L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente catalogato la dipendenza da videogiochi come una malattia riconosciuta, con effetto dal primo gennaio 2022.
Quella che ai più potrebbe sembrare una banalità è, quindi, una vera patologia, da affrontare con tutte le premure del caso.
Se n'è discusso durante la 72ª Assemblea mondiale della salute, a Ginevra.
Secondo l'Oms si può essere dipendenti dai videogames sia che si tratti di giochi online e sia di semplici console domestiche.
Devo riconoscere che, prima di aprire questo blog, ho sempre creduto che i videogiochi fossero materia per bambini.
Adesso, invece, so che molti di voi ne sono appassionati al punto da concedersi diverse partite al giorno, senza per questo essere infantili.
Ma come si fa, quindi, a capire quando si tratta di una vera dipendenza?
Il "gaming disorder" viene descritto subito dopo il "gambling disorder" (gioco d'azzardo), ed è definito come "una serie di comportamenti persistenti o ricorrenti legati al gioco, sia online che offline, manifestati da: un mancato controllo sul gioco; una sempre maggiore priorità data al gioco, al punto che questo diventa più importante delle attività quotidiane e sugli interessi della vita; una continua escalation del gaming nonostante conseguenze negative personali, familiari, sociali, educazionali, occupazionali o in altre aree importanti" (cit. Ansa).
Insomma, come in tutte le assuefazioni, è bene cercare di osservare il fenomeno con l'opportuno distacco e consigliare a chi ci circonda di giocare responsabilmente, oppure di riconoscere la propria condizione di dipendenza e di farsi aiutare.
E' importante, infatti, non sottovalutare mai i rischi che si corrono quando si entra in un tunnel del genere.
Quella che ai più potrebbe sembrare una banalità è, quindi, una vera patologia, da affrontare con tutte le premure del caso.
Se n'è discusso durante la 72ª Assemblea mondiale della salute, a Ginevra.
Secondo l'Oms si può essere dipendenti dai videogames sia che si tratti di giochi online e sia di semplici console domestiche.
Devo riconoscere che, prima di aprire questo blog, ho sempre creduto che i videogiochi fossero materia per bambini.
Adesso, invece, so che molti di voi ne sono appassionati al punto da concedersi diverse partite al giorno, senza per questo essere infantili.
Ma come si fa, quindi, a capire quando si tratta di una vera dipendenza?
Il "gaming disorder" viene descritto subito dopo il "gambling disorder" (gioco d'azzardo), ed è definito come "una serie di comportamenti persistenti o ricorrenti legati al gioco, sia online che offline, manifestati da: un mancato controllo sul gioco; una sempre maggiore priorità data al gioco, al punto che questo diventa più importante delle attività quotidiane e sugli interessi della vita; una continua escalation del gaming nonostante conseguenze negative personali, familiari, sociali, educazionali, occupazionali o in altre aree importanti" (cit. Ansa).
Insomma, come in tutte le assuefazioni, è bene cercare di osservare il fenomeno con l'opportuno distacco e consigliare a chi ci circonda di giocare responsabilmente, oppure di riconoscere la propria condizione di dipendenza e di farsi aiutare.
E' importante, infatti, non sottovalutare mai i rischi che si corrono quando si entra in un tunnel del genere.
È un problema serio di cui finalmente si parla da qualche anno ma molto di più va fatto. Servono campagne di sensibilizzazione per i giovani fatte in modo che il messaggio arrivi in maniera convincente e faccia breccia.
RispondiEliminaPerché non scriverne una delle tue poesie?
EliminaSono certa che sarebbero versi molto efficaci.
In effetti ho scritto una poesia sulla ludopatia e mai una su questo tema o meglio in realtà in parte sì quando ho scritto e postato sul blog "Il mondo in una stanza" parlando del fenomeno dell'hikikomori che consiste nel chiudersi proprio fisicamente nella propria stanza aver paura ad uscire e vivere solo sul virtuale. Vedremo se esce la posterò :-)))
EliminaSCRITTA!!! Sarà il post di domani!!!
EliminaWow.
EliminaNon vedo l'ora di leggerla.
A domani, quindi! 😘
Una vera malattia che condiziona molto la mente dei giovani, io se fossi mamma non lascerei mio figlio tante ore davanti ai video giochi, buona serata.
RispondiEliminaNeanch'io lo farei.
EliminaPerò non sappiamo cosa si prova a vivere determinate circostanze.
Magari aiutare i figli è più arduo di quanto non si creda.
Buona serata anche a te.
Esiste anche l'assuefazione da social.
RispondiEliminaOrmai non si vede altro che gente in giro con il viso basso sullo smartphone...
Giustissimo.
EliminaMa non conosco il parere dell'Oms in merito.
credo che qualunque dipendenza sia una malattia.
RispondiEliminagiusta la risoluzione dell'Oms.
Infatti io non sopporto nemmeno la dipendenza dalle sigarette..
EliminaCi sono più dipendenze di quante ne immaginiamo. Vedo gente che tra a tavola tra un boccone e l'altro deve controllare lo schermo dello smartphone se ci sono notifiche, per esempio...
RispondiEliminaPurtroppo capita che si sviluppi la dipendenza dal videogioco quando si è lasciati davanti a una playstation o un computer da piccoli, perché si sta buoni e non occorre impegnare qualcuno a governarci.
Qualche mese fa lessi di una famiglia che da anni non usciva di casa perché viveva di Internet, a uscire era soltanto la figlia più piccola che andava regolarmente a scuola e faceva la spesa: si sono accorti che qualcosa non andava perché la bambina era sempre meno in ordine a scuola, e comprava esclusivamente merendine in grandi quantità.
Chissà cosa innescherà il riconoscimento di questa nuova malattia... Purtroppo penso spontaneamente a chi cercherà di approfittarsene per ottenerne dei vantaggi...
Vantaggi in che senso?
EliminaNon credo che la malattia possa essere considerata invalidante, ad esempio.
Pensavo ad assenze da scuola giustificate dalla patologia.
EliminaAh ecco.
EliminaPer fortuna nulla di serio.
Le assenze a scuola si fanno anche per "motivi personali". L'importante è recuperare le lezioni perse..
Avevo un professore che quando leggeva "Motivi personali" sulla giustificazione dell'assenza di un paio di ripetenti incalliti, asseriva "Che diamine di motivi personali può avere uno come te, se non che volevi fare festa a scuola?!" 😁
EliminaEra uno che ammetteva solo assenze per malattia.
Ahaha
EliminaIo son sempre stata una "secchiona", ma nel senso che avevo la media abbastanza alta, però capitava "spesso" che saltassi la scuola per staccare la spina.
Sulla giustificazione potevo scrivere qualsiasi cosa. Per fortuna i prof. non mi stressavano.
Vedrai se non ci metteranno anche "visione di troppe serie tv".
RispondiEliminaMi chiedo perché, se uno magari legge eccessivamente, sempre immerso nei libri, non può essere considerato malato allo stesso modo...
Moz-
Effettivamente si tende sempre a demonizzare la tecnologia, ma non ho mai sentito parlare della dipendenza da libri, riviste o giornali.
EliminaOttimo spunto di riflessione.
In qualche modo la sindrome di madame Bovary è un malessere causato dal leggere troppi libri
EliminaMa il bovarismo non è una malattia.
EliminaFossimo di più i "malati" di carta stampata...
EliminaNon è una malattia ma è comunque un malessere
EliminaBeh sì. Ad averne di malesseri così .....
EliminaSinceramente non condivido, si parla pur sempre di perdere il contatto con la realtà in modo cronico
EliminaCerto. La mia era ironia.
EliminaSarebbe meglio non subire tutte le dipendenze e i malesseri, ma intendevo che, dovendo scegliere, almeno questo fa meno danni rispetto agli altri.
Beh! Forse il male minore è la dipendenza dai libri , almeno lì impari qualcosa ...Nelle altre dipendenze , dimmi , cosa impari ?
RispondiEliminaBuona serata . Bacioni . Laura
Non impari proprio niente.
EliminaTi fai del male e basta.
Buona serata a te. 😘
quindi se uno gioca da solo è un tossico indipendente? questione di cultura ed educazione, così come si fa con la tv. prima i compiti, poi non più di mezz'ora alla console. giusto o no dichiarare la dipendenza da videogiochi una malattia? tecnicamente lo è, con risvolti e ricadute negative, ma l'oms ha voluto soprattutto lanciare un allarme. se è una malattia c'è una cura e una profilassi. entrambe sono l'igiene mentale, mamma e papà, l'aria aperta, gli amici, la gnagna
RispondiEliminaFino agli amici suonava tutto così educativo e formale.
EliminaPoi ci hai messo del tuo.
Ahah
il benessere porta anche a questo...
RispondiEliminaMi fai ricordare un proverbio molto in voga nella mia città..
Elimina"Quelle le mazzate poche sono"..
A volte penso che una persona che conosco ne sia affetta, ma ho paura di toccare l'argomento perché si arrabbia e diventa un po' irascibile.
RispondiEliminaMi fermo qui, però grazie per averne parlato. Baci.
Purtroppo, in tutti i casi di dipendenza, il malato non è mai consapevole, oppure lo è e tenta in ogni modo di evitare l'argomento.
EliminaQuindi rischieresti di essere aggredita. Verbalmente s'intende.
E' una situazione complessa. Al tuo posto non saprei come comportarmi.
La mia guerra quotidiana!
RispondiEliminaIl problema non sono le console ( wii, ps e compagnia giocante) ma quei diavoli di cellulari e tablet che sono onnipresenti!
Mi chiedo: ma la gente prima come faceva a fare la cacca senza il cellulare?
Delle gran letture delle etichette di bagnoschiuma e shampoo!
Io le ricordo ancora quelle etichette. Ahahah
EliminaAnzi..
Ti confesso che il detergente sul bidet mi aiuta anche oggi nei momenti di difficoltà. 😂😂😂
Meglio questa dipendenza che tante altre...comunque non è una priorità, ci gioco un'ora al giorno, io mi controllo, tutto dipende dalla testa, e se si esagera è giusto prendere provvedimenti.
RispondiEliminaMeglio non avere nessuna dipendenza..
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