sabato 24 febbraio 2018

Ancora un asilo del terrore. Che amarezza!


Qualche giorno fa, la trasmissione "Le Iene" ha trasmesso un servizio sull'ennesimo caso di violenza in una scuola materna italiana.
Ora.
A parte la profonda amarezza che provo e che, sono certa, mi accomuna a milioni di madri, ho un dubbio che non riesco a togliermi.
Ma perché non sottopongono le maestre d'asilo a controlli psichiatrici, una volta all'anno, per stabilire se sono ancora idonee a svolgere il proprio ruolo?
Trovo che questo sia un lavoro molto delicato, un po' come l'ostetrica, la babysitter, la badante e molti altri.
Si tiene in pugno la vita di chi non può, o non sa, difendersi.
Insomma, è una sorta di missione che si dovrebbe seguire per amore, prima che per denaro.
Nessuno costringe queste donne e questi uomini a fare un lavoro che non gli piace più. 
Perché non fare gli agricoltori, gli spazzini, i commessi?
Potrebbero fare tutto e niente, tranne che maltrattare i nostri figli.

Poi mi chiedono perché non ho voluto mandare Lorenzo al nido.
Perché ho paura. Un'immensa paura che gli facciano del male e che lui non possa dirmelo.
Mi vergogno per quelle maestre e, pur essendo atea, spero che esista una giustizia divina. Perché, ahimè, in quella terrena credo ancora meno...

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