lunedì 8 giugno 2020

Che rapporto avete con i dialetti? Adottate una parola siciliana

Confesso, ho sempre odiato i dialetti. Difatti, ad esempio, non sopporto la musica napoletana.
Conosco perfettamente il mio, ma non lo parlo mai, eccetto per qualche imprecazione casalinga quando sono molto arrabbiata, o per comunicare con mia nonna che è analfabeta e non ha troppa dimestichezza con l'Italiano.
Anche mio figlio, che ha solo quattro anni, sa bene che non deve assolutamente ripetere le parole in dialetto che ascolta fuori da casa. Avrà tempo per imparare il gergo locale e capire il giusto contesto in cui parlarlo.

Va detto, però, che concettualmente i dialetti mi affascinano, poiché trasudano storia e tradizione da ogni sillaba.
Dunque, oggi vi propongo un'iniziativa interessante trovata sui social e ideata dalla Cademia Siciliana.
Si tratta di "Adotta una parola siciliana".

L'Accademia siciliana è un'organizzazione non a scopo di lucro fondata alla fine del 2016, all'interno della quale un gruppo di studenti e ricercatori approfondisce la lingua locale, divulgandola.
L'obiettivo dell'adozione del termine, è infatti quello di non far cadere in disuso parole spesso sconosciute alle nuove generazioni e sostituite da inglesismi o slang più moderni.
E' il caso, ad esempio, di "ringu", che significa "fila".
Dall'inizio della pandemia ogni giorno ciascuno di noi è costretto a stare in coda al supermercato, dal medico di famiglia, ecc.
E allora perché non dare a quest'attesa la giusta connotazione?
Lo stesso vale per "azzizzarisi", ovvero "mettersi in tiro".
Dopo mesi trascorsi in pigiama a causa della quarantena, sicuramente da qualche settimana uomini e donne hanno ricominciato a vestirsi bene, e a prendersi cura di sé.
Dunque, la Cademia invita i suoi follower a scegliere una parola in dialetto e a condividerla sui social e nei propri discorsi, per un'intera giornata, al fine di diffonderla tra coloro che, magari non l'avevano mai sentita.
Insomma, oltre al celebre "non scassare i cabbasisi" del commissario Montalbano, il Siciliano è molto di più, così come tutti gli altri dialetti italiani e non solo.

Che ne pensate, quindi, di quest'idea?
Per me dovrebbe essere "copiata" da tutte le altre regioni.
Sono certa che coinvolgerebbe giovani e anziani, rendendoli più vicini che mai.

103 commenti:

  1. Anche io non amo il dialetto, anche se nel linguaggio quotidiano uso parole come "sborone" che derivano dal dialetto, oppure forme gergali come corriera per dire autobus!
    Però peggio del dialetto c'è l'uso della parola SINDACA

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    1. Tu dici anche calzettiiiiiiii!!!
      Comunque "sindaca" lo sento spesso. Sicuro non esista?

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    2. Sindaca è stata sdoganata come parole ma non la sopporto🤭

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  2. Secondo me è una stupidaggine. Neanche a me piace parlare in dialetto. La mia famiglia usa un dialetto diverso da quello usato nella città dove abitiamo. Fuori casa io ho quindi sempre parlato italiano. Durante la scuola c'erano compagni che non erano assolutamente in grado di sostenere un'intera conversazione in italiano e anche adesso sul lavoro spesso mi parlano in dialetto. Per me è insopportabile. Anche molte persone straniere imparano prima il dialetto dell'italiano qui, soprattutto in certi ambito lavorativi. Io tutto questo amore per i dialetti non lo capisco

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    1. Pensa che nella mia carriera scolastica ho avuto persino docenti che parlavano in dialetto durante le spiegazioni.
      E là sì che mi giravano!

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  3. Diciamo che non è tra i miei dialetti preferiti... È un dialetto talmente "forte" che impregna anche il parlato italiano dei siciliani, ha una sonorità mai piaciuta e, nonostante sia di padre siciliano, non è un gergo mai entrato nel cuore.

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    1. Non ricordavo che tuo padre fosse Siciliano.

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    2. :(
      è peggio il calabro però.

      Non voglio essere di parte - e non lo sono, visto che affermo che il calabrese è bruttissimo - ma il siculo è, per le mie orecchie, uno dei dialetti più belli, ricchi e musicali d'Italia *_*

      Però capisco chi non trova piacere a sentirlo. Io ad esempio non ce la faccio a sorbirmi alcune calate nordiche, in particolare quella di Milano.

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  4. Con Mamma che era emiliana (mai imparato il veneto) , in casa si parlava
    sempre Italiano . Partita per l'estero non ho più parlato il dialetto
    Veneto . Lo capisco ancora ma non riesco più a parlarlo .
    In Sicilia ho imparato una parola "Ammoninni". Andiamo . Spero sia giusta.
    No ho nulla contro i dialetti , purchè si parli un Italiano capibile e
    corretto .
    Un strucon a ti e a tu fiolo . Laura :)))

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  5. buon lunedì Claudio.
    Abito una enclave dove si parla un perfetto italiano e siamo meta di ricercatori anche stranieri. Poco fa è passato un gruppo di ricercatori Olandesi che mi hanno fatto parlare a lungo della mia storia anche se non credo che interessasse la storia ma come mi esprimevo. credo che il dialetto bergamasco sia quello più incomprensivo. Nigiotti in una sua canzone dice che parliamo più l'inglese che i dialetti nostri

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    1. Effettivamente non sopporto nemmeno gli inglesismi, anche se li uso inevitabilmente.
      Lunga vita all'Italiano che è una lingua meravigliosa.

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    2. Io sbagliavo con "Chiara", ma "Claudio" forse è peggio. 😂

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    3. Ahahahah
      Posso sopportare persino questo. :P

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  6. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Arrivi un attimo dopo che ti ho nominato con Laura.
      Comunque la questione della transitività dei verbi è una caratteristica anche dei dialetti pugliesi, e magari di tutti gli altri? Non saprei.
      Qui si dice "esci il cane", ad esempio... 😅

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    2. I dialetti hanno il pregio di raccontare la storia di ogni regione d’Italia. La loro bellezza sta proprio nella “diversità” dal linguaggio corretto: tutte le alterazioni che hanno musicalità fanno parte di un bagaglio culturale che chiunque dovrebbe preservare. Parlarlo correntemente no, sono d’accordo, ma disprezzarlo non è da “italiani” veri.

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    3. Si salvasse una sola parola di quello che hai detto, Vedetta! 😁

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    4. Come si fa a parlare male dei napoletani? Ci sei mai stato a Napoli, Vedetta Lombarda?
      Città che ha dato i natali a Totò, Pino Daniele, Bud Spencer, Eduardo De Filippo, Massimo Troisi, Roberto Murolo, Erri De Luca...

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    5. Io a Napoli ci sono stata più volte e i Napoletani sono simpaticissimi e molto accoglienti (proprio come piace a me).
      Però la loro musica mi fa venire l'orticaria, e il fatto che parlino quasi solo dialetto, idem.

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    7. In realtà esistono anche tante teste di cazzo al nord, sai?
      Continuo a credere che gli imbecilli non abbiano una specifica provenienza geografica, e che la loro madre sia sempre incinta già lo sappiamo.
      Per il resto, sapevi, ad esempio, che per l'anno accademico 2017-2018 l'università "Federico II" di Napoli si è piazzata al terzo posto nazionale nella classificata pubblicata dal MIUR, mentre quella degli studi di Milano solo al quinto?
      Ma era giusto per lasciarti qualche dato che potrai tranquillamente reperire sui siti istituzionali (o su Wikipedia, visto che ti piace tanto).
      In Italia abbiamo milioni di menti eccellenti che si laureano nella materie che hai citato, ed emigrano all'estero per ottenere riconoscimenti maggiori.
      Mi dispiace che tu abbia una considerazione così bassa del popolo che ti ha dato i natali...

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    8. Su questo mi trovi assolutamente d'accordo !

      In realtà esistono anche tante teste di cazzo al nord, sai?

      Mai detto il contrario.

      E Wikipedia, se hai letto ció che ho scritto non mi piace per nulla.

      Singoli italiani, studenti e ricercatori brillanti, pochi e rari che come al solito in itaglia non avrebbero alcuna concreta possibilitá scappano a gambe levate dal paese.

      In itaglia si è instaurato un meccanismo di auto-selezione regressiva che ormai ha superato i livelli di guardia. Il paese è giustamente in una condizione di recessione perenne per via delle gravi deficenze sociali, etiche, morali, ecc, ecc.

      Chi è bravo ... scappa alla prima occasione.

      C'e' un passaggio del film "La meglio gioventù" ( l' italia da distruggere ) che descrive molto bene la situazione :

      Provo a mettere qui il LINK :
      https://www.youtube.com/watch?v=N0VYLTYwx3s

      Tanti cari Saluti,
      Vedetta

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    9. Non hai colto il mio sarcasmo sulla questione di Wikipedia...

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    10. Se devo leggere di "terroni" che andrebbero soppressi nelle camere a gas, preferisco chiuderla qui per rispetto della padrona di casa, che spero provveda a moderare la discussione.

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    11. In realtà trovo che certe frasi si commentino da sole.
      Quindi, oscurarle significherebbe persino fare un favore a chi le ha scritte o pronunciate.
      Non è nel mio stile, pertanto, eliminare commenti, né tantomeno ammonire chi li scrive, eccetto nel caso in cui questi siano direttamente offensivi verso una persona specifica.
      Dunque, finché non assisto a scontri diretti, lascio che ognuno sia responsabile di quello che dice, pur esprimendo la mia contrarietà.

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    12. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    13. Un termine che conosco (ed uso).
      Dalle mie parti si usa soprattutto accanto a "zitellona", per intendere una donna di mezz'età particolarmente acida. :))

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    14. Infatti ho chiesto di moderare, non di eliminare... Io rispondo di quello che scrivo e pubblico, sono un terrone rintracciabile che non teme di metterci la faccia.

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    15. Idem.
      Terrona doc che ci mette faccia, nome e persino cognome. 😉

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    16. Brava Turchiarulo !

      Tu pero' esageri addirittura ci metti nome, cognome, indirizzo e foto. Manca solo il numero di scarpe :-)

      Cordialmente,
      Vedetta Lombarda

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    17. vedetta lombarda sei un razzista di merda nonchè un emerito imbecille.
      Anonimo Napoletano

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    18. Questo lo lascio per par condicio, ma i prossimi commenti offensivi di qualunque natura saranno eliminati.

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    19. Perché hai eliminato il mio, scusa? Non era offensivo per nulla. Sono sorpresa.

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    20. Purtroppo avevi ripreso tra virgolette un passo del commento. Il peggiore, quello delle camere a gas.
      Per criticarlo, ovviamente, ma ho preferito nascondere ogni traccia.

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    21. Ah, okay. Non avevo visto che avevi già cancellato quell’orribile commento del tuo follower.

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    22. Magari fosse un mio follower, almeno potrei bloccarlo, come ho fatto con un altro vecchio filosofo.
      Lui, invece, passa senza iscriversi e per fare "casino".

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    23. I follower si possono bloccare? Come si fa?

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    24. Se per follower intendi, come me, i lettori fissi, è facilissimo.
      Dal pannello di controllo vai su Statistiche, poi lettori fissi e seleziona blocca accanto alla foto di chi ti turba.

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    25. Mi pareva qualcosa non quadrasse: in Statistiche non ho la voce "lettori fissi".😕

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    26. Impossibile. Perché hai il widget, quindi è attivo.
      Devi guardare in alto a destra, sotto i contatori.
      C'è scritto, se non ricordo male, "Gestione lettori fissi".

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  7. OVVOVE !!

    Per la serie "scendi il cane che lo piscio"...

    Ma come si fa a dire una cosa del genere ... come si fa !!!

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    1. Meglio "scendi a pisciare il cane", oppure "scendi la spazzatura".

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    2. Ma come meglio ... Turchiarulo !!!

      Fanno schifo grammaticalmente ... tutte le espressioni sopra menzionate.

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    3. Meglio stava a significare "ancora più diffuso".

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    4. Esci la carne dal congelatore :P a casa mia diffusissimo.

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  8. Ciao Claudia! Io ho imparato un po' di milanese dai nonni ed alcune espressioni ogni tanto mi "scappano". Noi della Madunina siamo abbastanza gelosi del nostro dialetto... quindi credo che non si perderà con le nuove generazioni!

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    1. Il dialetto non si perde mai, ma certe espressioni più antiche vanno via via modificandosi, fino a scomparire.

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  9. Anch'io non amo i dialetti e devo confessare non sapere neanche parlare e capire il mio al punto che ho dovuto leggere la,traduzione in italiano fob creuza de ma di De André per comprendere il testo. Fatta questa premessa trovo cmq molto apprezzabile questa iniziativa ma sempre che non si voglia sostituire il dialetto alla lingua italiana

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    1. Esatto.
      Il dialetto è bello se utilizzato in contesti folcloristici, ma non deve mai sostuire la nostra lingua.

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  10. Leggendo qualche commento che precede sembra quasi che parlare il dialetto sia come sparare parolacce a raffica.
    Scusa, Claudia, per me è davvero esagerato essere così categorici: capisco che parlarli correntemente possa essere visto come una forma di incultura e, spesso, è vero, ma il dialetto concettualmente è la base della lingua, rappresenta le origini di ognuno di noi: prenderne le distanze sì, è giusto, rinnegarlo no, è da sciocchi.

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    1. Infatti ho scritto che conosco perfettamente il mio dialetto e che anche Lorenzo avrà modo di imparare il suo (visto che è nato in una città diversa dalla mia), ma che non accetto che lo si parli in casa mia. E magari anche fuori.

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  11. Un motivo della mia fierezza sicula è proprio la bellezza e la pienezza del mio dialetto: ci sono espressioni, anche singole parole che da sole valgono tutto un discorso. Non so parlarlo neanch’io Il dialetto stretto (a parte che ogni provincia ha le sue sfumature), però non disdegno intercalarlo durante le conversazioni: dire “quanto m’abbutta sta camurria” non ha la stessa forza espressiva di “quanto mi annoia questa seccatura!”, pronunciata a culo stretto! 😁 (pardon!)
    Quanto alla dizione o alla cadenza, questo è un discorso diverso!

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    1. Parole e idiomi dialettali che da soli esprimono concetti che in italiano richiederebbero molte parole esistono in più dialetti. Per esempio "Il caldo pomeridiano che mette noia" a Ginosa è semplicemente "La sust". 😅

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    2. "La sust" esiste anche da me, ma è "il nervosismo".
      Seguo con molto affetto la pagina Facebook "Inchiostro di Puglia", in cui pubblicano quotidianamente vignette in Pugliese che mi piacciono da morire, perché profumano di casa.
      Però, ripeto, nel linguaggio abituale, scelgo sempre l'Italiano.

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  12. Nel nostro piccolo è un gioco che facciamo spesso, anche fatto su Fb in qualche gruppo locale.
    I dialetti sono cultura e ricchezza, ma non devono essere segno di arretratezza.
    Difatti, ho sempre odiato quando la gente (specie a scuola) non riusciva a distinguere costrutti dialettali da quelli dell'italiano corretto. Mi chiedevo come fosse possibile, eppure l'ho visto fare in ben due regioni diverse! :o

    Moz-

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  13. Credo che i dialetti siano interessanti e parte del nostro patrimonio culturale. Penso anche che sia importante saper parlare italiano correttamente, ma conoscere il proprio dialetto è come conoscere un po' la propria storia. Inoltre molti termini ormai sono diventati parte del nostro linguaggio pur essendo dei regionalismi.
    Conosco abbastanza bene il mio dialetto, anche se i miei genitori ci hanno sempre parlato in italiano per evitare che a scuola facessimo confusione. Detto questo però, per me "ringu" non significa niente 😅 Per questo non "credo" molto in queste accademie: il dialetto siciliano ad esempio ha tantissime sfaccettature, ne esiste una versione più italianizzata e una più stretta, può variare anche da paesi limitrofi o della stessa provincia, a Palermo mettono molte più "u" di quanto si faccia a Messina, il Catanese è incomprensibile per un messinese, e potrei continuare

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    1. In realtà i dialetti cambiano addirittura da una frazione all'altra della stessa città, ma comunque restano comprensibili tra corregionali.

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    2. Da me no, te lo assicuro. All'interno della regione tanti termini ed anche proprio modi di parlare sono diversi e non ci si capisce. Infatti ringu ripeto da me non significa nulla, non diciamo proprio così.

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  14. A me il dialetto napoletano piace molto e anche la musica :) mi affascina, mi ricorda alcuni giorni d'agosto della mia infanzia.
    Personalmente non parlo il mio dialetto. Sono stata cresciuta da una mamma che non parlava neanche il suo, che aveva anche passato del tempo in Germania e che dunque nel tempo lo aveva perso. E da un padre che non lo ha mai parlato molto.
    Però mi piace ascoltare i dialetti, anche quelli che non capisco affatto. Sono radici.
    Un abbraccio.

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    1. Mi ricordi mia madre, cresciuta con genitori di città diverse che quindi parlavano ciascuno il proprio dialetto, ma lei non ne ha mai imparato nemmeno uno.
      Sarà per questo che ha trasmesso a me la passione per l'Italiano.
      Oggi, però, i dialetti la affascinano e riesce ad imitarli quasi tutti con una cadenza perfetta.
      Ci fa ridere un sacco quando, restando in tema, si finge una "picciotta siciliana".

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  15. A me i dialetti piacciono e, sebbene nessuno me l'abbia fatto notare, sono certa di parlare con un tremendo accento romano. In genere preferisco le parlate meridionali e mi piace infilare qualche termine dialettale nelle chat col mio amico di Taranto o la mia collega di Messina o i miei cugini napoletani. Se ti leggi Insciallah della Fallaci, ogni personaggio pensa o parla nel suo dialetto, e quello più incomprensibile secondo me è il torinese/piemontese. Tornando in tema, non saprei quale parola siciliana adottare... forse "chiarchiaro", che dovrebbe significare circa pietraia desolata!

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    1. Non potrei mai leggere un libro in dialetto. Mi verrebbe il mal di testa dopo tre pagine. :))

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  16. La mia è la generazione di quando il dialetto veniva visto come il demonio; assolutamente vietato a scuola, in famiglia era caldamente sconsigliato. Si temeva che noi bambini non avremmo imparato un italiano corretto sennò. A casa mia però il dialetto si parlava eccome; i nonni lo usavano abitualmente tra di loro, e anche mio padre lo parlava spesso, ma quando si rivolgevano a me parlavano sempre in italiano. Conclusione: il dialetto lo capisco però non lo so parlare, quando ci provo faccio lo stesso effetto di uno straniero che parla italiano storpiando le parole e con un forte accento. La perdita dei dialetti per me è una cosa grave perchè, trattandosi di vere e proprie lingue, contengono parole con sfumature di significato intraducibili o con suoni particolari. A me infatti il dialetto della mia zona piace molto, a volte uso qualche parola qua e là (di quelle appunto particolari). So che negli ultimi anni ci sono stati dei tentativi di recupero, ma ormai la stragrande maggioranza dei giovani non solo non lo parla, ma manco lo capisce più. Quindi ben vengano iniziative come quella che hai citato, per quanto non so quanto servano...

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    1. Strano.
      Dalle mie parti tutti conoscono il dialetto e i giovani lo parlano pure abbastanza spesso.
      Certo, quello stretto e autentico va via perdendosi o modificandosi, ma in qualche modo resterà eterno.

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  17. Affascinano anche me i dialetti (comunque sulla musica napoletana la pensiamo uguale), ogni volta che sento una parola cerco di ripeterla, anche se a dispetto della "nostra", non so ma il significato è più difficile, in ogni caso il dialetto patrimonio dell'umanità ;)

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    1. Il dialetto di Noci non l'ho mai sentito, sai?
      Chiederò a mio marito com'è, visto che da ragazzo fu fidanzato a lungo con una tua concittadina.

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  18. Non vorrei rigirare il coltello nella proverbiale piaga.

    Ma ho dato per curiositá una scorsa al sito di codesta "Cademia Siciliana" e purtroppo, devo dirlo senza sorpresa, ... è la classica meridionalata con pochissimi contenuti, senza capo ne coda né alcuna apparente utilitá.

    Sará anche un sito dedicato al dialetto siculo, ma questi qua non sanno nemmeno scrivere in un italiano decente.

    Francamante il "livello" è piu o meno quello della deprecata e giustamente vilipesa wikipedia italica, chi abbia mai letto articoli scritti a piu' mani dai volontari wikipediani italici ha ben presente il livello di approssimatezza in contenuti e forme.

    Poi sembra che il progetto sia giá morto e sepolto. Il gruppo, di studenti e ricercatori "volontari" ha fondato questa iniziativa nel 2016, proponendosi di pubblicare annualmente una monografia di standardizzazione ortografica comune della lingua siciliana, la qual cosa poteva avere un valore quanto meno di ricerca accademica sotto il profilo linguistico.

    Ma hanno prodotto invece una sola edizione nel 2017 e si son fermati.

    Almeno avrebbero potuto aggiornare il sito ed eliminare la affermazione che dice "La Cadèmia Siciliana produce annualmente una proposta ortografica."

    La cosa avrebbe suscitato meno perplessitá.

    Dopo questa nota di "ilaritá accademica" ho smesso di leggere.

    Saluti,
    Vedetta Lombarda

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    1. Trattandosi di un'associazione senza fini di lucro è comprensibile che gli obiettivi prefissati al momento della nascita possano non coincidere con quelli realmente portati a termine.
      Ciò non toglie, però, che il progetto possa essere valido e riuscito.

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  19. Dove abito io il dialetto ( milanese ) lo si insegna a scuola.
    Dalla prima elementare vengono fatte lezioni di dialetto per concludersi, in quinta, con uno spettacolo di dialetto.
    Nella mia zona si sta molto perdendo, i miei nonni parlavano solo dialetto, i miei genitori tra di loro parlano in dialetto, io lo capisco ma lo parlo malissimo, i miei figli lo capiscono poco: è una tradizione che va morendo.
    Io sono favorevole al mantenimento di queste lingue, fanno parte della nostra storia, ciumbia!!!

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    1. Addirittura a scuola. Wow.
      Ai miei tempi durante la recita delle elementari c'era sempre una piccola poesia in dialetto, ma nulla di più. E parliamo di 25 anni fa.
      Adesso non mi pare accada ancora.

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  20. In quanto toscana, non ho un dialetto ed è una cosa che mi manca tantissimo! Nella zona dove vivo, poi, nemmeno la classica "c" aspirata ci appartiene, e mixiamo accenti toscani a umbri creandone uno tutto nostro, che io utilizzo pochissimo perché per lavoro devo usare un italiano standard. Dunque mi sembra un'idea fantastica, perché i dialetti hanno un trascorso memorabile e devono rimanere parte di noi e della nostra cultura! <3

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  21. Da brava triestina il mio sangue è molto misto: nonno di Amburgo e nonna di Livorno da un lato, nonno triestino e nonna di Monfalcone (Gorizia) dall'altro.
    Per evidenti motivi mia madre il triestino non lo ha mai parlato ed a casa mia di conseguenza si usava solo l'italiano. Papà non aveva alcun problema a passare da dialetto ad italiano (ottimi tutti e due) e viceversa dove le situazioni lo prevedevano. A me il mio dialetto piace parecchio e racconta tanto della mia città, della sua storia e delle sue origini, tradizioni e trasformazioni.
    In triestino sono stati scritti alcuni dei più bei libri comici che conosca, libri che trasudano cultura e civiltà.
    Suppongo che questo valga per ogni altro dialetto (e non mi addentro nelle vere e proprie lingue come il Carnico o son dolori davvero) ed abbandonarli rendendoli sempre più poveri come sta accadendo è per me una perdita inaccettabile.

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    1. Infatti è giusto preservarne l'esistenza, ma non gradisco ascoltarli dalla bocca del mio interlocutore.

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  22. Cari amici, di solito, come ben sapete sono molto "morbida" nella moderazione dei commenti, ma oggi si è toccato il fondo e un'amica mi ha spiegato che il mio blog rischiava di essere addirittura segnalato alla Postale per razzismo.
    Dunque, ho deciso di eliminare i commenti oggetto delle gravi offese ai danni dei Meridionali.
    Pertanto vi informo, d'ora innanzi, che qualsiasi commento a sfondo razzista o comunque offensivo verso persone/animali verrà prontamente eliminato.
    Grazie.

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    1. Che tristezza, anche in un post come questo la piaga del razzismo a rovinarne il tono?
      Mah...

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    2. Sì, Paola. Anche qui.
      Perché i razzisti hanno proprio il seme della cattiveria e lo manifestano in ogni dove.

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    3. Per esperienza: i commenti degli haters mettono in difficoltà loro, ma anche te (mi riferisco alle conseguenze). Io come sai ho inserito la moderazione e ho dovuto prendere un sacco di provvedimenti (manco a farlo apposta ho pubblicato un post un'ora fa in cui ne parlo) per evitarli, quindi hai fatto bene.

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    4. Ho letto il tuo post, ma ritengo che non ci sia bisogno di grosse precauzioni, in quanto qui gli imbecilli passano per fortuna molto di rado. 😉

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  23. A me piace molto il dialetto come concetto in generale, anche se ce ne sono alcuni proprio brutti (tipo il mio ahah).
    Il Siciliano lo amo, uno dei miei preferiti in assoluto :) Lo trovo simpatico e musicale e lo preferisco ad altri più "morbidi" del Nord.
    Comunque a casa mia si parla solo dialetto, coi miei amici concittadini pure ma in famiglia lo evitiamo coi bambini che infatti non lo parlano per niente.
    A scuola ed a lavoro assolutamente italiano.
    Devo dire che, nonostante io lo usi molto non ho una cadenza troppo forte -parola dei miei amici polentoni (<3)- ma che sono terronissima si sente e meno male xD

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    1. Ma noi siamo orgogliose di essere terronissime.
      Alla faccia dei razzisti! 😉

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  24. La lingua italiana è bella e certamente possiede una ricchezza lessicale che nessun dialetto può avere, essendo i dialetti lingue molto popolari ed in genere non molto adatte a discettare di scienze e filosofia, però questo non dovremmo dirlo ai sardi che sono abituati a conferire al proprio dialetto la dignità di una lingua completa. A dire la verità io amo il mio dialetto: in questo mio dialetto sono stati prodotti capolavori letterari apprezzati in tutto il modo. Il dialetto però l'ho imparato dopo i 18 anni, frequentando gruppi di amici: a casa mia da bambina era bandito. Ti lascio una poesia che amo molto di Salvatore Di Giacomo:

    Nu pianefforte ‘e notte
    sona luntanamente,
    e ‘a museca se sente
    pe ll’aria suspirà.

    È ll’una: dorme ‘o vico
    ncopp’a nonna nonna
    ‘e nu mutivo antico
    ‘e tanto tiempo fa.

    Dio, quanta stelle ‘n cielo!
    Che luna! E c’aria doce!
    Quanto na della voce
    vurria sentì cantà!
    Ma sulitario e lento
    more 'o mutivo antico;
    se fa cchiù cupo 'o vico
    dint'a ll'oscurità..

    Ll'anema mia surtanto
    rummane a sta fenesta.
    Aspetta ancora. E resta,
    ncantannese, a pensà.

    Serena serata Claudia

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    1. Le poesie le preferisco in italiano.
      Interessante che tu abbia imparato così tardi il dialetto.
      A casa mia non si parlava, ma i miei compagni di scuola lo facevano spesso, quindi già dalle elementari lo conoscevo abbastanza bene.
      Buona serata a te.

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    2. Il sardo è una lingua, come il ladino (ovvero il carnico).
      Il ladino infatti per diversi anni è stato nsegnato a scuola ed i cartelli son stati bilingue fino a quando, dichiaratamente per mancanza di fondi, si è deciso di declassarlo a dialetto. Solo che non sono i soldi a fare o meno una lingua.

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  25. Io da siciliana sta parola non la conosco :D

    La mia preferita comunque é camurria!

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  26. Accipicchia, qui è successo di tutto e di più! In fondo parlare dei dialetti è un po' come parlare delle lingue. Ogni Paese ha la sua e non si può parlare male di nessuna.
    Personalmente io ho imparato come prima lingua il dialetto e ho imparato l'Italiano dalla televisione. Con i miei genitori, nonni e zii ho sempre parlato il dialetto, ma quando una volta mi sono sentita registrata e ho notato la cadenza, ho deciso che nella mia famiglia avrei sempre parlato in Italiano e così ho fatto. Mio figlio lo capisce, ma non l'ha mai parlato.
    Devo dire però che, a volte, mi è capitato di andare a sentire commedie in dialetto, divertentissime, e di essere stata contenta di poter comprendere tutto.
    Dimenticavo! Il mio dialetto è il piemontese.

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    1. Non ho mai visto uno spettacolo teatrale nel mio dialetto, ma credo che mi divertirei un sacco proprio perché lo comprenderei appieno.

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  27. Io amo i dialetti, le loro variopinte caratteristiche e la potenza che hanno in alcuni casi di darci l’idea delle cose e delle situazioni. Da piccoli alle “feste comandate” cantavamo sempre in genovese con i miei zii. Lo ricordo con piacere. Oltre al classico “belin” anche ora ogni tanto mi parte qualche intercalare in dialetto

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    1. Ma "belin" è patrimonio dell'Unesco, dai.
      Quindi ci sta tutto. 😅

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    2. per ora Greta non lo dice… :-)

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  28. Credo che il proprio dialetto d'origine non si dimentichi mai.
    Lo zio di mio marito vive da più di 30 anni a Venezia, ma quando scende per le vacanze parla ancora un Monopolitano perfetto, mentre quando è su parla il Veneziano. :)

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  29. Io so parlare i miei dialetti. Stretti, strettissimi. Sia il siculo che il reggino. Infatti, appena posso corro a intavolare fitte discussioni coi vecchietti in loco per rinfrescare. E li amooooo... Amo i dialetti, la cultura e le origini che trasudano, la bellezza che richiamano, la musicalità (o la durezza compulsiva). Anche ai miei figli insegno i due dialetti da cui provengo: ovvio che sanno benissimo di dover parlare l'italiano. Io e fabio litighiamo in dialetto, ma se il litigio si fa serio assai ripassiamo all'italiano. Insomma, oggi che non avevo "prescia" ce l'ho fatta a leggere questo post spettacolare *_*

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    1. Poverini i tuoi figli, allora.
      Ascoltano mille dialetti in casa. I tuoi, quello di Roma.
      Non andranno in confusione?
      Lunga vita al poliglottismo. Ahahaha

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