lunedì 4 aprile 2022

Relazione tra preside e studente: basta mostri in prima pagina

 

Da diversi giorni, ormai, tiene banco la notizia dello scandalo avvenuto al liceo "Montale" di Roma, dove uno studente 18enne avrebbe avuto una relazione con la preside 50enne.
Considerando che i protagonisti della vicenda sono entrambi maggiorenni, la cosa sarebbe potuta morire lì, senza troppo clamore, e invece i giornali italiani hanno sbattuto la foto di Sabrina Quaresima in prima pagina, rendendo pubblici i lati più oscuri della vicenda.

Ammesso e non concesso che i fatti raccontati siano veri, e che la donna sia stata sedotta e abbandonata dal suo giovane amante, che bisogno c'è di mostrare la sua immagine a chiunque, i suoi dati anagrafici, e tutto il resto?
Non dev'essere già abbastanza umiliante sentirsi usata da un ragazzo che potrebbe avere l'età di tuo figlio?
Insomma, dov'è finito il diritto alla privacy?

I giornali ci marciano fin troppo, per i miei gusti, al fine di accaparrarsi qualche click in più, o la vendita di qualche copia.
Eppure, i casi di cronaca più o meno recenti, ci insegnano che la gogna pubblica può essere molto pericolosa, e portare addirittura chi ne è vittima al suicidio, come accaduto a Tiziana Cantone.

Pertanto, non sarebbe opportuno nascondere l'identità dei protagonisti, se proprio vi è la necessità di divulgare notizie così delicate?
La verità è che questa donna non ha commesso nessun reato, poiché non esiste una legge scritta che vieti ad una preside o ad una docente di avere una relazione con uno studente maggiorenne e consenziente.
Ad essere perseguibile, al massimo, sarebbe lui, che ha diffuso conversazioni private, rendendo il caso di interesse pubblico.
Ma dubito che sarà denunciato per questo.

Spero che la dottoressa Quaresima riesca ad uscire illesa da questo accanimento mediatico, e che magari rassegni le dimissioni per continuare a lavorare serenamente altrove.
Oppure, che rimanga al suo posto, se è quello che desidera.
Spero anche, però, che chieda i danni d'immagine a tutti coloro che l'hanno descritta come un mostro, arrogandosi il diritto di speculare su questa vicenda personale.

Non stupiamoci se, poi, uomini e donne vittime di scandali del genere decidono di suicidarsi.
La colpa è soprattutto di coloro che li giudicano gratuitamente e morbosamente.
Che amarezza!

20 commenti:

  1. Ecco un settore dove la meritocrazia è rara, a proposito di ieri...
    Questi giornalisti dovrebbero occuparsi di ben altre questioni, tipo chiedersi perché esistono ancora contenitori di plastica monouso che avrebbero dovuto essere banditi da un paio di anni, specie alla luce di dati scientifici che dimostrano la presenza mi microplastiche nei pesci.

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    1. Nei pesci, e non solo.
      Sono state trovate persino nel sangue umano.
      Ma preferisco non allontanarmi dal tema del post.

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  2. Io non giudico,ma c'è troppo clamore su questo "caso"e poi parlano di privacy.Buona giornata.

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    1. Infatti ad essere giudicato dovrebbe essere solo l'accanimento mediatico, e non il fatto in sé. Vero o presunto che sia.

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  3. partiamo dal presupposto se maggiorenni e CONSENZIENTI ..quello che fanno sono FATTI LORO!
    sta storia di sbattere il "mostro" in prima pagina ..ma chi scrive non pensa che magari se capitasse loro o loro familiari sarebbe umiliante ??
    poi fosse successo preside e studentessa penso sarebbe passata sotto tono ..
    ripeto chi è maggiorenne e CONSENZIENTE , sopratutto CONSENZIENTE ,rientra nella loro sfera privata ..privata dove ognuno fa ciò che vuole ..al limite deve solo rispondere alla sua coscienza..se sono CONSENZIENTI e non fan male a nessuno ,magari si son innamorati ..o magari era solo una storia di sesso , ma riguarda loro 2 e basta ..
    che poi è la solita storia una donna che frequenta tanti uomini è una puttana ..un uomo che frequenta tante donne è rubacuori ..
    se fosse stato preside a frequentare 18 enne , ganzo !! donna tutti i titoli più brutti possibili ..

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    1. Esatto!
      Oltretutto dello studente non si sa nulla. Come si chiama? Che faccia ha?
      Perché, considerando che è maggiorenne, viene tutelato, mentre la preside violata senza pudore?
      Perché lei è la tr*ia e lui la povera vittima? Che amarezza!

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  4. Il Montale è pure vicino al mio ex liceo. Bravetta regna :)
    Per me la colpa è dello studente, che si è fatto bello coi suoi amici. Purtroppo a scoprire il nome di un/una preside non ci vuole niente, anche se i giornali lo tacessero. Carino invece lo studente a rintanarsi dopo aver lanciato il sasso. E il garante della privacy si è mosso troppo tardi.

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    1. Beh, certamente a scoprire il nome della preside non ci vuole niente, ma sbattere in prima pagina e su tutti i tg nazionali la sua faccia, non mi sembra questa gran genialata.
      Il garante della privacy dorme fin troppo spesso...

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  5. Siamo all'ennesimo episodio , il maschio non si tocca , la donna è
    messa alla gogna . Che schifo !!!
    Laura

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    1. Esatto.
      il maschio al massimo ci fa una gran bella figura, mentre la donna vada al rogo.

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  6. Credo, se poi questa storia è davvero provata, sia una situazione solo poco opportuna per il ruolo che lei ricopre (in teoria se il ragazzo facesse una marachella finisse in presidenza per decidere che provvedimenti prendere e se prenderli, ci sarebbe un conflitto d'interessi) per il resto concordo con te per l'assurdo clamore con cui si sono e si stanno accanendo su questa donna, su questa Preside. Tra l'altro, come ho già scritto in partenza, mi pare che poi in realtà questa relazione non sia nemmeno provata. Cmq invece di vedere il marcio in tante altre questioni politiche e sociali più scomode, tutti si scatenano sul presunto scandaletto di turno. Questi non sono giornalisti e nemmeno giornalai, perchè perfino questi ultimi hanno più dignità di chi si è accanito così; come definirli non so, sono solo esseri ignobili con un tesserino che infangano e disonorano.

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    1. Sicuramente il codice deontologico del giornalista è andato via via scomparendo già da molti anni, ed è anche per questo che decisi, tanto tempo fa, di non prendere il famoso tesserino.
      La verità è che non mi sono mai riconosciuta nella categoria, perché per me l'etica e il rispetto vengono prima di qualsiasi altra cosa.
      Dunque, non avrei potuto fare questo mestiere sentendomi libera di raccontare la verità con i giusti modi.

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  7. Io non so se sia vera o meno la notizia ma credo , comunque , che sono fatti riservati, non vanno sbattuti in prima pagina. I nomi vanno tenuti nascosti, non si possono rendere pubbliche queste storie e rovinare la vita delle persone. Comunque sono fatti loro !!! Ciao e buona settimana.

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    1. Esatto.
      Rovinano la vita. Questo fanno!
      E per quale reato, poi?
      Amare? Ammesso che sia mai accaduto qualcosa tra i due protagonisti.
      Buona settimana a te.

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  8. Stavolta non so, va bene non hanno fatto niente di male, che speculare è sbagliato, però decenza cavolo.

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    1. Decenza o non decenza, questa donna è stata fatta martire su pubblica piazza!

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  9. Mi sono chiesta anch'io che fine abbia fatto il diritto alla privacy. Spero che la preside denunci chi ha divulgato i suoi dati e le sue foto. Riguardo alla vicenda, anche se moralmente discutibile non rappresenta un reati, visto che i protagonisti sono maggiorenni, quindi non vedo il motivo di tutto questo accanimento mediatico. Ah già: siamo un paese bigotto e maschilista, dimenticavo...

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    1. Esatto.
      Soprattutto maschilista. Se il preside avesse avuto una relazione con una studentessa maggiorenne, sarebbe stato figo. O forse pedofilo?

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  10. Il caso non lo comprendo. Lui ha 18 anni, quindi maggiorenne. Se può votare, per quanto mi riguarda può anche avere relazioni con chi gli aggrada. E il fatto che il nome di lei lo abbiano sbattuto in maniera tanto spiacevole sul giornale, mi fa rivoltare lo stomaco.
    Baci.

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    1. Avrebbe avuto un senso se li avessero sbattuti entrambi in prima pagina. Non sarebbe stato comunque giusto, ma almeno equo.
      Invece il maschio viene protetto e la donna gettata in pasto ai leoni.
      Solita italia (volutamente in minuscolo).

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