venerdì 7 febbraio 2020

Quando i social uccidono. E non metaforicamente.

Ho trattato varie volte il tema del cyberbullismo e dei leoni da tastiera, ma la cronaca mi invita a rifarlo.
Leggevo, infatti, che qualche giorno fa un vigile si è suicidato a causa della gogna social a cui era stato sottoposto.
Gian Marco Lorito, agente della polizia locale di Palazzolo sull'Oglio, in provincia di Brescia, non ha retto, quindi, il peso degli insulti e delle minacce ricevute.
Di quale atroce delitto si sarà macchiato quest'uomo per essere processato su pubblica piazza in un modo tanto agguerrito e violento?
Premetto che non vorrei minimizzare la gravità della sua scelta, ma si è trattato soltanto di un parcheggio errato.

Vi spiego.
Gian Marco si reca con i colleghi all'università di Bergamo per seguire un corso anti-infortunistica, ma decide incautamente di parcheggiare sul posto riservato ai disabili.
Il presidente della sezione bergamasca dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi civili, Giovanni Manzoni, per denunciare l'accaduto, scatta una fotografia all'autovettura che, in breve tempo, fa il giro del web.
Ma le pronte scuse pubbliche con annessa donazione in denaro all'associazione da parte del vigile non bastano a spegnere le polemiche.
Lui che viene descritto da tutti come un agente sensibile e ligio al dovere, a cui non sono mancate le onorificenze negli anni, si vede minacciato di morte da centinaia di leoni da tastiera e sbattuto in prima pagina dai giornali.
Così, pochi giorni fa, non regge il colpo e si spara con la pistola di ordinanza nell'auto di servizio.

Gian Marco aveva 44 anni, non quindici, una famiglia, molti amici, una città che gli voleva bene e lo stimava per il suo lavoro.
Eppure, è bastato un unico e, consentitemi, frivolo errore a costargli la pelle.
Se nemmeno un pubblico ufficiale è riuscito a sopravvivere alle minacce del web, pensate ai tanti giovani e adulti che pensano, ogni giorno, di farla finita a causa del verificarsi di questi fenomeni.

Perché i leoni da tastiera non riescono a rendersi conto che dietro quelle foto e quei nomi ci sono uomini e donne con dei sentimenti e delle fragilità?
Volete sapere, poi, il colmo di questa storia? Adesso, ad essere preso di mira sui social è il presidente dell'associazione che diffuse la fotografia del parcheggio. Le minacce di morte non mancano nemmeno per lui.
Quindi, il cerchio sarà infinito?

E' davvero troppo assurdo tutto questo, e mi fa rabbia, moltissima rabbia.
Basta violenza e basta bullismo.
La vita è preziosa. La vostra e quella degli altri. RISPETTATELA.

41 commenti:

  1. Col mio solito cinismo, nutro la certezza che il buon senso non viene recepito dalla gente; bisogna imporglielo per legge. Tutti i webeti leoni da tastiera che hanno condiviso le minacce di morte a quel vigile andrebbero condannati per concorso in omicidio volontario aggravato e farsi quei vent'anni di galera. Tutti. Non bastano le strutture carcerarie? Avanti a fargliele costruire nuove, a LORO, per poi sbatterveli dentro.
    Scusa per il tono duro, ma coi leoni da tastiera (e coi webeti in generale) ho il dente piuttosto avvelenato: questo caso non è l'unico; ogni giorno se ne sente almeno uno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Condivido il tuo tono duro, altro che!
      Effettivamente tutti quegli imbecilli lo hanno praticamente assassinato, e continuano a delinquere cambiando, ora, bersaglio.
      Hai ragione, di questi casi ne sentiamo troppo spesso e mai una volta che vengano presi davvero provvedimenti.
      Credo che alla base di qualsiasi social network ci dovrebbe essere una regola che blocca immediatamente il profilo a chi insulta, e invia la segnalazione alle forzr dell'ordine.
      Ma questa è un'utopia. Purtroppo.

      Elimina
  2. Cara Claudia, tutti dobbiamo ammettere che usando la tastiera solo per criticare non va assolutamente bene, ma che causa dei gravi danni alle persone, le prove le vediamo.
    Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso 

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà si può anche esprimere disappunto senza essere violenti. Le critiche sono costruttive, ma vanno formulate nel rispetto di chi le riceve.
      Ecco, è questo che manca fondamentalmente sui social e nella vita.
      IL RISPETTO.

      Elimina
  3. Conosco la vicenda del vigile... Il cyberbullismo va contrastato con pene certe, come tanti altri reati gravi ma che restano impuniti.

    Allo stesso modo vedo parcheggi selvaggi, togliendo diritti ai disabili, ai pedoni in genere, e gli stessi agenti di polizia intervengono con tutto comodo, quando intervengono.

    Più carceri per i cyberbulli, ma anche più patenti al macero per chi fa lo strafottente con la sua auto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le multe e il ritiro della patente sono il minimo per chi viola i diritti dei disabili, ma resta che un parcheggio non vale una vita.
      Se quest'uomo fosse stato uno stupratore di bambini, sicuramente non avrei avuto pietà per lui (anche se è brutto dirlo).
      Ma nel caso di specie sono rimasta senza parole.

      Elimina
  4. Ma se ormai il carcere non esiste più nemmeno per chi uccide fisicamente qualcuno, di cosa stiamo parlando? 😔

    RispondiElimina
  5. Ho letto questa storia e mi ha lasciato una grandissima amarezza dentro per vari motivi: il "reato" non era certo grave, il vigile si è scusato e ha pagato, doveva finire qui. Ma no, si mette in croce una persona evidentemente troppo sensibile per sopportare una tale pressione. Che poi vorrei vedere tutti questi paladini della giustizia che cosa combinano in vita loro (non dimentichiamo mai la frase "chi è senza peccato scagli la prima pietra").
    Forse conosci già questa iniziativa, ma vorrei segnalartela comunque. E' stata fondata qualche mese fa un'associazione che si chiama Odiare Ti Costa nata appunto per contrastare il cyberbullismo. La trovi qui:
    https://www.odiareticosta.it/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, la conosco e ne ho anche scritto un post.
      Ma temo che non basteranno mille associazioni e persino leggi severe a fermare questi inetti del web.

      Elimina
  6. Concordo con te. Un conto è condannare un gesto con fermezza. durezza ed anche sdegno un altro è minacciare di morte e soprattutto perseguitare sul web solo per il gusto di farlo senza considerare la persona in sé. Come tu hai scritto, lui poi aveva chiesto scusa, fatto una donazione all'associazione e quindi aveva dimostrato il suo pentimento o cmq il suo dispiacere per l'errore commesso. L'ostinarsi ciecamente ed ulteriormente dimostra solo come questi esseri immondi non siano mossi da sincero sdegno ma solo dalla voglia irrefrenabile di sfogare la loro rabbia repressa contro il primo che passa sotto le loro grinfie e non smettere mai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bravissimo.
      Non si tratta di giustizialismo, ma di voglia di sopraffare l'altro, condannandolo a priori e in maniera violenta.
      Ecco, queste persone sono molto più pericolose di quanto non si creda, e non solo per l'istigazione al suicidio.
      La rabbia e la violenza che covano dentro potrà trovare sfogo, prima o poi, con conseguenze gravissime.

      Elimina
  7. Troppo assurdo anche per parlarne, preferisco tacere.

    RispondiElimina
  8. La gente non si regola. A certe persone dovrebbe essere revocato il diritto di scrivere, di votare, persino di fare figli. Scusa la durezza ma sono stufa di leggere di leoni da tastiera che, da dietro uno schermo, insultano persone in questo modo, prendendoci un gusto ben lontano dall'essere sano.
    Mi dispiace moltissimo per questo vigile che non ha retto il colpo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche nel tuo caso la durezza è lecita e condivisibile.
      È assurdo che chiunque si senta autorizzato a distruggere la vita di un altro.
      Assurdo e pericoloso.

      Elimina
  9. Il cyberbullismo va contrastato con leggi appropriate e pene certe, bisogna facilitare i percorsi di denuncia ed accelerare le procedure. Purtroppo, come per altre forme di violenza, il prezzo più alto viene pagato dalle persone più sensibili e fragili...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La macchina giuridica italiana è ancora ferma all'età della pietra.
      Io stessa ho denunciato episodi di cyberbullismo, con non poca fatica, data l'ignoranza ancora dilagante tra gli addetti alla difesa del cittadino, nonché la tendenza a minimizzare i fatti laddove non susssistono maltrattamenti fisici.

      Elimina
  10. Mi dispiace moltissimo per il vigile di Palazzolo, queste cose non dovrebbero proprio succedere!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dispiace a chiunque sia dotato di un minimo di sensibilità.

      Elimina
  11. è una piaga sociale purtroppo sottovalutata, basta fare un giro nei social e a volte anche nei nostri blog e trovi di tutto. Gente che spara sentenze, insulti sotto post di qualunque genere. Poi magari sono padri o madri di famiglia che un bel lavoro, e mentre stanno lavorando proprio sputano sentenze contro tutti.
    Uno schifo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dici bene, Ernest.
      Queste dinamiche avvengono anche sui blog. Questa gente è davvero malata di egocentrismo e manie di onnipotenza, altrimenti non si spiega una talr acredine verso il mondo.

      Elimina
  12. Il suicidio è un gesto estremo: il cyberbullismo riesce a vincere sulla vita? Diamo troppa importanza alla malignità in rete al punto da permetterle di decretare la nostra condanna a morte?
    No, ho profondo rammarico per la vicenda e un'infinita pena per la vittima, ma lasciare che la cattiveria l'abbia vinta è la morte anche della lotta perché le cose cambino. È una sconfitta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il suicidio è sempre una sconfitta, a prescindere dalle ragioni che inducano a compierlo.
      Però sfido chiunque a restare indifferente alle minacce di morte e alle accuse su pubblica piazza. No, non vorrei essere nei panni del vigile.

      Elimina
  13. #odiareticosta!!
    Questo progetto va sostenuto tantissimo!
    Bisogna far capire che anche le parole scritte su di un social possono avere un impatto devastante.
    Chi ne abusa con toni e minacce va punito severamente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come dicevo a Guchi, conosco il progetto e spero che possa davvero servire a qualcosa.

      Elimina
  14. Innanzitutto penso che, se una persona si uccide per questo motivo, qualcosa non va alla base: come fai a dare così tanta importanza agli altri, al loro giudizio, alle loro parole?
    Vero che l'errore esiste ed è persino comico, ma non puoi ucciderti per questo. Io, fosse successo a me (volutamente o meno) ci avrei ricavato pubblicità a rotta di collo, per la mia persona... :)

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma tu sei uno tosto Moz, oltretutto abituato ai bulli del web.
      Anch'io lo sono.
      Ma conosco gente a me molto cara che è corsa in pronto soccorso con un attacco di panico a causa di insulti ricevuti su Fb.
      Ecco... Ognuno reagisce a suo modo.

      Elimina
    2. Verissimo, ma allora il punto non è tanto nell'insulto in sé, ma nella fragilità. Si dovrebbe lavorare su questa cosa, posto che NESSUNO ha il diritto di rovinare la vita agli altri...

      Moz-

      Elimina
  15. Leggendo questo terribile episodio , sono contenta di non avere un blog .
    I cyberbulli sono persone malate che si sentono onnipotenti essendo
    anonimi . Io gli torcerei il collo proprio come alle galline . E' quello
    che si meritano . In quanto al vigile , doveva essere una persona molto
    sensibile e non ha retto agli insulti . Mi spiace molto .
    Non tutti sono come Moz , "coriacei . (Posso dirlo senza offesa ? anzi..)
    Laura

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo con te.
      Non tutti hanno la nostra forza e la spavalderia di ignorare i bulli o di affrontarli a muso duro.

      Elimina
    2. Laura, ciao :)
      Non sono coriaceo e anche io ho vissuto tanti brutti episodi, negli anni. Ma si resiste per non darla vinta a certa gente disturbata (che NON ha mai una giustificazione: inutile parlare di problemi in famiglia per i bulli, si tratta di gente stronza e basta)

      Moz-

      Elimina
    3. Più che d'accordo con te , Moz , non c'è nessuna giustificazione ...
      Buona serata . Laura

      Elimina
  16. Io davvero non capisco come si fà a dare credito a quella povera gente che non ha un briciolo di cervello che si sente forte solo perché è dietro ad una tastiera, sono proprio dei poveri cervelli, ma secondo me si dovrebbero davvero ignorare così la smetterebbero di esistere, buona serata

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anch'io penso che andrebbero ignorate, ma molte volte è più facile a dirsi che a farsi, soprattutto se questi imbecilli sono tantissimi e la vittima è sola.
      Buona serata a te.

      Elimina
  17. L'incauto uso dei social, che per molti versi hanno si aiutato molto, ma hanno fatto dei guasti irreparabili al nostro sistema di vita. Condivido tutto quello che dici, a cominciare dall'uso improprio di tutte quelle manifestazione che si ingigantiscono e che dovrebbero finire in una bolla di sapone. I ragazzi quando fanno una ricerca cosa fanno? Pigiano un tasto, motore di ricerca, stampa e pronta la relazione da consegnare. Quanto era bello sfogliare le enciclopedie si leggeva si faceva un riassunto della notizia si trascriveva amano ecc. ecc. Oggi tutto questo non esiste più! Si l'aiuto che ci danno è immenso ma è immenso anche i danni che fanno. Ciao cara Claudia e buona serata, Angelo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Di sicuro le ricerche sull'enciclopedia cartacea e trascritte a mano ci restavano più impresse.
      Però è vero, come dici, che il web abbia facilizzato gli studi, ottimizzando i tempi.
      Questi leoni da tastiera, invece, sono a mio avviso fondamentalmente poco istruiti e irresponsabili.
      Buona serata anche a te. 😗

      Elimina
  18. Anni fa un ex compagno delle elementari di mio figlio (non di classe, ma facevano doposcuola insieme) si è impiccato a 11 anni. Dal profilo di mio figlio ho guardato il suo su FB e uno o 2 giorni prima di morire aveva pubblicato una sfilza di insulti ricevuti in chat da un altro amico di mio figlio. Lui sostiene che non si è ucciso per quello, ma io i miei dubbi li ho. Questo ragazzino probabilmente non l'ha mai ammesso con se stesso, ma forse a 12 anni aveva una vita sulla coscienza. E io non riesco più a guardare il DVD di fine anno dov'è mio figlio e il poverino stanno affiancati... Ne ho patito più io che lui.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una storia che fa riflettere, data la giovane età dei coinvolti.
      Immagino che a 11 anni non ci si possa manco rendere conto totalmente del male, e quindi nemmeno del suicidio.
      Una dura lezione per il bullo, che sa bene di essere il colpevole di questa cosa, vivrà per sempre male. Non penso, infatti, che non gliene freghi.

      Moz-

      Elimina
    2. La cosa preoccupante è che questi bambini ad 11 anni avessero già un profilo Facebook.
      Se fossero rimasti bambini anche nel mondo del web, forse quel suicidio non sarebbe avvenuto. O no?

      Elimina
    3. Forse no, o forse più tardi se lui era già fragile di suo...

      Elimina

Per colpa di chi ne ha abusato, minando l'atmosfera familiare che si respira su questo blog, sono vietati i commenti anonimi, così come quelli polemici e offensivi.
Se non prendi la vita con filosofia e ami mettere zizzania, sei nel posto sbagliato.