Qualche tempo fa parlavamo di fobie e vi ho spiegato di non averne mai avute.
In realtà ho sempre pensato di soffrire di claustrofobia, seppur in forma molto lieve, ma oggi devo ricredermi.
Stamattina ho portato mio figlio al mare. Come al solito, alle 11, siamo tornati a casa. Non sapevamo che i larghi sorrisi sui nostri volti avevano i secondi contati.
Siamo rimasti bloccati nell'ascensore.
Dinanzi a noi solo il muro che segna l'intervallo fra un pianerottolo e l'altro.
Lorenzo ha avvertito il colpo e si è ammutolito, proprio lui che non sta zitto nemmeno quando lo imploro in ginocchio, perché ho mal di testa.
"Mamma, qualcuno verrà a salvarci?".
"Certo, amore mio. Te lo prometto".
Il cellulare era isolato e, per la prima volta nella mia vita ho provato un po' di panico.
Io che ironizzo dicendo di essere immortale, ho temuto all'idea di non potermi tirare fuori da quel guaio.
Ho suonato il campanello d'allarme e poco dopo ho sentito la voce di Gianni.
Mi ha spiegato che avrebbe telefonato subito a chi di dovere, e mi ha invitata a mantenere la calma.
In realtà, non ho battuto un ciglio, ma lui non poteva vedermi.
Non sapevo se saremmo rimasti chiusi in quei due metri quadri per cinque minuti o per due ore, con l'aria che si faceva sempre più pesante e senza alcuna via di scampo, ma non potevo permettermi il lusso di mostrarmi agitata davanti a mio figlio che era terrorizzato, ma al tempo stesso sereno, grazie alla mia fermezza.
Dopo quindici minuti, per fortuna, la corrente è tornata e l'ascensore ha finito la sua corsa.
Io e Lorenzo ci siamo abbracciati e siamo corsi a ringraziare Gianni e Lella.
Evidentemente, non soffro di claustrofobia allora, se no sarei morta d'infarto dopo pochi istanti.
O forse è solo la solita vecchia storia che la debolezza per me non esiste.
Ne parlavo ieri a cena con Palma.
Ho un piccolo problema di salute che di solito costringe chi ne soffre a stare a letto fino alla completa guarigione.
Io, invece, mi imbottisco di farmaci e faccio la vita di sempre.
"Lo sai che non posso permettermi una pausa", le ho detto.
Ha riso. Perché chiunque al mio posto chiederebbe l'assistenza di amici e parenti, mentre io vivo come su un'isola deserta e non faccio mai affidamento su nessuno.
Oggi, però, ho avuto paura, sebbene non mi si sia mosso un solo capello.
"Mamma, sono stato coraggioso come te, hai visto?".
"Sì, amore mio. Sei proprio un uomo".
Come la mamma.
In realtà ho sempre pensato di soffrire di claustrofobia, seppur in forma molto lieve, ma oggi devo ricredermi.
Stamattina ho portato mio figlio al mare. Come al solito, alle 11, siamo tornati a casa. Non sapevamo che i larghi sorrisi sui nostri volti avevano i secondi contati.
Siamo rimasti bloccati nell'ascensore.
Dinanzi a noi solo il muro che segna l'intervallo fra un pianerottolo e l'altro.
Lorenzo ha avvertito il colpo e si è ammutolito, proprio lui che non sta zitto nemmeno quando lo imploro in ginocchio, perché ho mal di testa.
"Mamma, qualcuno verrà a salvarci?".
"Certo, amore mio. Te lo prometto".
Il cellulare era isolato e, per la prima volta nella mia vita ho provato un po' di panico.
Io che ironizzo dicendo di essere immortale, ho temuto all'idea di non potermi tirare fuori da quel guaio.
Ho suonato il campanello d'allarme e poco dopo ho sentito la voce di Gianni.
Mi ha spiegato che avrebbe telefonato subito a chi di dovere, e mi ha invitata a mantenere la calma.
In realtà, non ho battuto un ciglio, ma lui non poteva vedermi.
Non sapevo se saremmo rimasti chiusi in quei due metri quadri per cinque minuti o per due ore, con l'aria che si faceva sempre più pesante e senza alcuna via di scampo, ma non potevo permettermi il lusso di mostrarmi agitata davanti a mio figlio che era terrorizzato, ma al tempo stesso sereno, grazie alla mia fermezza.
Dopo quindici minuti, per fortuna, la corrente è tornata e l'ascensore ha finito la sua corsa.
Io e Lorenzo ci siamo abbracciati e siamo corsi a ringraziare Gianni e Lella.
Evidentemente, non soffro di claustrofobia allora, se no sarei morta d'infarto dopo pochi istanti.
O forse è solo la solita vecchia storia che la debolezza per me non esiste.
Ne parlavo ieri a cena con Palma.
Ho un piccolo problema di salute che di solito costringe chi ne soffre a stare a letto fino alla completa guarigione.
Io, invece, mi imbottisco di farmaci e faccio la vita di sempre.
"Lo sai che non posso permettermi una pausa", le ho detto.
Ha riso. Perché chiunque al mio posto chiederebbe l'assistenza di amici e parenti, mentre io vivo come su un'isola deserta e non faccio mai affidamento su nessuno.
Oggi, però, ho avuto paura, sebbene non mi si sia mosso un solo capello.
"Mamma, sono stato coraggioso come te, hai visto?".
"Sì, amore mio. Sei proprio un uomo".
Come la mamma.
Mi spiace per la vostra avventura. A me non piacciono gli ascensori e cerco di evitarli se possibile. Comunque imbottirsi di farmaci per andare avanti non è una cosa di cui andare fieri né un merito. Magari possono capitare dei giorni in cui non si ha alternative ma non deve essere la regola ecco. Tra lo stare a letto e questo credo che come sempre ci sia una via di mezzo
RispondiEliminaIn realtà non prendo quasi mai l'ascensore perché vivo al secondo piano, ma con tutti i giochi e le borse del mare, non ho potuto farne a meno.
EliminaQuanto ai farmaci, non ne abuso mai, anzi. Di solito per convincermi a prenderli il medico deve praticamente costringermi.
Stavolta seguo la terapia alla lettera, e questa prevede l'assunzione di sei compresse al giorno, perché sto combinata maluccio, ma dopo una settimana non vedo miglioramenti, a causa del fatto che non mi sono mai fermata.
E' come quando ti rompi una gamba. Perché il gesso faccia effetto non devi sforzarla, o no?
Ma passerà. E' un problema che ho già avuto alcune volte in passato.
"Io, invece, mi imbottisco di farmaci e faccio la vita di sempre".
RispondiEliminaahah, sei spericolataaaaaaaaaa.
Comunque brutta disavventura, quella dell'ascensore, è una situazione che manderebbe in panico chiunque...senza contare che con questi caldi io non resisterei 2 minuti fermo in ascensore 😱
Infatti qui c'è un'afa non indifferente.
EliminaSpericolata io? Ma no.
Mi conosci bene, e sai che sono stata costretta a prendere quei farmaci.
Il dottore ha detto che se non guarisco entro domani dovrò acquistarne una nuova scatola, ma se lo può proprio scordare.
Prima o poi passerà "da solo". :P
Una brutta disavventura, una volta sono rimasto bloccato in ascensore per circa mezz'ora, fortunatamente non soffro di claustrofobia.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Infatti avevo il terrore di restare lì molto più a lungo.
EliminaCaspita, brutta avventura... Ma l'hai gestita benissimo perché l'amore è la migliore medicina contro la paura, forse non la sconfigge ma la copre bene.
RispondiEliminaRimasi bloccato una volta nell'ascensore della scuola, ma per via di uno scherzo: tra l'altro era di quelli vecchi, ricavati nel pozzo delle scale, quindi non si rimaneva mai al buio poiché non era murato ma con delle grate che separavano le porte (con vetri) dai pianerottoli...
Di regola prendo raramente ascensori, per cui le probabilità di restarci prigioniero sono di conseguenza ridotte. E comunque, semmai capitasse, spero non in compagnia di una persona sconosciuta!
Io avrei preferito essere in compagnia di uno sconosciuto piuttosto che di mio figlio.
EliminaI bambini non dovrebbero mai subire certi shock.
Vedila così: ora hai una storia interessante da raccontare. E pure il tuo bimbo: presto diventerà un suo aneddoto figo da raccontare agli altri bambini ;)
RispondiEliminaCaro Alex,
EliminaSe spulci nel mio blog scoprirai che di storie interessanti da raccontare ne ho vissute tante.
Molte più di quanto avrei desiderato. 😅
Non è certo piacevole restare chiusi in ascensore.... È successo anche a me una volta, in realtà l'ascensore si era bloccato tra due piani con la porta aperta, così vedevamo passare i piedi della gente mentre aspettavamo che ci liberassero. In quel caso ci facemmo due risate, nel tuo invece da ridere non c'è proprio niente e sono contenta che ve la siete cavata relativamente in fretta.
RispondiEliminaBeh dai, almeno in caso di necessità avrebbero potuto passarvi dell'acqua.
EliminaNoi, invece, eravamo completamente bloccati con le porte chiuse. Il mio ascensore, oltretutto, è piccolissimo, di quelli che possono trasportare al massimo tre persone, quindi l'ossigeno finisce in fretta. 😔
Cara Claudia, quella esperienza ti ha fatto crescere e maturare.
RispondiEliminaSono sicuro che questo lo insegnerai pure ad altri!!!
Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Un po' presto per farmi crescere, visto che è accaduto tutto cinque ore fa. 😅
EliminaSecondo me sei stata forte per Lorenzo; se fossi stata sola forse avresti avuto più panico... stessa cosa per la paura, probabilmente era più indirizzata all'essere impotente nell'aiutare il tuo bimbo!
RispondiEliminaIo penso che tanti nostri atteggiamenti dipendano da chi abbiamo accanto... io per esempio soffro di vertigini ma se dovessi raggiungere anche solo uno dei miei gatti in difficoltà, scalerei una montagna!
Cmq è stata una bella prova e Lorenzo è stato un bravissimo ometto!
Sono certa che ti arrampicheresti in cima ad uno dei nostri ulivi secolari pee salvare uno dei tuoi gatti, senza esitare un solo istante.
EliminaLorenzo è un bambino molto responsabile e coraggioso. Per fortuna, come me, non si lascia turbare facilmente, infatti si è appena svegliato dalla sua pennichella pomeridiana, dopo essersi addormentato sereno.
Non c'è trauma che le coccole di mamma e papà non scaccino via.
Beh dai è passata anche questa!
RispondiEliminaSuccede.
Io son rimasto bloccato in ascensore una volta per poco tempo ..in effetti fa una certa impressione .
Ciao
Il problema del mio ascensore è che è piccolo e cieco, se si ferma a mezz'aria.
EliminaQuindi ti senti davvero sepolto vivo.
Credo che un ascensore più ampio e confortevole minimizzi molto la sensazione di prigionia.
Comunque sì, è andata.
Come dice la mia amica, non mi faccio proprio mancare niente... 😅
Io soffro di vertigini e anche claustrofobia . Abito in un grande
RispondiEliminaappartamento in un piano rialzato . Non necessito di ascensore e in questo
caso nemmeno di vertigini . Quando vado in casa d'altri , mi prende l'ansia
come entro in ascensore . Se sono ai piani alti , non mi sporgo mai .
Troppo forte il desiderio di buttarmi giù . Evito .
Tu con Lorenzo sei stata bravissima . Lui ha visto che eri calma e non si è
spaventato più di tanto . Tutto è finito bene .
Bacioni , Laura
PS . Devo dire che questa esperienza mi manca.....
Sono felice che ti manchi, considerando quanto soffriresti tra vertigini e claustrofobia.
EliminaSpero davvero che tu non debba mai aggiungere questa esperienza al tuo bagaglio di vita. ❤
Bellissima chiusa. Ti capisco bene, a me è venuta ansia a leggerti. Ho imparato che per i primi 5 minuti, riesco a controllarmi, poi il panico inizia a crescere. Meglio non pensarci più!
RispondiEliminaSe avessi pubblicato le foto del mio ascensore, sareste morti tutti di paura.
EliminaEffettivamente i primi cinque minuti passano velocemente, ma dopo il tempo sembra inchiodarsi.
Meno male che la brutta avventura non è durata molto. Lorenzo è stato un bambino moolto coraggioso. Anch'io, quando prendo l'ascensore, temo sempre di restar chiusa dentro !!! In montagna, una volta, succedeva con una certa frequenza che qualcuno restasse chiuso in ascensore, ora non più. Saluti.
RispondiEliminaIo vivo in questa casa da sei anni e mezzo e l'ascensore si è bloccato quattro o cinque volte, ma non mi era mai successo in prima persona.
EliminaSpero che non accada mai più. Ovviamente nè a me e nè a nessuno.
Buona serata.
Di certo non è claustrofobia: quella la provi anche in un ascensore funzionante. Un mio amico, infatti, ne soffre ed evita anche gli ascensori, appunto, perché è hanno uno spazio troppo "piccolo" e "chiuso". Il tuo è stato semplice panico provocato da una situazione che l'avrebbe provocato un po' a tutti, me compreso. L'importante è che si sia risolto tutto, e in breve tempo. E poi... avevi comunque un grande uomo al tuo fianco ;)
RispondiEliminaIn realtà ho detto esattamente il contrario, cioè che sin da piccola ero convinta di soffrire di una lieve forma di claustrofobia, perché mal tollero gli spazi piccoli e chiusi, e non sono a mio agio negli ascensori (perfettamente funzionanti).
EliminaInvece oggi non ho avuto un attacco di panico, nè un infarto, quindi deduco che i miei siano semplici fastidi, ma non una reale "patologia".
Ma sì, fastidi (l'ho chiamato panico, un po' di paura c'è stata, quindi il termine può anche starci) che proverebbero tutti, appunto, in una situazione come la tua oggi...
EliminaMa era andata via anche la luce? Perché al buio l'angoscia è peggiore, ed in compagnia bisogna essere bravi a non propagare l'ansia, come si pare hai fatto con Lorenzo.. a me è capitato più di una volta, per fortuna non rientra tra le mie fobie. Io soffro di vertigini invece, per me è un grosso problema prendere le seggiovie ad esempio, faccio il tragitto ad occhi serrati.. ahahah
RispondiEliminaIl problema è stato proprio che è mancata la luce in tutto il quartiere. Non si è trattato di un guasto all'ascensore.
EliminaPer fortuna la luce di emergenza nella cabina illuminava tutto, se no effettivamente sarebbe stato più spaventoso.
Effettivamente non lo prenderò per un po', soprattutto in presenza di Lorenzo, ma quando faccio la spesa è inevitabile.
RispondiEliminaI farmaci vanno sempre presi seguendo le indicazioni dei medici.
A me hanno prescritto una cura molto forte per 5 giorni, ma non ha avuto gli effetti sperati perché non l'ho associata al riposo totale.
Domani tornerò dal medico e valuteremo.
Che brutta disavventura :( io di claustrofobia ci soffro per cui non avrei saputo stare calma come te. Sei una roccia, devo proprio dirlo.
RispondiEliminaE Lorenzo...beh. L'ultima tua frase dice tutto.
"Sei proprio un uomo".
Come la mamma."
Belli che siete. Un abbraccio grande.
Effettivamente non credo proprio che sarei riuscita a restare impassibile qualora avessi sofferto di claustrofobia.
EliminaProbabilmente tu non prendi gli ascensori, ma se lo fai, spero che non ti capiti mai di restarvi intrappolata.
Un bacio
Li prendo in rari casi, quando non posso farne a meno :D
EliminaE' successa la stessa cosa pochi giorni fa ad una vicina del palazzo di fronte (non era l'elettricità il problema però), a me fortunatamente mai successo, e in tal senso non so se sarei riuscito a resistere, il panico può scattare in qualsiasi momento, il sangue freddo serve davvero a volte, fortunato chi l'ha.
RispondiEliminaSpero che il guasto sia stato subito riparato e che la tua vicina non sia rimasta a lungo imprigionata.
Elimina