Ho un figlio felice e ne vado fiera

Ieri, una mia amica mi raccontava di un bambino di sua conoscenza che ha gli occhi tristi persino quando è felice.

I motivi della sua tristezza sono diversi, ma non mi ci soffermerò.
Soltanto, pensavo che Lorenzo è un bambino sempre gioioso ed euforico, e questo mi rende una madre orgogliosa e serena.

Eppure, non sono una super mamma.
Mio figlio non parlava a 10 mesi, non mangiava da solo a 12, non conosce nessuna lingua straniera, non sa scrivere il suo nome.
Lorenzo ha due anni e mezzo ed è un felicissimo bambino che pensa a ridere e a giocare, piuttosto che a rincorrere chissà quale obiettivo, per imposizione mia o della società.

E non facciamo grandi cose assieme.
Non l'ho portato allo zoo per impressionarlo con tigri e animali feroci. Non ho prenotato una vacanza in Tanzania per farlo viaggiare. Non gli compro neppure grossi regali.
Perché, essendo soltanto un bambino, è abituato a divertirsi al mare, al parco giochi, in piazza, con le bolle di sapone.
Non conosce tante cose del mondo, ma che fretta ci sarà mai? Quanto apprezzerebbe davvero le grandi avventure in cui potrei coinvolgerlo?
Sono convinta che le ammirerà molto di più fra qualche anno, quando avrà la maturazione psicofisica idonea per coglierne appieno la grandezza.

Ecco, io aspetterò i suoi tempi.
Perché non voglio un figlio super intelligente e padrone del mondo.
Io voglio un figlio felice. E Lorenzo lo è. Il valore dei suoi baci, dei suoi sorrisi ammiccanti, del "sassie" (grazie) che mi ripete continuamente, anche quando semplicemente gli pulisco il nasino, le carezze che mi fa.
Ecco, tutto questo non ha un prezzo.

Per la targa di mamma dell'anno aspetterò volentieri la sua maggiore età!