giovedì 15 marzo 2018

Michele Ruffino: ancora una vittima del bullismo



Da sempre, il tema del bullismo, e quello della violenza di genere, mi toccano, e non poco.
Qualche giorno fa, su facebook, è iniziata a circolare la storia di Michele, 17enne che ha deciso di suicidarsi, lanciandosi da un ponte nel torinese.
Lo sconforto iniziale ha lasciato spazio alla rabbia.
L'unico interrogativo che mi attanaglia è perché?!
Perché alcuni avvertono l'esigenza o il semplice desiderio di deridere o, peggio, insultare, chi ha già dalla sua un fardello abbastanza ingombrante?
Un paio di mesi fa, a tal proposito, scrissi la storia di Sara, che potrete leggere, se vi va, cliccando qui. Stavolta, però, non esiste nessun lieto fine.
Secondo la mamma, il ragazzo avrebbe deciso di farla finita perché vittima di bullismo, ormai da diversi anni.
La ragione di questi soprusi, sebbene una vera spiegazione non ci sia e non ci debba neppure essere, previa tentar di giustificare il perpetuarsi di determinati atteggiamenti, sarebbe imputabile alla difficoltà di Michele di muoversi.
Pare, infatti, che, in seguito ad un vaccino, dall'età di sei mesi, il ragazzo facesse fatica a coordinare gli arti, e spesso rovinasse al suolo.
Insomma, immaginate di vivere in un corpo che stenta a tenersi in piedi, di essere adolescenti, magari innamorati di una ragazza che nemmeno vi degna di un saluto, e di dover subire, ogni giorno, le angherie dei vostri compagni di scuola.
E' triste, molto triste, pensare che Michele abbia creduto che non potesse esserci un'altra soluzione, se non quella di farla finita.
Adesso, la procura ha aperto un'indagine, grazie alla denuncia di sua madre.
La mia speranza è che i bulli in questione paghino, e non poco.
Ma, più di questo, spero fortemente di non dover più leggere storie tragiche come questa.
Basterebbe, magari, che tutti i genitori insegnassero ai propri figli, sin da piccolissimi, ad amare indistintamente chi li circonda.
Più facile a dirsi che a farsi? Voglio credere di no.
Ciao Michele!

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