giovedì 21 giugno 2018

Il guerriero sorridente

La storia vera di Giovanni Custodero
Non avevo grandi sogni. A quell’età, non si pensa ancora al futuro. Giocare a calcio, però, mi piaceva tantissimo, e stando ai giudizi dei critici, ero anche parecchio bravo. Anzi, “in gamba”, e capirete perché… 
Giocavo nella squadra di calcio a 5 della mia città, Fasano, ed eravamo ormai giunti in serie c2. Una bella soddisfazione per un ragazzo di 22 anni. 
Qualcosa, però, iniziava ad andare storto.
Al termine di ogni partita, infatti, la mia gamba sinistra si gonfiava, oppure mi provocava dolori molto fastidiosi. Accadeva, ormai, da un paio di mesi, quando decisi di rivolgermi ad uno specialista. 
“Stia tranquillo, si tratta solo di una distorsione. Cerchi di non affaticarsi troppo. Guarirà in un paio di settimane al massimo”, mi disse. 
Eppure, il dolore si faceva sempre più pungente. In campo, non riuscivo più a mantenere i miei ritmi, tanto che persino l’allenatore mi consigliò di sottopormi ad ulteriori controlli medici. 
Finalmente, stavolta, si diede un nome alla cosa. 
Tumore maligno in stato avanzato. 
Fu un colpo al cuore. 
Cosa può saperne un ragazzo così giovane del cancro? In fondo, come si dice, succede sempre agli altri. E invece no. Stavolta, quel mostro aveva scelto proprio me, senza neppure consultarmi. 
Mi spiegarono che, dinanzi a me, si aprivano due strade. Avrei potuto effettuare diversi cicli di chemioterapia, sperando che il tumore rientrasse, sebbene ormai fosse fin troppo esteso, oppure permettere l’amputazione dell’arto, in modo da eliminare il problema. 
In quel preciso istante capii che il coraggio sarebbe stato il mio unico compagno di vita, di lì all’eternità. 
Avevo poco più di vent’anni, ma dovevo diventare un uomo, e decidere, con profonda responsabilità, quello che sarebbe stato il mio futuro. 
Diamoci un taglio”, dissi, sorridendo. Dovevo far credere ai miei cari di non aver paura, ma Dio solo sa quanto ho diluviato dentro. 
Non stavo decidendo di gettare nella spazzatura il mio maglioncino verde preferito, né di cambiare lavoro, o fidanzata. 
Stavo letteralmente buttando via una parte del mio corpo, ma non avevo scelta. 
Così, in un’arida mattinata di marzo, mi sottoposi all’intervento. Non potevo sapere che, però, non sarebbe stato l’ultimo. 
Iniziai a pormi nuovi obiettivi, per non perdere mai la forza di lottare. 
Volevo tornare a calpestare i campi da gioco, sebbene sapessi che il percorso sarebbe stato lungo e denso di insidie, e impegnarmi per non far mancare nulla alla mia amata Luana. 
Riuscii persino a ballare, con le stampelle, a diverse feste sulla spiaggia, pur di renderla felice.

Per fortuna, pochi mesi dopo, ad agosto, giunse la mia prima vera gioia. Diedi il benvenuto alla mia nuova compagna di vita: la protesi. 
Mi sentivo felice come un bambino che riceve il regalo tanto desiderato, sebbene, all’inizio, non fosse facile imparare ad utilizzarla. 
Ma, di sicuro, non potevo temere una gamba di plastica, proprio io che avevo rinunciato alla mia in carne ed ossa. 
Proprio nell’istante in cui tutto sembrava andare per il verso giusto, però, durante i soliti controlli di routine, ecco la notizia che tutti temevano. 
Il mostro era tornato. 
Stavolta, mi aveva intaccato il cranio, i due femori, e la clavicola sinistra. 
Sarò mica stato troppo spavaldo nel sottovalutarlo? Magari, non ha gradito il mio atteggiamento di sfida, e ha deciso di rincarare la dose”, mi dicevo. 
Ma, ormai, lottare era l’unica cosa che sapevo fare, e di certo non potevo arrendermi. 
Mi sottoposi, infatti, ad un delicatissimo intervento chirurgico, attraverso il quale mi asportarono una parte di cranio e la sostituirono con una placca in titanio. 
Sto diventando bionico!”, scherzavo. 
Non so se prendermi in giro servisse più a me o alla mia famiglia, ma non avevo il tempo e la voglia per pensare ad un’altra strategia di difesa. 
Così, mi tuffai in una nuova avventura, chiamata chemioterapia.

Il caso volle che, prima di conoscere il mio nuovo stato clinico, avessi prenotato un viaggio di coppia, a Parigi, per festeggiare il Natale. 
Il primo ciclo di chemio, però, si concluse proprio una settimana prima della data della partenza. 
Decisi di non annullare la vacanza. 
Stavo bene, ero forte, e dovevo dimostrarlo a Luana e a tutti. 
Partii per il viaggio più bello della mia vita. 
Avevo lasciato il cancro in Italia. Non volevo sentirne parlare. 
Ci godemmo la nostra luna di miele, in una delle città più romantiche del mondo, con la speranza nel cuore che non sarebbe stata l’ultima. 
Di viaggi, infatti, me ne aspettavano moltissimi, ma per fini decisamente meno goliardici. 
I costi per i miei controlli iniziarono, però, a farsi troppo onerosi per la mia famiglia, ma, al tempo stesso, sapevamo di non poterci rinunciare. 
Dovevo escogitare qualcosa. 
Così, assieme al mio amico Luigi, ideammo una campagna di solidarietà. 
Su delle semplici t-shirt bianche, facemmo stampare l’elmo di un guerriero sorridente, assieme alla mia firma, e al numero 7, che era quello che mi identificava in campo. 
Con mio enorme stupore, l’iniziativa prese piede, non solo nella mia città. 
Diversi personaggi noti, infatti, acquistarono la mia maglietta e cominciarono ad inviarmi delle fotografie nelle quali la indossavano, mostrando il tipico pollice all’insù. 
Fu emozionante vedere che i miei idoli di ragazzino si interessavano alla mia storia, e si spendevano per aiutarmi. 
Una nuova speranza mi si aprì in petto. 
Capii che, da allora, la mia mission sarebbe stata infondere coraggio in tutti coloro che stavano attraversando il mio stesso calvario, diffondendo messaggi di speranza. 
Grazie anche all’ausilio dei social network, così, diventai una sorta di esempio per la comunità, realizzando, in un certo senso, il mio obiettivo. 
Mi chiamavano il “guerriero sorridente”, e l’affetto e la stima di cui mi inondavano, e continuano a fare, tanti amici, parenti e sconosciuti, furono e sono la mia forza.

Qualche tempo dopo, la voglia di tornare a calpestare un terreno di gioco, mi portò a partecipare ad uno stage con la nazionale italiana amputati. 
Fu un’esperienza meravigliosa, ma decisi di troncarla lì, poiché, per regolamento, avrei dovuto togliere la mia ormai inseparabile protesi, e giocare con le stampelle. 
Ma io non potevo rinunciare alla mia gamba un’altra volta. 
Oggi, sono un ragazzo che non ha mai smesso di sognare, malgrado tutto, e che ancora conserva progetti ambiziosi da realizzare, con una buona dose di fortuna ma, soprattutto, di coraggio. 
Eccoci tornare all’incipit della mia storia. 
Nulla è impossibile, se ci si crede davvero e ci si impegna con tutte le proprie forze. La resa è solo per i perdenti. 
L’importante è, come dico sempre, sorridere, per “iniziare col piede giusto”. 
Non so cosa sarà della mia vita fra un anno, cinque o dieci. 
Ma so che continuerò a viverla sfruttando al massimo ogni singolo istante concessomi, senza lasciar spazio alla noia. 
Quanto al tumore, vorrei dirgli di fare una scelta più oculata, la prossima volta. 
Forse, non è stata una bella idea colpire proprio me che gli ho dato e gli darò molto filo da torcere, finché non lo sconfiggerò del tutto. 
Diciamo che ha le ore contate. Sebbene io sia molto superstizioso, e quindi preferisca fermarmi al condizionale. 
Intanto, vado a scegliere la mia prossima armatura, sperando di non doverla mai indossare…


Racconto pubblicato sul num. 25
della rivista "Confidenze",
il 12 giugno 2018

50 commenti:

  1. Ecco: è di storie come questa che si dovrebbe parlare di più, invece di far riempire quasi tutto lo spazio dell'informazione da fatti di cronaca nera e magari di futile gossip.
    C'è un immenso bisogno di guerrieri sorridenti così!
    Ciao Claudia, buona giornata 😊

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    1. Ben detto Maris.
      Conoscere Gio mi ha resa una donna ricchissima.
      Spero di poter trasmettere a mio figlio almeno un terzo della forza di questo guerriero.
      😙

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  2. Grazie per aver condiviso questa storia, lui è davvero un guerriero che ha capito come affrontare la battaglia più dura.
    Un grosso in bocca al lupo a questo ragazzo!

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    1. La sua caratteristica predominante è l'ironia.
      L'ultimo scherzo me l'ha fatto poco fa al telefono.
      Regala un sacco di risate. A me e a tutti.

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    2. Crepi il lupo.. ed ovviamente per altri consigli il mio non ti far problemi 😊😊

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  3. Può vivere solo comportandosi in questo modo.
    Cia Claudia.

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    1. No Gus. Potrebbe vivere anche piangendosi addosso, come fanno in tanti per molto meno. E non avrebbe raggiunto i positivissimi risultati che ha portato a casa.
      Invece ha scelto di combattere col sorriso e senza piagnistei.
      Onore a lui!

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  4. Claudia, per vivere io intendo accettare la realtà e adeguarsi.

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    1. Certamente, l'avevo capito, ma non è da tutti.
      Io non ce la farei.

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    2. Guarda, io prendo il positivo di ogni situazione come bisogna sempre fare.. Ti cito oscar Wilde: vivere è la cosa piu rara al mondo, la maggior parte delle persone esiste.. Io ho imparato a vivere la vita apprezzando tutto cio che mi circonda.. È questo il senso per cui veniamo al mondo ed è questo che mi rende piu felice

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  5. Grazie x questa condivisione. Abbiamo bisogno di testimonianze del genere in questi tempi oscuri

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  6. Questa sì che è un'emozione.
    Abbiamo scomodato la guest star che mi ha finalmente degnata di un commento.
    Adesso posso morire felice.. 😜😜

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  7. Ciao Giovanni, inutile dire che la tua storia è bella e non lo dico "tanto per" ma perché lo penso sul serio: è una storia positiva, piena di coraggio e dimostra che sei una persona forte.
    Ti do solo una dritta, quando parli del tumore: non pensare male di lui, non insultarlo quando lo combatti (perché è stronzo, ma è comunque un onorevole nemico).
    Pensa invece: che persona sarei se lui non avesse scelto me?
    Sarei così o magari sarei come tanti altri, che guardano la vita con superficialità?
    Chieditelo, è molto utile.
    Un abbraccio.

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    1. L ho scritto tra i commenti precedenti, hai esattamente colto il senso che voglio trasmettere a chi mi ascolta e a chi legge di me

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    1. Uh grazie..
      Non conto più niente ormai, manco per le Amiche.. 😜😜

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  9. Difficile aggiungere qualcosa: è stato detto tutto meravigliosamente da Claudia. E Maris, è così: spesso noi giornalisti riusciamo a raccontare delle belle storie e di grandi personaggi, questo è il lato più onorevole del nostro lavoro. A Giovanni non posso che fare un gigantesco in bocca al lupo ed esprimere il mio sostegno, affinché continui a lottare, con determinazione e sorriso, in questa ingiusta battaglia alla quale è stato costretto.

    ps che pazienza che hai avuto con la giornalista :P

    ps2 scusate in precedente commento c'era un refuso :D

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    1. Rikyyyyy!!! Proprio tu che dovresti volermi bene non puoi dargli il la per maltrattarmi ancora. Sei solo fortunato che pubblicamente non posso "bestemmiare".
      Diciamo che la pazienza sta, piuttosto, nel continuare a sopportarmi ancora, a distanza di 4 mesi dalla stesura di questo racconto perché, come ben sai, tra me e i veri giornalisti c'è un abisso.
      Io ci metto il cuore e rimango, anche quando i riflettori si spengono.
      Diciamo che quasi tutti coloro che intervisto trovano un'amica. E non per forma.
      Ma tu cosa puoi saperne? Sei appena entrato nella mia lista nera. Tiè! 😈😈

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  10. Non ho più le tante parole che solitamente a ruota libera, mi si liberan spontanee. Disarmante !
    Una cosa però mi vien da dirla, continua a " Sorridere ", nulla fa più male ai tuoi " nemici " che il vederti . . . Sorridere. Che possa sempre rimanere, sulle tue labbra, quel Meraviglioso sorriso che ha!!
    Ciao Ragazzo :+]

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    1. Lo farà sicuramente, perché ha la fortuna di avere un esercito di persone che lo amano, e che se mai dovesse perdere il sorriso lo "costringeranno" a recuperarlo. 😙

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    2. Ma perche rispondi al posto mio se il commento è rivolto a meeee!! 😂😂

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    3. Perché questa é casa mia, loro sono miei amici, ed io ho sempre risposto e sempre risponderò ai commenti. Tiè.
      Tu sei ospite e devi fare il bravo. 😜😜😜😈😈😈
      Così impari a non mandarmi mai un bacino!

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  11. Finalmente svelata la storia di quel ragazzo che vedevo in foto.
    E che storia: un esempio, più che un racconto.

    Moz-

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    1. Diciamo che non era proprio un segreto, considerando che la foto porta all'intervista in cui spiegavo le stesse vicende, seppur per sommi capi.
      Grazie al racconto ho potuto entrare nel merito e donare "al mondo" un briciolo del suo coraggio.

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    2. Peccato che la sintesi fa perdere troppe cose.. 😁😁

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    3. Tanto hai deciso di scrivere il libro, no? 😉

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  12. Ho finalmente trovato un attimo per leggere questo stupendo articolo...ma oltre ai miei complimenti a Claudia...Un immenso in bocca al lupo a te Giovanni. Sei davvero un Guerriero. Si esatto e con la G maiuscola...Spero davvero che questo positivo messaggio che stai diffondendo ti ripaghi presto con una Vittoria. Continua così. Grande insegnamento e schiaffo morale per tutti quelli che si piangono addosso per motivi così inutili...Da farmi venire il voltastomaco. Un abbraccio

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    1. Hai visto, Ale.. Te l'avevo detto che c'è molto da imparare da lui.
      Condividi la sua storia anche dalle tue parti, così arriviamo oltre i confini.. 😉😘

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    2. L avevo fatto prima di leggere il tuo commento 🤗😍😘

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    3. Perché sei una persona di grande sensibilità. 😍
      Buona serata e buon weekend.

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  13. Io ho avuto l'onore di conoscere una persona del tutto simile al tuo amico: si chiamava Leonardo Cenci.
    Lo conobbi per caso in una delle sale d'aspetto dell'ospedale dove era ricoverata nonna, non sapevo nemmeno chi fosse: era metà dicembre 2015 e stava organizzando per la tombola e la visita di Babbo Natale per i bambini di oncologia 😊
    Da quanto lo vedevo in forma mai mi sarei aspettato che fosse stato un paziente dell'ospedale ma un ragazzo di una associazione o un volontario della croce rossa. Gli offrii qualcosa dalla macchinetta ma mi disse cortesemente che in quel momento non poteva né mangiare e né bere e allora cominciai a capire, poi rafforzato dai discorsi che faceva con gli altri suoi interlocutori...

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    1. I tempi verbali al passato mi hanno subito intristita.
      Il resto l'ho appreso dal link.

      Spero per Giovanni e per tutti in un finale migliore. 😓

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    2. Mi dispiace, non volevo intristirti... Te l'ho voluto raccontare solo perché ho ritrovato in Giovanni quella carica e quello "sfanculare il male" che aveva Leonardo...

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    3. Hai fatto bene.
      Era una tristezza metaforica. Non conoscendo Leonardo non potrei provare un reale sconforto.
      Dispiace, però, che ad andarsene siano sempre i migliori..

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    4. Ed è incredibile con che sorriso e con quale energia mandava puntualmente al diavolo il malanno che lo attanagliava... È altresì bello vedere che la sua attività va avanti (si chiama Avanti Tutta!) ancora tramite le persone che lo aiutavano nell'impresa! 😊

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    5. È meraviglioso.
      Spero che Giovanni potrà occuparsi personalmente della sua onlus per sempre..

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    6. Lo spero dal cuore anch'io, anche se non lo conosco lo sento vicino 😊😊 Un fortissimo abbraccio ed in bocca al lupo!!

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  14. letto tutto d’un fiato. Una meraviglia di ragazzo.

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    1. Un vero portento.
      Ora capisci perché gli voglio così bene? Quando mi raccontò la sua storia mi conquistò completamente, e da allora non l'ho più lasciato.

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  15. Ora riposa in pace dolce Angelo. Sei stato e rimmarrai un grande!!

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  16. Il grande Guerriero sorridente ora riposa in pace. Sei un grande Giovanni e grazie per i tuoi insegnamenti!!

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