domenica 4 novembre 2018

I panni sporchi si lavano in casa. O forse no.

Stamattina mi è capitato di assistere ad una guerra di post a mezzo Facebook da parte di una coppia di miei conoscenti. Deduco che non stiano più insieme, o che forse si siano solo allontanati per qualche tempo.
In ogni caso, la cosa mi ha fatta riflettere.
Tutti conosciamo il vecchio detto secondo cui "i panni sporchi si lavano in casa", ma quanto è difficile seguirlo alla lettera?
Nell'era dei social network, in cui tutto è una vetrina, ci sentiamo quasi in dovere di comunicare al mondo la fine dell'idillio di coppia che vivevamo.
Un idillio che, magari, lontano dalle foto stile Mulino Bianco, scattate per mera apparenza, non è mai esistito.

Quando sei anni fa lasciai il mio ex fidanzato, amici e parenti caddero dalle nuvole.
Non credevano potesse esistere il minimo problema tra noi, in quanto eravamo sempre insieme ed in perfetta sintonia. Quantomeno così sembrava.
Difatti, i problemi c'erano, e tanti.
In fondo, non si chiude una storia di cinque anni per un colpo di testa.

Se domani decidessi di divorziare, credo che lo stupore sarebbe analogo, sebbene chi mi conosce sia abituato a vedermi sola con Lorenzo, dato che mio marito lavora anche 14 ore al giorno.
Il fatto che, però, io parli pochissimo di lui, eccetto che con un paio di persone care, lascia credere che le cose vadano alla grande, altrimenti, da abile scrittrice quale sono, spenderei parole su parole.
Oppure, può far pensare che in realtà lui non esista.
Il punto è, però, che la cosa non mi interessa, poiché, sebbene scriva molto di me in queste pagine e sui social, non ho mai reputato opportuno deliziare chi mi segue con le beghe della mia vita coniugale, o con le gioie frequenti e le scenette felici.

Insomma, sebbene io capisca che i social network possano essere una bella valvola di sfogo, nel momento in cui la vita ci sembra crollare addosso, trovo che sarebbe meglio evitare di spettacolarizzare il dolore.
Basterebbe, magari, telefonare ad un vecchio amico e raccontargli del nostro malessere.
Chissà... con i giusti consigli, potrebbe persino iniziare a sembrarci più lieve...

22 commenti:

  1. Io penso che ciascuno debba vivere i sentimenti e la propria interiorità come meglio sente di poter fare.
    Non esiste un solo modo giusto, una sola via ineccepibile.
    Esistono tanti modi diversi, ciascuno giusto per chi lo vive.
    La tua è una scelta ma non la sola possibile.

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    1. Assolutamente.
      Però quando un amore finisce, almeno per rispetto del sentimento che è stato, secondo me non si dovrebbe gettare fango l'uno sull'altra. E pubblicamente.

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    2. Il fango non andrebbe gettato a prescindere, su nessuno.
      Amori, amici, ex datori di lavoro e così via.

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    3. Già. Ma qui torniamo al tuo post.
      Il senso del giusto non appartiene a tutti. Purtroppo..

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  2. Sono d'accordo, ma per tanti, oggi, FB è il momento De Filippi. Dove avere la gloria per quindici minuti, anche coi cazzi propri messi in svendita.

    Moz-

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    1. Ma ce l'hai proprio con la regina di Mediaset..
      È da ieri che me la maltratti.. 😂😂😂

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  3. Concordo pienamente con te. Leggo di quelle cose su FB che a volte vorrei commentare con un "ma perché???"

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    1. Ma poi rischieresti di sembrare bacchettona o impicciona. Quindi, meglio storcere il naso e passare oltre.. 😉

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  4. 55 mila categorie in cui racchiudere gli utenti. movimenti seguiti, alternanza lavoro-tempo libero acquisita. acquisti tracciati, abitudini note, ricorrenze palesate, intensità di rapporti misurata. di quali panni e di quale casa stiamo parlando, esattamente?

    (non è polemica, l'è una domanda)

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    1. Una domanda a cui rispondo col cuore, e non con i numeri.
      Almeno in presenza di figli, questi atteggiamenti infantili dovrebbero essere evitati.
      Per rispetto a loro.
      E no. Non c'è statistica che tenga.
      Buon senso, ragazzi..
      Buon senso.

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  5. dovrebbero, appunto. partici... congiun... condizionale presente! così come si dovrebbe smettere di scontrarsi per ogni minGhiata, così come si dovrebbe relativizzare il contenuto di ogni singola parola, così come si dovrebbe dare priorità alle cose essenziali. tutto al condizionale.

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    1. Io il condizionale non l'ho mai sopportato.
      Lunga vita al presente indicativo.
      P.S. Ma tu non eri quello che ha una dolcissima e bellissima ex moglie che profuma di caramelle? 😜

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    2. e chi ti ha detto che la guerra non l'abbia fatta lei? chi ti ha detto che io non abbia neppure preso un avvocato e che non abbia accettato (o persino promosso?) la cosa senza fiatare?

      il condizionale dovrebbe piacerti un po' di più ;-)

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    3. Nessuno.
      Nessuno.
      Nessuno.
      Ricordavo solo che l'avevi paragonata a Satana, mi pare.
      E mi ero molto divertita. 😜

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  6. Questo episodio mi ha fatto venire in mente un tema assegnatomi dal mio vecchio professore di italiano (forse al terzo anno delle superiori): la discrezionalità ai tempi dei social network.
    Ecco, il mio pensiero non è cambiato da allora.
    Sui social pubblico ciò che urlerei in una piazza super affollata, nulla di più XD e per come sono fatto io, urlerei davvero poche cose ahahahah

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    1. Invece il tuo commento mi ha fatto tornare alla mente che quando io frequentavo il liceo, i social non esistevano.
      E si stava da Dio.....

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  7. Io ricordo i primi tempi di Facebook, quanto scalpore creare la voce"Impegnato in una relazione sentimentale", era la fase nella quale Facebook era usato in modo genuino...ancora non c'era l'invasione dei buongiornissimo kaffè e delle bufale..Ma Facebook è sempre stata una pubblica piazza. Ad ogni modo sono d'accordo con te, i panni sporchi si lavano in casa, non in piazza, reale o virtuale che sia.

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    1. Io mi iscrissi a Facebook nel 2012, per esplicita richiesta del direttore del quotidiano online per cui collaboravo.
      Devo dire, però, che ci presi presto gusto, anche se cercando di restare sempre enigmatica.
      Insomma.. Solo chi sapeva i fatti poteva capire determinati post. Perché sì, le bravate post relazione le ho fatte anch'io.
      Ma ero cciovaneeeeeee.. 😜

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  8. Per me fb era terapeutico al suo inizio.
    Come Twitter comunque.
    Ora mi sono i utili forse perché sono un un'altra fase della mia vita.

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    1. Sai che anch'io l'ho usato per affrontare la perdita di papà e per decidermi a lasciare un ragazzo che non amavo più?
      Adesso, invece, lo uso al massimo per promuovere i post del blog.

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  9. Sono totalmente d'accordo, che poi farlo su Fb a che pro? solo per farsi vedere probabilmente..

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    1. Credo prevalga la voglia di uscire puliti agli occhi della gente.
      Della serie: "Ci siamo lasciati perché lui è un orco", "lei mi tradiva", ecc..

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