martedì 15 gennaio 2019

Università sì o no? Forse è meglio lavorare...

Hanno suscitato non poco scalpore le dichiarazioni di Flavio Briatore al settimanale Oggi, nei giorni scorsi.
Secondo l'imprenditore, infatti, non ci sarebbe alcun problema se suo figlio Nathan Falco non volesse laurearsi, ma l'importante sarebbe cominciare a lavorare subito.
"Meglio che inizi a lavorare e imparare a 18 anni, che a 25 con una laurea inutile.".

Immediatamente il popolo del web e non solo si è indignato, quasi come se il patron del Billionaire avesse bestemmiato.
Eppure, io sono d'accordo con lui.
Quante cassiere del centro commerciale conosco, laureate col massimo dei voti?
Quante commesse? Quanti magazzinieri?
Tanti.
E non sarebbe stato meglio se si fossero inseriti prima nel mondo del lavoro, risparmiando soldi e fatica, e magari riuscendo anche ad avanzare nella carriera, grazie ad anni di maturata esperienza?

Aver lasciato l'università dopo un solo semestre è uno dei pochi rimpianti che NON ho.
Se potessi tornare indietro, lo rifarei altre mille volte.
Eppure, magari sarei diventata una giornalista brillante, un'avvocatessa, o qualsiasi altra cosa.
E invece no.
Io ho scelto di lavorare, per non gravare sulle spalle dei miei genitori fino a praticamente la mezza età, e devo dire che mi è andata bene, perché sperimentando un po' tutti i tipi di lavoro (barista, segretaria, ragioniera contabile, addetta al doposcuola, promoter, centralinista, commessa, giornalista e altro) sono giunta a trovare la mia strada nel settore turistico, per poi potermi dedicare alla mia vita da mamma, grazie ai risparmi accumulati in anni di onorata fatica.

Non so cosa sarebbe stato della mia vita se avessi proseguito gli studi. Magari avrei puntato alla carriera, ritardando di molto la creazione di una famiglia, o forse sarei stata una mamma laureata e disoccupata.
In ogni caso, sono fiera della scelta fatta, ma ciò non toglie che non impedirò a Lorenzo di iscriversi all'università, qualora lui lo desideri.
Ciascun figlio ha il diritto di scegliere (ed anche sbagliare) con le sue gambe.
Che si chiami Lorenzo, Asdrubale o Nathan Falco Briatore.

41 commenti:

  1. Cara Claudia, quella di volersi laureare ad ogni costo, trovo sbagliato.
    Se pensiamo che sono ricercati tanti tecnici di diverse categorie.
    Dimmi cosa serve la tua laurea se dopo non la puoi usare!!!
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Esatto Tomaso.
      Nessuno vuol più fare l'artigiano, ad esempio, eppure la nostra economia ne ha tanto bisogno.
      Buona giornata a te.

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  2. Sono stra-d'accordo con Briatore e non è la prima volta (soprattutto quando parla di Formula 1).
    Briatore non ha parlato male dei laureati, ma del sistema Italia, quello per cui - come ha detto Claudia - i laureati finiscono al Mc Donald's a lavorare...

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    1. Lunga vita, quindi, a chi sa costruirsi la propria strada, con una laurea oppure no!

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  3. Arrivato alla fine del secondo blocco brillantemente, inizio del quinto anno di medicina, avvenne la disgrazia a mio padre e mi fermai lì ufficialmente. No sono riuscito MAI a ricominciare e va bene così perché non avevo più voglia. Mi era passata quando al termine del mio esame di patologia chirurgica -andato benissimo- il prof mi chiese che cosa avrei scelto per il futuro. "Voglio diventare un chirurgo"
    "Suo padre è chirurgo?"
    "No"
    "Un suo parente stretto?"
    "Nemmeno"
    "Allora le conviene cambiare traguardo, perché non diventerà MAI chirurgo".
    Lì terminò in effetti il mio percorso universitario.

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    1. Che schifo.
      Non mi dici nulla di nuovo, ma mi viene una rabbia.
      Solita storia dei figli e figliastri.
      Pensa che io da piccolina volevo diventare avvocatessa. E no, non ho avvocati in famiglia.
      E forse è meglio così. 😉

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  4. La penso esattamente come te e Briatore...Anche io ho mollato dopo 10 esami di psicologia, non ero fatta per studiare e per quell'ambiente e aspettare tutti quegli anni prima di avere un lavoro...certo proprio in quel periodo dopo aver comunicato la decisione di abbandonare l'università mio babbo mi ha offerto una possibilità con un suo conoscente e per la fretta di iniziare la giovane età non ho pensato molto e mi sono buttata in questa avventura che da qualche anno mi sta facendo arrancare non poco, maledicendo di essere in proprio a periodi alterni, perché il mio lavoro mi piace ma latita e quindi è faticoso...Vorrei in certi giorni chiudere e non portarmi certi pensieri a casa...Anche se da quando ho il bambino sto imparando a farmi scivolare tutto di piu' addosso perché non è la cosa fondamentale...Poi vedo che mio marito che è avvocato e gli piace il suo lavoro ma ci sono delle beghe anche lì, e quindi laurea o non laurea purche' si sia soddisfatti di quello si fa...Con la possibilità di poter tentare e come dici te anche di sbagliare!

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    1. Non ricordo di cosa ti occupi, ma di sicuro ogni professione ha le sue beghe, quindi non sono certa che lasciando questa riusciresti a trovare "di meglio".
      Poi, con un nuovo pupo in arrivo, magari una pausa ti farà anche bene.. 😘

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  5. Io non mi sono laureata, pur avendo fatto l'università per due anni.
    Non mi sono laureata perché non ero felice e perché desideravo entrare nel mondo del lavoro fin da subito.
    Non so cos'abbia il web da indignarsi tanto. Il suo è un discorso da padre che vuol mandare il figlio a lavorare presto. Io mi sarei indignata se avesse detto:"non serve che mio figlio si sporchi le mani, i soldi li ho io e posso mantenerlo".
    Quindi alla fine, facciano le loro valutazioni, come qualunque altra famiglia.

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    1. Esatto.
      Pensa se avesse detto "i poveri lavorano. A lui basterà chiedere e gli sarà dato".
      Sembra davvero che la gente s'indigni per nulla, o magari per invidia, chissà..
      Comunque mi pare di capire che anche tu non hai rimpianti nell'aver lasciato gli studi. Meglio così!

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  6. Io sono laureata. Spacializzata, masterizzata... Ma non l'ho fatto per fare carriera, l'ho fatto perchè mi piaceva, mi piace, moltissimo studiare. Sognavo di fare il lavoro dei miei sogni, certo, non è stato propriamente così ma continuo a credere che una laurea, fatta come si deve, con studio e sacrificio, ti forgia alla vita, ti prepara a molte esperienze. è naturale che lo stesso risultato lo si può raggiungere per vie autodidatte, me vi è sempre un sottile filo di differenza... Che poi in Italia il pezzo di carta serva a ben poco è certezza confermata.
    Ciao Claudia!! Ben ritrovata nell'anno nuovo :*

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    1. Sai che penso la stessa cosa degli anni di liceo?
      Anche quelli forgiano. Eccome.
      Comunque non conoscevo tutti questi titoli che hai.
      D'ora in poi ti chiamerò doctor. 😜

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    2. ahahahahah... ma vaaaaaaaa... penso che mi ci chiami solo nonna, con fare affettuoso... E a lavoro mi impunto con gli stronzi, quelli con la puzza sotto al naso...
      - Mi scusi signora/signorina...
      - Dottoressa, prego...
      :P

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  7. Purtroppo il degrado (a livello di aggiornamento, di infrastrutture, di docenti) di tanti Istituti tecnici e professionali, ma anche di altre Scuole superiori hanno trasformato un buon diploma in carta straccia.

    Ormai, sembra che anche per dar via volantini per strada serva la laurea... ed ecco perché i ragazzi si sentono quasi "costretti" a immatricolarsi, spesso per ritrovarsi con un pugno di mosche.

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    1. Per fortuna, però, la laurea è quasi equipollente all'esperienza, tanta esperienza, tantissima esperienza..
      A vent'anni.
      Quindi, ricordatevi di iniziare a lavorare all'asilo, per poter ben rispondere alle esigenze dell'attuale mondo del lavoro..

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  8. Non c'è nulla da stupirsi per ciò che ha detto Briatore . Mi è piaciuta
    molto la frase di Dama Bianca " Non serve che mio figlio si sporchi
    le mani..." Io non sono nemmeno diplomata , per varie ragioni sono
    uscita di casa a 17 anni , mi sono mantenuta , ho studiato , grande
    lettrice e autodidatta , viaggiato in tutta Europa . Imparato molto.
    Su di me sono apparse anche interviste su giornali . Per la mia
    Epoca , ero una mosca bianca . E' andato tutto bene . Lo rifarei .
    Mia figlia , con Diploma , qualche anno di Università , ottimo lavoro
    in Italia , ha lasciato tutto x amore . Ricordate il film :
    Sliding doors ? Poter vedere come sarebbe andata con una scelta
    diversa da quella fatta...
    Happy day Laura

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    1. E perché mai tua figlia avrebbe dovuto prendere una decisione diversa?
      L'amore vince su tutto, continuo a pensarlo, quindi suo marito e la piccola Nora saranno la massima realizzazione dei suoi sogni.
      Quanto a te, prima o poi mi racconterai il contenuto di queste interviste.
      Intanto, mi tolgo il cappello.

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    2. Sto ancora ridendo sul ," mi tolgo il cappello" ....

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  9. Speriamo non valga per tutti quello che ha scritto Vincenzo.
    Io nel mio lavoro ho conosciuto tanti neo laureati in medicina (non solo figli di...) che poi han trovato lavoro , magari non Italia però lavorano.
    Forse ci sono lauree che funzionano e altre no.
    Poi sempre restando nella sanità, se non hai una laurea breve triennale non puoi fare l’infermiere , il fisioterapista, il tecnico di laboratorio o il mio lavoro come tecnico di radiologia.
    Dopo il diploma di scuola superiore non so che porte ti si possano aprire...(?) ma è ignoranza mia.
    Rivalutare il lavoro dell’artigiano quello sì che sarebbe una buona soluzione.
    Ma devi comunque studiare anche lì.
    Comunque l’importante è nonnstare con le mani in mano.
    Pensa uno che non ha voglia ne di lavorare ne di studiare....

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    1. Quelli meritano botte, dai genitori che, troppo spesso, sono i primi a mantenerli senza alcun pudore.
      P.S. Ricordati di passare domani mattina. Save the date.
      Ti aspetto, eh?
      Non puoi mancare proprio tu.. 😘

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  10. Io sono uno di quelli che ha subito per certi versi l'obbligo/oppressione da parte dei genitori di conseguire una laurea...ho mollato l'università anche per questa oppressione che mi distruggeva le giornate. A quarant'anni vivo alcune volte la difficoltà di non avere quel pezzo di carta ma vabbè la vita è andata avanti lo stesso.

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    1. Chissà se la tua vita sarebbe cambiata con quel pezzo di carta, oppure no.
      Magari era giusto che tutto andasse esattamente com'è andato..

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  11. sono d accordo con lui, logicamente se un domani il figlio sarà favorevole a tale proposta di lavorare con lui, ma vidi in tv una sua intervista e a quanto pare vanno molto d accordo e parlano già tra di loro del futuro...chissà....

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    1. Non c'è cosa più bella di un padre ed un figlio che collaborano anche nel lavoro.
      A prescindere dal tipo di professione.
      Quindi auguri a loro.

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  12. Io credo che Briatore possa fare come vuole, così come io posso fare ciò che voglio. Oggi ovviamente tutti abbiamo modo di poter indignarci, o comunque esprimere la nostra, e la giornata deve pur passare in qualche modo xD Alla fine spero che lasci il figlio libero di decidere. Poi se parliamo in linea generale, sì sono d'accordo che oggi ci sono più motivi per non laurearsi che per farlo quasi. Fermo restando che l'istruzione non deve essere solo finalizzata al fare business ma può essere rivolta anche solo alla crescita personale.

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    1. Se gli studi fossero gratuiti, credo che piacerebbe a tutti pensare alla propria crescita personale e culturale, ma siccome costano un botto trovo che debbano avere almeno un riscontro nel mondo del lavoro.
      Però sì, ognuno dev'essere libero di fare come crede.

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  13. Io sono per il lavoro appena possibile. Ma resta una mia personalissima opinione. ;)

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  14. Eccomi qui: mamma e moglie a tempo pieno, con in tasca una laurea in giurisprudenza che sono contenta di aver conseguito perchè studiare mi è sempre piaciuto, anche se non sono mai stata una secchiona.
    Ho fatto l'università con convinzione, dunque. Ma poi la vita e gli eventi che si sono susseguiti, dai più piccoli ai più importanti, mi hanno portato a scegliere di non lavorare e col senno di poi oggi posso dire che è un bene che io abbia il tempo a disposizione per occuparmi di tutto ciò che riguarda la mia famiglia e in particolare ovviamente i miei monelli, con tutto ciò che ruota intorno a loro.
    In ogni caso il mondo del lavoro, vista la situazione specie da noi in Italia e ancor di più al sud, è incasinatissimo. Pr cui se non si è davvero determinati a proseguire gli studi, mettendo in conto di avere davanti anni di sacrifici e poi comunque molte difficoltà a realizzare il proprio progetto, meglio cominciare da ragazzi a cercare un impiego.
    Secondo me sono scelte personali su cui nessuno deve imporre nulla, neppure i familiari stretti. Parlarne sì, ma lasciando sempre la libertà di scegliere... prendendosi anche però tutte le conseguenze e responsabilità che ne derivano, eh!
    Buona giornata :)

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    1. Sei stata inappuntabile, come al solito.
      Che bella la laurea in giurisprudenza. Almeno ti torna utile nella quotidianità, quando sei costretta a fronteggiare le lungaggini burocratiche italiane, immagino.
      Comunque sì, i monelli hanno bisogno di te e tuo marito di una sposa serena e non stressata.
      Va abbraccio forte

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  15. Dipende da persona a persona, io penso che avere una laurea sia il primo passo per ambire ad un lavoro più gratificante (perché più attinente alle capacità di ognunod di noi).
    Ogni anno speso nell'istruzione NON è MAI buttato (se quest'ultima è di qualità).
    Molto meglio fare il cassiere a 25 anni con una laurea, che a 18 con un diploma: almeno quello con la laurea ha provato ad inseguere le proprie ambizioni fino all'ultimo XD

    Bisogna sempre fare il possibile per dirigere la propria vita dove di vuole, non farsi sballottare a destra e sinistra dal vento.

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    1. Hai pienamente ragione, però non nascondiamo che la laurea è un lusso, ormai, che non tutti possono permettersi.
      Come ho già scritto, a tutti piacerebbe studiare per diletto.....

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  16. Io sono d'accordo, in questo momento storico poi, dove più prima lavori e meglio è..

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    1. Eppure ci si indigna ancora quando un ragazzo decide di non iscriversi all'università.
      Manco fosse una sciagura.

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  17. Pur non piacendomi Briatore e non apprezzando come si è espresso, non ha tutti i torti... Il mondo del lavoro qui è difficile, in certi campi ci sono molti più laureati di quanto ne necessita l'economia e non tutti i lavori necessitano di laurea. Ma non mi sento di dire che tutte le lauree sono inutili o che sono fattibili solo per gli abbienti; ci sono università pubbliche con rette molto basse per le fasce più deboli. Se si vuole lavorare e studiare per diletto ci sono università on line dove puoi pagare la retta a rate e per legge il datore di lavoro deve dare un tot di ore di permesso, in modo da poter sostenere gli esami senza prendere ferie.
    A volte volere è potere ;)

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    1. Tutto molto bello, ma temo che queste leggi valgano solo per i dipendenti statali.
      Hai mai fatto la cameriera?
      Hai mai provato, quindi, a chiedere dei permessi al titolare del ristorante?
      Nella vita vera un bel calcio nel di dietro non te lo toglie nessuno, e vai col prossimo candidato.
      Forse sono troppo scettica, perché vivo al sud, ma qui le cose funzionano in questo modo..

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  18. Purtroppo la legge come al solito non sempre è rispettata, ma alcune mie amiche ce l'hanno fatta. Lavoravano come cameriere, una al sud e una al nord, entrambe si sono laureate, con sacrifici (è vero) di entità molto diverse... una lavorava anche dieci, dodici ore, cosa che nessun lavoro dovrebbe ammettere, ma chiedeva giorni liberi, permessi, o semplicemente un cambio di giornata con una collega. Se poi il titolare è marcio e non ti fa neanche cambiare con un collega allora non è colpa del sistema.
    Dipende molto anche dalla persona, io non sarei riuscita a fare entrambe le cose, lei sì, ha la testa più dura della mia xD

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    1. Secondo me, quella che riceveva i permessi era l'amica del nord.
      Perché perdonami, ma vivo in Puglia, mio marito fa il cuoco da vent'anni e non ha mai potuto chiedere nessuna agevolazione..

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  19. Non so se chiedeva permessi, lavorava in turni "comodi". L'altra a Palermo cambiava il turno.
    Probabilmente per i cuochi è diverso, in un ristorante ce ne sono meno rispetto ai camerieri e hanno un ruolo più incisivo, ma qui tiro a indovinare.
    In sostanza, chi vuole davvero può trovare una via, anche se significa trovarla lontano da casa. Chissà poi se ne varrà la pena, è una scommessa...

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    1. Sicuramente il ruolo del cuoco è diverso da quello del cameriere, ma il mio discorso era più ampio e voleva offrire una panoramica sul sistema lavorativo italiano.
      Lo sfruttamento del personale é ormai a livelli storici, non solo nel settore turistico e ristorativo.
      Con e senza laurea.
      Purtroppo.

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