A Livorno è caccia al killer di gatti

 

Negli ultimi dieci mesi, a Livorno, sono stati uccisi cinquanta gatti, presumibilmente per mano della stessa persona.

A nulla sono valsi i numerosi appelli da parte delle associazioni animaliste per risalire al colpevole.

In ultima ratio, l'Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) ha deciso di offrire una ricompensa di 5mila euro a chiunque conosca l'identità del killer e permetta, tramite apposita testimonianza, di denunciarlo.

Non saranno accettate segnalazioni anonime.

Secondo l'associazione, i Livornesi dovrebbero denunciare per semplice senso civico, ma purtroppo ciò non è ancora accaduto, quindi si spera che attraverso un incentivo economico la gente sia meno disposta a voltarsi dall'altra parte.

Le domande sono due.

Perché uccidere tanti animali indifesi rei soltanto di passeggiare per le vie della città?

Posto che nessun essere vivente merita di essere abbattuto senza pietà, quale disturbo pubblico potrebbero creare dei gatti? E' più facile pensare che siano i cinghiali a "infastidire" l'uomo, i topi, i lupi, e così via.

Ma, ripeto, al di là di qualsiasi superflua considerazione, perché ammazzare chi non può difendersi e farlo più e più volte, senza pudore?

Il secondo quesito che mi pongo, invece, è perché un'associazione debba assumere una criminologa per risalire al profilo del killer, poi offrire una ricompensa di 3mila euro per gli informatori e, infine, provare ad aumentare la cifra, portandola a 5mila?

Davvero per gli Italiani che qualcuno uccida decine di gatti non è un problema di cui occuparsi, a meno che non vi sia un tornaconto personale?

La mia speranza è che qualcuno si faccia avanti e aiuti ad incastrare il/i responsabile/i di questa triste vicenda, e che poi rifiuti di incassare la ricompensa oppure la offra in beneficenza ad un gattile.

Livornesi, coraggio!

Mettetevi una mano sulla coscienza e mobilitatevi per porre fine a questa mattanza.