giovedì 14 aprile 2022

A 102 anni torna in cattedra per un giorno esaudendo il suo sogno

 
Il pregiudizio secondo cui nelle case di riposo gli anziani siano soli e infelici è duro a morire.
Eppure, molte volte, le cose non stanno esattamente così.
La storia che vi racconto oggi arriva dalla Sicilia, precisamente da Caltanissetta, dove nonna Michela Ponte, a ben 102 anni, ha potuto realizzare il suo sogno di tornare in cattedra per un giorno, dopo una vita dedicata all'insegnamento.

L'ex docente è ospite della casa di riposo "Nonni felici 4.0", che già dal titolo lascia ben intendere come possano essere trattati gli anziani.
Nell'ambito del progetto "Un sogno per un giorno", ideato da Rossana Amico (responsabile della struttura), ogni ospite può realizzare un desiderio.
Così, la signora Michela non ha esitato un solo istante nel chiedere di poter tornare ad insegnare, e grazie alla collaborazione dell'istituto "Rosso" di San Secondo, è salita in cattedra con difronte diciassette studenti della prima G emozionatissimi.
L'idea, infatti, ha arricchito profondamente Michela, ma anche i ragazzi, consapevoli del fatto che gli anziani siano una risorsa fondamentale per ciascuno di noi.

La donna ha potuto fare l'appello, tornando a maneggiare un registro dei primi anni Settanta, ingiallito dal tempo, e raccontarsi ai presenti.

Insomma, di sicuro non avrebbe potuto immaginare che, a bordo della sua sedia a rotelle, sarebbe tornata in cattedra alla bella età di 102 anni.
Chissà quali saranno i sogni dei suoi amici.
Intanto, complimenti vivissimi all'intero staff della casa di riposo per aver messo in piedi un progetto così nobile.

Perché non è mai troppo tardi per esaudire un sogno, o per essere felici fino alle lacrime.

27 commenti:

  1. Una bella esperienza. 😊
    Iniziativa lodevole, ne potrebbe uscire un programma televisivo con quel nome... Ma forse meglio tenere lontane le telecamere e lasciare che questi sogni restino magici momenti di realtà. 💖

    Un plauso finale agli staff delle case di riposo, veri angeli senza ali per i nostri cari con tante primavere sulle spalle. 😍

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    1. Purtroppo la cronaca ci ha abituati a casi di maltrattamenti in case di riposo e asili. Perciò tendiamo ad essere diffidenti (io per prima).
      Ma questa storia dimostra quanto il lavoro di assistente sanitario possa essere una missione, anziché un modo per portare lo stipendio a casa, e queste persone meritano tutte le nostre lodi.

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    2. Infatti non si entra in uno staff umanitario per lo stipendio, come anche non si dovrebbe occupare una cattedra per il mero tornaconto economico...
      Vero che ci sono episodi di maltrattamenti, ma le famiglie che hanno avuto la fortuna di avere i propri cari ospitati in strutture decenti (come successo per mia mamma) ne porteranno sempre un caro e delicato ricordo. ☺️

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    3. Aggiungerei alla lista delle professioni che andrebbero svolte solo partendo da una forte passione, quella dell'ostetrica.
      Se l'ostetrica che ha fatto nascere Lorenzo non fosse stata una iena/macellaia, magari mi sarei persino ricreduta sul desiderio di avere un solo figlio.
      E invece conserverò del mio parto il ricordo peggiore della mia vita (dopo la morte di mio padre, ovviamente).

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    4. Non sei la prima che racconta traumi del genere. E' una professione estremamente delicata, che deve andare oltre il compimento del proprio compito, serve empatia, tranquillizzare, rassicurare... Per loro sarà routine, ma per una mamma è un'esperienza nuova, con tutti i corsi preparto che può aver seguito...

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    5. Scrissi un post sulla violenza ostetrica che ho subito. Non ricordo se all'epoca ci conoscevamo già. Magari vallo a cercare.

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  2. Ho sentito anch'io questa bellissima notizia.Tanti auguri a nonna Michela.Complimenti alla casa di riposo che le ha consentito di esaudire il suo sogno.

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    1. Spero che moltissime case di riposo possano prendere esempio da "Nonni Felici". <3

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  3. Il problema è che quegli operatori, o quelle maestre, vengono spostati in una nuova struttura o scuola, dove ricominceranno a fare del male a terzi.
    È proprio il sistema che non funziona. Chi si macchia di certi reati dovrebbe restare disoccupato a vita.
    Ma cerchiamo di pensare solo alle cose belle, perché di brutture ce ne sono abbastanza.

    P.S. Non so se il registro fosse della signora o della scuola. Fatto sta che tornare a sfogliarlo sarà stato sicuramente emozionante.

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  4. Che bella esperienza, vista l'età poi !!! Complimenti alla casa di riposo, per questo bel progetto. Quando insegnavo, anche noi avevamo fatto un progetto di collaborazione fra alunni e nonni , abbiamo realizzato diverse cose , tutti insieme, belle esperienze !!! Ciao

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    1. Magari tornerai anche tu ad insegnare per un giorno, quando avrai 102 anni. 😉😘

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  5. Un gran bel progetto sì, letteralmente d'insegnamento :)

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  6. Bellissima iniziativa , vorrà dire che quando non sarò più autosufficiente
    mi trasferirò a Caltanissetta in quella casa di riposo .
    Desideri ne ho e ne avrò sempre tanti .
    Complimenti a Rossana Amico che ha avuto questa idea "molto umana".
    Buona giornata . Baci . Laura

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    1. Sai che bello trasferirsi in Sicilia.
      Nulla da togliere al nord, ma credo che sia completamente un altro mondo. 😍

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  7. Mitica signora !
    Veramente ..concordo nelle case di riposo non si è solo li ad attendere la morte ..io la vedo come; ok magari il corpo è un po acciaccato ..e devo farmi aiutare ..ma la testa funziona benissimo..ed ho ancora tante cose da esaudire ..sperimentare..realizzare ..
    Come questa signora .
    Buona vita signora Michela!!

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  8. Una bella iniziativa per fare sentire sempre la loro esperienza e per emozionarli ricordando il lavoro svolto, Auguri all'insengrante per un giorno e complimenti alla struttura che ospita gli anziani. Ciao Claudia buona serata e auguri di Pasqua a te e famiglia, auguri a mamma, un abbraccio Angelo.

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    1. Grazie, Angelo.
      Tanti auguri anche a te e alla tua famiglia.
      Un abbraccio.

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  9. Provo commozione nel leggere questa storia. E posso dirti che mi sarebbe piaciuto immensamente ascoltare questa lezione insieme agli altri ragazzi.
    Un abbraccio.

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  10. Sono contenta che la notizia stia facendo il giro (leggo di tante condivisioni e questo mi fa piacere), soprattutto perché, come ti dicevo, conosco molto bene la prof. Ponte. Lei è la zia della mia più cara amica (quella accanto a lei, nella seconda foto, è la figlia, oggi settantenne, pure lei insegnante), siamo cresciute col mito di zia Lina e delle altre sorelle, tutte longeve (pensa che un’altra è stata la mia insegnante di matematica. Oggi non c’è più, ma è morta ultra novantenne). Insomma, vite belle, complete. A Caltanissetta abbiamo una casa di riposo coi fiocchi, visto? 😊

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    1. A Caltanissetta avrete un sacco di altre realtà meravigliose.
      Mi chiedo come tu riesca a vivere così lontano.
      Io non potrei mai lasciare la mia Puglia.
      Potrei essere realizzatissima in qualsiasi altra parte del mondo, ma mi porterei dietro la morte nel cuore.
      E no, non esagero.

      Lunga vita a questa fantastica insegnante e a tutti coloro che hanno permesso che il suo sogno si realizzasse.

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    2. Io, infatti, la morte nel cuore me la porto, ma quando sei costretta a fare una scelta non è che l’alternativa sia migliore. In fondo, si pensa ai figli e loro, col trasferimento, ci hanno guadagnato. Tanto mi basta per fare diventare quella morte... meno morte! 😅

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    3. Sicuro. Per i figli si fa questo ed altro.
      Se un domani domani domani Lorenzo dovesse trasferirsi lontano per lavoro, e mi chiedesse di seguirlo, non esiterei un solo istante, altro che! 😉

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