto dei voti. Diverso è il discorso con quelli più grandi, per i quali penso i voti siano meglio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicuramente lo comprendono meglio, ma il punto è che dovrebbero capire che la valutazione spetta alle insegnanti e non a loro...

      Elimina
  11. Non ne capisco il senso, sinceramente. Forse non ci arrivo.

    RispondiElimina
  12. E' molto triste che le pagelle non esistano più.
    Io conservo ancora gelosamente tutte le mie.
    Tempo fa pensai di dedicargli un post. Magari lo farò. Grazie per avermelo ricordato.

    RispondiElimina
  13. Mi ricordo che, i primi voti delle elementari di tutti e tre, erano timbrini con stelline o faccine.
    Per i bambini che non conoscono il 'valore' dei numero non aveva senso dare un 10 o un 5: non lo avrebbero capito.
    Questo per i primi tempi, poi sono arrivati i voti veri.
    Quindi non dico no a una pagella di autovalutazione come questa, se fatta nei primi anni delle elementari.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà anche noi non capivamo le valutazioni, all'inizio, ma i nostri genitori sì...
      Credo che i voti servano più alle famiglie che ai bambini i primi anni. A loro basta spiegare se devono impegnarsi di più e perché.
      Per le competizioni c'è tempo.
      Quindi, a mio avviso, è inutile stravolgere un metodo valutativo al fine di renderli partecipi e consapevoli.

      Elimina
  14. Da quello che scrivi dovrebbero essere i bambini a valutarsi.
    Giudicare se quello che fanno , lo fanno bene.
    Attraverso una faccina.
    Può essere utile..?
    Mah sinceramente non saprei.
    So solo che la scuola viaggia veloce e paragonarla a quando andavo a scuola io non ha senso.
    Le pagelle ormai son digitalizzate , come le presenze ..i voti , i compiti per casa ecc...
    Le pagelle già dalle elementari addirittura , se vuoi conservarle le puoi sempre stampare 😀

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché tu non avevi la pagella alle elementari? Certo che sì!
      Io prendevo tutte A, eccetto che in disegno e ginnastica in cui son sempre stata negata e mi davano B perché D stonava troppo.
      Ahahah
      Una volta presi B anche in religione.
      Quello sì che fu un voto rivelatore.... :)))

      Elimina
    2. Sai che non penso che ai miei tempi mettessero le lettere come voti..(?)😀
      No mia madre non ha mai conservato le mie pagelle anzi fino alla fine delle superiori bruciavamo pure quaderni e libri quanta era la felicità di aver finito con interrogazioni e compiti..definitivamente!
      Conservo i diplomi da qualche parte ma non saprei manco dove e manco tengo voglia di rivederli.
      😘

      Elimina
  15. Le poste, le banche e gli ospedali lo fanno da anni... stesso metodo!^^
    Potrebbe essere un buon sistema di auto-valutazione, metterei due faccine in più.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo fanno fare ai dipendenti, quindi?
      Non ho mai visto nulla del genere e mi viene da ridere al pensiero che esistano questionari di autovalutazione con le faccine anche per adulti. 😅

      Elimina
  16. I vecchi voti! Dallo zero al 10 così non nascono incomprensioni o casini vari

    RispondiElimina
  17. Non ho tempo di leggere tutti i commenti...

    Probabilmente sono una voce fuori dal coro.

    Mia figlia è andata ad una scuola (privata, vivo all'estero) in cui funzionava così all'asilo. Poi alle elementari comunque ti facevano auto-valutare (con una scheda senza faccine).
    Secondo me l'auto valutazione, poi discussa con l'insegnante, è qualcosa di molto educativo.
    Fa riflettere sia i bambini che "chiedono poco" a sè stessi, sia quelli che invece "chiedono troppo".

    Inoltre, è un grande momento di umiltà e riflessione. Di cercare di essere oggettivi verso sè stessi.

    Certo, servono insegnanti degni di tale nome...
    ...ce ne sono in Italia?
    Una parte sì, alcuni li conosco personalmente, sul generico insegnante, invece, non mi pronuncio: ne ho varie di storie.
    Per insegnare ci vuole la vocazione, non il desiderio del posto perché non vuoi andare a sbatterti altrove! Lo so, frase leggermente caustica.

    Sono contenta che la scuola di mia figlia, diversa da quella che frequentai io illo tempore in Italia, mi abbia fatto ricredere riguardo ai "metodi moderni".
    Però so che questi "metodi moderni" funzionano proprio perché gli insegnanti che ha e che ha avuto sono Insegnanti con la maiuscola... li tengo in grande rispetto.

    Non voglio con ciò dire che solo questo metodo funzioni.
    Voglio dire che essere un buon insegnante non è facile, non è da tutti, e "si stava meglio quando si stava peggio" è una vera cazzata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È una cosa che dice sempre mia madre a mio padre..quando questi ricorda i tempi andati .
      Col cazzo che si stava meglio una volta!
      Ecco qualcosa del genere..dice mami😀

      Elimina
    2. Innanzitutto benvenuta.
      Poi, vorrei dirti che concordo con te circa l'inettitudine di molti insegnanti italiani.
      Basti pensare a quelli che maltrattano i bambini (e sono tanti, purtroppo).
      Come ho più volte ribadito in passato, trovo che per insegnare non basti una laurea. Al contrario sarebbe opportuno sottoporre i docenti a costanti test psico-attitudinali e valutarne periodicamente l'operato sotto tutti i punti di vista.
      Sono felice che tua figlia abbia delle maestre speciali, e sì... esistono anche in Italia, ma vanno cercate con più fatica...

      Elimina
    3. Il "si stava meglio quando si stava peggio" è ovviamente un grosso equivoco nel quale cade il 90% della popolazione italiana.
      Poi tendenzialmente più la tecnologia migliora la nostra vita, più questi miglioramenti li percepiamo come routine, quindi finiamo per essere "insoddisfatti".
      Detto questo, in ambito scolastico, anche io a volte penso che la scuola di oggi sia peggiorata rispetto al passato, ma anche quando andavo alle elementari, gli adulti rimpiangevano i tempi delle bacchettate nelle mani, quindi sì, bisognerebbe sempre valutare in modo oggettivo e spesso valutiamo invece il presente in modo soggettivo.
      Io ho solo dubbi sulla capacità di autovalutazione di un bambino, al di là dell'uso o meno di faccine.
      Poi chiaro che le valutazioni degli insegnanti rimangono anche con l'introduzione di questo "esercizio".

      Elimina
    4. Lorenzo ha solo quattro anni e, al momento, è del tutto incapace di capire anche cosa sia un'autovalutazione.
      Nella sua mente è bravissimo a suonare la chitarra, ad esempio, ma non ha mai seguito una vera lezione e si limita a strimpellare nel salotto.
      Quindi credo sia difficile spiegare ai bambini cosa significhi essere bravi o preparati (senza sfociare nella fantasia).
      Fra due anni frequenterà la prima elementare, e allora proverò a capire se davvero l'autovalutazione può essere idonea ad un bambino così piccolo.

      Elimina
  18. Quando andavo a scuola io , in V ci arrivavamo in metà , l'altra metà
    erano ripetenti . Poi esame in V e poi esame d'ammissione alle medie .
    Della mia classe , 3 si sono diplomate e solo una laureata .
    Con la licenza media trovavi lavoro anche in alcuni uffici .

    Le valutazioni erano :Bene , benino , visto . A volte , voto più basso
    5 per arrivare poi anche fino al 10 .

    Sono convinta che nelle scuole dovrebbero esserci insegnati che hanno fatto
    un corso per valutare se LORO sono adatte all'insegnamento .
    Le faccine NON mi convincono ma , staremo a vedere se funzionano .
    Buona serata . Laura . ***

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho appena espresso il tuo stesso concetto in risposta a Io!, senza aver ancora letto il tuo commento.
      Siamo sempre sulla stessa lunghezza d'onda. 😘
      Buona serata a te.

      Elimina
  19. Faccine? Beh sui social sono anche simpatiche, ma non le prenderei troppo sul serio. A scuola no, non mi sembra il caso, l'autovalutazione invece è una cosa che potrebbe rivelarsi utile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Autovalutazione con "bene", "male", ecc.
      In fondo non è così difficile... 😉

      Elimina
  20. mah… mi pare che di faccine ce ne siano già troppe.

    RispondiElimina

Per colpa di chi ne ha abusato, minando l'atmosfera familiare che si respira su questo blog, sono vietati i commenti anonimi, così come quelli polemici e offensivi.
Se non prendi la vita con filosofia e ami mettere zizzania, sei nel posto sbagliato.