giovedì 6 giugno 2019

Cosa ne penso dell'editoria oggi

Buongiorno amici.
Oggi voglio parlarvi di editoria.
Consentitemi una brevissima premessa. Qualche giorno fa ho ricevuto una mail da parte di un mio caro lettore, in cui mi spiegava di aver scritto un libro che non riusciva, però, a pubblicare.
Quindi, mi chiedeva consigli su come agire.
Vi copio, dunque, un breve estratto della mia risposta, dal quale spero potrà aprirsi un dibattito interessante sul tema.

"Hai scelto la persona sbagliata per un consiglio, poiché la mia considerazione del sistema editoriale italiano è bassissima.
Basti pensare che in Italia esistono molti più scrittori che lettori.
Le case editrici self hanno dato la possibilità a chiunque di pubblicare libri (anche pessimi, ma ovviamente parlo in generale), facendoli sentire scrittori affermati.".

E' proprio di questo che mi piacerebbe discutere con voi.
Avevo già provato ad esprimere la mia opinione in passato, sul blog di un amico, ma ero stata accusata e minacciata da una delle tante blogger e scrittrici fake che popolano la blogosfera.
Se ci pensate, parliamo di gente che usa false fotografie col pretesto di nascondere la propria identità per colpa di chissà quale persecuzione, e pubblica continuamente e-book utilizzando pseudonimi, sperando che qualcuno li acquisti.

Ecco, tutto ciò non accadrebbe con una vera casa editrice, perché, in questo caso, innanzitutto dovrebbero avere un nome e cognome (con tanto di documento di identità) per poter firmare un contratto di pubblicazione e, in secondo luogo, dovrebbero proporre una storia interessante e ben scritta.
Oggi, invece, anche coloro che ignorano le più basilari norme ortografiche e grammaticali, possono auto-pubblicarsi "libri" senza capo né coda, né ovviamente il giudizio di professionisti del settore.
Quindi, per magia, tutti diventano scrittori, e riempiono i siti delle librerie online di fascicoli o volumetti che nessuno leggerà mai, probabilmente, a parte i pochi amici e parenti.

Insomma, in tanti mi avete chiesto nell'ultimo anno perché non provi a scrivere un libro.
Ecco, spero che questo post basti a spiegarvelo.
Di sicuro non mi importa che l'hater di turno mi accusi di non potermi fregiare del titolo di scrittrice, soltanto perché appunto non ho mai pubblicato un romanzo.
Se avessi tempo da perdere e poche decine di euro da "buttare", potrei entrare anch'io nel mondo del self publishing e dare alle stampe decine di libri, ma a che pro?
Per costringere chi mi conosce a spendere qualche euro solo per il gusto di farmi un favore?
Certo, io che una faccia (vera) e un nome (autentico) ce l'ho, probabilmente attirerei l'attenzione anche di qualche lettore "esterno", ma di sicuro non diventerei un'autrice di best seller.

E allora continuo ad occuparmi di narrativa per la rivista che mi ospita, oppure a scrivere su questo blog o sui miei profili social, dove chiunque può leggermi gratuitamente, ed interagire senza problemi.
Dite che sono troppo pragmatica?
Tutti dovrebbero potersi definire scrittori anche senza essere giudicati da un vero editore?

84 commenti:

  1. Ultimamente sembra una moda diventare scrittori, ma preferisco essere in primis lettore.
    Serena giornata.

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    1. Ma come??
      Non ti alletta l'idea di entrare nel mondo degli autori?
      Ti basta pubblicare un fascicolo di trenta pagine, firmato ovviamente "Cavaliere del web".. 😉

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  2. Non sono una grande lettrice ma anche io ho incontrato delle robe scritte da qualcuno che sognava di essere uno scrittore. Ora si trovano facilmente anche per kindle quindi non c'è nemmeno bisogno di rivolgersi ad una vera casa editrice.

    Io non potrei mai scrivere, penso sia una cosa lontanissimissima da me! ^^

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    1. Almeno hai l'umiltà di ammetterlo.
      Qui sembrano tutti grandi letterati, e invece verrebbero trombati a priori da un vero editore.
      Scommettiamo? 😉😘

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  3. sono d'accordo con te. Io credo che il titolo scrittore vada solo a chi campa con ciò che scrive.
    Purtroppi le grandi case editrici pubblicano solo a nomi che attraggano i lettori e danno poca fiducia ai restanti.
    Invece la controparte ti pubblica ma poi resti nessuno perché pretende di vendere i tuoi lavori a cifre irraggionevoli e quindi nessuno ti leggerà mai.
    Dico questo per esperienza personale, infatti sto tentando la via del self publishing su piattaforme come lulù, street libs e altri e nel mio piccolo e con le mie forze qualcosa entra in cassa a differenza dei libri che mi hanno "pubblicato".

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    1. Non conosco le due piattaforme che hai citato, ma immagino che piazzino i libri solo online e senza alcuna campagna pubblicitaria. Giusto?

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    2. No, c'è anche il cartaceo e la publicità se la paghi.

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    3. https://piediscalzianna.blogspot.com/2018/02/self-publishing-vs-editoria-tutto-cio.html

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  4. Io ho un blog anonimo ma giuro che non scrivo libri :)
    Per il resto sono d'accordo ni. Nel senso che presumo che anche nelle case editrici ci sia una corsia preferenziale per raccomandati, che taglia fuori chi magari ha talento. In questo caso credo l'autopubblicazione sia una possibilità. Purtroppo poi c'è sempre il limite umano dell'intelligenza

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    1. Siamo sicure che non pubblichi libri sotto falso nome???
      Se ti scopro ti blocco! Ahah
      Scherzi a parte.
      Ovviamente le grandi case editrici non premiano solo il talento, ma anche la popolarità.
      Quello che molti non sanno, poi, è che in caso di accoglimento della richiesta di pubblicazione, comunque queste chiedono all'autore un contributo spese non propriamente irrisorio.
      Quindi, è anche per questo motivo che molti autori in erba scelgono altre strade.
      Tu, ad esempio, spenderesti duemila euro per pubblicare un romanzo che potrebbe essere letto solo da 50 persone?
      Nel self-publishing il contributo iniziale è di poche decine di euro, dopodiché paghi solo eventuali copie acquistate (che potrai rivendere personalmente) al netto degli sconti applicati all'autore.
      Spero di aver reso l'idea.
      Do molte cose per scontate, perché ho avuto a che fare, per terzi, sia con case editrici "tradizionali", sia con quelle self. Ma chi non ha esperienze nel settore, magari non coglie il senso delle mie parole.

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  5. Che ci siano più scrittori che lettori ahimé è vero... anche se mi fa sempre piacere entrare in una libreria e vedere che è piena.
    Comunque, io sono stato contattato da un editore, pur piccolo (ma è un personaggio noto), e con un altro (in forte ascesa) sto intavolando qualcosa... Non ho idea nemmeno io di cosa succederà, e se succederà.
    Ma intanto, io scrivo.
    E continuo anche a bloggare... :)

    Moz-

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    1. Uhm, potrei intuire cosa stai intavolando...

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    2. Moz, se scrivi un libro anche tu non sarai più mio amico. Ahahha
      Scherzo, ovviamente. ❤

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    3. Sono saggi, a dir la verità.
      Però anche un romanzo (anzi forse un paio, ma ora mi sono concentrato del tutto su una storia!) è in fase avanzata di scrittura... chissà :)

      Moz-

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    4. Tu fai di tutto per innescare il sospetto che in realtà non sei una persona singola ma un "progetto mediatico" in cui sei il frontman che si espone ma che ha tutto uno staff di collaboratori... 😁
      Riesci a fare troppe cose, quando pubblichi il resoconto mensile la mia prima domanda è: quando ha avuto il tempo per fare ciò? E la seconda è: dorme ogni tanto? 😁

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    5. Gas, non sappiamo se dorme..
      Ma di sicuro mangia e beve un sacco.. 😂😂😂

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    6. Franco Battaglia, quando mi conobbe anni fa qui nella blogosfera, mi "accusò" di essere proprio quello che dite.
      Ricordo che mi mandò una mail dove mi palesava il sospetto che io fossi una redazione... ahaha!
      Ci ho giocato su nei primi tre blogpanettoni e poi col personaggio metatestuale di zoM-, un mio clone (ma non clone-blogger o hater, ahaha) che ogni tanto faccio rispuntare fuori nei giochi e concorsi... In effetti sono due anni che non lo riutilizzo! XD

      Comunque, è facile fare ciò che faccio: ho giornate di 48 ore, tutto qui. Non per nulla ho consacrato il mio stesso blog al dio Tempo :)

      Moz-

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  6. Il "caro lettore" citato sono io. :) Grazie del "caro", innanzitutto, è reciproco. ;)

    Non mi definisco uno scrittore, ma un narratore.
    In sostanza io ho pubblicato due antologie di racconti con due differenti editori online, che non approdano in libreria: basso costo, minimo investimento, ma l'autore deve smettere di essere tale e fare anche il venditore di sé stesso. Ottica che, per lo meno l'editore che contattai per una valutazione del romanzo autobiografico che volevo pubblicare, rigettava sostenendo, giustamente, che lo scrittore deve, per definizione, scrivere, e per farlo bene non deve preoccuparsi di altro! Altro che comprende tutto quanto c'è nella concretizzazione di un libro dopo la sua ideazione e genesi. Il mio romanzo, la cui valutazione professionale era offerta acquistando almeno un volume dal loro catalogo, fu rifiutato per due ragioni: troppi errori grammaticali (qualcuno ce n'era, ma definirli "troppi" mi è parso sbrigativo!), e la vicenda era considerata incompatibile con l'età del protagonista (quindi esiste uno stereotipo del protagonista in base all'età?). Come da accordi non mi fu concesso di revisionare e rispedire l'opera (se non riacquistando un altro libro dal catalogo), e tra l'altro non avrei cambiato la storia perché, finale a parte, racconta due anni della mia vita cambiando soltanto i nomi di tutti i personaggi tranne quello che dà il nome al romanzo.

    Contattai anche un'altra casa editrice che propose di pubblicare l'opera senza riserve, a patto che non avesse contenuti offensivi, denigratori, ecc... (ci sta), offrendo all'autore un'intervista di presentazione su un'emittente televisiva privata (orario incognito, quindi può essere anche alle 3 del mattino), e alcuni passaggi radiofonici promozionali. Sinceramente non ricordo se ci sono delle spese da parte dell'autore, ma di sicuro l'editore trattiene tutti i guadagni finché non recupera le spese, e riconosce all'autore una percentuale a partire dalla prima copia successiva a quella di recupero spese. A mio modesto avviso, è una strategia che apparentemente offre visibilità, ma costringe ancora una volta l'autore a impegnarsi nella vendita delle prime copie (che non sono certo una cinquantina ma alcune centinaia) sul territorio nazionale. Ho rinunciato.

    C'è la via dei concorsi letterari, dove spesso sono arrivato in finale ma senza mai vincerli. Sono consapevole che i miei racconti piacciono al pubblico in maniera pressoché unanime, credo sia un peccato che l'editoria sia un settore così blindato.

    Chi volesse leggere un mio romanzo breve (o racconto lungo, a seconda dei punti di vista...) gratuitamente su Internet, può semplicemente cliccare qui; non ci sono pubblicità, non ci guadagno niente da questa condivisione, ma non ci guadagna nulla neppure alcun editore... Che fine farebbero se tutti condividessimo in questa maniera? Una legge che vieti la pubblicazione di testi a titolo gratuito?

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    1. Non credevo ti palesassi.
      Per ragioni di privacy non ti avrei mai citato.
      Comunque la tua testimonianza è un po' la prova del mio discorso.
      Fai bene a condividere gratuitamente i tuoi scritti, tanto auto-pubblicandoli non ci guadagneresti comunque. E non perché non siano interessanti o ben scritti, ma perché gli introiti sono davvero ridicoli.
      La legge che ti vieti di farlo non esiste (ancora).
      Chissà che non la inventino....

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    2. Ero indeciso se palesarmi o meno. Diciamo che ultimamente sono consapevole di non aver nulla da nascondere, anzi il mio nome incensurato (a parte due multe sull'autobus per ragioni comunque discutibili, e in ogni caso regolarmente pagate) più gira e meglio è.

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    3. Potrebbero fare la legge, ma mica possono poi impedire che magari tali racconti brevi o lunghi vadano sui blog, ad esempio!
      Ottimo excursus sulla tua storia editoriale...
      Io sono stato pubblicato su una antologia e non ho neppure mai comprato quel libro... ahah! XD

      Moz-

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    4. Gas, non ho capito se l'autobus lo guidavi. Ahah
      Dalle nostre parti esistono le multe sull'autobus?
      Mi è capitato raramente di beccare un controllore, sai? Ma il biglietto l'ho sempre fatto.

      Moz, anch'io sono presente in un'antologia, ma la possiedo solo perché me ne furono regalate tre copie, altrimenti addio.. 😂😂

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    5. Impedire che vadano sul web no, ma farli rimuovere tipo certi video da YouTube sì. 😕
      Già immagino la cosa: il brano non è collegato ad alcuna forma di pagamento per la sua fruizione e, siccome lo Stato non può percepire una tassa su un pagamento inesistente, te lo toglie forzosamente.

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    6. Speriamo di no, perché così farebbero prima o poi chiudere pure i blog! XD

      Moz-

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    7. Le multe le presi come passeggero.
      Nel primo caso mi rifiutai di obliterare il biglietto perché l'AMAT, azienda del trasporto pubblico di Taranto, era reduce da uno sciopero selvaggio del quale non fu data notizia ad alcun mezzo d'informazione causando più disagi di quanti ne fossero consentiti da uno sciopero "legittimo".
      Nel secondo caso ero provvisto di abbonamento a fasce orarie dell'AMTAB, l'azienda del trasporto pubblico di Bari, ma ero sull'autobus cinque minuti prima dell'inizio della fascia e trovai stupido saltare la corsa per aspettare l'autobus successivo che non sarebbe passato di certo prima di 15 minuti... A me il controllore fece la multa, mentre lasciò correre una mandria di teppisti minorenni che erano privi di titolo di viaggio... Non ho augurato belle cose a quel bastardo in divisa...

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    8. Moz, hai dimenticato l'assurda legge in cui bisognava rendere conto dei contenuti del proprio spazio web allo Stato, inviandone copia? Se hanno pensato quello, figuriamoci se si fanno scrupoli a chiudere dei blog.

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    9. Sono leggi distopiche che servono per spaventare chissà chi...
      Comunque, dovevi far presente che anche i ragazzini avrebbero dovuto prendere la multa!

      Moz-

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    10. L'ho fatto presente al controllore, mi ha risposto dicendomi che il sindaco avrebbe vietato loro di toccare minorenni e rom sui mezzi pubblici, aggiungendo "Si informi!"
      Gli ho risposto a mia volta che il suo non era comunque un atteggiamento onesto, dato che a me staccava una multa mentre intanto era in vigore il mio abbonamento, mentre a quei 10 o 15 ragazzini manco chiedere... Ora prendo l'autobus a Bari solo se per estrema necessità, cerco di spostarmi a piedi (faccio tranquillamente anche tre chilometri di fila a buon passo), o se troppo lontano prendo l'auto.

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    11. Eheh il classico controllore cagasotto. Speriamo continui a cagarsi sotto per tutta la vita.

      Moz-

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    12. Posso dirti che dopo alcuni mesi non l'ho più visto...

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  7. @gas
    un tuo libro ce l'ho anch'io, con tanto di dedica 😃😃

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  8. @claudia
    per caso hai visto un video di una tizia bionda che circola su facebook?
    costei dice che ci sono più scrittori che lettori perché gli editori sono costretti a pubblicare tanti libri, per rientrare nei costi dei soldi che chiedono in prestito alle banche...

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    1. Non so di quale video parli. Linkamelo, magari.

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    2. Non ho capito se è dispregiativo, ti chiedo di chiarirmelo se puoi, grazie.

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    3. https://www.facebook.com/BookBlister/videos/2294281787297967/?app=fbl

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    4. Grazie Alessandro. Lo guardo subito.

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  9. Ti prego di non parlare di case editrici self, è un ossimoro, sono piattaforme per rendere disponibili le proprie opere. Questo senza giudizio di merito tra editore e self ma sono cose molto diverse e come tali vanno trattate. Anche la tua analisi sull'editoria a pagamento è un po' fumosa. Scusa ma sono un'autrice e leggere un post e dei commenti un po' privi di basi mi fa alzare il sopracciglio.

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    1. Benvenuta tra noi, allora.
      Sarebbe bello se ci dicessi cos'hai scritto e per quale casa editrice.
      Vorrei capire dove la mia analisi non sarebbe corretta, e diffondere delle informazioni più idonee.

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    2. Case editrici self non esistono, o ti affidi a una casa editrice o pubblichi in self.
      Da un tuo commento sembra che ogni editore abbia un canale a pagamento e uno gratuito x pubblicare, non è vero, ci sono tanti editori Free e validi, certo è un settore schizofrenico ma dalla tua analisi sembra pure che chiunque voglia pubblicare sua una persona super ego dotata è così non è.

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    3. Guarda non mi di far marchette, vengo dal.blog di Marina, trovi il.mio blog linkato nella sua side bar, ha il mio stesso nome e da lì puoi scoprire chi sono e cosa ho pubblicato, grazie.

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    4. A quale commento ti riferisci?
      Hai ragione nel dire che non esistono "case editrici self". E' un termine che ho usato impropriamente, per far capire ai lettori di cosa stessimo parlando.
      Per quanto riguarda il super ego è una tua valutazione personale. Non mi sembra di aver parlato di nulla del genere, tanto che in famiglia ho autori che hanno pubblicato libri con case editrici, ed anche col metodo self.
      Resta che non mi hai detto cos'hai scritto. Mi avrebbe fatto molto piacere con chi mi sto relazionando.
      E immagino che anche i miei lettori sarebbero stati felici di dare un volto alle tue obiezioni.

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    5. Ma no. Quali marchette? Ci mancherebbe altro.
      Era stata una mia richiesta, e quindi in qualità di "padrona di casa" non avrei ovviamente pensato ad una tua trovata pubblicitaria.

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    6. *ovviamente ho saltato capire. "mi avrebbe fatto molto piacere capire con chi mi sto relazionando".
      Diciamo che adesso lo so, perché ho controllato sul blog di Marina.
      Purtroppo non conosco né te e né le case editrici con cui hai pubblicato, ma se sei riuscita a farlo senza versare un contributo spese iniziale (anche piuttosto oneroso), sono felice per te.
      Ecco, magari potrai dare qualche indicazione a Gas, che potrebbe seguire il tuo esempio.

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  10. Me lo chiedono anche a me di scrivere un libro, ma se non è un bestseller che gusto ci sarebbe :D

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    1. Scrivilo!
      Così potrò recensirlo e stroncarlo, come fai con i miei film preferiti.. 😂😂😂

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  11. Scusa, non intendo andare avanti finché Alessandro lassù non mi avrà risposto.

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    1. Capisco. Non so dirti se e quando lo farà.
      Non ho contatti diretti con lui, altrimenti sarebbe stata mia premura sollecitarlo.
      In ogni caso, mi pare che il suo commento esuli dal nostro discorso.
      Il video l'ho visto, e mi è sembrato ben fatto.

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    2. ciao Sandra, io mi sono limitato a segnalare un video, non sono entrato nel merito della questione...

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    3. No, tu hai scritto una tizia bionda, questo è il punto, qualificare una persona in base al suo aspetto fisico e non alle sue competenze la svilisce

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    4. stavo solo descrivendo il video, a beneficio di Claudia, prima che lei mi chiedesse di mettere il link, purtroppo non mi è venuto in mente di farlo subito, come altre volte...

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  12. Non ho pagato nulla. Buona giornata

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    1. Ottimo.
      Indirizzerò Gas, allora, verso lo stesso editore, sperando che riesca a portare a termine il suo obiettivo.
      Buona giornata a te.

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    2. Eh sì, ma se non si paga nulla perché non viene esplicitato sul sito dell'editore? Mica è un dettaglio da poco, bensì una caratteristica che dovrebbe stroncare la concorrenza. Tentare non mi costa nulla, ma temo che finirà col solito "Lo sapevo..."

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  13. Quando facevo la quinta superiore una casa editrice ha pubblicato alcuni miei racconti in francese, per bambini, con schede didattiche annesse: mi posso considera autrice pure io??
    Scherzi a parte: la scrittura è una cosa seria. Da bulimica lettrice, tanto di cappello a chi riesca a mettere su carta quello che gli frulla in testa . Non è per tutti: come non tutti i cuochi sono stellati, come non tutti i calciatori giocano in nazionale....
    E' la solita annosa questione del: io sono o io faccio?

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    1. Giustissimo.
      Pensa che ti stai rivolgendo ad una scrittrice senza libri, moglie di uno chef senza stelle.
      Non potevi scegliere esempio più calzante.. 😉

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    2. Ah, e per la cronaca figlia di un ex calciatore mai approdato in serie A.
      Ahahah
      Ma come hai fatto?!?!

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    3. Perché non sono scrittrice ma sicuramente strega!

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    4. Mi ricorderò di trattarti bene, allora.
      Non si sa mai.. 😜

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  14. Con me, a proposito del selfpublishing, sfondi una porta aperta: mi sono resa odiosa in più di un’occasione nel mio blog parlandone da detrattrice assoluta. È un calderone dove arriva di tutto ed è difficilissimo trovare l’opera di qualità, perché viene sommersa letteralmente dalle orribili prestazioni letterarie di chi vuole fare lo scrittore per caso, convinto di essere lo scrittore per sempre.
    Scrivere è tante cose e non è solo pubblicare. In questo credo che le case editrici offrano maggiori garanzie, con tutti i limiti e le critiche innegabili su come funzioni la macchina editoriale.
    Il video di CB Mazzotta l’ho visto anch’io: dobbiamo essere capaci di valutare le nostre potenzialità, perché il mare magnum di scritti che non si affidano al self confluisce nelle redazioni delle case editrici, determinando una mole di lavoro inimmaginabile e allora è giusto che una professionista seria e stimata metta tutti di fronte alla realtà, seppure scoraggiante.
    Sandra è una scrittrice che ha sudato sui libri che ha scritto, si è affidata a persone competenti, si è messa in gioco, ha sperimentato la delusione, ma anche la gratificazione di tante pubblicazioni andate a buon fine.
    Non so da cosa dipenda la realizzazione di un progetto scrittorio, tanti sono i fattori, ma di sicuro la costanza, la determinazione, l’umiltà e la continua certezza di non sentirsi mai arrivati sono quelli più determinanti.

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    1. In realtà avrei preferito che Sandra avesse aggiunto qualche dato, sulla base della sua esperienza.
      Ho visitato il sito del suo editore, e letto un paio di interviste, ma non mi è sembrato molto dissimile dal self-publishing.
      Ho letto, infatti, che i libri vengono diffusi nelle librerie solo su esplicita richiesta dell'esercente e venduti prevalentemente su internet, ed in particolare su Amazon.
      Non mi è sembrato, inoltre, che la casa editrice organizzi delle presentazioni del libro o campagne pubblicitarie.
      Insomma, mi pare che l'autore debba vendersi i libri da solo, un po' come accade nel circuito self.
      Ovviamente le mie valutazioni non sono frutto di una ricerca approfondita, e potrei dire cose non vere..
      Per questo sarebbe stato bello ed utile conoscere il parere di chi ha esperienza diretta in merito.

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    2. Rispetto a questo argomento mi trovo pari pari in accordo con Marina, avrei detto più o meno le stesse cose con le stesse identiche parole.
      Soprattutto: "Non so da cosa dipenda la realizzazione di un progetto scrittorio, tanti sono i fattori, ma di sicuro la costanza, la determinazione, l’umiltà e la continua certezza di non sentirsi mai arrivati sono quelli più determinanti."

      L'autopubblicazione è qualcosa che sinceramente non mi ha mai attratto, piuttosto preferirei la via dei concorsi letterari, per quanto siano pilotati da conoscenze e spinte.
      Vero è che al giorno d'oggi fin troppo semplice risulta sentirsi ed acclamarsi scrittori. Tuttavia, ragazzi miei, uno scrittore, uno vero, lo si riconosce sempre, o no? Che si sia autopubblicato oppure no...

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    3. Lo si riconosce, sì.
      A maggior ragione se a tesserne le lodi sono terzi.
      Perché oltre all'auto-pubblicazione mi pare ci siano molti auto-elogi ormai.. 😉

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  15. E la selezione dei manoscritti? E l'editing professionale fatta al mio testo gratuitamente da goware?
    Ma ti pare il modo di gettare fango su cose di cui non sai nulla con paragoni senza fondamento?

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    1. Cara Sandra, mi sembra che tu stia prendendo la vicenda troppo sul personale.
      Chi ha gettato fango sul tuo editore?
      Mi sono limitata a riferire quel che ho letto in merito, precisando che sicuramente c'è molto altro di cui non sono a conoscenza.
      Credo di non aver offeso nessuno.
      Oltretutto, come si dice, sono responsabile di quello che dico, non di ciò che gli altri interpretano.
      "Gettare fango" è un'accusa abbastanza pesante, non trovi?
      Pensa che non avevo neppure citato il nome della casa editrice, proprio per evitare di "screditarla".
      Hai fatto tutto da sola. Complimenti.

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    2. Anche uno degli editori con cui ho stampato io mi ha realizzato la copertina gratuitamente facendomela scegliere fra tre, e sistemato la formattazione del testo in paragrafi, che poi ho chiesto io di rimettere com'era... Ho dovuto "soltanto" acquistare a metà prezzo di copertina quattrocento copie del mio libro e possibilità di vederlo in libreria se:
      - ce lo portavo io riuscendo a prendere accordi coi singoli librai;
      - qualcuno lo notava su Internet e, anziché acquistarlo online, lo faceva ordinare alla libreria di fiducia.
      In entrambi i casi visibilità sugli scaffali = zero!
      GoWare in fatto di presenza dell'opera in libreria adotta una politica simile, e sinceramente investirei qualcosina se l'editore mi portasse il libro in libreria, invece di avere un servizio gratuito (di cui sul sito non trovo traccia) ma che mi lascia visibile soltanto nel sito dell'editore e di altri siti collegati.

      L'altro editore, più spartano, mi ha offerto solo l'ISBN e una mascherina su cui sovrapporre la copertina tenendo conto dello spessore del volume in base alle pagine. Nessun obbligo di acquistare copie, ma primo eventuale acquisto con uno sconto fino al 50%. Magari per un narratore "puro" sarebbe dura ma avendo una certa disinvoltura col pc ho affrontato la cosa, con l'aiuto non indifferente di un disegnatore professionista.

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    3. Grazie Gas, se no sembra che io farnetichi.
      Oltretutto non ho mai pubblicato un libro, nè intendo farlo, quindi non ho nessun interesse a sparare a zero su un metodo di pubblicazione piuttosto che su un altro..

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  16. Si Sandra ...ma scusami credo che quello che interessi a noialtri porelli 😀 e il sottoscritto è solo un lettore: ma ci campi scrivendo libri?
    I tuoi libri si vedono nelle librerie o solo su Amazon?
    Sei soddisfatta della tua storia” editoriale”?
    Perché qua ci son tanti che scrivono pochi che pubblicano almeno quei pochi vorrei saper se economicamente son soddisfatti?
    Scusami la domanda terra terre...
    Massimiliano

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    1. Dubito che si possa vivere degli introiti derivati dalla pubblicazione di libri presso case editrici minori o attraverso il self-publishing, ma magari mi sbaglio anche qui.
      Nel caso, ben venga.

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    2. Vivere magari no, ma non credo farebbero schifo a qualcuno quei 200 o 300€ mensili di profitti sul frutto del proprio intelletto/fantasia. 😊

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    3. Assolutamente.
      Ma non credo possa bastare per vivere come chiedeva Max.

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  17. Scusami mi son espresso male.
    Tanti scrivono , tanti riescono in una maniera o nell’altra a farsi pubblicare ma effettivamente quanti vendono e riescono a trasformarlo in un lavoro a tutti gli effetti?

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    1. L'avevo capito perfettamente, ma non credo che Sandra ti risponderà.
      Aspetteremo.

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  18. Risposte
    1. Un'autrice italiana che mi pare non abbia fatto fortuna, altrimenti non sarebbe qui a perdere tempo, e che si sente troppo chiamata in causa in questo post.
      Ma non chiedermi perché..

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  19. Ciao Claudia io ho un blog di soap opere inventate da me, ti sembra giusta o sbagliata la mia idea? Questo è il mio blog https://lesoapoperedimaryeconny1983.blogspot.com/?m=1

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    1. Non ho capito l'attinenza col mio post.
      In ogni caso, non sono nessuno per giudicare le idee alla base dei blog altrui.
      Oltretutto non amo le soap opera, quindi non potrei esprimere un parere.

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  20. Ho scritto qualcosa anche io, un paio di anni fa, senza aver mai avuto il vero desiderio di provare a pubblicare (né il self, né attraverso degli editori).
    Gli scrittori sono quelli che vendono, secondo me. Se pubblico personalmente dei libri e li vendo bene, riuscendo a pagare affitto e bollente, sono uno scrittore a tutti gli effetti, anche se non ho dietro una casa editrice.

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    1. Allora sì che gli scrittori sarebbero decimati..
      Scommettiamo? 😉

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  21. Non ho molta esperienza di self publishing, non conosco esattamente il funzionamento né tantomeno ho letto qualche opera, per cui mi esimo dal dare giudizi. Purtroppo mi rendo conto che l'editoria è un business come tanti, un business dove però si preferisce puntare sugli argomenti del momento (hanno successo i vampiri? e allora via alle saghe sui vampiri) o su nomi che hanno un certo seguito a prescindere dalle loro capacità letterarie o dalla qualità delle storie, l'importante è che abbiano già un pubblico di fan pronti a comprare i libri. Così si investe poco sulla ricerca e sulla novità e si minimizza il rischio e poco importa se questo atteggiamento sia in netto contrasto con una mentalità imprenditoriale.
    In questo contesto, immagino che per molti il self publishing rimanga una delle poche alternative. Certo, se, come ho capito, sono in tanti a pubblicare, mi chiedo come si faccia a emergere in questo mare magnum, soprattutto se non c'è un esperto a guidarti con una strategia "di mercato" adeguata. In più credo che il giudizio di un addetto ai lavori sia essenziale per la realizzazione di un prodotto libro. Si può anche essere talentuosi e dotati di ottime capacità creative, ma, soprattutto quando non si ha esperienza, credo che la guida di un esperto faccia la differenza.

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    1. Guida che esiste anche nel self-publishing.. ma a pagamento..
      Già questa la dice lunga, no?
      Esattamente come la revisione del testo..

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  22. La distinzione da fare è quella tra editoria a pagamento ed editoria tradizionale: i prodotti sono simili esteriormente, li paghi magari entrambi 20 euro, ma uno dei due, a lettura completata, si rivelerà essere una boiata sgrammaticata...
    Il self-publishing digitale non mi dispiace perché 1) non fingono di essere quello che non sono e 2) costano al massimo un paio di euro.
    Tra questi ultimi, ovviamente in mezzo alla solita fuffa, si trovano spesso delle opere molto valide e credo sia preferibile, per un lettore, spendere 20 euro per venti ebook (di cui la metà decenti e un paio stupendi) piuttosto che buttarli via in un colpo solo per la suddetta boiata...
    Tra l'altro nemmeno l'editoria tradizionale è sempre garanzia di qualità... se vogliamo dirla tutta.
    E

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    1. Ti svelo un segreto.
      Una volta ho corretto la bozza definitiva di un romanzo, per una casa editrice locale.
      Mi era stato chiesto di leggerlo ed approvarne la pubblicazione.
      Era ancora pieno di errori gravi. Tagliando qua e là lo ridussi di trenta pagine.
      Considera che se n'era occupato un docente universitario di lettere.
      Ecco, non so se le altre case editrici rivedono i testi così grossolanamente, ma quello era davvero un pessimo lavoro.
      Però c'è da dire che anche nei libri di editori illustri capita di trovare molti refusi.

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