mercoledì 5 giugno 2019

Caso Noa: basta parlare di eutanasia!

Nelle ultime 24 ore, i maggiori quotidiani italiani ed esteri hanno diffuso la notizia della morte della diciassettenne Noa Pothoven.
Stando agli articoli diffusi dai media nazionali, la ragazza avrebbe ottenuto l'eutanasia che, in Olanda, è consentita anche ai minorenni, in caso di grave disabilità fisica o disturbo psichiatrico.
Eppure, oggi i giornali sono sommersi di smentite.

Perché diffondere una notizia così delicata senza prima verificarla?
Per acchiappare click / aumentare le vendite, o per mera mancanza di professionalità?
Io propenderei per la seconda ipotesi, sebbene la prima non mi sembri così distante dalla realtà.

In fondo, almeno su una questione tanto spinosa bisognerebbe avere un minimo rispetto per chi non c'è più, e per i parenti che sicuramente non saranno felici.
A far luce sulla vicenda è stato un post di Marco Cappato (tesoriere dell'Associazione "Luca Coscioni" e promotore del Congresso mondiale per la libertà di ricerca e della campagna Eutanasia legale).

Immediata, quindi, la reazione dei media che hanno cercato di salvare il salvabile.
La verità sarebbe, infatti, (e consentitemi il condizionale, ma l'ho sempre usato, sin da quando scrivevo per i giornali, per evitare di dichiarare il falso, in mancanza di notizie certe), che Noa abbia più volte chiesto di essere sottoposta all'eutanasia, ma senza ottenerne il permesso.
Perciò, la ragazza avrebbe deciso di lasciarsi morire di fame e di sete, con attorno i suoi affetti più cari che hanno accettato con dolore la sua scelta.

Del resto, anche nella sua autobiografia "Winnen of leren" ("Vincere o imparare") pubblicata di recente, Noa scriveva: “pensano che sono molto giovane, che devo finire il trattamento psicologico e aspettare che il mio cervello sia completamente sviluppato”, e ancora “non succederà fino all’età di 21 anni. Sono devastata perché non posso aspettare così a lungo, rivivo la paura e il dolore ogni giorno”.
Tesi confermata anche nel corso di un'intervista ai giornali olandesi, rilasciata il primo dicembre 2018.
La domanda è stata rifiutata perché sono troppo giovane e avrei dovuto prima affrontare un percorso di recupero dal trauma psichico fino ad almeno 21 anni”.
Come se non bastasse, sull'ultimo post pubblicato su Instagram dalla ragazza (poi rimosso), questa scriveva che aveva smesso di bere e mangiare per lasciarsi morire, ma che era serena, avvolta dall'affetto dei suoi cari.

Insomma, i dati per evitare di lanciare una notizia sbagliata c'erano tutti, ma nessuno si è preso la briga di vagliarli.

In ogni caso, spero che Noa adesso sia libera e che la sua famiglia trovi la forza di perdonarla e perdonarsi.
Ricordiamo che la ragazza era stata stuprata più volte nel corso della sua giovane vita, riportando un disturbo post-traumatico, nonché una grave forma di depressione e di anoressia.
Da qui la decisione di farla finita...
"Entro dieci giorni al massimo morirò. Dopo anni di battaglie, sono prosciugata".
Ciao Noa. 🖤

26 commenti:

  1. Io ho sentito ieri la notizia e mi è spiaciuto sapere che l'Olanda avesse autorizzato l'eutanasia. Spero che non sia vera perchè, secondo me, sarebbe un fatto grave. Si può aiutare una ragazza a guarire dai suoi fantasmi, non a morire. Io credo che Noa abbia deciso di lasciarsi morire ,forse i familiari hanno provato ad aiutarla ma non ci sono riusciti ma questo è solo il mio modesto parere. Saluti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che tu abbia ragione, ed è un vero peccato che i giornalisti italiani non abbiano avuto la tua stessa sensibilità.
      Buona serata

      Elimina
  2. L'eutanasia andrebbe somministrata a chi le ha causato quei traumi, dopo una doverosa castrazione senza anestesia.

    RispondiElimina
  3. Bha la famiglia non aveva bisogno di essere messa ai 4 venti. Con notizie per giunta false. Non ho parole. Altro che scuse. Non se ne fanno niente delle scuse. A mio avviso è come aver amplificato il loro lutto e tutto il male dei loro sensi di colpa che certamente avranno.
    Nessuno può entrare nei meccanismi della questione perché non l'abbiamo vissuta come loroe soptattutto lei.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto.
      Il tatto é una qualità che tutti i giornalisti dovrebbero avere ma, purtroppo, troppo spesso è utopistico.

      Elimina
  4. In generale, penso che nessuno dovrebbe giudicare perché nessuno è in grado di conoscere davvero il dolore e la sofferenza altrui.
    Pur di fare polemica dall'alto dei loro pulpiti, certi giornalisti (ma anche certi bigotti) dimenticano cosa sia la compassione e il rispetto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Più che polemica, direi audience.
      L'eutanasia su una minorenne fa più notizia di un suicidio, poiché purtroppo di questi se ne leggono molti.
      Eppure, il rispetto dovrebbe essere alla base di tutto, compreso il giornalismo.

      Elimina
  5. Ho detto ad Ineke (la mia amica olandese) che se mi fossi trovata non
    più autosufficiente e con gravi Handikap , sarei andata in Olanda x
    sottopormi ad Eutanasia . Mi ha risposto che non è così facile, danno
    il consenso solo se sei moribondo. A questo punto posso morire anche qui .La Legge è molto severa , per questo e x la giovane età non
    sono intervenuti nel caso di Noa .
    Ha finito di soffrire ed ora è tra gli Angeli .
    Ciaooooooo Laura

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Appunto mi sembrava molto strano che avessero acconsentito.
      Ecco perché ieri non scrissi nulla in merito. Non volevo rischiare di pubblicare fandonie.
      Buona serata.
      Un bacio

      Elimina
  6. Ho sentito l'intervento di un giornalista (non ricordo il nome) a radio 105 che spiegava esattamente quanto hai scritto tu nel post. Peccato che tutti i giornali abbiano.diffuso notizie false

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Addirittura alcuni, invece di pubblicare la smentita, hanno modificato il primo articolo.
      Un po' come se domani si diffondesse la notizia che Noa è morta per infarto, ed io invece di scrivere un nuovo post con gli aggiornamenti, modificassi questo.
      Assurdo.

      Elimina
  7. La polemica su cui si fonda il post è, purtroppo, secondaria.
    Di atroce c'è una ragazza che si lascia morire, e chi le sta attorno che non riesce a far nulla per impedirlo.
    Io non conosco tutto quello che c'è dietro, le fatiche, le sofferenze, i disastri emotivi.
    Ma lasciarsi morire è una sconfitta. Nel caso di Noa, poi, una sconfitta colossale e collettiva.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho pensato la stessa cosa e per questo parlavo di perdono.
      È davvero atroce non riuscire a tenere in vita una ragazza così giovane, senza nessuna disabilità fisica.
      Ma, evidentemente, la morte dell'anima è stata parecchio antecedente a quella del corpo.
      Che la Terra le sia lieve.

      Elimina
  8. Penso anch’io che la polemica se sia stata eutanasia autorizzata o meno dall’Olanda e sulla serietà dei giornalisti passi in questo caso in secondo piano.
    Anzi sinceramente non me ne può fregare di meno.
    Scusami ma leggere che una ragazza di 17 anni si sia lasciata morire senza che la famiglia facesse niente per evitarlo è scandaloso.
    Qua in Italia il diritto alla salute si cerca di farlo rispettare.
    Almeno c’è l’intenzione.
    Esistono per i malati psichiatrici il TSO ( in un certo senso non puoi rifiutarti di farti curare, se non sei capace di intendere e volere) esiste l’alimentazione parenterale se non riesci a farlo autonomamente!
    Non riesco a concepire che la famiglia sia stata a guardare mentre la figlia si lasciava morire.
    Poi non conosco il sistema sanitario olandese ma ..son allibito!
    Sta tipa doveva essere curata psicologicamente e fisicamente ...mi trovo d’accordo con Franco in questo caso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'ho pensato anch'io, ma non sappiamo quanto la famiglia abbia tentanto di aiutarla.
      Basti pensare che anche in Italia si muore di anoressia, ad esempio, eppure l'eccessiva magrezza è sotto gli occhi di tutti..

      Elimina
  9. Povera piccola donna :(
    Spero che riposi in pace.

    RispondiElimina
  10. io forse andrò controcorrente ma secondo me in un caso del genere sarebbe stato sacrosanto concedere l'eutanasia a Noa. Mi spiace molto per quella ragazza ma non si può decidere per gli altri a favore della vita e della sopportazione eterna delle sofferenze altrui ed è facile fare i coraggiosi sui dolori altrui. E trovo scandaloso che in Europa solo italia ed Irlanda non abbiano una seria legislazione sull'eutanasia ed il suicidio assistito.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Aggiungo che Noa è stata in cura ma i risultati sono stati nulli. Decidere che la vita non ha più senso non vuol dire non avere le rotelle a posto ma solo che il dolore è soggettivamente insopportabile e questo vale sia per malattie all'ultimo stadio che per questioni psicologiche d'altronde la depressione o è una malattia ed allora è giusto che rientri nel novero dei casi di eutanasia o non lo è ed allora è inutile anche mandare in cura che ne soffre perché in realtà non soffrirebbe di nulla. (ovvio che sono volutamente provocatorio :-))) )

      Elimina
    2. Hai detto bene tu Claudia rispondendo a Franco Battaglia "La morte dell'anima è stata antecedente a quella del corpo", anch'essa peraltro presente in questi ultimi tempi.

      Elimina
    3. E per concludere un ultimo sentito saluto a Noa.

      PS: scusa per questo commento in più parti

      Elimina
    4. E' mancato l'amore Daniele. Quella cosa che tiene in vita anche le pietre.

      Elimina
    5. Scusa di che, Daniele?!
      Hai fatto benissimo a dilungarti su un tema che ti sta molto a cuore.
      Stavolta, però, non mi trovi d'accordo.
      Ho profondo rispetto per la depressione e tutti i tipi di disagi o malattie mentali.
      Però, trovo che l'eutanasia andrebbe concessa solo ai malati terminali o irreversibili.
      Di depressione, per fortuna, si guarisce.
      Come dice Franco, più che un aiuto per morire, sarebbe servito l'Amore, quello con la maiuscola.
      Tutti lo meritano, a maggior ragione lei che aveva sofferto così tanto..

      Elimina
  11. Dico solo che non condivido la scelta, che sia eutanasia o meno, soprattutto a quell'età poi, con tutta la vita davanti...va bene che psicologicamente è difficile, ma tutto si può curare, l'amore cura.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. So bene come la pensi, e come darti torto?
      A maggior ragione nella tua condizione.

      Elimina

Per colpa di chi ne ha abusato, minando l'atmosfera familiare che si respira su questo blog, sono vietati i commenti anonimi, così come quelli polemici e offensivi.
Se non prendi la vita con filosofia e ami mettere zizzania, sei nel posto sbagliato.