mercoledì 27 giugno 2018

Neomamma si lancia dal sesto piano dopo aver allattato


E' accaduto a Salerno, pochi giorni fa.
Una giovane madre di 24 anni, si è lanciata dal sesto piano dell'ospedale "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona", morendo sul colpo.
La donna era ricoverata in ginecologia dal momento del parto, avvenuto tre giorni prima.

Secondo le prime ricostruzioni dei fatti, pare che si fosse recata al nido per allattare il suo bambino e, al termine della poppata, si sia lanciata nel vuoto anziché rientrare nella sua stanza.
Eppure, i medici sostengono che la donna godesse di buona salute, ma non si esclude che fosse affetta da depressione post partum.

Mi ero già occupata in passato di questo disturbo, e tornerò spesso a farlo, perché resto dell'idea che più se ne parli e meglio è, dato che moltissime donne che vivono con questo peso sul cuore si sentono sole e diverse, ignorando che, invece, presentano una condizione comunissima tra le partorienti.

Quindi, non temete care amiche.
Sebbene la vostra situazione possa sembrarvi irreparabile, sappiate che ne uscirete più forti di prima. L'importante è non arrendervi, poiché la creatura che avete dato alla luce chiede soltanto di essere nutrita e coccolata da quella che, probabilmente, diventerà la miglior madre del mondo.
Non siate troppo rigide con voi stesse.
E ve lo dice una che pretende sempre il massimo da sé, spesso trascurando di poter semplicemente fallire nelle piccole cose, come tutti gli esseri umani fanno.


Potrebbe interessarti: http://www.today.it/citta/suicidio-mamma-ospedale-ruggi-salerno.html
Seguici su Facebook: http://www.facebook.com/pages/Todayit/335145169857930
San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno
Potrebbe interessarti: http://www.today.it/citta/suicidio-mamma-ospedale-ruggi-salerno.html
Seguici su Facebook: http://www.facebook.com/pages/Todayit/335145169857930

24 commenti:

  1. Mamma mia, l'ho sentito ieri al TG... mi ha fatto spalancare gli occhi, chiedendomi cosa le passasse per la testa.
    Speriamo che quando partorirò, non mi butterò dopo aver allattato il mio neonato!

    p.s. scusa se ci scherzo su ma sono fatto così!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Figurati.
      Sdrammatizzare è lecito. Anche se nel tuo caso basterebbe eliminare la birra per partorire..

      Scherzi a parte, non so cosa passi per la mente di queste donne e, per mia fortuna, non posso neppure immaginarlo lontanamente.
      Comunque tornerò sul tema.

      Elimina
  2. Terribile vicenda.
    E adesso chi allatterà quel bambino?

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Spero che il padre abbia la forza di prendersene cura al meglio, aiutato da genitori e suoceri. 😔

      Elimina
  3. Il suicidio è un'idea nascosta nel cervello di alcune persone. Basta qualsiasi scusa per realizzarlo. Del resto è solo una scelta tra il vivere soffrendo e la morte. Si sa che un morto non può soffrire.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi vien da pensare che almeno questa donna ha risparmiato la vita a suo figlio, che potrà diventare un uomo sano, forte e... felice.

      Elimina
  4. Sono tragedie che lasciano senza parole.
    sinforosa

    RispondiElimina
  5. Daul Kim è una modella sudcoreana che inizia una folgorante carriera nel 2006 posando per l’edizione sudcoreana di Vogue. Da lì l’ascesa e le sfilate per le più grandi firme, da Chanel a Dries Van Note, passando per Alexander McQueen. E ancora una campagna per la catena di abbigliamento britannica Topshop.
    Giovedì, un amico l’ha trovata impiccata nel suo appartamento del X arrondissement di Parigi.
    Per me il suicidio ha qualcosa di misterioso.
    Aveva un blog. (iliketoforkmyself.blogspot.com). Ha lasciato scritto come ultimo post: “Dì buongiorno all'eternità”.
    Misterioso perché è un percorso univoco e assolutamente personale, e pertanto incomprensibile. Credo che anche se il suicida lascia uno scritto, resta sempre il motivo vero che l'ha portato a quel gesto. A mio parere la rinuncia alla vita si compie in un attimo ma è frutto di un percorso lungo e doloroso, il motivo vero non è mai solo l'ultimo. Resta lo sgomento di chi resta e non ha saputo o potuto capire. Il senso d'impotenza per quanto siamo vicini e lontani allo stesso tempo.
    Non si sta parlando di sfortuna ma di un atto estremo.
    Il suicidio è solo la sintesi di un percorso che parte da lontano e che giunge a compimento laddove nella vita non si ha avuto la forza necessaria per trovare ancore. Impedimenti all'abbandono.
    Quello che c'era scritto nel suo blog evidenzia il suo non amore per se stessa, il malevolo dualismo protratto fino a quel che si è compiuto.
    Daul era per me un'estranea, eppure mi ha causato una sofferenza identica a quella subita per Tino e Francesco. Non so nemmeno il perché della mia sofferenza per Daul. Forse il suo volto, forse lo sguardo di chi soffre pur vivendo in un mondo apparentemente dorato.


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ricordo questa storia. Me l'avevi già raccontata nel commento ad un'altra notizia di cronaca simile a questa.

      Elimina
  6. Il marito della donna suicida aveva chiesto ai medici dell'Ospedale di lasciare accanto alla moglie qualche parente. Probabilmente conosceva lo stato di salute della donna. I medici si sono rifiutati dicendo che stava benissimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È vero.
      L'ho scritto su Facebook.
      Come al solito in ospedale non danno il giusto peso alle persone ed alle situazioni.

      Elimina
  7. La depressione post parto è il lato oscuro della maternità. Ed è una cosa che mi ha sempre spaventato tantissimo. Così come il ruolo di genitore. E' vero che si diventa bravi genitori sul campo. Ma non è facile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sembra un commento scritto da una donna.
      Ti fa onore che tu abbia una sensibilità tale da parlarne in questi termini. 😘

      Elimina
  8. Ho appreso della notizia tra tg e FB! ... basita è l'unica cosa che mi viene da dire ... purtroppo sono situazioni molto delicate e, quando accadono in questo modo sono ancora più terribili! Non voglio aggiungere altro se non l'immenso dispiacere, perchè risulterei scontata. Buona serata Cara Claudia, a presto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao cara.
      Mi sono andate in blocco le mail e leggo solo ora il tuo commento.
      Effettivamente c'è poco da aggiungere.
      Buona giornata a te. 😘

      Elimina
  9. esulo dal contesto di questo post per dirti 2 cose..
    così ricambio il tuo commento di un mesetto fa..al quale ho pure risposto..
    ho letto per caso su un altro blog che eri stata in coma a 15 anni perciò sono venuta qui sperando di trovare più particolari..
    e sono andata all'archè del tuo blog..trovando la storia di te e tuo padre..per cui hai vinto anche il premio..
    e poi la testimonianza non so se inventata o meno sul bullismo..
    che è un argomento mi tocca nel profondo..
    in quanto mi ha rovinato la vita.
    e per il tuo papà..ecco non per colpa mia..
    non posso dire di avere avuto un papà come il tuo.
    o meglio lo è stato.fino ai miei 10 anni.
    troppo poco.
    poi mio padre è sparito.
    si è dimenticato di me.
    ho provato a farglielo capire in tanti modi..a posteriori..
    ma non capiva.negava.
    ho amato un fantasma.
    un fantasma che da 1 anno non c'è più.per davvero.
    ed io non sento la sua mancanza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La storia di bullismo è vera, ma non autobiografica. Mi è stata raccontata da un'amica.
      Mi dispiace troppo per la tua esperienza.
      Effettivamente, leggendo "Dicembre", hai potuto sapere quasi tutto di me.
      Dicono che dopo la pioggia torni sempre il sereno. Io non ci credo molto, ma lo spero. Per me e per te.
      Ti abbraccio.

      Elimina
  10. Al giorno d'oggi a 24 anni sei ancora una bambina. Non è più come quando i figli li facevano le nostre nonne, che a 18 anni erano già grandi.
    Un bambino è una responsabilità enorme e avoglia a dire che sei pronta, davanti agli altri. Poi ti trovi nel baratro, ti manca il respiro e ti getti dal balcone.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so Sara.
      La verità é che queste tragedie colpiscono anche le 40enni. Quindi deduco che non abbiano a che vedere con la maturità delle vittime.
      Sulla responsabilità di un figlio, però, è tutto vero.
      Il peso si sente.
      A 20 anni come a 30, a 40, a 55.

      Elimina
  11. Oddio! Chissà cosa avrà pensato in quel momento...povero cucciolo, quando sarà grande penserà di essere la causa della sua morte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Spero che chi lo crescerà riuscirà a dissuaderlo da questi pensieri.. 😔

      Elimina

Per colpa di chi ne ha abusato, minando l'atmosfera familiare che si respira su questo blog, sono vietati i commenti anonimi, così come quelli polemici e offensivi.
Se non prendi la vita con filosofia e ami mettere zizzania, sei nel posto sbagliato.