Lo chef che dirige la cucina in cui lavora mio marito mi ha chiesto di scrivere due righe sulla professione del cuoco oggi.
Specifico oggi perché, una volta, le cose non stavano esattamente così.
Chi lavorava in cucina convogliava passione, creatività e guadagno.
Sì, perché gli chef, quantomeno quelli bravi, riuscivano a portare a casa un congruo stipendio.
Fare il cuoco significa lavorare per almeno dodici ore al giorno, senza ferie né permessi, almeno nel periodo di "alta stagione", e spesso non poter nemmeno dar sfogo alla propria verve artistica, perché costretti ad eseguire piatti più o meno banali, imposti dal titolare del ristorante che, troppo spesso, è solo un imprenditore che poco ha a che vedere con l'ambiente enogastronomico.
Venuta meno la creatività resteranno almeno i guadagni, penserete...
E invece proprio no.
Fino a una decina d'anni fa, un cuoco semplice guadagnava anche duemila euro al mese. Adesso, ne incassa a stento la metà.
E i contributi? Potranno ambire ad una buona pensione?
Ma quando mai! Nella maggior parte dei casi i contratti sono stagionali, e quindi per mettere assieme un anno contributivo occorre lavorarne almeno due.
La situazione poi, peggiora se ci spostiamo dal nord al sud.
Noi, ad esempio, viviamo in Puglia, dove non esistono straordinari, festività e nulla.
La situazione poi, peggiora se ci spostiamo dal nord al sud.
Noi, ad esempio, viviamo in Puglia, dove non esistono straordinari, festività e nulla.
Ma cosa spinge, allora, questi uomini e queste donne a trascurare la propria famiglia e i propri sogni per essere sfruttati dall'impresario di turno?
Saranno masochisti? Non credo.
Voglio pensare che in loro arda il fuoco dell'arte, e che non riescano a tenere a bada un talento prorompente.
Un po' come accade, nel mio caso, con la scrittura.
Sebbene i guadagni siano sempre stati bassissimi, e le richieste sconsiderate, non riesco a smettere. Eppure, me lo ripropongo spesso.
In ogni caso, quando pranzate al ristorante, o in un albergo, invece di limitarvi a fotografare i piatti per poter postare la vostra esperienza sui social, chiedete a chi ve li serve di portare i complimenti allo chef.
Almeno, lo aiuterete a credere che, dopo tutto, ne valga la pena...
Confermo, conosco questo mondo e io stesso ho lavorato in cucina durante un anno, per pura passione e amicizia.
RispondiEliminaTanto che a volte ci torno, mi rilassa. Ma sì, non si guadagna molto XD
Moz-
Il guadagno è l'ultimo dei pensieri. Il problema sono le troppe ore al giorno, l'assenza di festività, permessi, ecc..
EliminaE molto altro.
Non invidio la vita dello chef. Ci penso e dico: "la domenica per me davvero non è uno stress lavorare, pensa a uno chef".
RispondiEliminaMi ha colpito l'osservazione sui piatti. E' una cosa che viene messa in evidenza in Cucine da Incubo: i titolari non danno carta bianca allo chef e lo costringono a fare piatti, spesso magari anche improvvisati (tipo la ricetta della nonna): e il ristorante affonda.
Esatto. È come se chiedessero a noi di scrivere un articolo senza metafore, congiuntivi e punteggiatura.
EliminaCosa ne verrebbe fuori?
Un disastro!
Un lavoro duro e di grande responsabilità. Ciao ciao.
RispondiEliminasinforosa
A maggior ragione adesso che siamo tutti allergici o intolleranti a qualcosa..
EliminaBuona serata. 😘
Purtroppo è dura... E spesso le gratificazioni sono lievi rispetto a quanto si fa. Bel post, un abbraccio 🤗
RispondiEliminaAhimè è così in molti settori..
EliminaRicambio l'abbraccio. 😘😘
Immagino che sia proprio una lavoraccio...
RispondiEliminaBuona serata :)
Lo è.
EliminaMa finché arde il fuoco della passione si riesce a tirare avanti.
Buona serata a te. 😁
Vabbè, ma quando torna a casa trova una mogliettina come te!
RispondiEliminaAhahah
EliminaChe dorme, però. 😁😁
È vero, ho conosciuto alcuni cuochi, e molte volte mi hanno raccontato situazioni di lavoro frustranti, che solo allo strenuo hanno mollato. Un po' come per chi scrive :D
RispondiEliminaNoi scrittori facciamo la fame, ma almeno non siamo schiavi di nessuno.. 😉
EliminaL'arte è arte, e in quanto tale richiede passione e sacrificio! Io stimo moltissimo chiunque insegua un proprio sogno e lo porti avanti a testa basta! La realtà che descrivi è molto reale e molto lontana a quella degli chef stellati (che comunque si fanno un mazzo tanto per essere chi sono e sacrificano tantissimo), ma alla fine quello che conta è fare qualcosa che ci appaghi e che ci renda soddisfatti di noi stessi!
RispondiEliminaUn po' come quel proverbio che dice "Ama il tuo lavoro e non lavorerai un solo giorno nella tua vita".
EliminaBuona serata a te e a tutti coloro che riescono a realizzare i propri sogni. 😘
Nella trasmissione "Cucine da incubo" si vedono tutte le fatiche, le frustazioni e lo stress che comporta il lavoro da cucina..e comunque là si tratta di una trasmissione che possono mostrare quello che vogliono. E' vero a volte non ci si pensa!
RispondiEliminaQuelle trasmissioni sono molto enfatizzate, ma gonfiano gli aspetti sbagliati.
EliminaPerò, almeno, aiutano a farsi un'idea di cosa c'è dietro le quinte di alberghi e ristoranti.
La mia ragazza (oh, ci avviciniamo ai 40 ma appellerò noi due a "ragazzi" fino ai 50!) faceva catering, 10-15 anni fa prendevano cifre da capogiro, oggi il minimo indispensabile e spesso ti penti di aver accettato.
RispondiEliminaComunque credevo fosse un post sul caldo... lavorare in cucina oggi, a giugno, con 'sto caldo 😝
Il caldo non l'ho pensato neppure. Lasciamo perdere.
EliminaCucine sempre più piccole per lasciar spazio alla sala, condizionatori inesistenti come spesso, addirittura, le finestre.
Insomma, stendiamo un velo pietoso..