domenica 10 novembre 2019

Buona domenica senza muri!

Buongiorno amici e buona domenica.
Ricorreva ieri, 9 novembre, il trentesimo anniversario della caduta del muro di Berlino (avvenuta nel 1989).
Per chi l'ha vissuta, si trattò di una svolta epocale per la Germania e non solo.
Coloro, invece, ai quali è stato raccontato non possono che ripensare a questa pagina della storia mondiale con rispetto e ammirazione.

Insomma, sui giornali non si parla d'altro da circa una settimana, così ho deciso di portare la discussione anche qui, seppur in maniera più ampia, attraverso una citazione che amo molto di Isaac Newton.

"Costruiamo troppi muri
e non abbastanza ponti".

Siete d'accordo?
Che ne pensate dei muri che si innalzano tra le persone, per paura, timidezza o altro?
E avete un ricordo specifico legato alla caduta di quello di Berlino?

47 commenti:

  1. Cara Claudia, detto tutto bene, i muri inutili subito via, e iniziare con i ponti!!!
    Ciao e buona domenica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Da te mi aspettavo il racconto di quel giorno che ha cambiato la storia, visto che eri già adulto e consapevole.
      Comunque sì. Costruiamo ponti. Nel cuore e sulla Terra.
      Buona domenica.

      Elimina
    2. Non so il perché non lo abbia accennato, confesso che gli anni del muro hanno contribuito molto, dopo è nata la vera consapevolezza che l'unità è sempre la cosa che tutti dobbiamo sostenere!!!
      Ciao e buona domenica con un abbraccio e un sorriso:-)
      Tomaso

      Elimina
  2. c'ero. nel senso che ero già nato da un po' (due o tre anni, eh). ero tra quelli che, caduto il muro, ha davvero pensato che nel mondo si potesse respirare un po' di distensione, che si stesse per aprire una pagina pacifica di storia. c'han pensato gli americani, pochi mesi dopo, con la guerra del golfo a farmi ricredere. ero giovane e anche un filo idealista. e non è servito a niente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Effettivamente anch'io c'ero e avevo due anni.
      Quindi siamo coetanei, no? 😂😜
      La guerra del Golfo è una pagina della storia mondiale di cui, purtroppo, conosco lo stretto indispensabile e me ne dispiace.
      A scuola si dovrebbero studiare questi argomenti, al posto di perdere tempo con moltissimi altri spesso inutili.
      Buona domenica.

      Elimina
  3. Io sono per la smilitarizzazione globale e l'abbattimento dei confini. Troppo tempo è passato dalla costruzione della Torre di Babele, sarebbe ora che si voltasse pagina, anche scegliendo dei politici adeguati.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sarebbe ora, dici bene.
      Ma perché le tue parole mi sembrano così utopistiche? 😢

      Elimina
    2. Era utopia anche cercare di compiere il viaggio di Marco Polo navigando verso ovest, combattere la poliomelite, sbarcare sulla Luna, inviare sonde su Marte...
      Finché le religioni influenzeranno la politica, ci saranno muri e confini, anche invisibili, catalizzatori di diffidenza e strumentalizzatori di odio. Dobbiamo capire che facciamo parte integrante della Natura, non di una nazione, di una religione "migliore di altre" o di una specie privilegiata.

      Elimina
  4. I muri sono la morte delle civiltà, di ogni civiltà. La storia insegna che le società sono progredite finché le culture si sono parlate e incontrate. Le più grandi civiltà del mondo, Grecia, Egitto ecc., sono nate sul mare, nei porti di mare, dove le genti del mondo si incontravano. Non si ha notizia di civiltà nate sulla cima delle montagne. Marco Polo si era stancato di fare la spola tra Venezia e Chioggia ed è andato in Cina, e da quel viaggio abbiamo guadagnato le spezie, la seta, le porcellane. Colombo ha navigato fino alle Americhe e abbiamo conosciuto i pomodori, le melanzane, i peperoni. Non potremmo neppure farci un piatto di spaghetti al pomodoro, oggi, se non ci fosse stato lui. La pasta, vanto italiano, è stata inventata cinquemila anni prima di Cristo tra il Tigri e l'Eufrate e portata qua da qualcuno che si avventurò là e ce la fece conoscere. Se ognuno fosse rimasto a casa propria oggi non avremmo neppure la pizza margherita.
    Amalfi, costiera amalfitana, è una parola araba, significa Qui c'è la speranza, e le fu dato questo nome perché durante il regno di Salerno mercanti di quella zona si spinsero con le navi fino all'Egitto, e mercanti egiziani cominciarono a venire qua. Scambio di merci, abitudini, culture, e la civiltà avanzava.
    Oggi costruiamo muri, ci chiudiamo dentro, e moriremo dentro quei muri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eppure pensa ai danni che la globalizzazione ha portato nel commercio italiano.
      La qualità dei nostri prodotti ha dovuto cedere lo scettro al prezzo basso di quelli importati, in tutti i settori.
      Insomma, trovo che non sia tutto oro quello che luccica. Non credi?

      Elimina
    2. Globalizzazione: dover vedere l'olio d'oliva italiano costare più di olio d'oliva proveniente dall'estero. Dove sta la tutela delle aziende italiane da parte di chi ci rappresenta?

      Elimina
    3. Appunto. Fortuna che almeno l'olio io non lo compro... 😉

      Elimina
    4. Non tutti hanno questa fortuna, e l'esempio si può estendere a vari prodotti.

      Elimina
    5. Vero, ma anche i protezionismi alla Trump non sono zuccherini, e la nostra economia ne sa qualcosa. Quando parlavo di incontri e scambi non mi riferivo necessariamente all'economia. La Gioconda di Leonardo non è un capolavoro per il suo viso, ma per quella sfondo particolare su cui spicca, sfondo ottenuto con una tecnica che fu insegnata a Leonardo da un pittore fiammingo che si trovò a passare per la sua bottega. Senza, il dipinto in sé rappresenterebbe solo il ritratto abbastanza ebete di quella signora. Sono le contaminazioni, gli scambi tra modi diversi di vedere le tecniche artistiche che fanno i capolavori. Ecco perché ci vogliono ponti e non muri.

      Elimina
    6. Se leggi il mio commento delle 9:30 ti accorgi che sono d'accordo, però non mi va giù che l'economia vada al contrario... D'accordo far campare le aziende estere acquistando i loro prodotti, ma se un territorio ha delle proprie materie prime, peraltro di qualità, perché importarle dall'estero?
      Trump fa il protezionista? Bene, tenga per sé il grano avvelenato dalla Monsanto, i McDonald's e quant'altro di statunitense arriva regolarmente da noi: siamo una nazione autosufficiente, anche dal punto di vista energetico, se solo sfruttassimo i migliaia di chilometri di coste per investire in energie rinnovabili. Per quanto mi riguarda, dacché esisto, non ho visto un solo Repubblicano alla Casa Bianca fare del bene per il proprio Paese e per il pianeta.

      Elimina
  5. Sfido chiunque ad essere forzatamente separato dai propri cari.
    Buona domenica.

    RispondiElimina
  6. Parto dal 1945, fine della seconda guerra mondiale, i grandi disserro mai più guerre...a oggi sono 86 le guerre. 30 anni fa un grande presidente disse mai più muri....solo in Europa ne sono stati costruiti 6, nel paese di quel grande presidente ne stanno costruendo uno lungo due volte l'Italia. Cosa è cambiato da quel muro di Berlino...i materiali di costruzione, da mattoni e cemento a filo spinato e acciaio.
    Una serena domenica a te carissima Claudia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vorrei poterti contraddire, ma è impossibile. Effettivamente è cambiato poco o nulla. Purtroppo.
      Buona domenica a te.

      Elimina
  7. Non ricordo quel giorno, ma sarà stato un momento davvero memorabile, e mi affascina sempre saperne di più. Comunque sono d'accordo con la citazione, e fa male sapere che l'ha scritta centinaia di anni fa..

    RispondiElimina
  8. Cosa devo pensare, è la verità: siamo sempre più insofferenti, duri, malfidati, sospettosi.
    Quel muro è caduto, un muro di mattoni. Da allora è sempre peggio perché abbiamo innalzato muri mentali.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E continuiamo ad innalzarne ogni giorno, persino all'interno delle famiglie...

      Elimina
  9. Nel 1989 ero già rientrata in Italia . Io il muro lo vissi negli anni '60
    quando vivevo a Berlino . Andavamo una Domenica al mese a Berlino Est e ,
    nostro malgrado fummo coinvolti in un particolare episodio . Al rientro a
    casa , un americano ci consegnò un tesserino pregandoci di consegnarlo all'uscita di " Chek.point.Charlie al controllo americano .Il tizio aveva
    disertato ed entrato illegalmente nella DDR . Senza documenti non poteva
    uscire . Attraverso il suo tesserino di ufficiale americano forse , i suoi
    connazionali potevano intervenire .
    Il giorno dopo
    e altre volte , fummo contattati dagli americani e raccontare più volte
    l'accaduto . Eravamo forse delle spie ??? O dei mistificatori in cerca di
    emozioni ? Confesso che avevamo un po' paura....
    Forse ci fu uno scambio di spie e l'americano uscì dalla da Berlino est .
    Sapemmo poi che fu processato davanti alla Corte Marziale di Francoforte
    ed ebbe una dura condanna . Mio fratello fu uno dei testimoni .

    Al di là del muro c'era povertà , tristezza , visi tetri e tutti avevano
    paura della STASI . Sono stata anche all'interno della DDR , ospite di
    un'amica di penna . Desolazione assoluta . Tornai a Berlino ovest ringraziando il cielo di essere una persona libera .
    La cosa strana è che il 50% della popolazione dell'est , rimpiange il tempo
    del muro . Stavano meglio quando stavano peggio . Mah !!!
    Berlino è una bella città e molto interessante . Sono al corrente di molte
    cose perchè sono sempre in contatto con la mia amica berlinese .
    Spero di non avervi annoiati e vi auguro Buona Domenica .
    Laura

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ci hai assolutamente annoiati, anzi. La tua esperienza diretta è molto preziosa, ed è esattamente quel che speravo di ottenere con questo post.
      Mi risulta davvero difficile credere che i Tedeschi vivessero meglio ai tempi del muro, ma ti credo.
      Però dipende da chi lo dice.
      Anche molti Italiani rimpiangono i tempi del fascismo...
      Buona domenica a te.
      Un bacione.

      Elimina
    2. Convengo con Claudia: la tua testimonianza è stata davvero interessantissima ed emozionante.

      Sto giusto leggendo un libro che affronta il tema nei minimi dettagli, veramente una trattazione che merita di essere letta: Il ministero della paranoia - Storia della STASI.
      Non si può davvero credere a certe cose che vi sono descritte!

      Penso che a tal proposito il film "Le vite degli altri" debba essere mostrato nelle scuole.
      Anche "Goodbye, Lenin!" è un altro film molto bello, sicuramente più leggero, che affronta il tema nei giorni proprio della caduta del muro: consiglio vivamente!

      Elimina
  10. I muri e le barriere non sonno mai una cosa positiva, il problema più grosso al mondo è il capitalismo sfrenato e lo sfruttamento delle persone povere. Negli anni le disuguaglianze sono aumentate, con la conseguenza di più persone povere. Inoltre la deriva populista e xenofoba, porterà alla rovina non solo l'Europa, ma tutto il mondo.
    Un cambiamento deve partire dal basso oppure non cambierà mai nulla.
    Serena domenica.

    RispondiElimina
  11. C’ero eccome! Davanti alla tv, con le mie amiche a Palermo (frequentavo il primo anno di università): è stato emozionante, abbiamo pianto: tutta quella gente, la gioia negli occhi di chi ancora non credeva a quanto stava succedendo. Non dimenticherò mai quel momento!
    Quella della divisione fra le due Berlino è stata una pagina oscura della storia, l’esistenza della Stasi, la prigionia garantita ai dissidenti, il ricatto morale nei confronti di chi si rifiutava di fare la spia per il governo tedesco, tutto orribile e deprecabile! Un danno umano e morale causato da un ottuso regime comunista.
    Molti ancora trovano più facile e conveniente costruire muri, perché i ponti fanno paura, purtroppo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cosa c'è che spaventa nei ponti non mi è chiaro.
      Forse l'infinito mare che scorre al di sotto di molti di essi?

      Elimina
    2. Spaventa il fatto di cedere qualcosa di proprio a qualcun altro, spaventa il fatto che un ponte crea un collegamento e molti vorrebbero rimanere isolati.

      Elimina
  12. Per costruire i ponti bisogna essere almeno in due.
    Uno di qua, uno di là.
    Buona domenica sera.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dici, quindi, che la scarsità dei ponti deriva da una profonda solitudine insita in ciascuno di noi?

      Elimina
    2. E' certamente vero che ciascuno di noi abbia dentro una profonda solitudine, ma non era a questo che pensavo ora.
      Pensavo al fatto che ci si butta poco, che ci si fida poco del prossimo e che i rapporti si vivano con poco entusiasmo. Ci si protegge troppo, si rischia il meno possibile. Si aspetta sempre che sia l'altra persona a fare il primo passo, a rischiare di più. E se entrambe le persone si trincerano dietro un muro, come fa questo ponte a venir su? non verrà costruito mai. O sarà fatto di paglia. Così leggero da cader giù al primo passo più pesante.

      Elimina
    3. Purtroppo mi identifico in quelli che si fidano poco, ma faccio spesso il primo passo.
      Quindi, un piccolo ponticello potrei costruirlo...

      Elimina
  13. Eravamo tutti convinti che da quel giorno ci sarebbe stato un mondo più libero ... ci siamo purtroppo clamorosamente sbagliati!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Direi chevhai sintetizzato perfettamente l'accaduto.
      Buon inizio di settimana.

      Elimina
  14. Avevo sei anni, non ricordo granché se non qualche flash dai telegiornali dove si vedeva la gente di notte che picconava, scavalcava ed esultava...

    Qualcosina nel corso degli anni mi hanno raccontato i miei zii che vivono in Germania da qualche anno dopo la costruzione del muro.
    Loro non vivono nella zona che all'epoca era "calda" ma da tutt'altra parte, vicino a quella che una volta era la capitale della RFT: Bonn.
    Più vicino a Belgio e Francia dunque...Nord Reno/Vestfalia.
    Quindi diciamo che non ho testimonianze proprio dell'aria pesante di confine. Anche perché da immigrati quali erano avevano da pensare a tante cose per la sopravvivenza fra cui il semplice imparare la lingua, zia girava col dizionario tascabile in mano e la gente rispondeva solo se parlavi tedesco.
    Piangeva di nascosto, i primi tempi ne ha sofferto, senza avere nessuno con cui parlare e che ti desse una mano. Anche solo per capire come si pronunciavano certi generi alimentari andando a fare spesa. Mio zio lavorava in fonderia ad Essen. Lei è finita per diventare contabile in uno studio commerciale di buon livello (qui in Italia aveva studiato da ragioniera prima di partire dopo sposati).
    Poi lo zio ha trovato posto come meccanico su una linea di presse alla Ford, ed in seguito è diventato responsabile della linea. Ora è in pensione da molti anni ma tuttora ogni 5 anni un emissario della Ford lo va a trovare a casa e lo ringrazia con una lettera da parte della dirigenza, un bel regalo e begli sconti per acquistare una macchina qualora ne avesse bisogno.

    Sono andato tanto fuori tema! Ritorno in carreggiata...
    Cosa che ricordo della caduta del muro dai loro racconti e che mi ha colpito è stata la presa di coscienza e l'accettazione dell'avvenimento da parte della zona Occidentale: in soldoni il Cancelliere dice "gente, sappiate che ora ci dovremo rimboccare le maniche ed adattarci ad una nuova realtà, bisognerà fare questo, quello e quell'altro" e il popolo si è messo nelle migliori condizioni per gradualmente camminare insieme, dai posti di lavoro, agli alloggi. Non è cosa da poco.
    Mi rendo conto del qualunquismo ma quando penso a queste parole immagino sempre se ci fosse stata qua da noi una cosa del genere come avremmo reagito...abbiamo acerrime rivalità solamente fra province! E dico province!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fra province o addirittura fra paesi limitrofi.
      Eppure credo che in caso di necessitá si diventa tutti coraggiosi o pazienti.
      Dici che sono troppo ottimista?
      P.S. Strano che tuo zio non sia venuto a godersi la pensione in Italia.
      Di solito gli emigrati, prima o poi, scelgono di tornare.

      Elimina
    2. Ecco, non volevo scriverlo per rimanere più in larga scala ma lo hai fatto tu: fra paesi limitrofi, cavolo!!!

      Forse hai ragione tu: magari ci si deve trovare in certe situazioni per poterne giudicare la reazione!
      Ecco perché quando ho sollevato il dubbio poco fa ho anteposto il mio qualunquismo nel pensarlo.

      Rispondo al P.S.
      A dir la verità era l'idea iniziale, lo zio lo desiderava molto.
      Ora ti racconto brevemente:
      una volta che zia andò in pensione fecero il trasloco, armi e bagagli e tornarono qua. Tempo un paio di anni e fecero dietro front!
      O meglio, zia disse papale papale «Io torno a Colonia. Fai come vuoi, non ce la faccio a stare qua».
      Zio evidentemente per amore suo (e a malincuore suppongo, anche perché lui qui già si era riambientato benissimo) tornò su in Germania con lei.
      E' un caso atipicissimo di italiano all'estero!!

      Elimina
    3. E come mai? Tua zia ha forse origini tedesche? O magari i loro figli vivono lì ed ha anche un bel giro di amicizie?

      Elimina
    4. Assolutamente no, è italianissima! Ahahah è questo il bello!

      Mio cugino ha studiato all'università qui ed è vissuto praticamente sempre qui coi miei nonni da quando aveva 18-19 anni (metà degli anni 80). Ora è farmacista a Bolzano da qualche anno, è pure di madrelingua tedesca e si trova molto bene.

      Mia zia sì, ha una amica di lunghissima data, Ulrike, che conosco anche io che purtroppo non sta bene. Soffre di una malattia degenerativa tipo distrofia. Lei è tedesca, il marito italiano, Serafino, lavorava alla Ford con lo zio. Serafino purtroppo, altra bravissima persona, non c'è più da qualche anno.

      Riassumendo, la zia «E' diventèta più tedesca d'i tedeschi» come dice sempre nonnetta!
      Tra l'altro sono andato a trovarla sabato ed è felice perché i suddetti zii fra poco, agli inizi di dicembre, la verranno a trovare e staranno per qualche tempo con lei!

      Elimina
    5. Allora bisognerà ipnotizzare la zia e convincerla a tornare in patria. 😂😂😂

      Elimina
    6. Secondo me manco quello basterebbe!!
      Tutte le volte che tornano qui lei dopo qualche giorno vorrebbe ripartire!! 🤣😂
      Della serie "sì vi voglio bene e tutto il resto ma...ciaooo!!" 😁😁

      Elimina
    7. In extremis puoi convincerla a fare un viaggio dalle mie parti.
      Qui si innamorano tutti.. 😉

      Elimina
    8. Ma c'è stata sai! Con lo zio fecero un "gran tour d'Italia" poco dopo tornati...ma non è bastato! 😆😆

      Elimina
  15. Non credo che una persona che eriga dei muri sia necessariamente una persona malvagia. Non tutti infatti lo fanno per intolleranza e soprattutto per il rifiuto del prossimo.
    Il muro nel medioevo serviva anche per difendersi.
    Qualche giorno fa ho parlato di recinto, ma anche il muro assolve alla stessa funzione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Effettivamente muro e maschera sono proprio sinonimi. E mi fanni pensare prevalentemente alla difesa, più che all'attacco.

      Elimina

Per colpa di chi ne ha abusato, minando l'atmosfera familiare che si respira su questo blog, sono vietati i commenti anonimi, così come quelli polemici e offensivi.
Se non prendi la vita con filosofia e ami mettere zizzania, sei nel posto sbagliato.