lunedì 12 ottobre 2020

Donne, siate indipendenti!

 
La scorsa settimana ho letto diversi titoli in merito al maschilismo di Walter Zenga che, in un lungo post sui social, ha dichiarato che il suo terzo matrimonio sarebbe finito a causa della troppa libertà concessa a sua moglie.
Chiariamo. Nessun essere umano dovrebbe dare libertà ad un altro, poiché ciascuno di noi nasce libero di agire e di pensare.
Eppure, nella mentalità di massa, è ancora diffuso il pensiero secondo cui la donna sarebbe subordinata all'uomo, in una coppia e non solo.

Conosco mogli che chiedono il permesso al marito per uscire a prendere un caffè con un'amica.
Confesso, l'ho fatto anch'io in passato.
Il mio ex fidanzato era geloso in una maniera ossessiva, e per evitare di discutere finivo sempre con l'isolarmi dal resto del mondo.
Quando l'ho lasciato, però, ho deciso che nessun altro uomo avrebbe potuto arrogarsi il diritto di dirmi cosa fare e, soprattutto, non fare.
A mio marito, infatti, dico "domani vado a prendere un gelato con Marika", non "posso uscire con Marika, domani?", e lui ovviamente non batte ciglio.

Va detto, però, che conosco anche mogli che chiedono "la paghetta" ai mariti per comprarsi un jeans, o per fare la ricarica al cellulare.
Anche questo, dal mio punto di vista, è gravissimo.

Tutte le donne dovrebbero essere indipendenti.
E lo so che è difficile, soprattutto quando si hanno dei figli piccoli da accudire, ma voglio credere che trovare un lavoretto anche occasionale, non sia un'utopia.

Insomma, care amiche, non sentitevi mai una proprietà del vostro uomo, e cercate di instaurare con lui un rapporto paritario. Oltre a giovarne la coppia, anche i vostri figli cresceranno in un ambiente più sano, e saranno educati alla libertà individuale che prescinde dal proprio sesso, o almeno così dovrebbe essere!

31 commenti:

  1. Da uomo non posso che condividere le parole del tuo post

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  2. Le donne non dovrebbero chiedere la paghetta non perché hanno un lavoro ma perché in una famiglia, soprattutto in una famiglia dove lavora solo uno dei due, le risorse dovrebbero essere comuni e a disposizione di tutti così che nessuno possa umiliare l'altro

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    1. Purtroppo il tuo pensiero è giustissimo, ma si realizza molto raramente.
      Il coniuge che lavora tende ad avere l'esclusiva sul conto corrente.
      Dalle mie parti è così e temo che non sia un problema di mentalità meridionale o settentrionale, ma una forma mentis molto diffusa.

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    2. Ma la soluzione non è trovarsi un lavoretto, magari a nero per pagarsi i jeans, ma cambiare mentalità. È sicuramente la via più difficile ma la più corretta. Soprattutto perché se uno dei due decide di stare a casa la scelta è condivisa e ha delle motivazioni probabilmente giuste.

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    3. Sono d'accordo.
      Anche se cambiare la mentalità di certi maschilisti è davvero un'utopia. 😔

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  3. Se ci pensi, chi non ha "nonni da sfruttare", lavora in due ma paga fior di quattrini a baby-sitter e simili.
    Quindi del secondo stipendio spesso restano solo pochi spiccioli.

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  4. Su Walter Zenga ero rimasto al matrimonio con Roberta Termali... 😁

    Assurdo dover chiedere di fare qualcosa, ma sempre gradito informare ed essere informati su quello che si fa.

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    1. Io non conosco le sue mogli, ma mi vien da pensare che ce ne saranno altre. Ahahaha

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  5. Restare a casa dovrebbe essere una scelta libera e non totalizzante, cioè: io moglie decido di fare la casalinga perché a conti fatti è la scelta più conveniente, tu marito porti il pane a casa ma mi lasci tutta la libertà che voglio e mi sopperisci quando serve. Però sono contraria al conto in comune: basta che uno sia spendaccione o vendicativo (tipo mia madre che in corso di separazione svuotò il conto) o abbia una qualche dipendenza, per mandare tutto in fumo.
    E litigo ferocemente col compagno part time che ha una personalità accentratrice, ovvero vuole che io lo segua in ogni cosa che fa e metta lui al primo posto nei miei pensieri. E odio anche la moglie, che da quando fu licenziata è rimasta a lucidarsi casa e badare alla prole con un lauto mantenimento in una villa senza mutuo, tanto ci pensa lui a campare tutti per poi appoggiarsi a me. Andassero al diavolo.

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    1. Sul conto in comune, anche in assenza di dipendenze varie e problemi, ti do ragione.
      Non ho mai chiuso il conto che avevo da nubile, infatti, nonostante con l'acquisto della casa i risparmi siano limitati.
      Ma l'idea che mio marito sappia anche quante volte al mese metto la benzina (per fare un esempio sciocco) mi infastidisce.
      Quindi preferisco tenere i conti separati, sebbene alle spese domestiche ottemperi lui che, ovviamente, ha lo stipendio fisso, mentre io lavoro sempre a progetto e quindi non ho entrate regolari.

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  6. Ciao io ho altra età..ma spingo sempre donne che conosco ad esser indipendenti ..e non solo economicamente
    Io più di 30 anni fa uscivo la sera ..palestra ..corsi vari ..serate ..non andavo nei bar x aperitivo o altro ma perché non mi piaceva ..e marito mai detto niente ..lui e più pantofolaio ..alla sera è stanco e sta sul divano ..poi economicamente sempre lavorato ..anche ultimi 3 anni che non avevo più lavoro ..me ne son inventata un altro ..ma non è per non chiedere soldi o altro..è per mia soddisfazione personale ..noi abbiamo conto cointestato. Dunque nessuno problema x soldi...
    Pero posso far avvocato del diavolo?
    Conosco donne che neanche con le bombe le faresti lavorare ..si magari tengono la casa ..ma ricordo che chi lavora esternamente..poi è anche casalinga..dunque lavoro doppio.. chi non lavora esternamente ha più tempo magari x chiacchierare con amiche ..caffè al bar ..e altro ancora ..e spessissimo le sento lamentare per questo e quello ...dai su non fate una vita malvagia .
    Pensate a chi è fuori 8 ore e poi rientra e deve riprendere lavoro ..perché anche se si e in 2 c'e sempre qualcosa da fare ..
    La libertà personale è altra cosa .ognuno nasce libero e libero deve vivere!!
    Mi sa che per quello che ho scritto verrò attaccata ...ma e il mio pensiero ..ah il pensiero di una donna che spesso è stata in piazza a manifestare..non in tutta tranquillità..per i diritti delle donne..
    Ciao

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    1. Non potresti essere attaccata, perché hai detto una sacrosanta verità.
      Anch'io conosco molte donne che non vogliono lavorare nemmeno con le cannonate e mi fanno rabbia i mariti che si ammazzano di fatica, spesso con straordinari oltre i limiti della resistenza fisica, per farle vivere come principesse.
      E no, non sono invidiosa. Anzi. Più che altro sdegnata.
      Sin dal giorno dopo il diploma, non ho mai smesso di lavorare, e ne vado assai orgogliosa.
      Oggi faccio quel poco che mi basta per vivere bene, tra il giornale e altre collaborazioni, perché con mio marito abbiamo scelto di non far crescere nostro figlio da terzi.
      Quindi lui sarebbe ben felice di pagare tutto quello che mi serve, ma proprio non riesco a vivere passivamente, perché mi sento inutile, per quanto mio figlio stia venendo su in una maniera meravigliosa che fa invidia a molti genitori.
      Insomma, preferisco darmi da fare, in casa e fuori, semplicemente per una mia realizzazione personale, e non di certo per ragioni economiche.

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  7. Ciao Claudia!
    Secondo me, da un punto di vista economico, il problema è che, dalla crisi del 2008 in avanti, le donne hanno ricominciato ad avere tutti quei problemi lavorativi in più che negli anni '80 e '90 sembravano non dico spariti, ma almeno un po' attenuati. Aziende che richiamano solo gli uomini per le assunzioni, donne rimaste a casa al quarto mese di gravidanza, nidi e servizio baby sitter così cari che se la madre è disoccupata sceglie di restare a casa... tante situazioni remano contro le donne, purtroppo. Essere una madre casalinga è una scelta più che comprensibile di questi tempi, ma in tutto questo, secondo me, è più importante che mai tenere conti separati e ragionare insieme in famiglia, con un rapporto paritario tra coniugi, senza che la donna sia, come dici tu, "sottomessa" al marito, chiedendo la paghetta. Anche la gestione familiare è un lavoro, soprattutto perché comporta un forte carico mentale che non si esaurisce mai (quante neo mamme si svegliano alle 3 di notte pensando "Ho dimenticato di comprare i pannolini"?!?).
    Inoltre un altro problema è il fatto che tanti manipolatori affettivi usano la chiave del "io ti mantengo" per sminuire la donna ed instaurare una sorta di dipendenza.

    Secondo me, come hai detto tu, la chiave di un rapporto sano è l'indipendenza: psicologica ed economica!

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    1. Hai fatto un'analisi perfetta.
      Non avrei potuto fare di meglio.
      Grazie per il tuo contributo.
      Quel "io ti mantengo" mi fa accapponare la pelle.

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  8. L'esempio che ho in casa è di un rapporto assolutamente alla pari.
    Nessun permesso chiesto, mai.
    Mi suonerebbe assurdo sentirlo chiedere, infatti giuro che mi ha fatto strano leggere che tu in passato lo hai fatto. Giuro.

    Moz-

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  9. Hai ragione al 1000%! Purtroppo la mentalità della donna che dipende dall'uomo non è ancora scomparsa, spesso sono le stesse famiglie di origine a portarla avanti. Io ho sempre avuto uno spirito indipendente e sia mia nonna che mia madre lavoravano, quindi con il loro esempio sotto agli occhi non mi ha mai sfiorato il pensiero di poter un giorno dipendere economicamente da mio marito. E anche riguardo al resto, ho sempre informato di quello che avrei fatto, non chiesto il permesso XD

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    1. Effettivamente, l'esempio genitoriale incide moltissimo.
      Mia madre è una donna forte ed indipendente, e sarà merito suo se sono così determinata.

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  10. Discorso giusto, forse non sempre praticabile perché ci sono donne che hanno due o tre figli e il lavoro l'hanno dovuto lasciare e si, per farsi la ricarica o comprare un paio di jeans devono chiedere denaro al marito. Ma non sono soldi guadagnati? si, seppur in casa e non fuori. Con tutto quello che una madre di 3 figli fa, altro che stipendio dovrebbe ricevere!

    Sono anche io per cercare sempre di ottenere e mantenere un rapporto paritario. La donna non è proprietà del padre, del fidanzato o del marito. Io sono mia, come quella bella canzone dei Pearl Jam.
    Buon lunedì.

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  11. Ogni Sabato Io ricevo la paghetta dal marito . Mi stà bene . Questo accordo
    l'ho voluto io per essere indipendente di come spendere i soldi .
    Naturalmente ho un mio gruzzoletto da parte che mi serve per visite private,
    dentista e altro . Non sono una spendacciona . Compro ciò che mi serve ciò
    che è necessario e qualcosina per gratificarmi . Ho accesso al conto in
    banca ma non mi serve . Và bene così , non ho e non mi creo problemi .
    Buona giornata . Laura ***

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    1. L'importante è che le decisioni siano prese di comune accordo.
      Poi va detto, per chi non ti conoscesse, che tu sei l'emblema dell'indipendenza.
      Hai sempre lavorato e viaggiato, sin da giovanissima, senza vivere sulle spalle dei genitori o del marito. 😘

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    2. Hai ragione , dal giorno che sono uscita di casa , per mia volontà ,
      mi sono resa sempre economicamente indipendente .
      Con il matrimonio ho avuto la paghetta ma , saltuariamente ho sempre
      cercato di lavorare . Dipendere economicamente mi pesa ma ,a marito
      va' bene anche così . Buonanotte . L.A.

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  12. Partiamo da Zenga. Secondo me ha sbagliato lui ad esprimersi :D.
    Davvero. E' una brava persona. Voleva dire, probabilmente, che aveva lasciato alla moglie la possibilità proprio di avere spazi suoi, ma evidentemente il rapporto non ha funzionato.
    Da milanista difendo un interista, buffo, eh?
    Detto questo.
    Nella coppia devono esserci degli spazi per il marito e per la moglie da non condividere con il coniuge.
    Ovviamente il legame di fedeltà della coppia è assolutamente sacro.
    Parlo magari del calcetto per il marito, l'uscita con un'amica per la moglie..E' davvero brutto che una moglie debba dire "posso uscire?". Però se torniamo a trent'anni fa, questa era una prassi...la moglie, pur con il lavoro e con una certa indipendenza, era effettivamente costretta a dire "posso uscire con (Amica)", piuttosto che "Esco con (Amica). Magari è una mia considerazione sbagliata..

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    1. Accadeva trent'anni fa, dici bene.
      Ma non possiamo permettere che accada ancora oggi.
      È obbligo morale di ciascun genitore educare i maschi alla parità dei sessi e le donne all'indipendenza.
      Sarò un'idealista, ma per me è questa l'unica normalità possibile.
      E fortuna che vivo nel profondo sud, in perfetta antitesi con la mia mentalità.

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  13. direi incommentabile Walter Zenga...

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  14. Bravissimi.
    Non a caso vi amate da molti anni, e il vostro matrimonio funziona ancora!

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