mercoledì 6 giugno 2018

Sapete cos'è la violenza ostetrica?

Da qualche tempo si comincia a sentir parlare più spesso di violenza ostetrica.
In passato, accadeva meno, non so se per paura, omertà, vergogna, senso di colpa.
Io per prima, pur essendone stata vittima, non ho mai denunciato la vicenda, perché quando si partorisce si hanno ben altre cose a cui pensare.
Adesso, però, voglio raccontarvi la mia storia.
Se qualche donna incinta mi sta leggendo, la invito a non proseguire, perché non vorrei spaventarla.

Sono ormai passati due anni e mezzo.
Il mio travaglio è iniziato dopo quasi 48 ore dalla rottura delle membrane, dunque si è trattato di un "parto asciutto".
Premetto che avevo già firmato da tempo per usufruire dell'epidurale, ma solo a travaglio inoltrato mi fu detto che l'anestesista non sarebbe potuta intervenire, per ragioni personali.
Ora.
A prescindere che ti sia potuto morire il gatto, la nonna o tuo marito sosia di Brad Pitt, se garantisci un servizio h24, devi fare in modo di tener fede agli impegni presi.
Vabbé, pazienza.
Niente epidurale. Ce la farò.
Peccato che, per ben 12 ore, l'ostetrica si facesse viva solo per il tracciato, e per accusarmi di non voler partorire, visto che la dilatazione procedeva lentissima.
Insomma, ve la faccio breve.
Dopo 14 ore di estenuanti contrazioni, spinte, paure, lacrime, insulti, urla, e chi più ne ha più ne metta, mi trasferiscono in sala parto, dove intervengono con l'episiotomia
Non vi spiegherò di cosa si tratta, perché non saprei come essere delicata, ma Google saprà istruirvi meglio di me.
Peccato che Lorenzo non si incanalasse a dovere e quindi, per accelerare, la ginecologa mi sia saltata ben due volte sul pancione, con tutto il suo corpo e la sua forza (manovra di Kristeller).
Non era una partita di rugby, eppure così sembrava.
Finalmente, dopo tanta sofferenza, mio figlio ha visto la luce.
Ok, non vi ho spiegato cos'è l'episiotomia, ma sappiate che per ricucire il tutto ho ricevuto ben 40 punti di sutura. Ostetrica e ginecologa ci hanno riso su, dicendo che magari mi sarebbe spettato un panettone.
Ah, per concludere la mia odissea, mi informarono di ritenermi fortunata, perché di lì a poco sarebbero stati costretti ad utilizzare la ventosa, con tutti i rischi annessi e connessi.

Bene, cioè male. Venitemi adesso a chiedere perché Lorenzo sarà figlio unico...
Io in quell'ospedale ho rischiato di morire. La sala parto sembrava un incrocio tra il set di CSI Scena del Crimine e un macello per suini.
Ancora oggi, se ci ripenso, non so come ho potuto rialzarmi.
Fatto sta che per due mesi ero solo la brutta copia della donna forte ed indipendente che sono sempre stata.

Dunque, care amiche, vi chiedo scusa se vi ho fatte inorridire, ma spero che voi avrete la forza di denunciare alle autorità un trattamento del genere, nel momento in cui doveste esserne vittime.
Avvisate i vostri mariti o chi sarà con voi durante il travaglio di raccogliere foto e video dei soprusi ricevuti, e non abbiate paura.
Non sarete sole. Tantissime donne, come me, sono vittime di violenza ostetrica e la solidarietà tra le stesse non verrà meno.
Da qualche tempo, infatti, sui social si è diffusa la campagna #bastatacere, all'interno della quale le partorienti raccontano la loro esperienza.

Intanto, spero che a mio contrario sarete più coraggiose e continuerete a fare figli, magari affidandovi a cliniche specializzate nelle quali sarete donne e non numeri.
Buona fortuna!

23 commenti:

  1. Sono al pc da un pò, devo staccare per andare a preparare cena... ma tornerò a commentare con calma questo tuo post, Claudia.
    Promesso.
    Un bacione.

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    1. Spero che non commenterai per esperienza personale, perché non auguro questo trattamento neppure alla mia peggior nemica. 😓

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  2. Da donna, da infermiera, da infermiera che lavora con le donne in gravidanza e che hanno appena partorito, sono desolata e dispiaciutissima per quello che ti è capitato e hai dovuto vivere! Non ci sono parole e giustificazioni! Grazie per aver condiviso la tua storia sperando possa essere d'aiuto anche ad altra donne!

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    1. Me converrai con me che purtroppo accade troppo spesso.
      Noi donne non dovremmo sentirci sole e basterebbe avere il coraggio ed i mezzi per denunciare.
      Spero anch'io che la mia storia torni utile a qualcuno. 😢

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  3. Quando mia moglie partoriva io con il camice ero dentro la sala parto. Ai responsabili ho detto subito: "Fate le cose bene perché al primo errore chiamo la polizia".

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    1. Gus, con me c'era mia madre che era una volontaria della Croce Rossa, durante tutto il travaglio. In sala parto entrò mio marito.
      Persino io che non ho mai perso lucidità, nonostante tutto, gridavo che avrei chiamato i carabinieri, ma se ne sono infischiati. Immagino che scene del genere accadano ogni giorno, quindi sanno bene che le forze dell'ordine non si muovono per così "poco"..

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  4. Era meglio se non avessi letto quei link (a proposito dei link, ricordi, ahhaah)...Mamma mia...non ho parole. Fa venire i brividi leggere questa testimonianza, perché a volte si pensa che casi di malasanità siano molto molto rari...invece no. Anche se ovviamente ci sono bravissimi medici e infermieri, assolutamente. Come in tutte le cose...

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    1. Ebbene sì, Riky.. So mettere i link, anche se ne dubitavi. 😜
      Scherzi a parte, no.. la malasanità non è purtroppo così rara. E calcola che io sono stata "fortunata", perché almeno Lorenzo non ha subìto danni fisici e psicologici. In altri casi, per via della manovra o della ventosa i bimbi nascono con handicap che si porteranno dietro per tutta la vita..
      Tutto questo per colpa dell'inettitudine di ostetriche e ginecologi che potrebbero fare tranquillamente i macellai (senza offesa per la categoria) piuttosto che i medici.
      Un po' come le maestre che picchiano i bambini.
      Se non hanno più passione e pazienza, perché non cambiano mestiere?!?! 😤😤

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  5. Caspiterina Claudia, mi chiedo come tu e tuo figlio abbiate fatto a sopravvivere! Mamma mia...
    So di altre persone che hanno avuti più o meno lo stesso tuo trattamento ed i danni ai bimbi in certi casi sono notevoli.
    Comunque non credo che diano il permesso per scattare foto sai?

    Hai fatto bene a raccontarlo, lo dovrebbero fare tutti. Soprattutto chi non ha il coraggio di denunciare.

    Ti abbraccio ed auguro una serena serata. Ciao.

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    1. Bisognerebbe farlo di nascosto, infatti.
      Io, per tutto il travaglio ho tenuto il telefono in tasca, mio marito ce l'aveva in sala parto per fare le foto a Lorenzo appena nato (avevo lansial'ansia che ce lo scambiassero nella culla 😓), e nessuno si lamentava.
      Perché non mi badavano proprio, quindi avrei potuto fare qualsiasi cosa.
      Beh, nella prossima vita mi porto anche una microspia.. 😉
      Sdrammatizziamo va.
      Un abbraccio a te.

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  6. Giusto ve ne sono di tutti i tipi...microspie a gogo...😘

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  7. E vabbè, sto gogo` non mi viene stasera...Ahahah...bacio!

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    1. Ahaha
      Tranquilla. Io scrivo certe boiate e odio Blogger che non fa modificare i commenti.
      Quindi gogò non è niente.. 😉
      Buonanotte va. 😘😘

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  8. Cara, scusa se arrivo tardi, ma sono giorni pienissimi.
    Ci tenevo a commentare questo post innanzitutto per dirti che mi addolora sapere che tu abbia dovuto passare tutto questo.
    Non è pensabile che una donna che sta mettendo al mondo un figlio, una cosa così preziosa e meravigliosa, debba essere trattata senza rispetto.
    Non è pensabile che sia messa a rischio la sua vita e anche la vita del nascituro.
    Non è pensabile che ci sia tra medici e paramedici gente impreparata, maleducata, arrogante, superficiale, indegna del camice che indossa.
    Io posso dirti che con i miei due monelli non ho avuto travagli lunghi e difficili come quello tuo con Lorenzo, ma egualmente, pur se al contrario per la troppa rapidità e per il rischio di lacerazione in fase espulsiva, mi è stata fatta l'episiotomia. Io non sapevo cosa fosse e non mi era stato spiegato neppure.
    Non ho avuto grandi conseguenze, ho avuto anche pochi punti e comunque ( a parte forse un'infermiera un pò brusca nei modi) almeno nessuno mi ha maltrattato verbalmente, psicologicamente o fisicamente in altro mosdo. Ma, ripeto, l'episiotomia l'ho avuta e a tutt'oggi non so se fosse realmente necessaria e avrei voluto che me ne avessero parlato prima e non a cosa fatta.
    Di certo è necessario che sempre più donne sappiano, siano più informate. E che chi ha purtroppo esperienze negative come la tua poi ne parli e denunci i fatti.
    Un abbraccio forte, Claudia.

    PS: Il link di questo tuo post lo vado a inserire nella pagina del mio blog intitolata "Vale la pena leggerli".

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    1. Grazie. Che dolce pensiero. Spero che sempre più donne leggano la mia testimonianza (seppur credimi fortemente minimizzata per evitare toni scabrosi), e quella di altre donne maltrattate da questi "medici". Le virgolette perché voglio sperare che i Medici veri, con la M maiuscola, non farebbero mai nulla del genere.
      Buonanotte cara Maris.
      Ti abbraccio.

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  9. Ho l'impressione che dall'altra parte sembri tutto molto facile e prendano poco seriamente le sensazioni e ciò che avviene al corpo di una donna durante il parto. Come se la sua voce non contasse. Come se la sua pelle e i suoi muscoli non dicessero abbastanza. Mi dispiace tanto per ciò che ti è successo. Un abbraccio.

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    1. Posso solo dirti, ma tu lo sai bene, che Lorenzo vale ognuno di quei punti, di quelle umiliazioni, di quei dolori atroci.
      In ogni caso, giusto per stemperare i toni, meglio un'epidurale riuscita a metà che una promessa ma non ricevuta, no? ;)

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  10. Racconto da brividi Claudia, non dovremmo mai vivere esperienze di questo tipo. MAI. Il mio primo parto resta un ricordo orribile e forse proprio la giovane età mi ha spinto ad avere il mio secondo figlio a 25 anni, nato poi con cesareo programmato con mesi d'anticipo.
    Felicissima di aver fatto la tua conoscenza!! A prestissimo

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    1. Invece Lorenzo sarà figlio unico, per mille motivi.
      Ma meglio unico che orfano.. 😉
      (Lo so che è crudo detto così, ma rende l'idea).
      Piacere mio.
      Bacione

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  11. Buon giorno Claudia, è la prima volta che sento una cosa del genere. Lavoro in un grande ospedale a Milano, non come medico o infermiere, che gestisce circa 4000 parti l'anno, se succedessero eventi del genere sarebbe su tutti i giornali continuamente.
    Io credo dipenda molto dalla professionalità di alcune persone.

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    1. Caro Cristiano, tra le mie conoscenze più strette la stessa vicenda è capitata a più donne e in diversi ospedali.
      La verità è che c'è molta omertá nel settore ospedaliero. Troppe cose vengono nascoste.
      Basti pensare ai pazienti che muoiono sulle barelle al pronto soccorso, in attesa di un ricovero, o a quelli ricoperti dalle formiche (notizia di pochi giorni fa, a Salerno se non erro).
      Ecco, in Italia esistono migliaia di medici bravissimi e scrupolosi, ma ve ne sono molti altri incompetenti e senza passione per il camice, che permettono che tutto ciò accada.
      E credimi Cristiano, accade molto più spesso di quanto tu non possa anche solo pensare.
      Purtroppo.

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  12. Semplicemente, non è giusto che accadano certe cose. Per chi lavora negli ospedali è come essere in una catena di montaggio, ma non va bene: ci vuole umanità, empatia, chi ne è sprovvisto farebbe bene a cambiare mestiere.

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    1. Purtroppo l'empatia è una dote assai rara, in tutti gli ambiti.
      Ma qui si tratta, appunto, di umanità.
      Questa gente non sarebbe adatta nemmeno a lavare le scale, perché rischierebbe di mettere lo sgambetto a chi osa scendere durante la pulizia....

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